Questo capitolo è stato scritto sotto obbligo, perché Emiko voleva che scrivessi almeno una scena con Kagura e Sesshomaru (io tifo per Sesshomaru e Rin, quando crescerà ovviamente). E’ corto, perché, dato che è stato forzato e non volevo inserire nessuna scena romantica XD
Un piccolo capitolo di svago prima di tornare a Kagome e Inuyasha!
P.S. Forse, se riesco a finire in tempo il prossimo, dato che né domani né dopodomani pubblicherò, ne metterò un altro più tardi. Non sono sicura di fare in tempo, non ci sperate troppo XD
Oddio che poema, vi lascio al racconto! Bacioni a tutti! (un giorno vi ringrazierò uno per uno, prometto XD)
Non solo biologia
Kagura controllò bene l’indirizzo, prima di suonare al
campanello.
Una voce gracchiante, pochi
giorni prima, l’aveva chiamata per chiedere delle ripetizioni di matematica per
una bambina che aveva cominciato l’anno in ritardo. Aveva trovato il suo numero
sull’elenco. Kagura sbuffò. Era abituata a fare
ripetizioni di biologia, ma di tanto in tanto faceva qualche lezione di
matematica. Si convinse, contro ogni logica, che l’indirizzo fosse
giusto, e suonò.
Dopo non molto, un piccolo
demone aprì alla porta.
<< Buongiorno, deve essere la signorina Kagura >>
disse Jaken squadrandola. Rin stava causando
troppo scompiglio in quella famiglia. Una volta nessuno,
esclusi i figli e la moglie di Taisho,
oltrepassava quella porta.
La youkai
si fece fare strada nei corridoi illuminati, fino al
salotto, dove la piccola Rin stava testando l’elasticità del divano saltandoci
sopra.
<< Rin, questa è la tua
insegnante di ripetizioni >> disse Jaken con il tono più cortese che riuscì a fare. Rin saltò
giù dal divano, e fece un educato inchino.
<< Piacere bella
signora, io sono Rin >> si presentò con voce
squillante. Kagura rimase di
stucco, prima di scoppiare in una sonora risata.
<< Bella signora? Sei
davvero divertente, piccolina. Vai a prendere i tuoi libri e quaderni,
cominciamo subito >>
Jaken, sempre con fare scocciato, fece
sedere Kagura al tavolo, e poco dopo Rin la
raggiunse.
<< Molto bene,
cominciamo con qualche esercizio semplice >> disse la donna aprendo il
libro << Ricorda, la matematica è esercizio >>
Rimasero a lavorare a lungo,
senza venir disturbate. Verso sera, Rin sentì la porta
chiudersi, e alzò lo sguardo verso il corridoio.
<< Bentornato, padron Sesshomaru >> disse
la voce gracchiante del kappa. Poco dopo, lo youkai apparve davanti alla porta. Non si sarebbe fermato, se Rin non l’avesse chiamato allegra.
<< Buonasera signor Sesshomaru! >>
Kagura osservò il ragazzo divertita.
<< ‘Sera
Sesshomaru >> disse imitando la tonalità
allegra di Rin.
<< Rin, cosa vuoi per
cena? >> si intromise Jaken,
mentre il silenzioso padrone osservava la scena.
<< Voglio il tempura! >> rispose la bimba.
<< Anche
io >>
Gli sguardi di Jaken e Sesshomaru si
concentrarono sulla youkai.
<< Rin deve finire gli esercizi dopo cena >> si giustificò
con serenità. Jaken stava per controbattere, quando si intromise Rin.
<< Che
bello! Può rimanere, signor Sesshomaru? >>
chiese frizzante la bambina, con gli occhi colmi di entusiasmo.
Jaken sbuffò; mai vista una bimba così allegra mentre fa i compiti.
Lo youkai,
dal canto suo, si voltò e sparì nel corridoio buio.
<< Questo come si interpreta? >> domandò Kagura
ironica.
<< Quando non risponde,
di solito è si >> spiegò Jaken,
avviandosi in cucina. Kagura sorrise. Che carattere contorto.
Rin e Kagura
cenarono da sole. Chissà dov’era il resto della famiglia.
Non c’era nemmeno Inuyasha, o almeno non lo aveva
visto.
Dopo cena,
Rin continuò a fare esercizi a tutto spiano. Kagura
non aveva pietà.
<< Se continui così,
stai sicura che farai un compito in classe perfetto >>
la rassicurava, per spronarla. La bambina annuiva energica. Kagura
spostò lo sguardo sulla stanza. Solo il salotto era enorme. Chissà
com’era il resto della casa.
Dopo un po’, Sesshomaru si presentò alla porta con una coperta. Kagura lo guardò perplessa.
<< Che
cosa c’è? >> chiese guardandolo curiosa. Lui, senza rispondere, si avviò
verso Rin. Solo n quel momento, Kagura si accorse che
si era addormentata, in quel poco tempo in cui non l’aveva controllata.
<< Che
strana bambina: prima è energica come non mai, e poi si addormenta di colpo >>
commentò, osservando Sesshomaru che prendeva la
bambina e la stendeva sul divano, coprendola con la coperta. Si alzò e fece per
andarsene.
<< Aspetta! >> lo
bloccò Kagura. Lui si voltò impercettibilmente.
<< Che
c’è? >>. La sua voce profonda risuonò nella stanza. Era impressionante.
<< Non mi mandi via? >>
domandò la donna, osservandolo con gli occhi rossi. Lui non la perse d’occhio.
<< Fai come ti pare >>
rispose gelido << non mi riguarda >>
<< Come no? E’ casa tua questa, ti riguarda eccome! >> ribatté Kagura ridacchiando. Secchomaru
si limitò a voltarsi nuovamente.
<< No! D’accordo, ho
capito, non mi impiccio, ma aspetta un attimo! >>
si affrettò a dire, per poi brontolare << che scorbutico cafone >>
<< Come? >>
chiese lui voltandosi, punto sul vivo. Kagura
sorrise.
<< Si può sapere perché
hai preso con te questa bambina? >> chiese curiosa << Tu, un grande demone, che ti trascini dietro questo scricciolo
umano >>
Sesshomaru la fissò, come per analizzarla. Poi, si limitò a
voltarsi, uscendo dalla stanza. Kagura sorrise
nuovamente.
<< Cuore tenero! >>
disse ad alta voce. Non rispose nessuno, ma lei sapeva bene che aveva sentito. E stando a quanto diceva Jaken, se
non reagiva, era un sì.
Fu con questi pensieri che si
congedò, avviandosi verso casa. Estrasse dai capelli la piuma che utilizzava
come mezzo di trasporto, e si alzò in volo sulla città, libera come il vento.
<< Eh, già, proprio un
cuore tenero >> commentò sorridendo, ammirando la notte senza luna.