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Autore: Aryuna    07/03/2008    4 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta

Questo capitolo è stato scritto sotto obbligo, perché Emiko voleva che scrivessi almeno una scena con Kagura e Sesshomaru (io tifo per Sesshomaru e Rin, quando crescerà ovviamente). E’ corto, perché, dato che è stato forzato e non volevo inserire nessuna scena romantica XD

Un piccolo capitolo di svago prima di tornare a Kagome e Inuyasha!

P.S. Forse, se riesco a finire in tempo il prossimo, dato che né domani né dopodomani pubblicherò, ne metterò un altro più tardi. Non sono sicura di fare in tempo, non ci sperate troppo XD

Oddio che poema, vi lascio al racconto! Bacioni a tutti! (un giorno vi ringrazierò uno per uno, prometto XD)

Non solo biologia




Kagura controllò bene l’indirizzo, prima di suonare al campanello.

Una voce gracchiante, pochi giorni prima, l’aveva chiamata per chiedere delle ripetizioni di matematica per una bambina che aveva cominciato l’anno in ritardo. Aveva trovato il suo numero sull’elenco. Kagura sbuffò. Era abituata a fare ripetizioni di biologia, ma di tanto in tanto faceva qualche lezione di matematica. Si convinse, contro ogni logica, che l’indirizzo fosse giusto, e suonò.

Dopo non molto, un piccolo demone aprì alla porta.

<< Buongiorno, deve essere la signorina Kagura >> disse Jaken squadrandola. Rin stava causando troppo scompiglio in quella famiglia. Una volta nessuno, esclusi i figli e la moglie di Taisho, oltrepassava quella porta.

La youkai si fece fare strada nei corridoi illuminati, fino al salotto, dove la piccola Rin stava testando l’elasticità del divano saltandoci sopra.

<< Rin, questa è la tua insegnante di ripetizioni >> disse Jaken con il tono più cortese che riuscì a fare. Rin saltò giù dal divano, e fece un educato inchino.

<< Piacere bella signora, io sono Rin >> si presentò con voce squillante. Kagura rimase di stucco, prima di scoppiare in una sonora risata.

<< Bella signora? Sei davvero divertente, piccolina. Vai a prendere i tuoi libri e quaderni, cominciamo subito >>

Jaken, sempre con fare scocciato, fece sedere Kagura al tavolo, e poco dopo Rin la raggiunse.

<< Molto bene, cominciamo con qualche esercizio semplice >> disse la donna aprendo il libro << Ricorda, la matematica è esercizio >>

Rimasero a lavorare a lungo, senza venir disturbate. Verso sera, Rin sentì la porta chiudersi, e alzò lo sguardo verso il corridoio.

<< Bentornato, padron Sesshomaru >> disse la voce gracchiante del kappa. Poco dopo, lo youkai apparve davanti alla porta. Non si sarebbe fermato, se Rin non l’avesse chiamato allegra.

<< Buonasera signor Sesshomaru! >>

Kagura osservò il ragazzo divertita.

<<Sera Sesshomaru >> disse imitando la tonalità allegra di Rin.

<< Rin, cosa vuoi per cena? >> si intromise Jaken, mentre il silenzioso padrone osservava la scena.

<< Voglio il tempura! >> rispose la bimba.

<< Anche io >>

Gli sguardi di Jaken e Sesshomaru si concentrarono sulla youkai.

<< Rin deve finire gli esercizi dopo cena >> si giustificò con serenità. Jaken stava per controbattere, quando si intromise Rin.

<< Che bello! Può rimanere, signor Sesshomaru? >> chiese frizzante la bambina, con gli occhi colmi di entusiasmo. Jaken sbuffò; mai vista una bimba così allegra mentre fa i compiti.

Lo youkai, dal canto suo, si voltò e sparì nel corridoio buio.

<< Questo come si interpreta? >> domandò Kagura ironica.

<< Quando non risponde, di solito è si >> spiegò Jaken, avviandosi in cucina. Kagura sorrise. Che carattere contorto.

Rin e Kagura cenarono da sole. Chissà dov’era il resto della famiglia. Non c’era nemmeno Inuyasha, o almeno non lo aveva visto.

Dopo cena, Rin continuò a fare esercizi a tutto spiano. Kagura non aveva pietà.

<< Se continui così, stai sicura che farai un compito in classe perfetto >> la rassicurava, per spronarla. La bambina annuiva energica. Kagura spostò lo sguardo sulla stanza. Solo il salotto era enorme. Chissà com’era il resto della casa.

Dopo un po’, Sesshomaru si presentò alla porta con una coperta. Kagura lo guardò perplessa.

<< Che cosa c’è? >> chiese guardandolo curiosa. Lui, senza rispondere, si avviò verso Rin. Solo n quel momento, Kagura si accorse che si era addormentata, in quel poco tempo in cui non l’aveva controllata.

<< Che strana bambina: prima è energica come non mai, e poi si addormenta di colpo >> commentò, osservando Sesshomaru che prendeva la bambina e la stendeva sul divano, coprendola con la coperta. Si alzò e fece per andarsene.

<< Aspetta! >> lo bloccò Kagura. Lui si voltò impercettibilmente.

<< Che c’è? >>. La sua voce profonda risuonò nella stanza. Era impressionante.

<< Non mi mandi via? >> domandò la donna, osservandolo con gli occhi rossi. Lui non la perse d’occhio.

<< Fai come ti pare >> rispose gelido << non mi riguarda >>

<< Come no? E’ casa tua questa, ti riguarda eccome! >> ribatté Kagura ridacchiando. Secchomaru si limitò a voltarsi nuovamente.

<< No! D’accordo, ho capito, non mi impiccio, ma aspetta un attimo! >> si affrettò a dire, per poi brontolare << che scorbutico cafone >>

<< Come? >> chiese lui voltandosi, punto sul vivo. Kagura sorrise.

<< Si può sapere perché hai preso con te questa bambina? >> chiese curiosa << Tu, un grande demone, che ti trascini dietro questo scricciolo umano >>

Sesshomaru la fissò, come per analizzarla. Poi, si limitò a voltarsi, uscendo dalla stanza. Kagura sorrise nuovamente.

<< Cuore tenero! >> disse ad alta voce. Non rispose nessuno, ma lei sapeva bene che aveva sentito. E stando a quanto diceva Jaken, se non reagiva, era un sì.

Fu con questi pensieri che si congedò, avviandosi verso casa. Estrasse dai capelli la piuma che utilizzava come mezzo di trasporto, e si alzò in volo sulla città, libera come il vento.

<< Eh, già, proprio un cuore tenero >> commentò sorridendo, ammirando la notte senza luna.

  
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