Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Aryuna    11/03/2008    6 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta

Spero che questo capitolo possa compensare l’assenza di ieri! E’ un po’ corto, ma d’altronde il prossimo è molto lungo, quindi si compensano (spero di riuscire a scriverlo in tempo >.>). Buona lettura, e grazie mille a chi commenta e anche chi solo legge! ^^

A cuccia!




Inuyasha entrò dentro casa furente. Non fece la minima attenzione a non fare rumore. Non gli importava di svegliare qualcuno. Il vecchio Miyoga, che era rimasto alzato, saltellò allegro verso la porta.

<< Signorino Inuyasha, bentornato >> lo salutò saltandogli sulla spalla, ma il ragazzo rispose con un ringhio. La pulce notò il rosario sul collo, e alzò lo sguardo perplesso.

<< Signorino Inuyasha, ma questo è… >>

<< Non scocciare! >> lo interruppe lui mandandolo via con una schicchera, e cercando di togliersi il rosario. Quello emanò una forte luce, e si rifiutò di farsi sfilare. Inuyasha rimase perplesso. Era impossibile che un rosario agisse di sua spontanea volontà! Cercò di nuovo di toglierlo, ma niente da fare. Non superava la linea del mento.

<< E va bene >> ringhiò << se non ti togli, ti rompo! >>

Altri numerosi tentativi senza risultato. Il vecchio Miyoga si riprese dal colpo, e saltellò nuovamente sulla spalla dell’hanyou.

<< Non potete toglierlo, signorino Inuyasha. E’ un rosario anti-demone! >> spiegò sedendosi a gambe incrociate. Il ragazzo si voltò a guardarlo perplesso.

<< Che cos’è? >> chiese con un tono di voce completamente afono.

<< Un rosario anti-demone. Veniva usato per domare o liberarsi di demoni fastidiosi che… >>

<< CHE COSA? >>


Kagome si svegliò di soprassalto. Aveva passato buona parte della notte in bianco. Lanciò un’occhiata alla sveglia: le sei. Si alzò comunque e si preparò completamente. Preparò il bento e la colazione, e uscì di casa intorno alle sette. Non sapeva nemmeno lei il perché, ma non voleva rimanere a casa. Non era sicura di riuscire a camuffare il suo pessimo umore. La metro non era troppo affollata a quell’ora, e dopo un breve tratto a piedi si ritrovò davanti al cancello della scuola. Chiuso. Sbuffò infastidita, appoggiandosi lungo il muro. Doveva aspettare per più di un’ora. La sua mente si concentrò nuovamente su Inuyasha. L’importante era che si fosse tolto il rosario. Poi gli avrebbe spiegato tutto, non le importava più. Gli avrebbe detto del piano assieme a Kikyo, e del perché faceva la smorfiosa con lui.

Sentì un debole lamento, e abbassò lo sguardo su un cucciolo ai suoi piedi. Era un piccolo cagnolino, forse un beagle.

<< Ciao cucciolo >> disse dolcemente, sedendosi a terra accanto al cagnolino, che non perse l’occasione per sedersi sulle sue gambe. Kagome rise, carezzandolo, mentre lui scodinzolava. Non si accorse di Inuyasha che arrivava lungo la strada. Non appena il ragazzo la vide, si ricordò delle parole di Miyoga. Doveva farselo togliere prima che lei pronunciasse qualunque parola, altrimenti si sarebbe attivata chissà quale stregoneria.

Il cagnolino cominciò a leccare il naso a Kagome, che si spostò rapida ridendo.

<< Ehi, ma cosa fai? >> mormorò divertita al cucciolo.

<< Ehi, Kag… >> cominciò Inuyasha, quando sentì cosa stava dicendo Kagome. Sentì quelle due parole, pronunciate come se fossero una sola.

<< A cuccia! >> esclamò lei al cucciolo, che obbediente si sedette. Ma, in contemporanea, sentì un tremendo tonfo, e la terra tremare. Spostò lo sguardo sulla strada, confusa. Un terremoto? Il cucciolo cominciò ad abbaiare, e lei si voltò verso la causa di quell’agitazione. C’era un ragazzo sul pavimento, a faccia in giù, che si stava alzando a fatica. Riconobbe la corporatura e i capelli argentei, e si sentì morire.

<< Kagome.. >> disse con una voce roca, traboccante d’ira << …sei una STUPIDA! >>

La ragazza arretrò quando Inuyasha alzò lo sguardo per fissarla.

<< Come hai potuto mettermi al collo un rosario anti-demone? >> ringhiò lui alzandosi in piedi dolorante << Almeno informati prima di regalare cose così pericolose! >>

Lei fece per parlare, ma si azzittì. Lui pensava… che fosse un errore?

<< Credevo che te lo fossi tolto. Ho scoperto a casa che cos’era. Me lo ha detto il nonno >> disse allora con un’espressione colpevole.

<< Non si più togliere >> sbraitò lui << Dovevi toglierlo tu prima di parlare! Come ti è venuto in mente di parlarmi dopo che non lo hai fatto ieri sera? >>

Era molto arrabbiato. Troppo. Kagome si sentì in difficoltà.

<< Ecco. Ieri sera ho… ho avuto paura >> disse. Inuyasha capì che era vero, anche se non poteva immaginare il perché.

<< E allora sei scappata? Di che avevi paura >> chiese lui, più calmo. Si pulì la divisa sporca di polvere, e riprese la cartella dalla strada.

<< Non lo so. Mi stavo sentendo male, e ho agito d’impulso. Poi, quando mi hai chiesto cos’era, ho creduto che non ti fosse piaciuto e mi sono offesa >>

Erano tutte cose vere, meno l’ultima. Inuyasha sospirò rassegnato.

<< Anche tu, che regali rosari a San Valentino >>

<< Che fai, sfotti? >> chiese lei inarcando le sopracciglia. Lui scosse la testa.

<< Basta che non dici quella parola. Soprattutto davanti a qualcuno >> si assicurò lui.

<< Va bene, niente “a cucc..” >>

<< KAGOME! >> urlò lui, in un misto tra rabbia e terrore.

<< Oh, scusa >> si bloccò la ragazza, sorridendo. Era una bella arma, in effetti. Lui sospirò di nuovo, nascondendo il rosario sotto la maglietta.

<< E poi perché hai chiesto a tuo nonno? >> domandò perplesso.

<< Non gliel’ho chiesto. Gli ho detto cosa ti aveva regalato. Sai, è stato molto insistente. E quando gliel’ho detto, mi ha spiegato tutto >> mentì Kagome << sembrava felice che te lo avessi messo >> aggiunse per rendere credibile la storia.

Inuyasha annuì, rassegnato.

<< Allora, entriamo? >> chiese avviandosi verso il muro

<< E come? Il cancello è chiuso >> fece notare lei, riprendendo la cartella sulle spalle.

<< Liberati di quel cucciolo e ti faccio entrare >> disse lui, facendo girare Kagome verso il cagnolino. Si era totalmente dimenticata di lui, che continuava a trotterellarle dietro. Si chinò a fargli un paio di carezze, prima di avvicinarsi a Inuyasha.

<< Allora, sei pronta? >> chiese il ragazzo voltandosi ad osservarla.

<< Per fare cosa? >> domandò lei preoccupata. Ma lui non si mise a spiegare. Le passò un braccio dietro alle ginocchia, facendola cadere, ma l’altro braccio era già dietro di lei per sorreggerle la schiena. E prima che lei potesse dire “A”, lui aveva già saltato il cancello. Attraversò il cortile con pochi balzi, prima di saltare alla finestra della classe. Kagome era totalmente terrorizzata. Lui rimase in equilibrio sul davanzale, aspettando che lei scendesse, ma la ragazza non si mosse. Era rimasta con le braccia raccolte attorno alla cartella da quando l’aveva presa.

<< Ehm, Kagome? Puoi scendere adesso >> le fece notare, scendendo dal davanzale. Lei posò una gamba a terra, ma subito si accorse che tremava. Inuyasha la riprese in tempo, prima che cadesse.

<< Tutto a posto, Kagome? >> chiese perplesso. Era bianca, tanto da sembrare morta. La mise a sedere sul banco, preoccupato. Quando lei parlò, Inuyasha si tappò le orecchie balzando contro il muro per lo spavento.

<< MA TI SEI IMPAZZITO? NON FARLO MAI PIÙ! >> gridò la ragazza fuori di sé. Si sentiva il cuore in gola, e la testa le girava.

<< Ma io lo faccio tutti i giorni >> si lamentò lui.

<< Esatto, TU! >> urlò nuovamente Kagome, alzandosi in piedi.

<< E dai, non è poi una tragedia >>

<< A cuccia >>

Il rosario si illuminò e si sfilò da sotto la maglia. Inuyasha vide il pavimento avvicinarsi, e si preparò all’impatto. Il botto fece tremare l’edificio.

<< Così impari >> disse lei più calma. Funzionava anche come sfogo!

<< Kagome! >> ringhiò lui alzando la faccia. Era nero, ma già rassegnato alla situazione: non stuzzicare Kagome.

  
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