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Autore: Merigold    08/09/2013    1 recensioni
L'anima di Melanie è l'uragano di emozioni che si nega di provare dal giorno in cui i suoi genitori sono morti. Viene affidata a William, un caro amico di suo padre, che la trascina in Inghilterra portandole via la voglia di vivere. Lacerata e sola, l'unico modo per non sentirsi morta è ascoltare i The Script.
Tutto inizia a cambiare il giorno in cui Danny O'Donoghue le parla in un pub, e da quel momento lui e la sua musica le faranno capire che l'unica in grado di cambiare la sua vita è proprio lei.
Ma può una sola persona riuscire a farti aprire la bocca per respirare quando stai affogando, e darti una ragione per tentare di rimettere insieme le schegge di una vita ormai priva di ogni senso?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Breakeven
 
Londra, 5 novembre.
 
Sono in questo studio da quasi due ore, ma a quanto pare non registrerò neanche oggi. È circa un mese che William mi rinchiude qui dentro per tutto il giorno senza ammettere repliche. Non ha tempo per occuparsi di me, così mi lascia allo staff in modo da poter essere costantemente controllata. È come essere in una prigione. Inoltre dopo domenica mi ha vietato di tornare al tree’s pub fino a quando, dice, non imparerò a restare al mio posto. Stranamente questa mattina mi ha accompagnato lui in studio perciò non ho avuto il tempo di truccarmi e devo portare gli occhiali.
Nessuno ha fatto domande quando mi hanno vista entrare, ma non posso fargliene una colpa, d’altronde William glielo ha proibito e non vale la pena mettersi contro di lui per una sciocchezza del genere. L’unica che si preoccupa un po’ di più è Amber, ma non dico niente nemmeno a lei. Will la licenzierebbe in tronco e farebbe in modo di non farle trovare un altro lavoro.
Perciò mi siedo da sola in un angolino mentre lo staff continua a lavorare sulle basi. Odio questa canzone, ma per William contano solo le vendite, e qui dentro è lui che comanda. Io non ho nessuna voce in capitolo, devo solo metterci la voce e la faccia.
Quando sono stata affidata a lui non immaginavo lavorasse in campo discografico, ma una volta trasferita a Londra mi ha spiegato che stava cercando un nuovo talento e che io sarei stata perfetta. Non mi ha chiesto se volevo cantare, mi ha semplicemente informato che avrei inciso un disco. Non ho deciso nulla è la corrente che mi ha trascinato. Tutto ciò mi ha quindi precluso ogni possibilità di poter cantare le mie canzoni. Sono scritturata per vendere, non per coronare i miei sogni.
Una marionetta nelle sue mani.
Nonostante tutto però mi faccio in quattro per non deluderlo, anche se sembra che per quanto mi sforzi non vada mai bene. Sono stanca di tutto questo.
Un beat elettronico si diffonde nello studio accolto dall’approvazione di tutti. Questa volta a Will piacerà sicuramente e i ragazzi non saranno costretti a ricominciare tutto da capo. Hanno fatto un ottimo lavoro.
- Melanie, tutto bene? Vuoi uscire? –
Amber mi si avvicina premurosa come sempre. È la mia assistente personale ed è uno dei pochissimi membri dello staff assunti personalmente da William. Si occupa di me anche fuori dallo studio quando lui ha troppi impegni o deve viaggiare per affari.
Lei sa. Ma aspetta che sia io a parlare. E io non sono pronta. Non credo lo sarò mai. Dire qualcosa significa perdere l’unico stralcio di vita che mi è rimasto. Significa rimanere completamente sola. E non voglio che accada di nuovo. Anche se tutto questo mi sta portando sull’orlo del baratro.
Ho paura di schiantarmi.
Amber mi sorride dolcemente aspettando che il filo dei miei pensieri s’interrompa e ritorni alla realtà.
- Sì, un po’ d’aria mi farebbe bene. -
Percorriamo il corridoio camminando fianco a fianco mentre fuori minaccia di piovere.
All’inizio mi sentivo ridicola a indossare gli occhiali durante queste giornate, ma ben presto ci ho fatto l’abitudine. Non posso rischiare che la gente veda i lividi.
Amber mi sta informando dell’andamento delle varie basi. Se viene tutto approvato dovrei iniziare a incidere la voce dalla prossima settimana. Il problema rimane la ballata; non sono ancora riusciti a trovare un produttore che se ne possa occupare. William ha lasciato carta bianca, non ha preferenze, non vuole nemmeno sapere di chi si tratta, basta che faccia un buon lavoro.
Sta ancora parlando quando, girato l’angolo, sbatto contro qualcosa, o meglio, qualcuno. E mi cadono gli occhiali.
Merda.
Sto per chinarmi per raccoglierli, anche se l’uomo a cui sono andata addosso mi anticipa scusandosi. Cerco di nascondermi dietro i capelli, ma rimango paralizzata non appena lo riconosco: Danny.
Non voglio che mi veda. Non voglio che inizi a evitare il mio sguardo come tutti gli altri. Voglio che continui a trattarmi come aveva fatto domenica, come una ragazza normale. Voglio che mi chieda di cantare ancora.
Ma appena mi vede il sorriso che mi stava facendo scompare dal suo volto sostituito dallo shock.
- Melanie… cosa…? – ma non riesce a parlare. È scosso e continua a fissare i miei occhi.
Sapevo che sarebbe successo, ma speravo che il mio idolo mi trattasse come una ragazza normale almeno per un altro poco. Sono solo un’illusa. Perché avrebbe dovuto farlo? Dopotutto è come tutti gli altri. Ho sbagliato a riporre fiducia in lui e nella sua musica. Non dovevo aggrapparmi a loro.
Non ce la faccio, non posso più sopportare tutto questo. Mi sento… vuota.
All’improvviso scoppio in lacrime. Tutto lo stress e la tensione accumulata questi giorni mi sta facendo impazzire e per la prima volta da quando sono qui piango davanti a qualcuno. Non ho mai voluto dare alla gente un altro motivo per guardarmi con compassione ed evitarmi, ma questa volta non me ne preoccupo, d’altronde difficilmente potrei peggiorare la situazione.
Sento il braccio di Amber circondarmi con premura.
- Vieni, ci penso io. -
E mi porta via lungo il corridoio. Non ho il coraggio di guardare Danny, non voglio rivedere quell’espressione.
Non voglio vederlo più in tutta la mia vita.
Mi ritrovo dentro un grande bagno pieno di specchi. Fuori dall’enorme finestra Londra è allagata e mi sembra come se stessi annegando anch’io.
Amber mi fa sedere su di un piccolo sgabello nero mentre apre un armadietto e tira fuori una trousse. - L’abbiamo comprata con le altre ragazze così da non dover portare tutto da casa ogni volta. Sai, è utile. -
Mi sorride. E inizia a tirare fuori tutto l’occorrente per coprire i lividi.
- Vediamo cosa riusciamo a fare. -
Mi asciuga gli occhi con delicatezza calibrando ogni gesto. Sta cercando di rassicurarmi e piano piano ci riesce. Non so proprio cosa farei senza di lei.
In un quarto d’ora il mio viso ha cambiato aspetto. Gli occhi non sono più viola, e un leggero velo di ombretto li ravviva un poco. I graffi sono appena visibili ma solo se ci si fa molta attenzione. Amber ha sistemato anche un piccolo livido che avevo sul collo nascosto dai capelli.
Sembra quasi che William non mi abbia mai picchiata.
Mi accarezza i capelli mentre mi osserva dal riflesso.
- Dobbiamo andare. Ci staranno sicuramente aspettando. -
Annuisco e la seguo verso lo studio nel più totale silenzio.
Quando entro stanno ancora tutti lavorando. Ma non mi sarei mai aspettata di vedere Danny insieme a loro. È in un angolo accanto a Max con dei fogli in mano mentre discutono con molta enfasi di qualcosa. Non capisco cosa ci faccia qui. Non vedo un valido motivo per cui debba perder tempo con me e il mio staff. Ha visto i lividi, no? Perché è ancora qui…?
Per di più mi osserva sorridendo. Ogni traccia di shock o pena è svanita dal suo volto. Sembra quasi che tutto sia tornato come prima. Ma così non è e non posso illudermi che lo sia.
- Cosa… ci fai qui? -
Max mi aggiorna velocemente sulla situazione con il suo solito entusiasmo senza mai guardarmi nemmeno per un attimo: - Serviva qualcuno che si occupasse di “In pieces” ed eccolo qui. Danny penserà a tutto. Abbiamo già moltissime idee per rendere questo pezzo una vera hit. Vedrai, finirà per piacerti. –
Danny come produttore? Ha davvero accettato? Non posso credere che sia disposto a farlo… Mi sento di nuovo leggera, felice. Ma subito la realtà mi riporta di schianto con i piedi per terra.
- William non sarà contento. –
Già, William. Non permetterebbe mai una cosa del genere. Eppure, con mia enorme sorpresa Danny sembra non demordere.
- Ma è il tuo album, giusto? -
- In realtà decide tutto lui. Io canto solamente. -
- Allora faremo in modo che con questo pezzo sia diverso. Ne discuteremo insieme e potrai apportare tutte le modifiche che vorrai. William non deve per forza venire a sapere che sono stato io a occuparmene e a me non interessa di averne riconosciuto il merito. Stai serena e vedrai che verrà fuori un ottimo lavoro. Renderemo il tuo pezzo un capolavoro. -
- Non è mio. –
- Non lo hai scritto tu? –
Scuoto la testa. – Neanche uno. –
Per lui che è abituato a cantare solo i suoi brani deve sembrare strano, e lo è anche per me, ma mi sono rassegnata all’idea. D’altronde non avevo alternative.
- In realtà Melanie avrebbe un suo brano … - Amber mi affianca incoraggiandomi. Si riferisce sicuramente a “Back to the surface”, l’unica mia canzone che aveva uno stralcio di speranza di essere inserita nell’album. Uno dei miei tanti sogni sfumati.
- Sì, ma William non… -
- Nessuno gli dirà nulla. Coraggio, a questo punto mi hai incuriosito. –
Danny mi sorride.
Di nuovo.
L’unico che continua a farlo nonostante abbia visto i lividi. Nonostante abbia capito che non appartengo più a me stessa. Nonostante sia pericoloso anche solo rivolgermi un saluto.
Sento di potermi fidare e mi pento di aver pensato il contrario poco prima. È una persona speciale e mi sta offrendo la possibilità di aprirmi anche se con solo una canzone.
È in grado di leggermi dentro.
Lentamente entro nella piccola stanza insonorizzata mettendocela tutta per non tremare. Con me ci sono anche 3 dei musicisti, Adam, Phill e Kate che sanno già esattamente cosa fare. Mi siedo al pianoforte e sistemo il microfono prima di infilarmi le cuffie. Aspetto il consenso di Gabriel e appena mi fa un cenno inizio a suonare accompagnata dal violino di Kate.
Ogni volta che faccio scorrere le dita sui tasti è sempre come se venissi colta dalla consapevolezza di appartenere a un altro luogo, fatto interamente di note ed emozioni, fuori dal tempo e dallo spazio, nascosto solo nel più profondo del mio cuore, imprigionato nella mia anima persa. Sento fondermi con la musica e lentamente la mia voce esce da sola senza che debba fare il minimo sforzo.
Danny O’Donoghue mi sta ascoltando. Quante volte avevo confessato a mio padre questo sogno? Forse dalla prima volta in cui avevo ascoltato “The Script” il 12 settembre 2008, quando al ritorno da scuola lo avevamo sentito seduti sul pavimento del suo piccolo studio, mentre divoravamo la crostata che la mamma aveva preparato per noi la mattina.
- Un giorno andrò da loro e canterò tutto l’album. -
Rise. - Be’ un album intero è molto lungo Mel. –
- Allora solo la mia preferita. -
- E qual è?. –
- Ci devo pensare… mi piacciono tutte. E poi manca ancora una traccia. –
Sorrisi a mio padre mentre mi dava un colpetto sulla testa.
- E invece qual è la tua preferita? -
Non ebbe un attimo di esitazione: - “The End Where I Begin”. –
- Hai già imparato i titoli? – questa volta fui io a ridere.
- So anche tutti i testi se è per questo. Ho sentito già tantissime volte l’album, in Irlanda è uscito più di un mese fa. Su internet non è difficile trovarlo. –
- Perché non me lo hai fatto sentire prima? –
- Volevo essere sicuro che potessero piacerti. E poi dovevo pur consolarti in qualche modo per questo primo giorno di scuola. –
- Non è andato così male! –
- Si, si, certo. -
Ridiamo. Sappiamo entrambi che è stato uno schifo, come tutti gli altri del resto, ma non ce ne curiamo. Adesso ci siamo solo noi due e i The Script.
- Desideravo farti conoscere la mia band preferita nel migliore dei modi sperando che magari potesse diventare anche la tua. -
- Credo lo sia già. –
E quando “I’m Yours” giunge alle ultime note prendo il telecomando dello stereo tornando indietro alla traccia 7.
La canzone che un giorno canterò ai The Script.
Anche se non sto cantando quella canzone so che prima o poi lo farò e per ora mi accontento della mia.
“Persa in questo oceano che non conosco.
Tutti lo chiamano vita.
In un mare d'incertezze che mi stanno uccidendo.
Dicono siano sogni infranti.
Sono sprofondata in questo abisso,
eppure cercavo aiuto.
Vorrei permettermi di respirare,
ma non ci riesco.
Credo di stare annegando.
Potrei non tornare.
Un giorno qualcuno mi riporterà in superficie?”
Fusa con la musica giungo alla fine prima di quanto mi aspettassi.
Delle lacrime mi bagnano il viso e quando le asciugo mi accorgo che il trucco ha iniziato a colore. Alzando leggermente la testa e vedo Danny a bocca aperta che mi sorride, ma ho paura che possa rivedere i lividi, così mi nascondo un poco fra i capelli fino a quando non arriva Amber che mi asciuga il viso sistemando di nuovo tutto quanto con le dita.
Mi avvio verso l’altra sala e in un attimo sono di nuovo accanto a Danny e Max
- Tu non eri quella che aveva “le adenoidi infiammate”? –
Accenno a un sorriso ricordandomi quella scusa assurda.
- Credi sia andata bene? -
- Bene è riduttivo. Questo pezzo è fantastico. Non capisco perché dovresti rinunciarci. Trasmetti qualcosa di indescrivibile, è strabiliante. –
Mi sento realizzata. Se è piaciuta a lui posso farcela. Mi assicura che farà in modo che piaccia a William così da inserirla nell’album. “In pieces” verrà definitivamente cestinata. Questa volta ho vinto io. Finalmente.
Danny continua a parlare con Max di questioni pratiche e quindi mi allontano di poco chiamata d Amber.
 “I'm still alive but I'm barely breathing.
Just prayed to a god that I don't believe in.
‘Cos I got time while she got freedom.
‘Cos when a heart breaks no it don't breakeven.”*
Le note di “Breakeven” mi fanno sobbalzare e mi rendo conto che il mio telefono sta squillando. So chi mi sta chiamando, ho messo la sua canzone preferita apposta per riconoscerlo ogni volta che mi chiama e non “perdere tempo prezioso a cercare il telefono per rispondere a quel pazzo squilibrato” come dice William.
Ma Mattia non è un pazzo squilibrato.
Mattia è l’unico ragazzo che abbia mai amato e che è riuscito a farmi sentire completa. L’unica persona a cui penso costantemente giorno e notte. L’unica persona che ho dovuto lasciare indietro in Italia. L’unica persona da cui vorrei tornare. L’unica che ho tentato di cancellare dalla mia vita perché le avrei fatto solo del male.
Eravamo felici insieme, una coppia fantastica dicevano tutti. E così era. Ci amavamo. Ci amavamo come pochi erano in grado di fare. Ma il tempo passa, la vita va avanti e non sai mai cosa può riservarti. Dopo la morte dei miei genitori William mi ha costretta a troncare totalmente i rapporti con Mattia perché non voleva che frequentassi un tipo come lui. Ma i primi tempi non l’ho ascoltato e quindi, seppur distanti chilometri e chilometri l’uno dall’altra continuavamo a sentirci giorno dopo giorno, ad amarci attimo dopo attimo. Era doloroso avere una relazione a distanza, ma per lui avrei fatto qualsiasi cosa. Fino a quando William non ha iniziato ad accorgersene. Inizialmente mi minacciava solamente, poi però ha iniziato a picchiarmi. Non mi importava. Continuavo a sentire Mattia, senza però dirgli nulla, anche se lui intuiva che c’era qualcosa che non stava andando. Continuai così per un’altra settimana, fino a quando William non minacciò di fare del male anche a lui. E così posi fine alla nostra relazione. Non volevo che soffrisse. Da quel giorno mi è totalmente vietato rispondergli al telefono, anche se ogni tanto continua a chiamare.
Ma oggi non riesco a ignorarlo. Non ce la faccio. Non so perché, forse è per via di “Back To The Surface” che ho scritto per lui. Fatto sta che non ho nemmeno il tempo di rendermi conto che ho preso in mano il telefono e sto rispondendo.
- Pronto? -
- Melanie?
Sento qualcosa andare in pezzi dentro di me.
Ripenso alle parole di “Breakeven” e mai come ora mi sembrano così vere e vicine. Non faccio in tempo a parlare che lui mi anticipa sommergendomi nelle parole.
- Oh Melanie… amore… avevo perso completamente le speranze… -
- Mattia… cosa vuoi? – cerco di apparire dura ma dentro sto morendo.
“They say bad things happen for a reason.
But no wise words gonna stop the bleeding”*
Non riesco a levarmi la voce di Danny dalla testa…
- So che è finita, ma… sai, “When a heart breaks, no, it don't breakeven”*… e il mio è ancora a pezzi. -
Anche il mio, amore, anche il mio…
- Come mai citi i The Script? -
- Non so… mi fanno pensare a te… a noi… -
- Mattia, non c’è più nessun “noi” –
- Voglio vederti. –
Mi blocco. Non so che dire. Non posso vederlo, non posso. Non riuscirei più a lasciarlo. E poi se lo venisse a sapere William…
- Ho bisogno di parlarti. – riprende – Sono venuto a Londra e non ho intensione di tornare in Italia fino a quando non avremo chiarito… ti prego, voglio vederti un’ultima volta. Poi ti giuro che sparirò dalla tua vita. Non ti cercherò più, non mi vedrai più. Solo, un’ultima volta… -
Non ho il coraggio di rispondergli.
“I’m falling to pieces”*
- Io… non posso… -
- Domani verso le 10 sarò al Southwark Bridge. Ti aspetto lì. –
- Mattia, non… -
- Ti amo. -
Il mio mondo smette di girare mentre cerco di asciugare le lacrime e recuperare un tono fermo.
- Lo so. –
- Ci vediamo domani… –
Ma chiudo la chiamata prima di rispondergli.
 
- Ma sei pazza? Cosa cavolo credevi di fare? Ci farai licenziare tutti. - Il sangue mi si gela nelle vene mentre Helena mi aggredisce senza farsi troppi scrupoli. Ha ragione, cosa credevo di fare? Amber si mette in mezzo cercando di calmarla.
- Helena, Melanie ha tutto il diritto di rispondere al… -
- No, non ce l’ha. E se William scoprisse che ha risposto mentre era qui e nessuno di noi l’ha fermata ci licenzierebbe tutti in tronco. –
- Mi dispiace. – sussurro, ma questo non fa altro che aumentare l’ira di Helen.
- Ti dispiace? Certo, a te può solo dispiacere, perché tanto quella che ci va a rimettere non sei mai tu. Datti una svegliata principessina, non sai cos’è la vita. –
- Ei, ei, diamoci una calmata qui. Helena vai a farti un giro e vedi di schiarirti un po’ le idee. Sai che in questo studio si mantengono toni civili. – Max la accompagna sulla porta mentre Danny mi si avvicina con cautela.
- Cosa le è preso? –
Alzo le spalle. – Capita. –
Mi guarda sbalordito, ma non aggiunge altro, fino a quando non nota il mio telefono e lo indica con un cenno del capo. - Vuoi parlarne? –
È come una doccia fredda.
Ne voglio parlare? Nessuno me lo ha mai chiesto. Hanno sempre tutti fatto finta di niente, o come Helena, giudicato preventivamente la situazione. Mai qualcuno che se ne fosse interessato. Mai nessuno che mi abbia offerto ascolto.
- Non lo so… -
- Se vuoi possiamo uscire. -
- … Va bene. Dov’è Amber? –
Danny la chiama e lei ci raggiunge subito. Decido che sì, voglio parlarne e usciamo tutti e tre fuori dallo studio sotto gli sguardi incuriositi dello staff.
Prendo fiato e cerco di riordinare i pensieri. Da dove comincio? Cosa gli dico? Non posso raccontargli tutto, anche se ha già visto molto. Troppo. Decido di menzionare solo la storia di Mattia.
- Era il mio ex. È venuto a Londra per qualche giorno e dice di volermi incontrare, ma non posso. Anche se lo vorrei davvero… -
- Addnell? –
Annuisco. - Inoltre devo arrivare al Southwark Bridge e non saprei come fare senza essere notata. In giro lo conoscono quasi tutti… -
- Posso portarti io. –
Danny O’Donoghue si è appena offerto di accompagnarmi da Mattia?
- Non voglio essere un peso… -
- Figurati. Tanto devo passare qui per prendere dei fogli. Ti porto lì e poi ritorniamo in studio. –
Sembra così facile. Forse lo è davvero. Mi basterebbe dire di sì e rivedrei Mattia.
Ma posso permettermi di rischiare così tanto?
- Lo ami ancora, vero? -
Guardo Danny negli occhi. Quegli occhi scuri in cui ho trovato conforto ogni volta che ne avevo bisogno da quando mi è venuta a mancare ogni cosa.
E all’improvviso sento di potermi fidare. Voglio fidarmi. Lui mi ha aiutato a continuare ad andare avanti quando non volevo far altro che abbandonare tutto e farla finita. La sua musica, la sua storia, mi hanno fatto trovare il coraggio di sopportare tutto. Anche se mi sto spezzando. Anche se non ho più un motivo per cui vivere.
Ma forse lui può darmelo. Può aiutarmi a uscire da quest’incubo, insieme alla sua musica.
La musica. Forse è per lei che devo vivere ora.
No. Devo vivere per me.
Sono l’unica in grado di cambiare il mio destino. Ma non sapevo come fare. Ora forse lo so. Posso iniziare ora. Posso dirgli la verità. Posso ammetterlo finalmente. Posso confessare il mio più profondo dolore. Posso essere libera di farlo.
- Sì -
Mi sorride accarezzandomi una guancia.
- Domani ti porto da lui. -
E non trovo la forza di rifiutare.
 
Londra, 5 novembre.
Domani il mio cuore spezzato potrebbe riprendere a battere.


 

Breakeven
http://www.youtube.com/watch?v=0jjHrolhqf8
 
Citazioni
*Breakeven – The Script
“Sono ancora vivo ma respiro a malapena. 
Ho appena pregato un dio in cui nemmeno credo. 
Perchè io ho ottenuto tempo mentre lei libertà.
Perchè quando un cuore si spezza non si spezza allo stesso modo”
 
“Dicono che le cose brutte accadono per una ragione.
Ma nessuna parola saggia mi farà smettere di sanguinare.”
 
“Quando un cuore si spezza non si spezza allo stesso modo”
 
“Sto cadendo a pezzi”
 
Danny’s POV ----->http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2141890
 
Merigold’s corner
Salve a tutti bella gente :D
Ho anticipato di un giorno la pubblicazione del capitolo perché forse domani non potrò farlo. Sono previdente u.u
Anche questo capitolo è luuuuungo (mea culpa), troppo lungo… si, lo so, mi faccio prendere troppo la mano. Vedrò di iniziare a darmi una regolata.
Che ne pensate della nostra cara Melanie?? È un po’ particolare… e spaesata. Non stupitevi di questa cosa; dopo aver passato quasi un anno circondati soltanto dalla totale indifferenza è normale essere un po’ scettici… Vale la pena fidarsi di Danny O’Donoghue? A quanto pare per ora sì…
Come sarà Mattia? Come andrà l’incontro sul ponte? Avete una settimana per pensarci. Per chi indovina… un biscotto :3
Grazie ad AnneC e ilaperla per aver recensito il capitolo precedente, a ErisElly che continua a farmi da beta reader nonostante la mia follia e a tutti quelli che leggono e mi seguono.
Ci vediamo la prossima settimana!!
 
Sayonara
-Mer

P.S. "Backe To The Surface" l'ho scritta io, ma per motivi tecnici non l'ho tradotta, anche se Melanie la canta in inglese.
Il corsivo nei dialoghi segna il cambio di lingua: italiano.
  
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