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Autore: DQPVF    09/09/2013    1 recensioni
“Sirius era molto attraente:i capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi gli davano un’aria di distratta eleganza [..], e una ragazza seduta alle sue spalle lo fissava sognante,anche se lui non pareva essersene accorto.”
Avete presente la ragazza dall’aria sognante? Ecco,questa sono io:Ophelia Kettleburn. Era il mio sesto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts quando conobbi per la prima volta Sirius Black.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era una nuova tattica per uccidere,quella? Prendere alla sprovvista il povero malcapitato e sperare che fosse così citrullo da lasciarsi intenerire?! Bene,a quanto pare stava funzionando. Avvicinai ulteriormente la bacchetta a quella bizzarra creatura per studiarla più attentamente. “ Sei un coniglio Ophelia Kettleburn e per di più idiota. “  Avevo quasi rischiato un infarto per il cane-divoratore-di-biscotti di quella mattina!! << è la seconda volta nell’arco di poche ore che mi spaventi a morte,cagnolone. >> dissi,inginocchiandomi. Quello mi rivolse uno sguardo divertito,avvicinando il muso alla mia mano protesa verso di lui. << Niente biscotti, mi spiace. E comunque non li meriteresti. >> Cominciò a leccarmi il palmo,solleticandomi. << Non cercare di rabbonirmi, sono arrabbiata con te. >> dissi ridacchiando. Stavo parlando con un cane. Ottimo,brava Ophelia.
Mi accasciai sulla neve,priva di forze; troppo stress per un giorno solo.
 Il cane mi si accoccolò vicino con un sospiro,in cerca di attenzioni. Cominciai a carezzarlo sulla testa,lungo il collo, e solo allora una domanda si insinuò tagliente e prepotente fra i miei pensieri: “come aveva fatto ad entrare dentro la scuola?” Miseriaccia! Forse era colpa mia,forse mi aveva seguito .. e forse- anzi,senza forse- era sgattaiolato dentro prima che chiudessero i cancelli. << Siamo nei guai,non dovresti essere qui. >> dissi,continuando ad accarezzarlo con fare protettivo. Quello guaì le sue scuse. << Tranquillo, troveremo un modo per nasconderti. Sarà il nostro piccolo segreto. >> Sarà stata l’ora tarda o l’effetto calmante che quel cucciolone aveva su di me, ma l’idea di essere punita non mi scalfì minimamente. Almeno non fino a quando sentii dei passi farsi sempre più vicini. Spensi la luce della bacchetta. Per una volta le tenebre sarebbero state nostre alleate.
<< Va tutto bene. >> Bisbigliai più a me stessa che al cane. I passi cessarono a pochi metri dalla nostra postazione e in un attimo il buio venne allontanato da un’abbagliante luce argentata. Rimasi ceca per qualche secondo,quel bagliore era troppo forte per i miei occhi,ormai abituati al buio. << Felpato? >> bisbigliò una voce, incredula .Quando i miei occhi cominciarono nuovamente a riprendere sensibilità mi ritrovai di fronte un James Potter perplesso. << è il tuo cane? >> chiesi,ancora più confusa. << No, non è mio. Diciamo solo che siamo amici di vecchia data. Sei una Corvonero .. Fai il quinto anno,giusto? >> Accidenti, Potter era informato . << Si, sono Ophelia Kettleburn. >> gli sorrisi. << James Potter, Grifondoro,capitano della squadra di quidditch. >> ricambiò il sorriso, orgoglioso di essere se stesso . << Mi dispiace che Felpato ti abbia importunata, di solito è un bravo sacco di pulci. >> disse,visibilmente nervoso. << Oh no,tranquillo,è tutto apposto e comunque ci conoscevamo già. >>  Sta’ zitta,idiota.
Quello mi osservò perplesso: << Ah si? Non lo immaginavo. In ogni caso ti prego di non andare a raccontare in giro quanto successo stanotte. Nessuno sa che tengo Felpato dentro la scuola. Ma semmai avessi intenzione di andare a fare la spia sappi che avrei sicuramente qualcosa di cui accusarti a mia volta. E sappi anche che tutti mi crederebbero.  >> Annuii con un cenno del capo, preoccupata da quella minaccia e irritata dal suo sentirsi un pezzo grosso. << Perfetto. Ora credo sia meglio andare. Che ne dici? >> Annuii nuovamente, visibilmente accigliata. Diedi un’ultima carezza al cane nero, Felpato, e salutai James Potter con un cenno della mano. Quelli continuarono ad osservarmi,l’uno dispiaciuto,l’altro ancora scosso, fino a quando non mi voltai e cominciai a correre attraverso il giardino. In punta di piedi e con la poca fortuna ancora a mia disposizione raggiunsi finalmente i dormitori senza essere scoperta. Mi buttai a peso morto sul letto e mi addormentai quasi subito. Ero davvero esausta.

  
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