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Autore: BabyLolita    11/09/2013    3 recensioni
Elisabeth ha 18 anni e da due vive a Parigi e frequenta il Dolce Amoris. Il suo primo amico, non che vicino di casa, è stato Lysandro, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Tuttavia lui non sa che Elisabeth è da sempre innamorata di Castiel, il suo migliore amico, che però non sa nemmeno che Elisabeth esiste.
Commento dell'autore: Avviso che questa storia tratterà di argomenti abbastanza forti. Ovviamente non subito dai primi capitoli, ma la storia avrà uno svolgimento alquanto particolare che porterà i protagonisti a fare scelte difficili e talvolta molto forti a livello emotivo. In ogni caso spero che apprezzerete! Buona lettura =D
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Lysandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando riapro gli occhi riconosco il soffitto dell’infermeria. Sento che qualcuno mi sta stringendo la mano e quando mi volto vedo Castiel che mi guarda con aria preoccupata. Gli sorrido tirandomi su ma lui subito mi tira a se stringendomi forte:
-   Mi hai fatto prendere un colpo razza di stupida! – mi dice mentre rispondo all’abbraccio.
-   Perdonami ma la shock ha avuto il sopravvento sul mio corpo – rispondo ricordandomi del dialogo con Beatrice. Mi allontano dall’abbraccio guardando Castiel seriamente – dobbiamo parlare –
-   Dimmi quello che ti ha detto Beatrice –
-   Beh per riassumere il tutto…io e te ci siamo reincarnati parecchie volte perché in tutte le nostre vite precedenti ci siamo incontrati ed innamorati. Ogni essere umano viene al mondo con la sua anima gemella e se i due si incontrano nella vita successiva avranno la facoltà di incontrarsi nuovamente e se ci riusciranno il loro legame sarà più profondo di quello precedente. Il fatto che io e te riusciamo a fare quello che facciamo, è perché ci siamo sempre ritrovati ed innamorati in ogni vita e questo ha fortificato il nostro legame –
Parlo tutto d’un fiato, mentre vedo il volto di Castiel passare dal sorpreso, all’incredulo allo shockato. Lascia la mia mano e si massaggia le tempie confuso, poi incrocia nuovamente il mio sguardo.
-   E tu credi a questa storia? –
-   Mi sembra la cosa più plausibile a questo punto –
-   Non riesco a pensare che sia vero –
-   Già…in ogni caso Beatrice non mi ha detto tutto. Mi sono svegliata prima a causa della campanella –
-   Che altro dovrà dirci ancora?! –
-   Non ne ho idea. Non so più cosa aspettarmi a questo punto –
Abbasso lo sguardo sconfortata. Spero davvero che le cose prendano una piega positiva perché altrimenti non ho idea di come andranno finire le cose. Castiel mi da un bacio sulla fronte prima di uscire e lasciami sola. Capisco che ha bisogno di tempo per realizzare quello che gli ho appena raccontato. Percepisco quello che prova e lo lascio andare mentre mi corico nuovamente nel letto chiudendo gli occhi per incontrarla ancora. Quando li riapro rimango delusa rivedendo il soffitto dell’infermeria. Sospiro nervosamente e mi alzo dal letto. Se non vuole farsi vedere avrà i suoi motivi e poi ho già informazioni sufficienti da elaborare, averne ulteriori non mi servirà di certo in questo momento. Guardo l’ora e vedo che sono le due di pomeriggio. Sgattaiolo via da scuola di nascosto senza farmi vedere da nessuno. Vado sul lungomare sperando di trovarci Castiel ma niente. Cammino lungo la scogliera che ormai conosco come le mie tasche e mi siedo sullo scoglio più alto osservando le onde del mare infrangersi su di esso. Alcune gocce salate mi si posano sul volto e poi scivolano lentamente sul mio viso, quasi a formare quelle lacrime di dolore. Che cosa ci succederà? Tzé ed io che ho sperato che finalmente le cose sarebbero andate bene tra noi. Ma è davvero giusto stare assieme? Il fatto che ci rincorriamo da diverse vite magari è una maledizione. Comincio a credere che esserci incontrati ed innamorati ancora sia stato lo sbaglio più grosso di tutta la nostra vita…ma che dico di tutte le nostre vite, presenti e passate.  Sospiro alla ricerca di un po’ di pace quando vedo un granchio passarmi vicino. Sbianco e scatto in piedi. Diamine io odio i granchi! Indietreggio furtivamente allontanandomi da quella bestia schifosa che non fa caso a me. Scendo dalla scogliera e tiro un sospiro di sollievo.
-   Non pensare che me ne sia andata perché avevo paura di te eh! In realtà ero stufa di stare li! –
Urlo rivolgendomi al granchio. Santo cielo questa storia mi sta mandando fuori di testa…ora parlo pure con i granchi! Cammino lungo la spiaggia cercando di rilassarmi. Mi sfilo scarpe e calze ed immergo i piedi nell’acqua. Un brivido mi percorre la schiena. L’acqua è gelida ma non posso aspettarmi altro in un mese invernale. Qualcosa di freddo si posa sul mio naso e mi fa sussultare. Alzo gli occhi verso l’alto. Neve? Sta iniziando a nevicare. Sorrido al cielo grigio osservando i fiocchi che lentamente si avvicinano al suolo. Finalmente qualcosa di positivo!  La neve è sempre piaciuta a tutti, ed io di certo non sono da meno! Mi allontano dal mare pulendomi i piedi dalla sabbia e rimettendoci calze e scarpe, poi corro al parco, sono curiosa di vedere quella rigogliosa boschiglia verde imbiancarsi totalmente. Varco i cancelli e mi siedo su una panchina isolata, mentre fiocchi sempre più grandi e numerosi scendono dal cielo. Mi infilo le cuffie dell’ipod all’orecchio ma prima di prendere play una melodia a me familiare mi giunge alle orecchie. Poco lontano da me, qualcuno sta suonando la chitarra, e non ho bisogno di avvicinarmi per essere sicura di chi sia. Mi alzo e faccio qualche passo nella direzione della melodia e vedo Castiel seduto su una panchina davanti a me. Mi da le spalle quindi non si accorge che mi sto avvicinando. Quando sono alle sue spalle mi giro ed appoggio la mia schiena alla panchina esattamente dietro di lui. La sua nuca sfiora la mia schiena ma lui non smette di suonare, so che mi ha riconosciuta. Inizio a cantare la canzone che ha scritto per me ed entrambi riusciamo finalmente a rilassarci del tutto. Quando la canzone finisce mi stacco dalla panchina e mi siedo accanto a lui, mentre i suoi occhi non fanno altro che guardare la sua chitarra, che in quel momento sembra essere la cosa più interessante del mondo. Riprendo l’ipod e gli passo una cuffietta. Lui poggia la chitarra accanto a lui e l’afferra. Colgo l’occasione per girarmi di lato e sdraiarmi appoggiando la mia testa sulle sue gambe. Ho gli occhi chiusi mentre mi infilo la cuffietta e gli passo l’ipod. Lui lo afferra sfiorandomi la mano ed un brivido di piacere mi percorre la schiena realizzando che lui è davvero il mio ragazzo. Ci mette un po’ prima di scegliere una canzone ma alla fine ce la fa e ci immergiamo in quella musica che ci accomuna mentre intorno a noi tutto tace. Restiamo li per circa due ore, e per tutto il tempo non faccio altro che tenere gli occhi chiusi ed ascoltare la musica. Quando Castiel spegne l’ipod mi sfila la cuffietta ma non mi muovo. Non mi va di lasciare quella posizione tanto comoda e confortevole. Con la mano mi accarezza la testa ed io sorrido. Poi con l’altra mano mi accarezza le labbra ed io gli lecco il dito per istigarlo. So che funzionerà. Poco dopo sento che passa la mano sotto il mio mento alzandomelo prima di baciarmi. Ormai lo conosco abbastanza bene da capire come farmi baciare senza parlargli o guardarlo. Quando si allontana dalle mie labbra riapro gli occhi e vedo il suo viso fissarmi, mentre alle sue spalle i pini sono totalmente bianchi. Mi tiro su d’istinto ed osservo il panorama. Tutto intorno a noi è silenzioso e bianco. I miei occhi si illuminano mentre mi alzo e corro da una parte all’altra tenendo le braccia aperte come per afferrare ogni fiocco che ancora sta cadendo. Quando mi fermo e guardo Castiel noto che si è acceso una sigaretta e mi guarda divertito, ma come incrocio il suo sguardo lo distoglie immediatamente. Sento di non essere in grado di resistere, ogni volta che lo vedo fumare quell’aria virile che si crea mi attira inevitabilmente. Mi avvicino a lui e mi ci siedo sopra aprendo le gambe poi gli afferro il volto tra le mani e lo bacio come il mio improvviso desiderio mi spinge a fare. Sa di tabacco e fumo ma non mi importa, mi importa solo che siano le sue labbra a premere sulle mie in questo momento. All’inizio tentenna ma poi risponde a quel bacio, stringendomi a lui passando le sue grandi mani sotto la mia maglia. Ormai sono totalmente cosparsa dai brividi mentre la sua lingua sfiora il mio collo. Ansimo mentre mi stringe sempre di più. Ad un certo punto si allontana e mi fa alzare. Afferra la chitarra e la mia mano e comincia a camminare a passo svelto verso casa sua. Non appena entriamo poggia la chitarra a terra e mi sbatte al muro baciandomi ancora con foga. Mi sfila maglia e reggiseno e gioca come me come vorrei che facesse sempre. Lo facciamo in giro per tutta la casa, perché finalmente ci sentiamo liberi di farlo. Sono ormai le sette di sera quando controllo l’orologio. Siamo sdraiati nudi sul divano, io fra le sue braccia mentre una coperta ci riscalda. Lo stringo a me e gli do un ultimo bacio prima di alzarmi ed andare a cercare i miei vestiti in giro per la casa. Quando riesco finalmente a rivestirmi sento il desiderio di rivedere quella cosa. Salgo al piano di sopra in camera sua ed afferro la foto che è ancora sul pavimento. Mi siedo sul letto e guardo attentamente Beatrice. È esattamente la stessa persona che da alcune notti incontro in sogno. Poi il mio sguardo si sposta su Castiel. Accarezzo la sua immagine e sorrido, con i capelli neri era proprio carino! In quel momento lo vedo varcare la soglia. Non dice niente e si siede accanto a me:
-   Eri proprio carino con i capelli neri! –
-   Lo so –
-   Come mai li hai fatti rossi?? –
-   Non ti rispondi da sola guardandomi? Con i capelli neri ero carino, ma con quelli rossi sono un figo! –
Lo guardo in modo strano mentre si pavoneggia. Poi guardo nuovamente la foto osservando Lysandro.
-   Chissà che gli staranno facendo…. – sussurro tristemente
-   Non ne ho idea. Di sicuro ora è dietro le sbarre, magari legato con una camicia di forza –
-   Andiamo non è mica in un manicomio! –
-   Ma dovrebbe andarci…magari potrebbero curarlo –
Mi appoggio alla spalla di Castiel e lui mi lascia fare. Non riesco a nascondere che nonostante tutto, sono molto triste per Lysandro. Castiel si alza improvvisamente ed io cado sul letto. Poteva almeno avvisarmi che mascalzone… penso tirandomi su. Lo vedo partire in quarta a cercare il resto dei suoi vestiti, infondo si è solo infilato i boxer. Quando scendo al piano di sotto è ormai vestito totalmente e si sta infilando la giacca. Lo guardo incuriosita e lui mi tira la mia giacca. Io la infilo prima di afferrare la sua mano e seguirlo. Mi porta in un pub dove mangiamo cena e poi usciamo nuovamente. Fuori sta ancora nevicando e la cosa mi rallegra. Mi accompagna fino a casa ma prima di entrare controlliamo casa di Lysandro. La luce della sua stanza è spenta e questo ci rattrista non poco. Varco la soglia di casa e Castiel viene con me. Non mi aspetto dorma con me, ma di certo la cosa non mi da fastidio, anzi. Saliamo in camera mia e ci sdraiamo sotto le coperte. Il mio letto è piccolo rispetto al suo e questo ci costringe a stare appiccicati, ma il calore del suo corpo è qualcosa di cui non potrò mai lamentarmi. Quando riapro gli occhi finalmente rivedo quei girasoli che tanto aspetto di rivedere. Cammino un po’ tra i fiori prima di scorgere Beatrice. Mi avvicino a lei e mi ci siedo accanto. Insieme guardiamo per un po’ i girasoli prima di iniziare a parlare.
-   Ma dove siamo qui? E come mai indosso ogni volta questo abito bianco? –
-   Questo è il giardino dell’incontro. Qui i morti ed i vivi possono incontrarsi se è destino che succeda e se il vivo ha le qualità giuste. Il fatto che il vestito che indossi sia bianco è perché il bianco indica la purezza –
-   Purezza? –
-   Già. Questo luogo è sacro e puro, e di conseguenza anche le persone che vi accedono devono esserlo. Il fatto che tu indossi quel vestito indica che hai le qualità per accederci –
-   Ho capito…ti va di continuare il discorso dell’altra volta? –
-   Si certo… -
-   Prima però voglio chiederti una cosa, finalmente io e Castiel stiamo assieme, il che vuol dire che ci siamo ritrovati ancora è una buona cosa? –
-   Questo non posso ancora dirtelo –
-   Che significa? –
-   Significa che non posso accelerare il corso delle cose. Potrò rispondere a questa domanda più avanti –
-   Ahh…va bene. Un’altra domanda. Dicevi che io e te siamo legate…ma com’è possibile? –
-   Vedi…nella nostra prima vita, io e te eravamo sorelle gemelle –
-   IO E TE COSA?! –
-   Già…avevamo un legame speciale, più forte delle altre persone, per questo motivo in ogni reincarnazione io e te siamo sempre state unite. Se non come parenti, come migliori amiche. Anche in questa vita sarebbe dovuta andare così, ma purtroppo è finita diversamente –
dice abbassando lo sguardo tristemente.
-   Mi dispiace per quello che ti è successo… -
-   Anche a me…soprattutto perché dopo che sono morta, ho ricordato tutte le mie precedenti vite. Succede quando oltrepassi la soglia dei vivi. Ed ho scoperto che io e Lysandro, siamo esattamente come te e Castiel –
Si interrompe improvvisamente dato che si accorge che il mio volto è sbiancato. Lei è stata uccisa dal ragazzo con cui era destinata a stare?
-   M-mi dispiace io…non volevo farti ricordare queste cose… -
-   Non è colpa tua. È giusto che venissi a saperlo –
-   Quindi, dato che non siete riusciti a stare assieme, nella prossima vita non vi incontrerete più? –
-   Io non rinascerò più –
-   E perché?! –
-   Perché sono stata uccisa dalla mia anima gemella. Sono due le persone che non hanno più la facoltà di reincarnarsi. Coloro che vengono uccise dalla loro anima gemella, e coloro che si suicidano –
-   Quindi non vi incontrerete mai più? –
-   Si che ci incontreremo, e lo faremo a breve –
-   Cosa intendi? –
-   Non ha importanza ora, anche perché lo scoprirai da sola… -
-   Ho capito…c’è altro che puoi dirmi? –
-   Per il momento no…ma ci rincontreremo presto. Non appena certe cose cambieranno ed il tempo avrà preso quello che deve prendere, io tornerò a farti visita e ti racconterò il resto –
Appoggio la mia mano sulla sua ringraziandola di tutto, prima di chiudere gli occhi e tornare al mondo terreno. Quando mi sveglio Castiel è ancora accanto a me. Mi giro verso l’orologio digitale e vedo che sono le tre. Scivolo via dal suo abbraccio e scendo al piano di sotto. Apro il frigorifero e prendo il cartone del latte. Me ne verso una tazza abbondante e poi lo rimetto in frigo. Metto il nesquick nel latte e giro fino a farlo diventare color cioccolato. Poi lo infilo nel microonde e ce lo lascio due minuti. Quando lo tiro fuori la tazza è fumante. Vado in salotto ed accendo la televisione guardando un po’ di cartoni animati. Ormai non ho più sonno e cerco di distrarmi come posso. Sorseggio il latte fino a quando sento Castiel scendere le scale. Non mi giro ed aspetto che mi si sieda accanto. Quando lo fa gli passo la tazza di latte e lui l’afferra bevendone un sorso.
-   L’ho sognata ancora… -
-   E? –
-   E mi ha detto che io e lei, nella nostra prima vita eravamo sorelle gemelle. Il nostro legame era talmente forte che anche nelle vite successive ci siamo sempre rincontrate e diventate migliori amiche. Anche in questa avrebbe dovuto essere così ma non è stato possibile per un motivo che ben sai. Tra l’altro mi ha detto che lei e Lysandro erano esattamente come noi –
Sento Castiel tossire improvvisamente a questa ultima frase e gli do dei colpetti sulla schiena. Deve essergli andato di traverso il latte.
-   La cosa peggiore è che lei non rinascerà più perché è stata uccisa dalla sua anima gemella. Ma mi ha detto che si sarebbe rincontrata comunque con Lysandro. Non so quando ma la cosa mi preoccupa in parte –
Castiel mi ripassa la tazza e butta la testa indietro cercando di pensare a qualcosa di sensato. Finisco il latte e lo appoggio sul tavolino difronte a me. Sono preoccupata per Lysandro e non riesco a non pensare a qualcosa di negativo. È come se avessi un brutto presentimento. Mi appoggio a Castiel e mi addormento così. La luce che filtra dalle finestre mi sveglia improvvisamente. Controllo l’ora. Sono le nove. Scatto in piedi facendo sobbalzare Castiel. Siamo in ritardo per andare a scuola! Ci vestiamo rapidamente ed andiamo a scuola. A parte una sgridata clamorosa non succede altro. Entro in classe e sprofondo nella mia sedia, mentre un senso di ansia mi rode lo stomaco. Allo scoccare dell’ultima ora esco dall’aula e vado incontro a Castiel.
-   Voglio andare in centrale oggi –
-   Anche io –
Gli rispondo capendo che anche lui ha un brutto presentimento. Usciamo da scuola e ci avviamo verso il centro. La centrale compare imponente davanti ai nostri occhi, mentre stringo forte la mano di Castiel prima di varcarne la soglia. Entriamo e chiediamo di vedere Lysandro. Il poliziotto storce il naso ma in un modo o nell’altro riusciamo ad ottenere quello che vogliamo. Ci accompagnano fino alla sua cella e lui è li, seduto sulla branda con la testa rivolta verso il basso, come se osservare il pavimento fosse la cosa più bella di questo mondo. Aprono la cella ed entriamo. Lysandro alza lo sguardo e ci guarda sorpreso. Castiel allunga un braccio davanti a me come per non farmi avvicinare a lui, ma io gli appoggio sopra una mano facendolo girare verso di me.
-   Non mi farà del male –
Gli dico con lo sguardo. Lui mi guarda malamente ma sospira ed abbassa il braccio, lasciandomi avvicinare. Mi siedo accanto a Lysandro e lui non fa una piega.
-   Come stai? – gli chiedo poi
-   Come una persona dietro le sbarre –
-   Devo dirti una cosa importante…la sera del tuo arresto, ho sognato Beatrice –
Lysandro si gira improvvisamente verso di me e mi prende per le spalle cominciando a strattonarmi.
-  Com’è possibile?! Sei sicura fosse lei?! –
Castiel scatta nella mia direzione ma io gli faccio cenno di fermarsi. Appoggio le mie mani su quelle di Lysandro fermando gli strattoni.
-   Ora calmati. Ho intenzione di dirti tutto quindi lascia la presa e fermati o non proseguirò nel discorso –
-   D’accordo… - mi dice lasciando la presa.
-   Sono diverse notti che la incontro in sogno e mi ha spiegato diverse cose. Io e Castiel siamo anime gemelle, esattamente come lo eravate tu e Beatrice. Le anime gemelle nascono unite dal filo rosso del destino e se si incontrano e si innamorano nella vita successive avranno la facoltà di incontrarsi ed innamorarsi ancora, e più volte questo ciclo si ripete, più il legame diventa profondo –
-   Quindi io e lei ci reincarneremo e ci incontreremo ancora? Infondo ci amavamo! –
-   No…lei non potrà più reincarnarsi. Vedi sono solo due le persone che non si reincarnano mai più. Quelle che si suicidano e quelle…che vengono uccise per mano della loro anima gemella –
Il volto di Lysandro si riga di lacrime ed io lo abbraccio di impulso.
-   Quindi lei…lei…lei non potrà più rinascere per causa mia? –
-   Mi dispiace…. –
Lysandro piange fra le mie braccia mentre sento gli occhi di Castiel su di me. Mi lascia fare l’amica ma continua a controllare che la situazione non degeneri. Anche quando sciogliamo l’abbraccio Lysandro continua a piangere come un disperato. Il poliziotto viene a farci uscire perché è scaduto il tempo limite per stare con lui, ma prima di andarcene gli promettiamo di tornare a fargli visita.
Il giorno successivo manteniamo la nostra parola e torniamo a trovarlo. Per una settimana intera passiamo i pomeriggi in sua compagnia, mentre lo vediamo cadere in una depressione sempre più profonda. È Mercoledì pomeriggio e come sempre stiamo per entrare nella sua cella. Lysandro è li, sdraiato sulla brandina con i capelli scompigliati e la barba lunga. Non avrei mai pensato di vederlo in uno stato così pietoso. Come entriamo si mette a sedere ed io mi metto accanto a lui come sempre.
-   Come stai oggi? –
-   Come ogni giorno. Solo –
-   Tieni, ti ho portato una cosa per risollevarti il morale –
Dico passandogli un quaderno ed una penna. Lui li afferra e per un attimo brevissimo, vedo il suo sguardo illuminarsi, prima di tornare quello torvo e cupo a cui siamo abituati. Biascica un grazie e poi ce ne andiamo poco dopo. Preferiamo lasciarlo solo per un po’. Il giorno successivo torniamo da lui ma il poliziotto ci dice che Lysandro ha esplicitamente chiesto di non fargli visita. Sorpresi ce ne andiamo. Prima di tornare a casa ci fermiamo a mangiare un boccone e Castiel mi dice che l’indomani avremmo dovuto presentarci alle prove con la band. Il cuore mi salta in gola per l’emozione ma annuisco. Torno a casa e leggo un po’ prima di coricarmi ed andare a letto.
Il giorno successivo la mattinata vola e Castiel mi aspetta all’uscita per portarmi alle prove della band. Raggiungiamo il misterioso edificio e per la prima volta ci entro dentro. Un lungo corridoio mi si para davanti e lo attraversiamo praticamente tutto prima di fermarci davanti ad un’enorme porta bianca con sopra la scritta 6D. Castiel gira la chiave nella serratura che subito scatta e apre la porta accendendo la luce. Dentro vedo subito una batteria, un basso ed un microfono. Entro e chiudo lo porta dentro di me, mentre un suono ovattato mi intasa le orecchie. E' una sensazione nuova e strana, che però mi da quasi fastidio. Castiel posa a terra la sua chitarra che tiene sulla schiena e la estrae dalla custodia. Mi propone di provare qualcosa intanto che aspettiamo gli altri. Accendo il microfono mentre lui attacca la chitarra all’amplificatore ed inizio a cantare quella che ormai definisco la nostra canzone. Un fiume di emozione ci percorre entrambi mentre con tutto il fiato che ho in corpo canto quelle parole. Non appena finiamo la porta si apre e da li entrano due ragazzi che battono le mani.
-   Complimenti per la voce. E tu saresti…? – mi chiede il primo ragazzo con dei pantaloni militari e degli occhi verdi smeraldo.
-   Hemm…mi chiamo Elisabeth e sono la nuova cantante, piacere – dico allungando la mano.
-   Il piacere è tutto mio. Io sono Kentin il batterista – mi risponde stringendo con forza la mano.
-   Però non sei niente male – aggiunge il ragazzo dai capelli lunghi e biondi dietro di lui – e non mi limito a parlare della voce. Sei proprio carina. Sei single per caso? –
Castie scatta accanto a me e mi si mette davanti.
-   Gira a largo Dake. Lei è la mia ragazza quindi vedi di non farti strane idee – gli ringhia contro.
-   Però, non pensavo avessi gusti del genere complimenti. Va bene va bene lascio perdere. In ogni caso piacere sono il bassista e mi chiamo Dakota, per gli amici Dake –
dice allungandomi la mano.Io passo davanti a Castiel e gli stringo la mano. In quel momento una scossa mi pervade tutto il corpo ed un sorriso meschino compare sul volto di Dake, come se avesse capito quello che mi è appena successo. Rimango imbambolata li fino a quando Castiel non mi tira a se guardando storto Dake che scoppia a ridere e si dirige verso il basso. Iniziamo le prove mentre una sensazione sempre più opprimente mi soffoca da dentro. Stiamo li per circa due ore poi facciamo una pausa ed esco a prendere una boccata d’aria, Castiel viene con me e si accende una sigaretta.
-   Ho un brutto presentimento –
-   Ovvero? – mi chiede buttando fuori il fumo dalle sue labbra.
-   Quando ho afferrato la sua mano…una specie di scossa mi ha attraversata –
-   … -
Castiel tira un'altra boccata di fumo e poi getta via la sigaretta. Fa uscire il fumo dalla sua bocca e poi mi tira a lui premendo le sue labbra sulle mie.
-   Non ti cederò mai a nessuno sappilo –
Mi dice prima di riprendere a baciarmi. Le sue parole bastano a calmarmi e mi lascio baciare facendo scivolare via la paura. Quando rientriamo Dake mi manda un’occhiata ma non ci faccio troppo caso e ricomincio a cantare. Sono le sei di sera quando finiamo e la gola mi fa parecchio male. Non ho mai cantato per così tanto tempo prima d’ora e la fatica si fa sentire eccome. Salutiamo tutti e ci dirigiamo verso casa. Castiel mi accompagna fino al cancello della mia e mi saluta con un bacio. Entro e mi faccio una tisana. Ho bisogno di qualcosa di caldo. Sto per berne il primo sorso quando il campanello suona improvvisamente. Poggio la tazza sul tavolo e vado alla porta. Quando la apro, vedo Dake che mi saluta da dietro al cancello. Mi avvicino a lui con aria interrogativa e lui apre il cancello fermandosi davanti a me.
-   Come fai a sapere che abito qui? –
-   Semplice. Vi ho seguiti –
-   E perché? –
-   Beh perché mi interessi –
-   E quindi? Io sono la ragazza di Castiel –
-   E prima eri quella di Lysandro non è vero? Mentre eravate fuori Kentin mi ha raccontato di averti visto parecchie volte mano nella mano con lui. Il che vuol dire che passi facilmente da un ragazzo all’altro. Che ne dici di lasciare Castiel e metterti con me? –
La mia mano finisce dritta dritta sulla sua faccia mentre un’ondata di ira mi percorre.
-   Non sei altro che un verme schifoso! Lysandro stava con me per finta! Mi ha proposto lui di fingere una relazione per fare ingelosire Castiel! Io sono da sempre innamorata di lui! –
-   Ma come siamo violente – mi risponde massaggiandosi la guancia – e questo non fa altro che aumentare il mio interesse nei tuoi confronti –
-   Vattene immediatamente! Non ho intenzione di avere a che fare con te a parte durante le prove. Sparisci! –
Dico voltandogli le spalle ed avvicinandomi alla porta di casa, ma lui mi afferra per un braccio e mi trascina verso il muro sbattendomici con forza e bloccandomi ogni via di fuga. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio mentre mi sibila qualcosa.
-   Tu sei diversa dalle altre, l’ho capito quando ci siamo stretti la mano oggi. Ti farò mia. Costi quel che costi! –
Le sue labbra stanno per toccare le mie quando d’istinto gli tiro una ginocchiata nello stomaco. Lui si abbassa tossendo ed io corro in casa chiudendo a chiave la porta alle mie spalle. Scivolo a terra ansimante e spaventata e mi avvolgo tra le mie stessa braccia cercando di calmarmi e nascondendo le lacrime che hanno iniziato a scendere. Mi rialzo a forza e mi butto sul mio letto coprendomi sotto il piumone. Mi addormento ancora spaventata e quando riapro gli occhi vedo Beatrice davanti a me. Sono parecchi giorni che non la sogno e capisco che ha nuove cose da dirmi. Mi afferra la mano e mi porta al solito posto, dove ci sediamo ed inizia a parlare:
-   È giunto il momento –
-   Ti ascolto –
Quando mi sveglio scoppio a piangere. Perché? Perché sono dovuta venire a conoscenza di queste cose? Afferro il cellulare e scrivo a Castiel che subito corre da me. Gli racconto di quello che è successo poche ore prima con Dake e vedo il suo volto inondarsi di odio. Subito scatta e corre fuori di casa. Io lo rincorro pregandolo di fermarsi ma solo quando nomino Beatrice si ferma davvero. Lo abbraccio da dietro e lui stringe le mie mani. Sto per iniziare a parlare ma il suo cellulare suona. Gli vado incontro mettendomi difronte a lui e vedo il suo volto impallidire improvvisamente mentre una voce che non riesco a sentire bene gli dice qualcosa al cellulare. Castiel afferra la mia mano e ricomincia a correre portandomi verso una meta ignota. Quando ci fermiamo siamo davanti alla caserma della polizia. Entriamo ed un poliziotto si ferma davanti a noi:
-   Lo abbiamo trovato poco fa. Non abbiamo potuto fare niente –
Castiel scoppia a piangere ed io continuo a non capire. Guardo il poliziotto incredula e lui mi passa il quaderno che ho portato giorni prima a Lysandro. Lo apro e vedo che è tutto pasticciato e scarabocchiato ma che il nome “Beatrice” è ricorrente in ogni pagina. Quando arrivo fino alla fine leggo l’ultima frase scritta ed i miei occhi si sbarrano:
“se non potrà reincarnasi mai più, non voglio farlo nemmeno io”
A quelle parole ricordo la frase di Beatrice e capisco tutto. Corro verso la cella evitando i blocchi dei poliziotti e lo vedo li. Alcuni uomini lo stanno tirando giù dal palo al quale si è impiccato mentre la maglia della divisa che portava è avvolta attorno al suo collo. Scoppio a piangere ed urlo mentre scivolo a terra. Castiel mi raggiunge e mi avvolge in un abbraccio, mentre entrambi piangiamo disperati. Quando abbiamo la forza di rialzarci usciamo dall’edificio e giriamo a vuoto per le strade notturne mentre continuiamo silenziosamente a piangere. Ad un certo punto mi fermo e guardo Castiel. “Dobbiamo parlare” è quello che il mio sguardo gli trasmette. Lui annuisce e mi porta al parco. Ci sediamo su una panchina ed inizio a parlare.
-   Ho incontrato nuovamente Beatrice prima di venire qui e scoprire…quello che abbiamo scoperto – deglutisco a forza ricordando il corpo esanime di Lysandro ma prendo fiato e continuo – una volta le avevo chiesto se era una buona o una cattiva cosa il fatto che ci eravamo rincontrati. E lei mi aveva detto che non poteva ancora rispondermi. Ma oggi finalmente l’ha fatto –
-   E? –
-   Il fatto che finalmente io e te siamo riusciti a metterci assieme…è un segno di sventura –
Vedo i suoi occhi diventare ancora più cupi di quanto non siano già. Stringe la mani e pugno ed io appoggio le mie sulle sue.
-   E per quale ragione dovrebbe essere un segno di sventura?! Maledizione ci amiamo!!! –
-   Lo so è quello che le ho detto anche io. Ma mi ha spiegato che una maledizione ci perseguita –
-   Che intendi? Perché una maledizione ci perseguita?! E poi…che genere di maledizione?! -
Una lacrima mi solca nuovamente il volto, me l’asciugo e lo guardo intensamente negli occhi prima di rivelargli ogni cosa.



Commento dell'autore: Eccomi! Scusate per il ritardo ma sono un po' incasinata con l'università T.T spero comunque di aver scritto un capitolo interessante! Che ne pensate? Spero continuerete a seguirmiiiiiiiiiiiiii =D
   
 
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