THE SCORPION'S END.
what if..?
“La
grande tragedia della vita non è che gli uomini muoiano, ma
che
cessino di amare.”
-william
somerset maugham
Non
era uscita dall'ospedale, avrebbe dovuto andare a casa, magari farsi
una doccia e cambiarsi, prendere tutto ciò che sarebbe
servito per
il dopo, ma.. semplicemente non poteva, il solo pensiero di
allontanarsi troppo dal corpo inerte di suo marito la uccideva.
Così
era finita in una piccola sala d'aspetto deserta qualche corridoio
più in là, accovacciata su una poltroncina di
plastica scomodissima
a fissare la lancetta dei secondi dell'orologio appeso alla parete
che inesorabile, ad ogni tic e ad ogni tac, segnava l'avvicinarsi
della fine.
Perdere
la persona che ami così, di colpo, senza nemmeno
accorgertene era
doloroso, certo, ma Lily si ritrovò a pensare che forse
sarebbe
stato meglio così invece di quell'attesa lancinante. Meglio
del
sapere data e ora e non poterci fare nulla comunque se non aspettare
di vedere morire la parte più importante di lei.
Non
voleva, non voleva condannarlo a morte, ma quello che non capivano,
in quella stanza, era che lui era già morto e che non
sarebbe
tornato. Per quanto i medimaghi si sarebbero accaniti, per quante
pozioni avesse ingerito non sarebbe comunque cambiato nulla. Lui era
morto, eppure era ancora lì a tormentare il suo cuore.
Scorpius
Malfoy, in ogni situazione, era capace di rendere la sua assenza
l'unica presenza che si potesse percepire. Era un suo talento,
rimaneva con te anche quando non c'era, in ogni parola, gesto, frase,
suono od odore che c'era intorno a te potevi benissimo distinguere la
sua voce, il suo tocco, il suo odore. Era una persona difficile da
lasciare andare.
Era
l'assenza più presente che fosse mai esistita.
“Safety
net, don't hold me now
In
this hole I've falling down
Secret
home I made and found
And
you wait to breathe”
#Rete
di sicurezza, non mi tenere ora
In
questo buco sono caduta in basso
Casa
segreta ho fatto e trovato
E
tu aspetti di respirare#
-Potter
dobbiamo parlare,- disse perentorio lui. Poteva immaginarsela la sua
faccia, con la mascella squadrata contratta e lo sguardo ghiacciato.
Rimase
ostinatamente in silenzio, incrociando le braccia e battendo la punta
del piede ritmicamente.
-Per
quanto ancora vuoi mandare avanti questo teatrino?- continuò
lui
perfettamente immobile.
Ancora
silenzio a parte il battere ritmico sulla pietra della sua scarpa.
-Salazar
Lily Potter, smettila di fare la bambina!- esclamò lui
prendendola
per un braccio per scuoterla. La ragazza si ritrasse di scatto, come
scottata, continuando ad evitare il suo sguardo e mordendosi
l'interno della guancia intimandosi di stare zitta. Girò la
testa di
lato fissando ostinatamente una del miliardo di pietre che
componevano quella scuola.
-Bene,-
lo sentì dire funereo e vide con la coda dell'occhio che si
mosse,
ma non fece nemmeno in tempo a sperare che si fosse arreso che si
sentì afferrare per il braccio, questa volta con
più forza e
trascinare. Si oppose con tutte le sue forze, senza urlare, senza
parlare. Non voleva, non voleva affrontare il discorso,
perchè
proprio quando aveva deciso di non disprezzare la nobile arte del
fuggire dei Serpeverde, anzi, di affidarvicisi l'aveva vista
ritorcersi contro di lei? Perchè semplicemente Malfoy non
poteva
comportarsi da copione e ignorare il tutto, ignorare anche lei se
possibile? La lotta silenziosa durò qualche istante, non si
spostarono di poco e si ritrovò a fissarlo negli occhi,
grigi,
sempre così indecifrabili e leggere nei lineamenti del suo
viso la
rabbia e il fastidio.
-Non
scappi stavolta,- le disse duro fissandola negli occhi con tanta
determinazione da fare quasi paura. Paura. Sì, lei era
spaventata,
ma non da lui, da cosa avrebbe potuto farle, si sarebbe potuta
difendere, non aveva paura di lui, aveva paura di sé stessa.
Perchè
se ancora non si spiegava lo scatto di lui, probabilmente nato solo
dal desiderio di farle un nuovo dispetto quello di cui non riusciva
davvero a raccapezzarsi era stata la propria risposta a quel gesto.
Era stato instintivo stringerlo a sé, rispondere al bacio,
baciarlo
lei stessa, avvicinarsigli, inspirare il suo profumo. E questo
proprio non sapeva come spiegarselo.
-Smettila!
Smettila di fare tutto questo per puntiglio. Perchè Malfoy
è troppo
egomaniaco e pieno di sé per poter essere ignorato, per non
essere
al centro dell'universo di tutti. Smettila di impuntarti solo
perchè
sei pieno di te da far schifo,- era sbottata, con gli occhi
spalancati e il petto che le si alzava e abbassava velocemente,
mentre cercava ancora di allentare la presa di lui dal suo
avambraccio alzato e allo stesso tempo non perdere il contatto
visivo. Era stanca, perchè non la lasciava in pace? Quel
gioco non
la divertiva più, stava diventando davvero pesante.
“Skin
of all, skin of all
I've had enough, ooh ohh
Skin of all
And
in the sickness, you have faith
And in the thickness you find me
Finally
In
the city, you find pain
And the people you see there
That
remind you of your role
Let me go”
#Pelle
di tutto, pelle di tutti
Ne ho avuto abbastanza, ooh ohh
Pelle
di tutto
E nella malattia, si ha fede
E nello spessore a
trovare me
Infine
In
città, si trova il dolore
E la gente si vede lì
Che ti
ricordano il tuo ruolo
Lasciami andare.#
Le mancava , le mancava litigarci, ripetersi fra sé e sé che l'odiava. Le mancava il suo quinto anno ad Hogwarts, in cui tutto era iniziato, in cui si era accorta di guardare quell'idiota platinato in modo diverso, di guardarlo davvero. Le mancava tutto quello perchè allora poteva ancora chiudere gli occhi e ignorare i problemi, allora poteva decidere se sarebbe andato tutto bene o no. Perchè allora era bastato un sorriso a salvarli dalle macerie del loro amore, mentre in quel momento sentiva solo vuoto e impotenza e per quanto si ripetesse da sola che Scorpius non c'era più, che quello era solo un involucro vuoto su cui non valeva la pena di accanirvisi più del necessario ancora ci sperava. Sperava che lo spirito di sopravvivenza sarebbe stato più forte, che staccarlo dalla culla sicura degli incantesimi l'avrebbe fatto riemergere. Ci sperava con tutte le sue forze, anche se non l'avrebbe mai ammesso, non l'avrebbe mai fatto per il semplice motivo che se l'avesse fatto avrebbe voluto dire avere una speranza, e quella, era una di quelle cose che non poteva più permettersi.
“Skin
of all, skin of all
I've had enough, ooh ooh
Skin of all
And
in the sickness, you have faith
And in the thickness you find
me
Finally, finally
That's what they say
Finally”
#Pelle
di tutto, pelle di tutti
Ne ho avuto abbastanza, ooh ooh
Pelle
di tutto
E nella malattia, si ha fede
E nello spessore a
trovare me
Infine, finalmente
Questo è quello che
dicono
Infine#
Lo
baciò di scatto, d'istinto. Se la ritrovò contro
le labbra,
delicata quanto l'odore di lillà e Nutella, no, non
cioccolata, ma
proprio quella specifica crema di nocciole che lei e sua sorella si
litigavano sempre e in quel momento potè dar loro torto,
sopraffatto
dal suo odore, dal suo sapore che sentì appena allungando
solo per
un istante la punta della lingua, quasi come se dovesse solo
umettarsi le labbra.
Chiuse gli occhi mentre lei rimaneva
semplicemente appoggiata con una mano sul suo petto, le labbra
appoggiate castamente sulle sue e gli occhi chiusi.
Non appena si
sciolse come un cubetto di ghiaccio in un vulcano evaporò
anche
quella sensazione di purezza, perché ora lei lo baciava con
ardore,
non appena lui aveva mosso le labbra
in risposta, non appena lei aveva avuto il permesso di possederle, il
desiderio aveva rotto l'argine lasciando lei stravolta, ancora in
punta di piedi appoggiata leggera a lui, costretto contro al muro di
pietra dell'ennesimo corridoio di quell'enorme scuola. La passione di
lei sarebbe bastata per entrambi, mentre in quel bacio metteva una
foga che le aveva visto solo quando lo insultava, lo fronteggiava,
arrabbiata con lui. Ma stavolta non aveva fatto niente.. e se questo
era il nuovo modo che aveva ideato per punirlo, beh, si sarebbe
sacrificato da bravo animo nobile, reprimendo un brivido mentre lui
le passava le mani sulla schiena e le mordeva il labbro famelico,
reprimendo un brivido mentre lei furiosa stringeva a pugno la mano
fra i suoi capelli così biondi da sembrare albini,
così
malfoyeschi.
Lui non sapeva, non sapeva che la sua colpa più
grande era averle rubato il cuore; e l'avrebbe punito, oh
sì, eccome
se l'avrebbe punito. In un modo o nell'altro.
“The
summer sun it blows my mind
It’s
falling down on all that I’ve ever known
Time
to kiss the world goodbye
Falling
down on all that I’ve ever known
Is
all that I’ve ever known”
#Un
sole estivo che mi fa scoppiare la testa
Sta
calando su tutto ciò che conosco da sempre
È
tempo
di dare il bacio d'addio al mondo
Sta
calando su tutto ciò che conosco da sempre
È
tutto ciò che conosco da sempre#
Non
era venuto ancora nessuno a cercarla, a tirarla fuori da quel pozzo
nero di ricordi in cui stava lentamente affogando, segno che dovevano
tutti odiarla. In fondo almeno aveva la possibilità di
decidere,
mentre loro.. loro avevano dovuto semplicemente accettare la sua
scelta come un dato di fatto, non aveva nemmeno dato modo di
protestare e se n'era andata da quella stanza, voltando le spalle
alle persone che formavano la sua intera vita, al corpo inerte
dell'uomo che più amava.
Tic..
Tac.. Tic.. Tac..
C'erano
gli altri che ancora lottavano per la sua vita, intestarditi sul
fatto che lui non sarebbe morto, c'era quella stanza stracolma di
persone che lo piangevano e quella sala d'attesa deserta in cui le
dannate lancette di quell'orologio segnavano l'avvicinarsi
inesorabile e lento della fine.
C'era
lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe
aspettato.
“A
dying scream it makes no sound
Calling out to all that I’ve ever
known
Here am I, lost and found,
Calling out to all”
#Un
urlo morente non fa nessun suono
Sto urlando contro tutto ciò che
conosco da sempre
Sono qui, perso e ritrovato,
urlando
contro tutto#
-Ascolta
Al, non succederà mai, e ti ripeto MAI che io possa andare
d'accordo
con quell'imbecille, non capisco come tu possa essergli amico. -
L'espressione imbronciata della piccola Corvonero la diceva lunga su
come la pensava sulle amicizie del fratello maggiore.
-
Andiamo Lils, non fare la difficile. Anche io sono un Serpeverde, ma
mica mi odi, no?- Disse bonario Albus cercando per la millesima volta
di far andare d'accordo la sorella col suo migliore amico.
-
Io proprio non capisco cosa ci trovi in quell'essere ributtante,
è
un Malfoy - continuò lei ignorando le deboli proteste del
fratello
tenendo il muso.
-
Io mi chiedo perchè tu e James dobbiate essere
così..così..così
ottusi, ecco! - Borbottò esasperato dalle convinzioni
derivanti
dalla vecchia, e tutt'ora in vigore, nemesi fra i Potter e Malfoy
senior.
-
È un idiota e basta, potrò benissimo sopravvivere
senza
approfondire la sua conoscenza, come ho benissimo fatto in quindici
anni - ribattè testarda guardando imbronciata il camino
dardeggiante
della sala comune verde argento.
-
Tranquilla Potter, il sentimento è reciproco - intervenne
pigramente
il biondino accasciato sul divano in pelle nera che si fumava
tranquillamente una sigaretta; - a dire il vero non capisco nemmeno
perchè tu sia qui visto il tuo ripetere continuamente quanto
odi noi
Serpi - aggiunse ghignando sempre assorto a guardare le spirali di
fumo che gli uscivano dalla bocca.
-
Oh Malfoy, sta sicuro che non è per la tua dolce compagnia -
lo
rimbeccò lei piuttosto acidamente, Merlino quanto era
fastidioso. -
Sai, si da il caso che qua ci stia anche mio fratello oltre sua
signoria sono-il-re-del-mondo-viscidume-Malfoy. -
-
Sai Malfoy, a volte mi chiedo se tu sappia ridere sai? Sembri
più il
tipo da ghignetto idiota - saltò su poi, quando sembrava che
il
discorso si fosse arenato nel silenzio che aleggiava nell'aria
annoiata e sonnolenta del sabato pomeriggio.
-
Ti si era inceppato il cervello Potter o dovevi pensarci bene prima
di trovare una risposta decente? - La provocò lui ignorando
la sua
affermazione.
-
Non mi spreco nemmeno a risponderti, tanto decerebrato come sei non
capiresti dunque è inutile sprecare fiato in una risposta
degna di
questo nome - pigramente si stiracchiò dalla sua posizione
accucciata giusto per sgranchire un po' gli arti indolenziti dal
mantenimento prolungato di quella posizione.
-
Sei più odiosa del solito quando parli a sproposito senza
nemmeno
sapere dove andrai a parare, Potter. - La apostrofò
svogliatamente,
come se mandare avanti quella discussione fosse più un
dovere che il
loro solito 'diletto'. Lei si limitò a fargli una linguaccia
priva
di voglia per articolare una risposta abbastanza acida.
“We
live a dying dream
If you know what I mean
All that I’ve ever
known
It’s all that I’ve ever known“
#Viviamo
un sogno morente
Se capisci cosa intendo
Tutto ciò che conosco
da sempre
È
tutto ciò che conosco da sempre#
Voleva
solo uscirne nel modo più indolore possibile, ma era
chiedere
troppo. Stava per perdere uno dei punti cardine della sua vita da
quando aveva undic'anni. Non importava in che veste, il fratello
della migliore amica, nemesi, cotta, amante segreto, fidanzato ed
infine marito, ma lui c'era sempre stato, lui era sempre lì.
Lui
era uno dei punti cardine della sua vita, sarebbe dovuto esserlo per
il futuro come padre dei suoi figli, amore della sua vita. Avrebbe
dovuto esserci sempre, era questo che faceva male, non ciò
che stava
lasciandosi indietro, ma la possibilità del futuro assieme
che le
veniva strappata via da sotto al naso senza che lei potesse opporre
nessuna resistenza. Perchè lui non ci sarebbe stato, ma lei,
lei
l'avrebbe aspettato sempre.
“Catch
the wind that breaks the butterfly
I cried the rain that fills the
ocean wide
I tried to talk with God to no avail
Calling my name
from out of nowhere
I said «If you won’t save me,
please
don’t waste my time»”
#Ho
colto il vento che spezza la farfalla
Ho pianto la pioggia che
riempie tutto l'oceano
Ho provato a parlare con Dio senza
riuscirci
Chiamandolo dentro e fuori da ogni posto
Ho detto «Se
non mi salvi,
Per favore non farmi perdere tempo»#
Non
lo voleva uccidere, Merlino no!, ma non poteva più vederlo
così.
Non ci voleva credere nemmeno lei davvero al fatto che fosse
già
morto, vederlo respirare, in quel letto. Faceva male, male da morire.
Forse, lui avrebbe lottato, sarebbe riemerso, l'avrebbe abbracciata e
stretta a sé dicendole che era sempre la solita e lei gli
avrebbe
risposto di starsene zitto e risparmiarsi le sue solite idiozie.
Sarebbe
potuta andare così, ma non si sarebbe mai abbandonata alla
speranza.
Per
quanto avesse fiducia in lui, per quanto gli avesse creduto ogni
volta che aveva detto che sarebbe tornato ora non poteva più
aggrapparsi ciecamente a quell'amore che la stava smantellando ad
ogni ticchettio dell'orologio.
Si
strinse le braccia attorno alle gambe raccolte contro il petto,
appoggiando il mento alle ginocchia sembrava fosse in posizione
fetale. Sembrava volesse accartocciarsi tanto su sé stessa
da
sparire del tutto, fissando un orologio che scandiva sadicamente il
tempo.
-Lils,-
una voce emerse nel ronzio dei suoi pensieri.
Alzò
lentamente lo sguardo, incontrando quello blu e comprensivo
dell'amico che le sorrideva mestamente.
-Ares,-
mormorò con la voce roca e un tono incolore.
Lui
le si avvicinò lentamente, come se avesse paura che ad un
movimento
brusco sarebbe potuta scappare, ma in realtà non ne aveva
più la
forza. Le si sedette accanto e con delicatezza le passò un
braccio
sulle spalle stringendosela addosso. Docilmente, la ragazza si
lasciò
guidare appoggiando la testa al suo petto e chiudendo gli occhi
stancamente. Non aveva più la forza di lottare.
“The
summer sun it blows my mind
It’s
falling down on all that I’ve ever known
Time
to kiss the world goodbye
Falling
down on all that I’ve ever known
Is
all that I’ve ever known.”
#Un
sole estivo che mi fa scoppiare la testa
Sta
calando su tutto ciò che conosco da sempre
È
tempo di dare il bacio d'addio al mondo
Calando
su tutto ciò che conosco da sempre
È
tutto ciò che
conosco da sempre.#
-Basta
con questo teatrino Malfoy, sono stanca,- il fiato corto mentre, non
ci avrebbe creduto se glielo avessero detto un mese prima, stava
davanti alla porta sbarrata del dormitorio maschile Serpeverde,
tenendo in trappola in quella stanza l'ultimo ragazzo con cui avrebbe
pensato di finire in quella situazione.
-Giochetti?-
disse guardandola attentamente, non sembrava per niente preoccupato
della situazione, evidentemente pensava di non essere veramente in
trappola.
-Sì,
sono stanca, tu non sei un gatto e tantomeno io sono un topolino con
cui giocare, mettiamo le carte in tavola,- rispose lei, del tutto
determinata a finirla lì. Era stanca dei baci rubati, delle
strane
conversazioni, delle allusioni enigmatiche, l'avrebbe portata ad un
esaurimento nervoso.
-Esempio
infelice, anche perchè io in teoria sarei il serpente e tu
il
corvo,- osservò lui alzando un sopracciglio mentre si
appoggiava
alla sponda del letto più vicino con
tranquillità, incrociando le
braccia.
-Ora
vuoi stare qui a sindacare su quale animale ti si addica meglio?-
rispose lei tagliente, non ne poteva più dei giri di parole.
-Precisavo
soltanto chi, a rigor di logica, sarebbe il predatore e chi la
preda,- rispose serafico come se il nervosismo di lei non lo toccasse
minimanente.
Merlino,
Morgana e Albus Dumbledore se la faceva innervosire.
“Se
ti da fastidio vuol dire che t'importa, no?”
“When
you try your best but you don’t succeed
When
you get what you want but not what you need
When
you feel so tired but you can’t sleep
Stuck
in reverse”
#Quando
tenti al tuo meglio ma non riesci
Quando
ottieni ciò che vuoi ma non ciò di cui hai bisogno
Quando
sei così stanca ma non riesci a dormire
Bloccata
sottosopra#
Passarono
le ore e il ragazzo l'obbligò a ingerire almeno un po' di
thè
caldo. Aveva sempre pensato che non sapere quando le persone che si
amano sarebbero morte fosse una tortura perenne, ma in quel momento,
mentre camminava per i corridoi semivuoti del St. Mungo avvolta dal
mezzo abbraccio dell'amico, capì che sapere quando sarebbe
successo
e non poterci far nulla era decisamente mille volte peggio. Certo,
era lei ad aver decretato l'ora e la data, ma.. ma si sentiva
impotente, mentre gli sguardi spenti delle persone rinchiuse in
quella stanza le si posarono tutti addosso non appena varcò
la
soglia.
-Mancano
15 minuti,- disse secca appellandosi alla sua forza di volonta per
non cadere a terra.
-Lily..-
la voce di Kim non riuscì nemmeno a raggiungerla nel limbo
in cui si
era rifugiata. Era tutto ovattato e così vuoto quasi da far
male.
-L'avete..
l'avete salutato tutti?- continuò imperterrita, nonostante
tutta la
sicurezza che cercava di ostentare, una volta scostatasi da Ares
scemasse lentamente alla vista di Scorpius che giaceva ancora nella
stessa identica posizione, nello stesso letto, nelle stesse lenzuola.
-Non
è giusto,- mormorò soltanto la bionda alzandosi
dalla poltroncina
in cui si era seduta la notte prima e anche tutta la giornata, per
poi superarla e uscire dalla porta.
-No,
non è giusto..- mormorò solamente la rossa, a
sé stessa.
Nella
stanza c'era Asteria che dando un bacio leggero sulla fronte del
figlio sparì anche lei, sorretta da Draco che si
limitò a carezzare
una mano al ragazzo prima di accompagnarla fuori. C'era Kimberly che
era uscita odiandola e probabilmente l'avrebbe maledetta per il resto
della vita, almeno lei avrebbe avuto un colpevole su cui sfogare la
rabbia. C'era Albus che cominciava a disporre le cose per quello che
sarebbe successo poco dopo, c'era Zabini che dopo aver lanciato
un'ultima occhiata all'amico le posò un bacio leggero fra i
capelli
e sparì anche lui oltre la soglia.
C'era
Asteria, c'era Draco, c'era Kimberly, c'era Albus, c'era Zabini,
c'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo
avrebbe aspettato.
-Lils..
è quasi ora, vieni,- le si avvicinò il fratello
prendendola per il
polso con delicatezza e sospingendola vicino al letto, su cui lei si
lasciò cadere seduta mollemente, accanto a lui.
-Ora
dovrò spiegarti quello che farò, fa parte del
procedimento,- iniziò
il fratello mentre lei manteneva sempre lo sguardo basso, vuoto.
Fisso su un volto che non si sarebbe più aperto in un
ghigno, in un
sorriso o accigliato.
C'era
Albus, c'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo
avrebbe aspettato.
-Preferirei
che facessi tutto.. tutto in silenzio, ecco, preferirei il silenzio,
la procedura l'ho già letta sui moduli,- mormorò
la rossa con
lentezza, incespicando un po' nelle parole mentre tratteneva ogni
singola emozione per non crollare, -e vorrei che poi..poi mi
lasciassi sola con lui.-
Il
fratello osservò pensieroso la nuca rosso intenso, poi
semplicemente
annuì mormorando un sì. E cominciò,
mentre lei gli teneva la mano
fredda suo fratello, il suo migliore amico cominciò a
togliergli
anche quell'ultima eco di vita.
Dopo
qualche luce uscita dalla bacchetta di mogano Albus lanciò
un'ultimo
sguardo all'uomo nel letto e lasciando una lieve carezza sul braccio
della sorella se ne uscì in silenzio, chiudendosi la porta
alle
spalle.
Lily
lentamente si stese al fianco di Scorpius, appoggiando la testa sul
petto di lui in cui risuonava quasi impercettibile quel cuore che per
tanto tempo aveva considerato di ghiaccio. E che poi l'aveva tanto
infiammata. Sentiva che man mano che esso si spegneva il proprio
seguirlo nell'oblio.
Sentiva
il petto largo che l'aveva accolta più volte in abbracci
prepotenti
alzarsi delicatamente ad ogni respiro. E mentre i suoi polmoni
collassavano sentiva il respiro venirle meno mentre le s'impigliava
in gola.
Alzò
lo sguardo e vide, vide quelle labbra con cui l'aveva insultata,
istigata, baciata, amata, presa in giro e viziata. Quelle labbra
appena socchiuse da cui, con un piccolo rantolo, entravano e uscivano
i suoi ultimi respiri. Guardò le palpebre desiderando vedere
per
un'ultima volta l'intensità di quelle pupille grige
trafiggerle il
cuore, avrebbe voluto specchiarvisi un'ultima volta soltanto, ma
sapeva che se gliele avesse aperte ci sarebbe stato solo il vuoto
dietro. E man mano anche il suo sguardo si svuotava.
Si
stava spegnendo con lui.
C'era
lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe
aspettato.
Pian
piano, stando ben attenta a non perdere nemmeno un centimetro del
contatto con il corpo di lui si sporse verso le sue labbra e vi
posò
le proprie, soffiando fra di esse, come se gli stesse offrendo la
propria anima in cambio di qualche anno in più in cui lui
avrebbe
camminato in quel mondo. Chiuse gli occhi mentre le lacrime
silenziose le scivolavano lungo le gote finendo sul viso di lui,
mentre lentamente la consapevolezza avanzava in lei lasciandosi
dietro solo terra bruciata.
Ti
amo.
Avrebbe
voluto dire, ma non c'erano mai riusciti, non sarebbe contato. Se
l'erano dimostrato in talmente tanti modi che quelle parole sarebbero
parse effimere.
Tu..tum.
Non
morire.
Tu..
Avrebbe
voluto urlargli, ma non sarebbe servito, perchè non avrebbe
cambiato
nulla.
..tum.
Non
hai mantenuto la promessa, mi hai lasciata sola.
Avrebbe
voluto sussurrare mentre sentiva passare fra le labbra socchiuse che
sfioravano quelle dell'amato il loro ultimo respiro. Non sarebbe
servito, perchè non sarebbe potuto tornare indietro.
Mentre
sentiva due cuori spegnersi.
Si
staccò lentamente e gli si accovacciò accanto,
una mano posata dove
una volta batteva il suo cuore, il cuore per cui lei respirava, e
appoggiò la testa sul guanciale, stringendo nell'altra mano
la mano
di lui.
Era
sola.
..
e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.
“And
the tears come streaming down your face
When
you lose something you can’t replace
When
you love someone but it goes to waste
Could
it be worse?”
#Quando
le lacrime scorrono sul tuo viso
Quando
perdi qualcosa che non puoi sostituire
quando
ami qualcuno ma tutto va sprecato
Potrebbe
essere peggio?#
-Dimmi
Lily, ti manca mai?- La domanda arrivò a bruciapelo e quel
sorriso
che prima illuminava il suo pallido volto di colpo si spense,
abbassò
lo sguardo come intimorita dal peso di quella domanda, ma poi, da
brava mancata Grifondoro, alzò lo sguardo verso di lui.
-A
dire il vero non lo so.. no, non credo proprio.- Mentì in
modo così
spudorato e evidente che tanto valeva dire chiaro e tondo quello che
pensava. E la risposta che le passava per la testa era più
simile a
questa 'Sì cazzo,mi manca tutto, mi manca quell'essere
così
dannatamente la Potter e il Malfoy di turno che litigano per i
corridoi.. mi manca prenderti in giro, e poi finire tutto con un
arrivederci, non sono pronta per un addio, lo sai bene.. e allora
perchè te ne vai? Perchè mi lasci sola?' che a
quella detta alta
voce. Tutto questo, tutti i ricordi le frullavano nella testa come un
incredibile tornado dal potenziale distruttivo in grado di devastare
un cuore, il suo.
-Sai, Potter.. ultimamente ho imparato un po' di
Occlumanzia.-
Quell'affermazione la fece sobbalzare mentre vedeva
lui alzare la bottiglia di whisky incendiario a mo' di brindisi;
quella frase indecifrabile dai più fu come un salvagente
apparso dal
nulla per Lily Luna Potter: lui sarebbe tornato da lei.
-Sono
certa che non riusciresti mai a leggermi la mente, Malfoy,- rispose
lei brindando a sua volta con una più sobria burrobirra.
-Ovviamente
no, ma solo perchè nella tua testa c'è solo il
vuoto
siderale.-
Ghignò lui bevendo un altro sorso. Sì,
pensò Lily
con un lieve sorriso, sarebbe tornato da lei qualunque cosa fosse
accaduta, perchè in quell'istante, con quella frase detta
sulla riva
del Lago Nero ad un orario improbabile davanti ad un piccolo
falò,
lui le aveva giurato che non sarebbe mai più stata sola.
~*~
“Lights
will guide you home
and
ignite your bones
And
I will try to fix you”
#Le
luci ti guideranno a casa
E
infiammeranno le tue ossa
E
io proverò a consolarti#
All'appartamento
non ci era più tornata, anzi, dopo il funerale a cui aveva
presenziato in prima fila silenziosamente era sparita del tutto dalla
circolazione. Aveva perso il senso del tempo, sinceramente non le
importava nemmeno più che scorresse.
Era
stata una bella cerimonia, vuota come tutto il resto del mondo dopo
quella sera, ma abbastanza di classe e raccolta. Kimberly se ne stava
fra le braccia di Albus, rintanata a piangere cercando di non farsi
vedere in viso e anche lui aveva speso qualche lacrima. Lei si era
messa in prima fila, certo, ma lontana dai genitori di lui e chiunque
potesse provare a parlarle, nulla erano valse le preghiere di Ginny
perchè tornasse, almeno per un po', a stare nella sua
vecchia stanza
a Godric's Hallow o le dolci carezze del padre, non appena venne
messo nel mausoleo della famiglia Malfoy, in cui, accanto a lui, in
qualità di Mrs. Potter-Malfoy aveva già un posto
prenotato si era
smaterializzata senza nemmeno aspettare le condoglianze.
Non
uno sguardo alla lapide, dove sotto al canonico “beloved
son, brother, friend and husband” seguito
dalla data di nascita e della morte, si era curata di far inserire
una frase che le aveva scritto sul primo libro che le aveva regalato.
“Amano
davvero, quelli che tremano a dire che amano.”
―philip
sidney
Viveva
alla giornata, semplicemente svegliandosi, curando i draghi e poi
ritornandosene nella sua tenda. Se all'inizio suo zio Charlie aveva
cercato di farla sciogliere aveva desistito in fretta non appena
aveva intravisto il rischio che potesse scappare anche da lì
e
sparire per sempre alla vista della famiglia, cosa che avrebbe ucciso
di sicuro Ginny.
Era
come se in quell'ultimo bacio, le fosse stata risucchiata via
l'anima, come se anche la morte avesse capito che in realtà
erano
un'anima sola e che stracciarla non era possibile senza distruggere
inevitabilmente uno dei due.
Si
sentiva talmente vuota da non accorgersi nemmeno della differenza fra
giorno e notte, fra amici e nemici. Escludeva tutti, a prescindere
dal grado di parentela o di conoscenza, non aveva nemmeno voluto
vedere il notaio quando aveva letto il testamento. Morgana, lei non
ci aveva mai nemmeno pensato a scriverne uno, erano così
giovani,
una vita davanti e un mondo da conquistare davanti a loro. Ora non
aveva nemmeno più senso scriverlo, essendo rimasta
completamente
sola non le importava che si sarebbe spartito i suoi averi una volta
morta come non le importava che villa dei Malfoy ora fosse di sua
proprietà.
Stava
tornando dall'ennesimo giro di ronda per controllare le covate e che
non ci fossero troppi incidenti fra mamme iperprotettive,
completamente piena di terra e polvere, quando, davanti alla sua
tenda vide una persona che l'osservava fisso con le braccia
incrociate. Non che non ci avessero già provato a farla
'rinsavire'
e tornare in Gran Bretagna, ma pensava che ormai si fossero arresi
tutti.
Eppure
doveva aspettarselo da lui.
Lo
superò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo entrando nella
tenda
decisa a bersi un po' d'acqua, infilarsi sotto la doccia e andare a
dormire, ma ovviamente, lui la seguì.
“High
up above or down below
when
you’re too in love to let it go
but
If you never try you’ll never know
Just
what your worth”
#Lassù
o laggiù
Quando
sei troppo innamorata per lasciarlo andare
Ma
se non provi non saprai mai
Proprio
quello il tuo valore#
-Ora
non si salutano nemmeno più i vecchi amici?-
Una
voce, una voce che cercava di riportarla alla realtà, una
voce che
l'aveva cullata mentre i ricordi la soffocavano, gli stessi ricordi
che l'avevano portata in quella landa desolata pur di non esserne
tormentata.
-Lily,
insomma.. non puoi prendertela con il mondo,- sbottò
inarcando il
sopracciglio scuro allargando le braccia spazientito. Lei
continuò a
dargli le spalle, in cucina mentre si versava un bicchiere d'acqua.
Era uno spazio piuttosto asettico, non c'era nulla di suo, solo una
maglietta sporca sparsa qua e là e uno stendardo Ravenclaw
proprio
sopra la porta. Niente foto, poster o qualunque altra cosa che
potesse ricordarle la sua vita.
-Non
me la prendo con nessuno Zabini,- rispose tagliente dopo aver
svuotato il bicchiere, sempre senza guardarlo, con le spalle sottili
rigide, cercando di rimanere a testa alta.
-A
me non sembra, ci hai esclusi tutti, non rispondi più a
nessun gufo
o patronus, se non fosse per tuo zio Charlie ti avremmo già
data per
dispersa e morta,- la voce non esprimeva rancore, solo
preoccupazione. Sembrava enormente preoccupato, ma nonostante questo
non riusciva a toccarla. Aveva detto bene lui, era morta.
-Sto
lavorando molto e sono stanca, tutto qui,- ribattè mentre
apriva il
lavandino e sciacquava il bicchiere sotto l'acqua corrente che
arrivava attraverso dei tubi e un incantesimo di materializzazione
rinforzato da un aguamenti perpetuo, -a questo proposito, vorrei
andare a dormire, quindi, se non hai altro da dirmi..-
-Lily
insomma, pensi che Scorpius avrebbe voluto vederti annullata
così?-
sbottò lui.
Si
girò di scatto, come scottata, con ancora il bicchiere
stretto in
mano.
-Non
osare nominarlo, è morto, ciò che vuol.. voleva
non conta più,-
sibilò.
-Invece
sì che conta, perchè se ti vedesse ora morirebbe
altre cento volte,
ti rendi conto che è quasi un anno che non ti fai vedere
né sentire
da nessuno? Che non esci da questo accampamento?-
“Lights
will guide you home
And
ignite your bones
And
I will try to fix you”
#Le
luci ti guideranno a casa
E io proverò a consolarti#
-E
COSA DOVREI FARE ALLORA?- scoppiò urlando lasciandosi
scivolare il
bicchiere di mano che cadde sul pavimento di legno con un rumore
sordo, -Oh, fammi indovinare. Dovrei tornare al nostro appartamento,
anche se solo ricordare il suo odore rischia di farmi collassare; poi
magari trovarmi un lavoretto tranquillo vicino casa e fare ogni pasto
domenicale alla Tane e magari anche la cena al Manor, così
che tutti
quelli che mi ricordano lui mi possano uccidere lentamente mentre
sono costretta a sorridere per non far preoccupare mia madre. Poi
magari mi dovrei anche trovare un bravo ragazzo, uno di quelli carini
e romantici e risposarmi, no?-
Il
petto le si alzava e abbassava in modo convulso, mentre stringeva i
pugni e gli urlava contro tutta la merda che aveva dentro.
-Non
posso, non posso dimenticarlo, non posso ricordarlo.. sono rinchiusa
in un limbo senza scampo,- continuò a voce più
bassa calmandosi
inaspettatamente e cadendo seduta a terra, svuotata.
Ares
le si avvicinò lentamente, era rimasto in silenzio ad
ascoltare il
suo sfogo facendosi urlare addosso senza ritegno. Una volta saliti i
tre gradini cigolanti che portavano alla cucina le fu davanti e
sempre con estrema lentezza si accucciò davanti a lei e
l'abbracciò
tenendosela stretta contro il petto, come una bambola rotta, come
aveva fatto tempo prima in una sala d'aspetto deserta in cui il
ticchettio di un orologio segnava inesorabile l'avvicinarsi della
fine di due vita in un solo ultimo respiro.
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I”
#Le lacrime scorrono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire
Le lacrime scorrono sul tuo viso ed io#
Lei
piano cominciò a tremare, mormorando sconnessamente quello
che
sembrava il nome di Scorpius ripetuto all'infinito, e poi
cominciò a
sussultare veramente, aprendo la strada alle lacrime e ai singhiozzi.
E pianse, pianse davvero, senza più forze per potersi
trattenere,
senza paura di poter cadere in pezzi senza che ci fosse nessuno a
raccoglierli e rimetterli a posto.
Pianse
fuori tutto l'amore che non avrebbe più potuto donare
perchè le era
stato strappato via il futuro e i ricordi non bastavano, non
bastavano più.
-Shh,
ora ci sono io, ci sarò sempre..- le mormorò
cullandola anche se
lei non lo sentì davvero, un po' perchè occupata
ad affondare nel
suo dolore un po' perchè non voleva più crederci.
C'era
lui che non si era più risvegliato, c'era lei che lo
aspettava e poi
c'era lui, che l'avrebbe curata.
~*~
I promise you I will learn from my mistakes
Tears stream down your face and I”
#Le lacrime scorrono sul tuo viso
ti prometto che imparerò dai miei errori
Le lacrime scorrono sul tuo viso ed io#
Un
po' brilli, sul divano di pelle bianca di Ares, Lily e lui
festeggiavano la sua promozione con una bottiglia di whiskey
incendiario e due bicchieri in mano che si erano svuotati parecchie
volte.
Era
riuscita ad ottenere la cattedra di Cura delle Creature Magiche a
Hogwarts e ormai da tempo praticamente conviveva con il vecchio amico
visto che passava gran poco tempo nel suo appartamento. Della vecchia
Lily, sempre sorridente e solare era rimasto quello che si poteva
definire un fantasma, era diventata più calma, riflessiva,
molto più
simile ad Albus se non fosse stato per quei brevi sorrisi che ogni
tanto spuntavano sul viso lentigginoso ricordando a chiunque la
conoscesse chi era un tempo.
-Beh,
ora non t'invaderò più casa, ho diritto ad un
alloggio lì ad
Hogwarts,- gli diede una leggera spallata la rossa con il liquido
ambrato che ondeggiava pericolosamente nel suo bicchiere minacciando
di evadere.
-Finalmente
la mia cucina smetterà di rischiare di prendere fuoco ogni
volta che
cerchi di aiutare quella povera disgraziata di un elfa,- le fece
l'occhiolino il ragazzo.
-Pff,
non sai apprezzare la mia arte, babbano,- sbuffò divertita
facendo
spuntare una luce divertita negli occhi blu di Ares.
-A
chi hai dato del babbano scusa?- appoggiò il bicchiere sul
tavolino
con noncuranza.
-A
te,- rispose risolutamente la ragazza.
-Ora
ti faccio vedere chi è il babbano,- sorrise prima di
gettarsi su di
lei facendole volare via il bicchiere dalla mano dalla sorpresa
mentre finiva stesa sul divano.
Quando
cominciò a farle il solletico lei cominciò a
ridere e contorcersi
convulsamente e per qualche istante, osservandola dall'altro, gli
sembrò che fosse tornata la ragazzina gracilina che dava
filo da
torcere ai Serpeverde, soprattutto a uno, sempre col sorriso sulle
labbra e i lunghi capelli rossi scompigliati.
-Basta,-
ansimò la ragazza ormai senza fiato, -ti prego..-
-Spero
tu abbia imparato la lezione,- le sorrise da sopra di lei Ares.
L'osservava con dolcezza, sorridendole mentre le guardava gli occhi
un po' lucidi per l'alcol e per le risate, come le gote arrossate e
le spalle sottili che si alzavano e abbassavano ritmicamente mentre
riprendeva fiato. Poi, lentamente, si chinò su di lei e le
posò le
labbra carnose sulle sue, semiaperte ancora per riprendere respiro.
Eppure non era invasivo o fastidioso, anche se sembrava un po' un
tradimento. Era dolce, lento e sembrava le si avvicinasse in punta di
piedi, come ormai si comportava sempre con lei. La trattava come una
bambola di porcellana un po' ammaccata, stando attendo che non si
facessero altre crepe ora le chiedeva il permesso di violare un
territorio sacro votato ad un amore che l'aveva logorata dentro fino
a lasciare ben poco di Lily Luna Potter(-Malfoy).
Si
chiese se fosse giusto, lasciarlo entrare, se fosse stato giusto fino
a quel momento appoggiarsi a lui come ad un asse di legno durante una
tempesta, se fosse giusto lasciarsi andare, se fosse giusto
respingerlo. Se fosse giusto qualcosa, in quella vita che aveva perso
senso tre anni prima e che pian piano Ares gliene aveva fatto
riaquistare un po' con i suoi mezzi sorrisi, i suoi grandi occhi blu
e i suoi abbracci. In fondo non c'era più il giusto o lo
sbagliato,
c'era semplicemente quella sensazione di sentirsi amata, mentre
sentiva le sue labbra muoversi lentamente sulle proprie, inerti.
Tutto d'un tratto, s'allontano spalancando gli occhi e guardandola
stralunato.
-Scusa..io..oh
Lily,- mormorò, sembrando quasi disperato. Stanco, in colpa.
-Shhh..-
gli sorrise lei prendendo la sua decisione mentre gli accarezzava il
viso con entrambe le mani, -shh.-
Aveva
preso la sua decisione non appena aveva sentito la sua voce,
l'avrebbe curata, poteva fidarsi perchè 'aveva
già fatto in parte,
l'avrebbe protetta, poteva fidarsi perchè l'aveva
già fatto,
l'avrebbe amata, lo faceva già.
In
fondo lei l'aveva già fatto, fino a spaccarsi il cuore, ma
un po',
quello che lui stesso aveva ricostruito, era rimasto e un tiepido e
dolce affetto poteva ancora donarlo. In fondo sembrava naturale,
quasi, far incontrare di nuovo le loro labbra mentre lei alzava un
po' la testa per raggiungere il suo viso. In fondo, quella piccola
nota stonata che le diceva che lei il cuore l'aveva già
donato e ora
riposava in una tomba non era poi così forte da non poter
essere
ignorata. Lui la faceva sentire bene, ancora un po' viva.
In
fondo, ricevere il suo amore poteva bastare per farli sopravvvivere
entrambi, sull'orlo di un baratro.
Non
sarebbe mai stata completamente sua, ma questo, lui, in fondo, lo
sapeva fin dall'inizio.
~*~
“Lights
will guide you home
and
ignite your bones
And
I will try to fix you”
#Le
luci ti guideranno a casa
E
infiammeranno le tue ossa
E
io proverò a consolarti#
-Mamma!-
un bambino dai capelli neri come la pece e gli occhi blu corse dietro
alla donna dai capelli rossi lasciati morbidamente sciolti sulle
spalle sottili avvolte da un cappotto color panna.
-Alexander,
non urlare, è un cimitero,- l'acchiappò al volo
un uomo alto per un
braccio sollevandolo di qualche centimetro.
-Ma
papà, la mamma non mi ascolta,- si lamentò
storcendo le labbrucce
color ciliegia che risaltavano particolamente sulla pelle candida.
-La
mamma ora deve passare a salutare un vecchio amico, poi ti
darà
tutte le attenzioni che vuoi,- rispose serafico il padre
scompigliandogli un po' i capelli già disordinati di natura.
La
donna intanto, con un mazzolino di gigli in mano si era addentrata
nel cimitero fino ad arrivare ad un grosso edificio in marmo bianco
con delle decorazioni verdi. La maniglia, ovviamente, era un
serpente, pensò ormai con rassegnazione mentre l'abbassava
ed
entrava nella penombra dirigendosi alla tomba di fronte a lei. Si
accucciò con lentezza quasi esasperante, poi senza tirar
fuori la
bacchetta, anche se avrebbe potuto usarla, ripulì un po' la
lapide
con un fazzoletto di seta, accarezzandola quasi con reverenza,
sorridendo appena.
Sempre
con delicatezza, vi appoggiò il mazzo di fiori davanti e si
lasciò
definitivamente cadere seduta a terra, incurante del soprabito che si
sarebbe sporcato tutto.
-Ciao
amore,- mormorò guardando col dolcezza l'uomo che sorrideva
e
ammiccava dalla foto, biondissimo e dagli occhi grigi e penetranti.
Quasi senza pensarci, si accarezzò la fedina sottile che
teneva
sempre appesa al collo assieme ad un'altra più spessa,
sempre in
argento. Le teneva assieme, infilate in una catenina sottilissima,
quasi impalpabile di fattura elfica che le faceva arrivare alla curva
del seno, all'altezza del cuore.
-Mi
manchi, ma ora, grazie ad Ares, fa un po' meno male pensare a te,-
sorrise accarezzando distrattamente la foto, -tu sei sempre con me,
tu sei parte di me.-
Altro
silenzio in cui lo sguardo azzurro vago sull'iscrizione fra i soliti
'beloved' e le date della nascita e della morte, sorrise,
perchè
quello sarebbe sempre stato solo loro. Perchè tutto quello
che aveva
da offrire, gliel'aveva donato senza remore.
Si
rialzò all'improvviso, spolverando distrattamente il retro
del
soprabito, ma rimase chinata in avanti, appoggiando la punta delle
dita sulla bara in marmo bianco. Era tutto così candido in
quel
mausoleo, da star male.
Si
portò la punta delle dita che erano appoggiate al sepolcro
alle
labbra e poi le riappoggiò sussurrando, -adesso devo andare,
oggi è
il primo anno di Alexander e non può far tardi per
l'Espresso.
All'anno prossimo amore mio.-
Poi
si raddrizzò e se ne uscì, lasciando i fiori che
lui diceva di
preferire sulla sua tomba, come ogni anno, non all'anniversario della
sua morte, o del loro matrimonio o del giorno dei morti. No, ogni 11
settembre Lily Luna Potter-(Malfoy)Zabini,
anniversario del suo primo incontro col suo primo e vero amore.
Sorrise, tornando dai suoi due ometti, uno impaziente che scalciava
mano nella mano col padre e l'altro che quando li raggiunse
l'abbracciò depositandole un bacio leggero sulla fronte.
-Mamma,
mamma! Andiamo o perderò il treno! Devo finire in
Serpeverde, ma
come faccio se non arrivo ad Hogwarts?- l'incitò il
ragazzino
sfilandosi dalla presa ferrea dell'ex Serpeverde provocando un'alzata
di occhi al cielo alla rossa.
-Quante
volte ti devo dire che non per forza finirai lì? Insomma, io
sono
Corvonero e praticamente tutta la mia famiglia è
Grifondoro,-
ricominciò a perorare la sua causa con la sua solita voce
tranquilla
e un po' giocosa.
-Ma
zio Al è Serpeverde e tutti gli Zabini sono Serpeverde,-
rispose il
ragazzino cocciutamente mentre infilava la manina guantata in quella
gelata della madre.
-Arrenditi
Lils, sarai in una tana di serpi per il resto della tua vita,- le
sorrise Ares mettendole il braccio attorno alle spalle.
-Come
se fosse cambiato qualcosa dai tempi di Hogwarts,- rispose lei
storcendo un po' il naso, mentre faceva attenzione a far riaffiorare
solo i ricordi belli tenendo ben in fondo i vecchi graffi.
-Comunque
che ti aspettavi dandogli un nome come Alexander Hyperion? Un
Hufflepuff?- le domandò il marito stringendola un po'
più a sé.
-Mhm,
in effetti era meglio se l'avessi chiamato Bobby,- finse di pensarci
mentre la piccola peste cominciava a protestare, sia per il nome, sia
perchè non sarebbe mai finito in Tassorosso. E intanto
varcarono il
cancello del cimitero diretti verso il pub magico lì davanti
dove
avevano lasciato il baule del ragazzino e la polvere volante.
Lily
lanciò con la coda dell'occhio l'ultimo sguardo alle sue
spalle, il
mausoleo si intravedeva appena da lontano prima di voltarsi di nuovo
per rispondere al figlio.
Ogni
11 settembre sarebbe stata lì, a dirgli addio un'altra
volta, ancora
memore del loro ultimo respiro.
~*~
Scorpius
aprì gli occhi col fiato corto, mentre sentiva le lenzuola
incollarsigli al petto nudo. In uno spasmo portò la mano
alla sua
destra, cercando a tentoni nel buio il corpo caldo che ben presto
trovò. Si voltò verso di lei e senza nemmeno
pensarci strinse a sé
la ragazza che dormiva profondamente con forza.
-Mhn..
Scor, che c'è? Sei sudato, scollati,- borbottò
mezza addormentata
la rossa aprendo mezzo occhio.
-Cosa
faresti se io morissi?- le sussurrò.
-Che
Morgana di domande fai? Ti resusciterei per ammazzarti con le mie
mani idiota, ora dormi,- bofonchiò la rossa astiosa.
-Dimmi
che sei mia,- le intimò stringendola di più.
-Siamo
sposati razza di coglione, ma se non ti fai una doccia
chiederò
presto il divorzio,- mugugnò la ragazza contro voglia che
aveva solo
voglia di tornarsene a dormire.
-E
che non sarai mai di Zabini,- continuò imperterrito
ignorando
bellamente le lamentele della moglie.
-Ma..-
aprì anche l'altro occhio, -che cazzo hai fumato con Al ieri
sera?-
-Rispondimi,-
continuò lui agitato, sembrava davvero preoccupato e lei non
riusciva a seguire il filo logico dei suoi ragionamenti.
-Ma
ti pare? Senti, se fai degli incubi così stupidi evita di
svegliarmi, siamo innamorati e sposati, scopiamo come ricci e vissero
tutti felici e cont..- non riuscì a finire il suo borbottio
sconclusionato che lui le assalì le labbra baciandola con
foga. A
quel punto lei dimentico il sonno, la doccia e l'urgente bisogno di
suo fratello e suo marito di cambiare spacciatore e si
lasciò
baciare, perchè sapeva riconoscere i suoi baci,
perlopiù lui
comunicava così. E sembrava quasi in preda al panico. Quando
si
staccarono lei gli prese il viso fra le mani e gli sorrise nella
penombra.
-Hey,
tranquillo okay?-
-Mhm.-
-Non
andrò con nessun altro.-
-Mhm.-
-Siamo
sposati.-
-Mhm.-
-E
tu mi ami..- continuò carezzandogli la mascella marcata e
scostandogli con l'altra mano i capelli biondo chiarissimo, -e
smettila di rispondermi 'mhm' o giuro che ti eviro.-
-..e
tu ami me.-
-Bene,
ora tu ti vai a fare una doccia e io torno a dormire, altrimenti
domani mattina se non sarò abbastanza sveglia potrei finire
decapitata da un drago femmina piuttosto infastidita,- concluse la
ragazza posandogli un bacio leggero sul naso e poi sulle labbra.
Lui
la guardò ancora per qualche istante, stretta a lui,
così minuta,
come per accertarsi che fosse vera, che fossero veri, poi si
alzò e
si diresse verso la porta del bagno che dava direttamente sulla loro
camera.
-Lils,-
disse prima di chiudersi la porta alle spalle, attirando l'attenzione
della ragazza che ormai stava ricadendo nel mondo dei sogni, -tu non
vedrai mai più Ares se non in mia presenza.-
E
dopo aver sentenziato questo, soddisfatto, si chiuse la porta alle
spalle. Lei si limitò a sbuffare mugugnando qualcosa come
'vaffanculo'
ormai più di là che di qua.
NOTE
DELL'AUTRICE.
Okay,
lo so, è un completo divagare della mia mente malata quando
non ha
un cazzo da fare, maaaa... ecco qua la fine. L'avevo detto che
sarebbe stata breve e sì, non potevo lasciar morire Scor,
non
davvero. Però shh, mi son divertita a fare la tragica.
Le
canzoni sono indicate sopra, consiglio, oltre a quelle indicate nel
capitolo precedente anche, per la parte finale due altre canzoni.
A
drop in the ocean – Ron Pope // Another
Love – Tom Odell .
È
una storia nata a metà fra gli scleri del 'e se..' e da
canzoni
tristi, giusto perchè adoro cimentarmi nelle cose
deprimenti, ma,
finisce qui. Potete pensarla come un possibile futuro della mia long
principale ScorLily Maybe..
, comunque non starò qui a dilungarmi ripetendo quello che
ho già
detto nel capitoletto precedente. È una song-fic un po'
strana, non
credo di essere veramente capace a scriverle, quindi beh, una
recensione con un parere non è mai malvoluta.
Whit
love. :)