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Autore: Snafu    22/09/2013    2 recensioni
AAA Fashion stylist cerca amore della sua vita. Astenersi se il sesso non è fantastico. Si accettano anche look discutibili.
AAA Musicista oscuro cerca padrona di un gatto con il nome della sua ex-moglie. Se è fotogenica è meglio.
AAA Cantante affermato cerca anima gemella pratica con le mazze.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You’re everything I’ve been waiting for...

for all of these years and a thousand more.

 

Sixx:A.M.- ‘Live forever.’

 

Erano le quattro e mezzo del mattino. Ashba si era messo a letto un’ora prima e ancora non riusciva a prendere sonno: continuava a pensare a Love. Si chiedeva se lo stesse dimenticando con qualcun altro anche peggiore di lui, a quell’ora, o se stesse piangendo, ad ogni modo se si stesse rovinando la vita per colpa sua. Se stavano tutti e due in quella situazione di merda era perché avevano lasciato che troppo tempo li separasse, e solo allora lui si era accorto che in tutto quel tempo che c’era stato tra loro due, lui non aveva fatto altro che aspettare lei. La domanda che ora si poneva era se anche lei avesse solo aspettato lui.

‘Se proprio devo fare le cose di merda, voglio farle di merda per bene.’ pensò.

Decise che il modo migliore per scoprire ciò che stava succedendo era andare a verificare di persona. Afferrò Munster e Lil’ Creep, che stavano dormendo ai piedi del suo letto, e disse loro:

«Voi avete voglia di fare una bella passeggiata, non è vero mostriciattoli miei?»

I cani mugolarono, ma Ashba li ignorò, deciso a fare luce su quella storia.

 

@@@

 

Quando il campanello suonò erano le cinque. Love sgranò gli occhi terrorizzata, domandandosi se non si fosse semplicemente trattato di un sogno o se qualche perverso fosse andato realmente a suonare alla sua porta a quell’ora del mattino. La risposta a quella domanda arrivò subito: il campanello trillò di nuovo.

La bionda afferrò lo spray insetticida che teneva sul comodino e le forbici che erano sotto il cuscino (era sempre pronta nel caso avesse subito qualche aggressione), indossò la vestaglia (visto che dormiva con solo gli indumenti intimi indosso) e andò a controllare lo spioncino della porta. Quando vide il chitarrista decise che era meglio lasciare le sue armi sul tavolino del corridoio, e andò ad aprire.

«DJ...» lo chiamò e lui sorrise. Love indossava una vestaglia lunga fino al ginocchio, di un tessuto lucido dal color rosa intenso. Era spettinata, struccata e scalza, e aveva le unghie pitturate di verde.

«Sei con qualcuno?» domandò l’uomo a bruciapelo, suscitando la rabbia della ragazza.

«Che t’importa?» replicò lei, passandosi con fare assonato una mano di fronte al viso «Sono le cinque del mattino, che ci fai qui?»

«Beh, dovevano fare pipì così li ho accompagnati a fare una passeggiata...» Ashba aveva già preparato la scusa. Love lanciò un’occhiata alle bestiole accoccolate sui piedi del suo padrone: stavano evidentemente morendo di sonno. La bionda lo guardò un po’ perplessa e rispose:

«E non potevano farla nella lettiera?»

Il chitarrista non si lasciò prendere dal panico e improvvisò:
«Sono allergici alla lettiera... » preoccupato all’idea che la ragazza potesse ricordarsi che la lettiera in casa sua c’era eccome, si affrettò a dire «beh, non mi fai entrare? Altrimenti si fredda il caffè...»

Sollevò la mano destra, che stringeva un sacchettino.

Ci fu un momento di panico durante il quale Munster entrò in casa, fiutò Sissi e iniziò ad abbaiare con fare furibondo, svegliando probabilmente tutto il condominio. Quando Ashba riuscì ad avere di nuovo la situazione sotto controllo era ormai troppo tardi. Stremato (?), si sedette al tavolo di cucina e si mise a fare colazione con quello che aveva comprato per strada.

«Che hai fatto di bello ieri sera?» chiese alla bionda, che era andata a portare la gabbia di Sissi nella stanza di Giulietta.

«Come mai tutte queste domande, DJ? Mi stai facendo preoccupare...» rispose, entrando in cucina e avventandosi sul caffè, di cui aveva decisamente bisogno, vista la sveglia fuori programma.

«No, ti sto facendo seguire. Da un investigatore privato.» ironizzò lui.

«Allora saprai benissimo dove ero ieri sera e con chi...» borbottò lei, maliziosa, sedendosi in collo a lui e mettendo il bella mostra le gambe nude che uscivano snelle dalla vestaglia.

Il ragazzo percepì distintamente il calore che si spostava verso il basso ventre, pompato a tutta velocità dal cuore. Avrebbe volentieri ceduto ancora all’irrazionalità, ma quella volta era deciso ad andare fino in fondo... alla faccenda, naturalmente.

«Posso farti una domanda stramba?»

«Da quando ti conosco non ti ho ancora visto fare una cosa sensata, quindi non credo che mi sconvolgerò...» ridacchiò lei, soffiando il vapore caldo del caffè nel suo orecchio.

«Io ti piaccio?»

Love si allontanò e lo guardò storto.

«Perdonami se dubito della tua lucidità, ma ti presenti a casa mia alle cinque del mattino dicendo che il tuo cane è allergico alla lettiera, poi ti metti a fare colazione nella mia cucina e mi chiedi se mi piaci. Ti sei fatto?»

«Non hai risposto a nessuna delle mie domande.»

«Io ti piaccio, DJ?»

Il chitarrista piegò la testa per vederla meglio.

«Certo che mi piaci! Mi piaci molto!»

«E allora perché mi chiedi se mi piaci? È ovvio che mi piaci. Perché dovrei frequentare una persona che non mi piace? Perché non dovresti piacermi?»

«Magari perché non ti ho dato tutto quello che vorresti...»

La bionda si alzò per andare a prendere i tovaglioli e rise, appoggiandosi sul pacco di Ashba. Poi gli fece l’occhiolino e domandò:

«C’è qualcosa che ancora non mi hai dato?»

La situazione del chitarrista stava peggiorando a vista d’occhio, e scoprì che tutto quel sesso non era stato una buona idea. Non era in grado di resistere.

«Amore?»

Love si voltò verso di lui e rimase a fissarlo sbigottita con i tovaglioli in mano. Si appoggiò al mobile della cucina.

DJ la guardò con aria seria, nettamente in contrasto con quello che stava succedendo nei suoi boxer e disse:

«Voglio dire, se c’è qualcosa in più che vuoi da me, devi esigerla. Pretendila.»

«Non ti seguo. Stai dicendo che dovrei costringerti ad amarmi?» chiese perplessa la bionda. «Mi sembra una cosa piuttosto difficile... come del resto tu non puoi costringermi ad amare te. Forse semplicemente abbiamo altri gusti, no? Magari non siamo fatti per stare insieme in quel senso...» mentì, cercando di rimanere quanto più fredda possibile. «Voglio dire. Se qualcosa fosse scattato, l’avresti notato, no? Avresti pur dovuto sentirlo.»

«Perché? Tu l’hai sentito?» domandò impertinente il chitarrista.

«Forse semplicemente tu non riesci a vedere quel tipo di bellezza in me, che io vedo in te.» confessò lei, abbassando lo sguardo.

«Ognuno ha una parte bella: qualcuno sceglie di vederla dall’esterno, altri scelgono di vedere la bellezza dall’interno. Secondo me ognuno si innamora di qualcosa che probabilmente solo lui riesce a vedere nell’altro, qualcosa che va al di fuori delle caratteristiche fisiche o mentali, qualcosa che probabilmente non ci è neanche dato di essere capaci di poter spiegare a parole. Io sono innamorato di questo, in te

 

   
 
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