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Autore: Marne    23/09/2013    5 recensioni
Quattordici (+1) momenti di vita delle coppie del Vecchio Continente, tradizionali e non.
Momenti felici, tristi, momenti di risate e di pianti.
...
01. Fuga {Ross/Emily} x
02. Morte {Clarisse/Nassar} x
03. Colti sul fatto {Jordan/Jerome} x
04. Paperella di gomma {Stephen/Christabel} x
05. Malinteso {Fay/Jordan} x
06. Il cavaliere in una scintillante armatura {Julian/Megan} x
07. Fredda notte invernale {Fabian/Anna} x
08. Dormi con un occhio aperto {Axel/Eloise} x
09. Incubo {Comandante Lasaire/Erin} x
10. Non è quello che sembra! {Jordan/Jerome} x
11. Affetto {Bryce/Sophia} x
12. Perversione {Damian/Rafael} x
13. Deja Vu {Gil/Lara} x
14. Minaccia {Axel/Belladore} x
+1 Scuoti il bacino! {Bryce/Morton/Haddams} x
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Black Friars

Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi
: Jerome Sinclair/Jordan Vandemberg.
Rating
: Giallo.
Chapters
: 3/14+1.

Genere: Romantico, Commedia.
Words:   1138
Canon or Fanon?: Diciamo una Fanon che potrebbe essere una conseguenza di un avvenimento non esplicitamente canon, ecco. Questa coppia non esiste ufficialmente, ma viene… accennata, ecco. Questa è una possibile conseguenza ad una loro relazione clandestina.

 

Note in fondo!

 

 

Colti sul fatto.

Jordan&Jerome

 

Era uno dei rari momenti in cui Jordan riusciva a mettere da parte il suo orgoglio e le rigide regole educative con cui un principe della corona era costretto a crescere. Era uno dei rari momenti in cui poteva essere se stesso, con le sue paure, con i suoi veri sentimenti.

Era uno dei rari momenti che poteva trascorrere con Jerome.

« Sei… sei sicuro che non arriverà nessuno? » chiese, ansimante, lasciandosi spingere con le spalle verso una colonna, aiutandolo a rinchiudersi in una gabbia da cui mai e poi mai avrebbe provato a sfuggire. Le labbra di Jerome lo stavano sottoponendo ad una deliziosa tortura e fu quasi un dolore fisico separarsene, per consentirgli di rispondere.

« Nessuno. Oggi è la festa di Santa Rose di Blackmore, sono tutti al borgo. » sorrise, il giovane rampollo di una delle più antiche famiglie Altierenses, slacciando, con mano fin troppo esperta, la giacca della divisa da scholarus indossata dal compagno. Erano stati parecchi, ormai, gli incontri clandestini che li avevano visti coinvolti.

Clandestini.

Non potevano essere altrimenti, Jordan non avrebbe potuto sopportarlo. Nonostante avesse sistemato le cose, dopo le Feriae ed il ballo, quando aveva baciato Fay, sua cugina, proprio davanti a lui, non era ancora riuscito a prendere abbastanza coraggio da ammettere davanti a tutti - davanti ai fratelli, ad Eloise, ai suoi genitori adottivi - di essere innamorato del giovane uomo che, in quel momento, lo teneva fra le braccia.

Era già stato difficile ammetterlo a se stesso.

Guardare oltre la vergogna, oltre i giudizi degli altri, gli aveva richiesto lo sforzo emotivo più grande di tutta la sua giovane vita. Eppure, una volta passato il momento di confusione, aveva scorto l’amore più dolce, più coinvolgente e puro che avrebbe mai potuto desiderare.

Aveva visto gli occhi di Jerome e tutto era tornato al suo posto.

Posò le mani sulla camicia immacolata del compagno, improvvisamente impaziente, tirando fino a far saltare parecchi bottoni e poter, finalmente, avere un contatto diretto con la sua pelle, con il suo calore.

« Hai fretta, mio bel principe? » la voce roca, bassa e sensuale di Jerome gli accarezzò le orecchie, l’accento strascicato del sud gli fece venire i brividi. La presa delle sue mani sui fianchi del giovane ufficiale di Altieres aumentò e lui rabbrividì, per poi guardarlo con un sorriso di scuse. « Hai le mani fredde, mio bel principe. » spiegò, sottraendosi alla sua presa ed arretrando verso uno dei divani del salotto in cui si erano rintanati, visto che la stanza del ragazzo era davvero troppo, troppo lontana.

Dopotutto, la servitù era alla cerimonia. Erano al sicuro.

« Le nevi del nord, dopo un po’, prendono possesso di te » sussurrò Jordan, con un sorriso enigmatico, lasciando scorrere uno sguardo abbastanza lascivo sul corpo dell’altro, senza preoccuparsi di nascondere il desiderio, dietro le sue iridi turchine. « Potrebbero prendere possesso anche di un valoroso gentiluomo del sud. »

Il modo in cui gli occhi grigioverdi dell’altro si accesero, si incendiarono, a quelle parole, valsero ben più di mille discorsi, più di mille canzoni, più di mille e mille poemi che inneggiavano all’amore. « Io non desidero altro, mio bel principe. » gli sussurrò, passandogli le mani dietro il collo, attirandolo sul divano, steso sopra di sé, e baciandolo con particolare intensità, per poi sfilargli la camicia con tutta la delicatezza che doveva avere in corpo, abbastanza da far innervosire il compagno.

Era sempre così controllato, lui. Sempre così calmo, così pacato, nonostante Jordan riuscisse a scorgere le fiamme che ardevano sul fondo dei suoi occhi.

« Ti amo, Jerome »  disse, all’improvviso, sollevandosi leggermente per poterlo guardare negli occhi, aiutato, nel compito, dalle piccole dimensioni del divano.

Era la priva volta che diceva una cosa simile ad alta voce, senza rimangiarsi le parole all’ultimo istante, senza farsi prendere dal panico.

E lui, il suo giovane soldato del sud, che mai gli aveva messo fretta, che mai aveva calcato la mano, forzandolo a prendere delle decisioni, lui - lui che aveva rischiato di perdere a causa del suo stupido orgoglio da principe di sangue - gli sorrise come nessun altro aveva mai fatto in tutta la sua vita, passandogli le lunghe dita fra i capelli e lasciando che le punte dei loro nasi si sfiorassero, quasi involontariamente, vista la vicinanza. « Ti amo anche io, mio bel principe. Adesso più che mai »

« E noi siamo assolutamente lieti di sentirvelo dire apertamente. » una terza voce, una voce femminile che in quel momento ebbe l’effetto di un tuono nel cuore della notte, si intromise nella loro discussione, spaventandoli entrambi al punto che, quando Jerome si alzò di scatto, per poter guardare oltre la spalliera del divano, verso la porta,  Jordan, caduto di faccia al suolo, rimase immobile come una statua.

« Sono i miei fratelli! » disse, con tono isterico, in modo quasi involontario, voltando il viso congestionato dal colpo e dall’imbarazzo verso l’altro ragazzo che, contrariamente, era impallidito in maniera poco sana.

« Uno solo, in effetti. » la voce divertita di Bryce Vandemberg arrivò direttamente dalla porta, segno che lui e la donna che li aveva richiamati velocemente e bruscamente alla realtà, poco prima, non si erano fatti strada nella stanza. « E sarebbe felice se voi due vi rivestiste, per rispetto alla signora presente. » aggiunse, beffardo, mentre la donna che lo accompagnava emetteva un risolino quasi infantile ma, al tempo stesso, agghiacciante.

E, in quel momento, Jordan comprese il pallore di Jerome.

C’era una sola persona di cui quel ragazzo e tutti i suoi cugini - compresa Sophia - avevano un vago terrore, una persona con la lingua abbastanza tagliente da saper rimettere in riga anche Gilbert Morgan, quella volta in cui si era azzardato a corteggiarla.

Margot Sinclair, la sorella maggiore di Jerome.

« E pensare che volevo solo mostrare le nuove stoffe di Altieres al Principe Bryce. » passi delicati, rivelati solo dal rumore dei tacchi sul pavimento di marmo, anticiparono l’arrivo della giovane donna bionda dall’altra parte del divano, in una posizione perfetta per poter osservare entrambi i ragazzi e riversare su di loro tutto il suo scherno. Spostò gli occhi dall’uno all’altro per un paio di volte, prima di soffermarsi, ammiccanti, su Jerome. « E così voi due siete solo buoni compagni d’armi, eh? Immagino vi abbiamo interrotti poco prima di un duello a colpi di spada. » il suo sorriso si allargò in proporzione all’imbarazzo dei giovani.

Bryce Vandemberg la seguì, sistemandosi un ricciolo ribelle sulla fronte, prima di guardare il sangue del suo sangue. « Quantomeno, adesso smetterai di fingerti un abile bugiardo, Jordan. Mi stavo stancando di fingermi interessato alle tue terribili menzogne. Dovresti prendere qualche lezione da nostra cognata, temo. » rise e la sua risata sembrò un coro di cherubini in festa. Oppure di creature infernali tremendamente affascinanti. « Colti sul fatto, fratellino. »

 

 

 

Note: Ho preferito metterle alla fine, questa volta, anche se non so esattamente perché. Coooomunque, se non era abbastanza chiaro, vista la doppia presenza di questa coppia nell’elenco, io adoro la Jerdan. Hanno pure un nome ship carino, per l’amor del Cielo. Io li adoro, è più forte di me. E mi sono sentita una carogna ad interromperli proprio in quel momento tanto dolce e tenero.

Ma, diciamocelo, quello era l’attimo più propizio e meno scandaloso.

Margot Sinclair non esiste nei libri, l’ho tirata fuori io (dal mio cilindro magico, woooh) e la amo come se fosse sangue del mio sangue. Bionda, stronza ma fedelissima ai valori familiari, il terrore dei più giovani cugini Sinclair, che vedono il lei un gendarme pronto a fare rapporto alle famiglie rimaste in Altieres. Tutti la temono e tutti la amano, una cosa molto alla Axel Vandemberg del Sud, forse, anche se lei non amerebbe nessuno in un modo tanto distruttivo come Axel fa per Eloise. Nessuno tranne se stessa, credo.

Se ci state pensando, no, lei e Bryce non formano una coppia (maaaaaybe), più che altro si detestano cordialmente da anni, discutendo civilmente solo quando l’argomento sono dei tessuti pregiati, con annessi e connessi. Quindi, loro due sono davvero andati a casa Sinclair per vedere delle stoffe e solo per caso si sono trovati davanti quella bella scenetta.

 

Per quanto riguarda le facce, basta guardare il bannerino dell’altra mia ff (The Choice) per avere un’idea di Jerome e Jordan, mentre qui potete trovare la mia idea di Margot. Bryce per adesso lo evito, tanto ritornerà presto!

Spero vi sia piaciuta, ci rileggeremo verso metà settimana con il prossimo episodio!

Damie.

   
 
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