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Autore: Flos Ignis    24/09/2013    3 recensioni
Innanzi tutto, bisogna dire che questa storia parla del Destino. Dell'Amore. Della Morte. Dell'Amicizia.
La guerra contro Voldemort è finita, ma sembra che un nuovo male, ancora senza volto e senza nome, minacci di far spargere la Disperazione come un veleno mortifero. Gli eroi che ben conosciamo combatteranno contro di esso, ma la distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è facile non è così netta. Forse riusciranno a vincere questa nuova guerra, o forse soccomberanno. La risposta che cercano, la salvezza che anelano, giace in una Verità così antica che la memoria umana non ne conserva più il ricordo.
'Quando il mondo spirerà l'ultimo anelito di vita che gli rimane, l'Ultima chiamerà a raccolta il Potere che da sempre appartiene alle Creature , traendo forza dal Fuoco, dall'Acqua, dalla Terra e dall'Aria. Il Male saprà contrastarla, ed ecco giungere il Destino, il quale plasmerà con le sue mani sè stesso e tutti quanti noi col Giudizio Celeste.
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, confido nella vostra benevolenza e nel vostro aiuto per migliorarmi come scrittrice e persona! Buona lettura, spero! Non fatevi ingannare dall'altisonanza della profezia, riservo allegre e rilassanti sorprese!
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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POTERE
 
Il potere è con te.
Se gli darai forma, ti darà forza.

“Kingdom Hearts”
 
Quando l’alba stava iniziando appena a schiarire il cielo notturno, una figura minuta e solitaria camminava a passo marziale nei corridoi della scuola, facendo echeggiare il suono dei suoi passi e creando così nel silenzio che precede l’inizio di un nuovo giorno un effetto di cupo presagio.
Era tanto presto che probabilmente il destinatario di quella visita ancora dormiva, ma l’urgenza spingeva la giovane dai lunghi boccoli a fregarsene di orari ed educazione per ottenere al più presto possibile risposte e, magari, anche aiuto. Aveva pensato a lungo alla possibilità di tenere quel segreto per sé, in quel mese aveva taciuto e pensato, pensato e ripensato ancora a quella possibilità, sperando di trovare motivi abbastanza validi da condurla a mentire e tacere pur di proteggere tutti quelli che amava, ma non aveva ottenuto il risultato che sperava: non poteva continuare a nascondere un tale segreto. Se quello che aveva saputo era vero, e purtroppo non ne dubitava, non aveva nessuna possibilità di risolvere il problema da sola prima che arrivasse ad aggredire anche i suoi amici. Tacendo non li avrebbe portati in prima linea, dove sarebbe stata lei, ma ignorando il pericolo rischiavano di non sapersi proteggere da esso. No, meglio informarli e dar loro la possibilità di difendersi, piuttosto che lasciarli in un beato oblio col rischio che vengano attaccati senza neppure sapere di essere nel mirino. Nessuna delle due soluzioni le andava a genio, a dire il vero, ma tra i due mali meglio scegliere il minore.
E anche quello in cui li ho accanto a me, paradossalmente il posto più pericoloso e più sicuro al tempo stesso, il centro del bersaglio. Ma il bersaglio più potente di tutti quelli mai visti.
 
Non era contenta di coinvolgere tutti in una nuova guerra a così poco tempo dall’ultima, soprattutto considerando il fatto che, con ogni probabilità, questa nuova battaglia sarebbe stata ancora più terribile. Si espandeva tessendo una fitta trama di veleno in tutto il mondo. Nessuno, nessuno, era al sicuro.
Ed io sono qui, temporaneamente al sicuro quando là fuori potrei fare qualcosa… ora capisco Harry e la sua impazienza. L’attesa è snervante. Ma dov’è finita la mia pazienza?
La ragazza si rispose da sola, pensando a quanta pazienza aveva dovuto usare l’anno prima cercando gli Horcrux. L’aveva decisamente esaurita, la pazienza.
Persa nelle sue riflessioni, quasi non si accorse di essere arrivata davanti alla statua che celava l’ufficio della Preside, ma quando si vide fissare dagli occhi d’aquila della statua disse : -Devo parlare con la Preside McGranitt, non ho cattive intenzioni, Mos-.
La statua si aprì, rivelando la scala a chiocciola che dava direttamente sull’ufficio che era stato di Silente, un grande mago, e, anche se solo per poco tempo, di Piton, un grande uomo. La ragazza ne era convinta, i due presidi precedenti sarebbero entrati nella storia, e lei era onorata di averli conosciuti di persona. Così come anche l’attuale preside, una delle pochissime donne incaricate di quel prestigioso ruolo: aveva vissuto due guerre e superato la perdita di molti cari amici e colleghi, restando ferma nelle sue posizioni per proteggere i suoi studenti. Anche Minerva sarebbe entrata nella storia, ma a differenza dei suoi predecessori non l’avrebbe fatto in solitaria.
A volte vedere il destino delle persone mi fa rabbrividire d’orrore o pena, ma per fortuna ci sono delle volte in cui questo dono mi dà speranza.
 
Con un lieve tocco delle nocche annunciò la sua presenza, e subito dopo la sorpresa richiesta d’entrata aprì la porta e se la chiuse velocemente alle spalle. La preside la guardava con gli occhi leggermente sgranati, sorpresa di averla nel suo studio a quell’ora indecentemente mattiniera.
-Hermione, buongiorno. A cosa devo la tua visita? Qualche problema?- dopo tutto quello che avevano passato, i membri dell’Ordine aveva deciso di essere più informali, e la preside aveva accordato a lei e ai suoi amici il permesso di chiamarla per nome. Per questo Hermione aveva deciso di farsi aiutare dalla sua mentore e amica.
-Buongiorno Minerva, speravo di trovarti già sveglia. Mi spiace molto disturbarti, ma ho urgente bisogno di confrontarmi con te su una questione delicata. E sì, abbiamo decisamente un problema- non era nelle sue corde minimizzare, e con la preside poteva permettersi il lusso di essere brutalmente sincera: Hermione ammirava moltissimo la sua preside anche per il suo essere così stoica.
Ecco quella che si dice un’anima d’acciaio.
-Siediti, cara. Suppongo ne avremo per un po’. Prima di tutto però, come hai fatto a entrare? La parola d’ordine non potevi saperla.-
-Ecco…- e qui cominciava la parte più complessa. Come spiegare che aveva semplicemente chiesto alla statua di farla passare? Non avrebbe avuto senso per nessuno, neppure per un mago, senza i suoi poteri. Avrebbe dovuto immaginare che la preside non si sarebbe accontentata di un racconto parziale: se voleva il suo aiuto, doveva dirle anche il motivo del suo coinvolgimento in tutta quell’assurda faccenda.
Ma che meraviglia… un’altra persona che mi vedrà come un mostro. Non mi bastavano papà e Jean… non bastava che dovrò spiegarlo ai famosi compagni di viaggio che dovrò trovare ancora non so come… non bastava che dovessi spiegarlo anche a Harry. Anche Minerva, la mia mentore. Davvero una meraviglia.
 
Negli anni di scuola la professoressa McGranitt aveva preso la grifona sotto la sua ala, notandone da subito l’intelligenza vorace e il coraggio da leone. Hermione era davvero la strega più brillante della sua generazione, come lei lo era stata a suo tempo, e di conseguenza conosceva i vantaggi e i problemi che ne derivavano. Per questo la invitava spesso nel suo studio quando la vedeva particolarmente angustiata, facendole come dono un incantesimo nuovo da imparare o una lezione privata sugli argomenti più disparati che non si insegnano in una scuola. Hermione non avrebbe mai dimenticato con quanta pazienza la sua mentore si era impegnata per non farla mai arrendere in quei momenti in cui avrebbe voluto solo crollare, con quanto affetto le svelava alcuni aneddoti sul suo passato per farle notare la loro similitudine. Alla fine di ogni incontro le diceva sempre che, però, lei aveva qualcosa che a suo tempo le era mancata: la voglia di vivere la vita con ogni respiro e battito di cuore che essa concede. Hermione ancora non aveva compreso fino in fondo quell’affermazione, ma era alquanto restia a chiedere delucidazioni su qualcosa che era evidentemente doloroso per l’altra ricordare.
 
-Hermione? Ti senti bene?-
Quel vizio di perdersi nei suoi pensieri doveva proprio perderlo prima che qualcuno iniziasse a chiedersi se soffriva di disturbi dell’attenzione. Lei, proprio!
-Sì sto bene, ero solo soprappensiero. Ascolta, ora ti dirò un segreto su di me. Io stessa ne sono venuta a conoscenza da poco tempo, ma ciò avrà ripercussioni su tutti quelli che mi sono vicini. Ho bisogno della tua conoscenza, Minerva, per riuscire a superare tutto questo. Ci vorrà un po’ per spiegarti tutto, ma una volta fatto non potrai tornare indietro. C’è una minaccia che incombe, e presto dovremo affrontarla. Siamo tutti in pericolo. Sei certa di voler sapere? Pensaci bene. Qui a scuola potreste essere al sicuro per tutto il tempo necessario a debellare la minaccia.-
Non era esattamente vero, la protezione fornita dalla scuola non sarebbe durata in eterno, ma Hermione aveva bisogno di sapere se la McGranitt sarebbe stata al suo fianco in quella battaglia senza ripensamenti. Dopotutto, era invecchiata, nel fisico quanto nello spirito, e sarebbe stata del tutto legittima la sua pretesa di pace.
A quanto pareva, però, la preside non era dello stesso avviso.
-Hermione, sai benissimo che non rimarrò a guardare mentre un’altra guerra scoppia sotto il mio naso, soprattutto se posso fare qualcosa per fermarla. Conta pure sul mio aiuto. Ma non capisco di quale minaccia tu stia parlando, avremmo dovuto saperlo se qualche altro psicolabile mago con manie di grandezza si fosse presentato a rivendicare non so quali ideali.-
-Purtroppo, Minerva, la faccenda è molto, molto più grave di un semplice mago terrorista. Non è solo il mondo della magia a essere sotto attacco, ma anche quello babbano. E il pericolo si sta espandendo per tutto il mondo, non solo in Inghilterra. Si tratta di una minaccia globale. Sei ancora sicura di voler far parte di una guerra su tale vasta scala?-
La preside la guardava con gli occhi sgranati e il timore che lottava per prendere il controllo su di lei. Appena quattro mesi prima aveva visto morire il Mago Oscuro che aveva terrorizzato la comunità britannica per vent’anni, ed ora qualcosa di ancora più pericoloso arrivava a minacciare la pace ottenuta ad un costo elevatissimo. Minerva McGranitt stava pregando per svegliarsi da quell’incubo, ma sapeva benissimo che la sua allieva preferita aveva ragione. Un nuovo male era in agguato, e che loro fossero pronti ad affrontarlo o meno, avrebbe colpito. La sensazione di pericolo che aveva percepito per tutta la notte, causa della sua veglia, non era stata solo uno strascico di paranoia dovuto alla guerra, era una vera avvisaglia di guai, enormi, giganteschi e spaventosi guai. Non poteva permettere che altra gente soffrisse; se poteva fare qualcosa per prevenire lo scoppio di una guerra, lo avrebbe fatto.
-Sono sicura. Farò il possibile per fare in modo che altre persone non ci rimettano la vita.-
-Sono contenta di averti di nuovo come alleata, Minerva. Temo però che sia più complicato di così. Non stiamo parlando di una guerra nel senso canonico del termine. Più che a scontri fisici e prese di potere dovremo opporci a un male più sottile. Sei pronta ad ascoltare la mia storia?-
 
˟˟˟˟˟
 
 
Quando Hermione uscì dall’ufficio e da una delle conversazioni più difficili che avesse mai affrontato, l’ora della colazione era ormai giunta. La maggior parte degli studenti era già in Sala Grande a far finta di non avere la minima voglia di buttare la faccia nel piatto e svenirci dentro. Nessuno badò a lei quando si sedette di fronte al leggendario migliore amico Harry Potter, schiantando la sua tracolla straripante di libri direttamente sulla panca. Naturalmente ottenne di svegliare il suddetto migliore amico che, come tutti gli altri, borbottava improperi a occhi chiusi contro il sole che l’aveva svegliato, gli uccellini che canticchiavano, le lezioni, la sveglia e tutto ciò che può venire in mente possa svegliare una persona.
-Buongiorno Harry. Sei sveglio o fai finta?-
-‘giorno…- non fece in tempo quasi a finire quella parola che uno sbadiglio lo interruppe da qualsiasi cosa avesse voluto aggiungere. Hermione apprezzò il tentativo di nasconderlo con una mano, anche se gli aveva comunque visto le tonsille. Ma non si sarebbe di certo lamentata, sapeva che era crollato poco prima delle tre del mattino. Non che lei avesse dormito di più, ma il suo corpo era sempre stato a prova di veglie forzate; una vera fortuna. Se conosceva bene Harry, non si sarebbe svegliato per bene prima di un’oretta… o di una strigliata da Piton. Ma Piton, pace all’anima sua, era morto, e anche se lei era convinta che in quel momento stesse sbraitando contro il figlio dell’unica donna che avesse mai amato e dell’uomo che lo aveva tormentato negli anni della sua gioventù, non potevano di certo sentirlo.
Per il momento.
In ogni caso, le venne una stretta al cuore a pensare al suo ex insegnante di pozioni, come ogni volta: le veniva voglia di gridare se pensava a quanto dolore aveva sopportato quell’uomo. Certo, era stato un sadico bastardo con loro, ma alla fine era tutta apparenza, una maschera per celare il dolore.
L’empatia prima o poi mi ucciderà.
Quella convinzione era talmente radicata in lei, che se la ripeté ad alta voce senza accorgersene.  Questo parve attirare l’attenzione di Harry, che la guardò un po’ confuso.
-Perché dici così?-
-Ah, allora sei sveglio! Non credevo.-
-I miracoli del mettere il peperoncino nel caffè. Amaro.-
Entrambi fecero una smorfia disgustata, ma in effetti era un ottimo metodo per svegliarsi all’istante.
-Comunque, dove sono Ronald e Gin?-
-Indovina- il sorrisetto, tanto somigliante ad un ghigno degno di Malfoy che stava per farglielo notare, le fece capire all’istante che i loro rossi amici non si erano ancora svegliati. Il primo giorno di scuola era un trauma per tutti gli studenti, ma per i fratelli Weasley era anche peggio.
Non fecero in tempo a pensare se fosse il caso di andare a svegliarli che i più piccoli di casa Weasley entrarono di corsa in Sala Grande, ansimando e sbuffando al tempo stesso. Quando li raggiunsero, ai loro sorrisi divertiti borbottarono qualcosa che somigliava vagamente a ‘sveglia rotta’ e ‘dannati uccellini’.
Mentre i due facevano colazione alla velocità della luce, Hermione pensò che quei due meritavano davvero di essere felici. Le era dispiaciuto rompere con Ron, ma nel bacio che si erano scambiati durante la Battaglia Finale lei aveva sentito solo l’adrenalina e la paura di perderlo, ma non come ragazzo da amare. Durante la ricostruzione della scuola, gravemente danneggiata, avevano avuto modo di dare una mano, e tra incantesimi di assemblaggio e l’imposizione di nuovi incantesimi protettivi, erano passate le settimane. Praticamente avevano passato l’estate lì, dormendo nei dormitori miracolosamente intatti. In quel periodo di tempo Hermione aveva parlato a lungo con Ron, e si erano dichiarati d’accordo nel dire che il loro tempo era passato, forse mai esistito, ma era tempo di concentrarsi sul futuro, e la loro relazione era fatta per restare sul piano dell’amicizia. Col passare dei mesi ne erano stati sempre più convinti, e ormai tra loro non restava più il minimo imbarazzo dovuto ad una prima cotta finita male, solo il forte legame d’amicizia e fratellanza che avevano stretto in sette anni di guai e piccole scaramucce finite in risate.
Quella che più la sorprendeva invece era Ginevra. La sua Gin, la sua migliore amica, dopo anni di amore silenzioso era riuscita a conquistare Harry Potter, il ragazzo di cui si era innamorata dalla prima volta in cui aveva sentito narrare la sua leggenda come favola della buonanotte.  Ricordava bene la conversazione che aveva avuto con lei prima di partire per l’Australia.
 
-Ho lasciato Harry.-
-Come?- dire che era stupita era troppo poco.
-Ho lasciato Harry.- l’espressione di Ginevra era così seria e determinata che era chiaro stesse trattenendo le lacrime.
-Perché? Credevo lo amassi.-
-Anch’io. L’ho amato, davvero tanto. E lui sarà sempre speciale per me. Ma… non potevo tenerci legati in una storia che alla lunga ci avrebbe fatto soffrire entrambi.-
-Ma se tu lo amavi e lui ti amava, perchè questa relazione avrebbe dovuto farvi soffrire?-
-Perché a volte l’amore non è abbastanza forte. In un’altra vita, senza la guerra magari, io e lui saremmo potuti essere felici insieme. Ragionevolmente felici per lo meno- il sorriso della sua amica era così fragile in quel momento che non resistette all’impulso di abbracciarla forte, e quando la sentì tremare, mentre nascondeva il viso tra i suoi ricci, sentì che la sua amica stava davvero per crollare, e lei ancora non sapeva perché si fosse spinta a quel punto. Non sapeva come aiutarla.
-Sai, Herm… sono convinta che sarebbe andata bene, ma la guerra ci ha fatti crescere più in fretta di quanto avremmo voluto, ci ha indurito e fatto maturare per necessità. Si è portata via la nostra innocenza, ma non permetterò che si porti via la gioia che il futuro ci riserva.-
Hermione ancora non capiva, ma si limitò a stringerla ancora più forte. A volte le parole sono sopravvalutate.
-Ci siamo amati davvero… ma ora siamo cresciuti, ed è come se insieme non ci incastrassimo più. Ci meritiamo di essere più che ragionevolmente felici. Tutti noi. Capisci ora? Anche tu e Ron siete cambiati e ora non vi amalgamate più bene.-
Finalmente ora capiva. La sua amica era stata tanto forte da capire che la sua relazione non l’avrebbe più resa felice in un prossimo futuro, e l’aveva stroncata prima che degenerasse rovinando anche l’affetto che comunque li avrebbe legati per sempre.
-Herm?-
-Sì?-
-Mi capisci? Sei arrabbiata?- la sua voce era un po’ lacrimosa, ma la tempra che la distingueva l’aveva già fatta rasserenare leggermente.
-Perché dovrei arrabbiarmi? Ci sono passata anch’io. So cosa vuol dire. Sei stata molto forte, Gin.-
-Al momento non mi consola molto questo… Passerà, vero? Ho fatto bene?-
-Sì Gin. Passerà presto. E se hai sentito che era giusto così, hai fatto bene. Come l’ha presa lui?-
-Harry… lo sai com’è. Non dice nulla finchè non scoppia. Ha capito, e sembrava anche d’accordo, ma è rimasto comunque ferito. Dovresti andare da lui.- dicendo così, Ginevra si era districata dolcemente dal suo abbraccio mostrando i suoi begli occhi azzurri finalmente asciutti, anche se tristi. Hermione l’aveva guardata dubbiosa.
-Ne sei sicura?-
-Sicura. Lo sai che si confida solo con te su certe cose.-
Hermione si era sentita inspiegabilmente arrossire a quel commento che, se lo sentiva nella bacchetta, puzzava di sottotesto che non era riuscita a cogliere. Ma voleva andare a vedere come stava Harry, era preoccupata per lui, così non si era trattenuta troppo a pensarci su e aveva salutato Gin con un bacio sulla guancia e un ‘andrà meglio presto, te lo assicuro.’
Non era sicura di quello che Ginevra le aveva risposto, ma somigliava spaventosamente ad un ‘Lo so, dovete solo capire. E saper vedere.’ Quella frase le era suonata tanto strana da accantonarla come un gioco di suoni recepito male.
 
Ginevra aveva recuperato presto il buon umore, e anche Harry sembrava di nuovo un essere umano vivente, e non solo respirante. Hermione non dubitava dell’amore che avevano provato l’uno per l’altra, ma si era resa presto conto che il discorso di Gin aveva senso. Non bisognava accontentarsi di un amore che cambia col cambiare delle stagioni, ma cercare quello che ti sorregge come una salda roccia d’ancoraggio. ˟
Voltandosi verso Ron, ebbe l’ennesima conferma di aver fatto bene a lasciarlo: lo beccò infatti a sbavare sulle gambe di Luna, la quale, ovviamente, non si era accorta di nulla. Era convinta che entrambi dovevano essere liberi di trovare la persona che li avrebbe sorretti nella bufera che sarebbe imperversata nella loro vita. Forse sarebbe stata Luna a sostenere Ron. Quando sentì il peso di uno sguardo magnetico su di sé, non si stupì troppo quando intercettò due smeraldi che la fissavano incuriositi, chiedendole silenziosamente se andasse tutto bene.
Prima o poi mi spiegherà come cavolo fa a esprimersi così bene senza parlare. Se non sapessi che è impossibile, direi che mi lancia addosso i suoi pensieri. Una specie di Legimanzia al contrario…
Con un piccolo sorriso per tranquillizzare il suo amico tornò a prestare attenzione alla Preside, che stava facendo volare davanti agli studenti gli orari delle lezioni, raccomandando puntualità e rispetto delle regole. Vedendo che aveva un’ora libera, salutò velocemente i suoi amici per andare a verificare se il consiglio della McGranitt fosse attuabile.
 
Scese di gran carriera le scale fino ad arrivare di fronte all’ingresso dei dormitori di Serpeverde. Per fortuna tutti gli studenti erano in classe o comunque fuori da lì, o le sarebbe toccato aspettare la notte per praticare l’incantesimo. Ma non era comunque il caso di prendersela comoda.
Impose le mani sul quadro e lentamente, lasciando che i pensieri superflui scivolassero via come l’acqua, si concentrò sul suo obiettivo: individuare i Serpeverde che l’avrebbero accompagnata nel suo viaggio. Non sapeva se ce n’erano, ma doveva tentare. Prese a canticchiare una formula in greco antico pensando intensamente  all’acqua che scorre lenta nei fiumi, giace immobile nei laghi e diventa burrascosa nelle maree. Si senti attraversare da capo a piedi dalla forza di tutte le acque del mondo, e cercando di resistere al loro impeto cantò più forte l’incantesimo, che altro non era che una preghiera all’Acqua di svelarle il suo Portatore. Non sapeva perché avesse scelto proprio l’acqua per Serpeverde, ma l’istinto l’aveva portata a pronunciare il nome di quell’Elemento associato a quella Casa.
Quando l’impeto dell’incantesimo diminuì, sentì le acque che l’avevano invasa ritirarsi dal suo corpo fino a uscire dalle mani sospese a palmi aperti di fronte all’ingresso e concentrarsi in un unico punto, in mezzo ad esse. Hermione, prima di svenire dallo sforzo, vide un punto di luce brillare per un secondo come il riflesso del sole sull’acqua, che poi divenne opaco come la materia solida.
Passarono pochi minuti prima che un ragazzo biondo, dalla sguardo genericamente impassibile, perdesse la sua calma flemmatica precipitandosi verso una ragazza svenuta di fronte al quadro che si apriva sul suo dormitorio. In fianco a lei, una minuscola pietra blu oltremare che sembrava brillare a intermittenza.
 
 
 
Note:
Salve a tutti! Innanzi tutto, grazie mille a chi sta leggendo la mia storia! Mando un bacio grande ai due che hanno recensito e ai quattro che hanno messo la mia storia tra le seguite! Grazie!!!
˟ ho parafrasato liberamente una frase bellissima di Cime tempestose, in cui la protagonista spiega la differenza dell’amore che prova per Heathcliff e per Linton.
Allora, Hermione inizia la sua ricerca dei compagni di questo fantomatico viaggio… chi saranno? Ho dato un’assaggino del suo potere, ma credetemi, ho una sorpresa grossa come un drago che riguarda la mente de Trio Miracoli. Aspettate e vedrete.
Grazie in anticipo a chi leggerà! Un bacio e buona lettura!
FlosIgnis
  
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