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Autore: Trick    25/09/2013    2 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Non ricordo né a chi né quando io abbia fregato i prompt, mi spiace... (:



*
Armatura
Minerva McGranitt
272 parole

«Una fra le più promettenti studentesse».
Minerva sfoggia il sorriso sfrontato di una diciassettenne convinta che la propria gioventù non debba finire mai. È abile, è decisa, è sicura di sé – Prefetto, Caposcuola, Capitano.
Il rancore negli occhi di sua madre resta chiuso in un diario che non ha mai avuto il coraggio di scrivere per timore che fosse letto.
Minerva non demorde. È nata per non fallire.
«Una fra le più abili streghe».
Minerva cammina fra i corridoi del Ministero della Magia con il mento alzato e le spalle rigide. Muove i piedi l'uno avanti all'altro con ritmo incalzante, i piccoli tacchi degli stivali ad accompagnarla in quella passerella di noia e routine.
Il dolore negli occhi di Dougal mentre gli voltava le spalle verso l'alba nascente, la pena provata nel lasciarsi alle spalle il tramonto di un amore mai iniziato resta fermo nel suo cuore. Immobile, sigillato – mai dimenticato.
Minerva non demorde. È nata per non fallire.
«Una fra le più grandi professoresse».
Minerva brandisce la propria bacchetta con la fierezza indomabile di una leonessa – e nonostante gli anni trascorsi torna a essere il Capitano di Grifondoro, la promessa della Trasfigurazione moderna, la migliore in tutto, l'infallibile in nulla. Colpisce i Mangiamorte con furia impetuosa, difende ognuno dei suoi ragazzi come se ne dipendesse la sua stessa vita.
Minerva non demorde.
«Signor Canon, lei è ancora minorenne: non mi costringa a ripeterglielo un'altra volta».
«Professoressa, io--».
«Non le permetto di restare. È troppo pericoloso».
Minerva non è nata per fallire.
Quando riconosce fra i caduti il pallido profilo di Colin Canon, cade a terra e grida.


*
Our last summer – ABBA
Ernie MacMillan, Hannah Abbott
213 parole

Ricordi i pomeriggi in cui i compiti e lo studio si fermavano un attimo per lasciarci correre nei prati attorno a Hogwarts? Portavi due treccine bionde ai lati del volto; ti inseguivo e sognavo di inseguire le code delle stelle comete.
Non te l'ho mai detto. Credevo fosse stupido pensare di poterti paragonare al cielo. Avresti riso, mi dicevo, e ogni cosa fra noi sarebbe cambiata.
È ancora stupido, tremendamente stupido, eppure i tuoi occhi sono ancora azzurri quanto le giornate d'estate; e ci sono le stelle, nei tuoi occhi, e l'alba e il tramonto, e le nuvole e tutti i ricordi più belli della mia giovinezza sono tutti imprigionati nel tuo sorriso.
Sei meravigliosa, Hannah, e non te l'ho mai detto perché pensavo fosse troppo stupido.
Immagino sia questo il motivo per cui oggi sposi Longbottom – lui te l'ha detto, vero?
Lo guardo sorridere al tuo fianco ebbro di gioia, applaudo piano fra la folla in festa e rido quando la fede gli sfugge fra le mani nervose. Le stelle non mollano i tuoi occhi un solo istante – ma guardano lui, guardano Longbottom, guardano quello stupido mentre si gratta imbarazzato la nuca, e Merlino, era me che avresti dovuto guardare così, oggi.
A volte gli uomini sanno essere davvero stupidi.


*
Boulevard of broken dreams – Green Day
Kingsley Shacklebolt
185 parole

Non c'era mai stato niente che li accomunasse a parte l'aver prestato lo stesso giuramento. Proteggi gli indifesi, combatti la Magia Oscura e non mollare, non mollare per nessun motivo – se cadi, rialzati e non mollare, non puoi mollare, non mollare.
Ci credevano con la stessa forza.
Alastor parlava fra i denti, ringhiava e sputava e brontolava perché non erano mai abbastanza attenti. A volte Kingsley credeva di risentire i borbottii di Alastor riecheggiare perfino nella vastità dei corridoi del Ministero.
Si voltava e lui non c'era.
Tonks rideva come se la vita non avesse mai dovuto finire. Aveva paura? Oh, sì, e non aveva alcuna vergogna nell'ammetterlo. Ma lei era un'anima libera, era scanzonata e sfacciata e giovane – troppo giovane. Combatteva come una donna – come una moglie, come una madre – ma prendeva in giro il destino avverso come una bambina. La sentiva ancora ridere.
Si voltava e lei non c'era.
Erano gli Auror dell'Ordine della Fenice.
Kingsley pensa a loro in continuazione. Si fissa immobile le mani, china il capo sconfitto e tace.
Si volta e loro non ci sono.
   
 
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