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Autore: Edmond Dantes    25/09/2013    11 recensioni
Dal capitolo 1:
"-Ron! Ron!-
Hermione era riemersa dal fuoco violetto, e ora si dirigeva velocemente verso il ragazzo disteso sul pavimento."
Dal capitolo 8:
"Sarebbe stato un matrimonio impeccabile. Fiori perfetti, addobi perfetti, vestiti perfetti. Tutto perfetto. Tutto, tranne lo sposo."
Una breve long (BUGIARDA!) incentrata sugli anni di Hermione a Hogwarts, più un epilogo alquanto... inaspettato
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Che c'è Weasley'
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A questo capitolo può essere collegato lo spin-off  "I'm not gonna teach him how to dance with you", che potete trovare qui.



 

La dedico a tutti,

a chi ha seguito, ha recensito o ha letto silenziosamente.

Grazie, grazie di cuore.

Epilogo

Cinque anni dopo

 

7 maggio 2004

 

Sarebbe stato un matrimonio impeccabile. Fiori perfetti, addobi perfetti, vestiti perfetti. Tutto perfetto. Tutto, tranne lo sposo.

La ragazza camminò lentamente lungo la navata della chiesa, il volto irriconoscibile sotto gli spessi strati di trucco, che coprivano anche la sua anima.

Mentre camminava sorretta dal padre, sorrideva agli ospiti. Un sorriso finto, che nascondeva rancore e ripensamento e che dadicava a Bill e Fleur, con la piccola Victorie; a Cho e Dudley, una coppia impensabile ma perfetta; a Harry e Ginny, che avevano avuto il loro bramato "felici e contenti" con Teddy Lupin; a...

Il suo cuore fece un balzo. Quella somiglianza la stava uccidendo, ma lui non era Fred, era suo gemello George, quello gentile, quello coi piedi per terra, quello senza un orecchio, quello che non l'amava.

Raggiunse Ron all'altare, e donò anche a lui un sorriso, ma tirato, finto.

La cerimonia volò in un balenò, e lo sguardo della ragazza era catturato dagli addobbi rosso e oro, degni di un matrimonio di Grifoni, ma che le facevano piangere il cuore.

Dannazione, perchè aveva scelto quei colori troppo simili ai suoi capelli, troppo simili a lui.

Arrivò il momento dei voti, e quando fu il suo turno, lo sguardo veleggiò sulla sala fino al grande portone d'ebano. La ragazza chiuse gli occhi, ritrovandosi poi in un altro mondo, dove lui sarebbe potuto entrare e urlare di fermare il matrimonio, chiedendole la mano. Avrebbe certamente accettato. Ma non poteva accadere, perchè era morto, come non aveva mancato a farglielo notare l'uomo che stavi per sposare, l'uomo per cui, in fondo, provavi odio, perchè occupava il suo posto.

Aprì gli occhi e lo guardò in faccia, mentre una lacrima iniziava a scendere lungo il volto, lasciandosi dietro una riga bianca che faceva contrasto agli strati di trucco scuro. L'espressione radiosa e sorridente di Ron aveva lasciato spazio ad una preoccupata e vacillante, mentre una solitaria goccia di sudore scendeva dalla tempia e gli attraversava il viso.

 

-Sì- rispose Hermione debolmente, mentre nella sala scoppiavano urli entusiasti e increduli.

 

Meno di dodici ore dopo erano nella stanza d'albergo, a Parigi.

La ragazza sapeva di dover concedersi al suo marito, consumare il matrimonio, ma non ci riusciva.

Sapeva di sporco, di male.

Si lasciò spogliare lentamente e condurre al letto.

Ciò che venne dopo non fu minimamente comparabile alle notti di passione con Fred. Aveva provato solo dolore, e si chiedeva come una creatura potesse nascere da ciò.

Si rigirò nel letto, mentre lacrime solitarie iniziavano a rigarle il volto. Ron era un bravo marito, che la amava, ma che sapeva di non essere ricambiato. Si accontentava dell'affetto, e Hermione si sentiva subdola e cattiva, privandogli dell'amore che qualunque altra donna avrebbe potuto dargli.

Ma non lei. Lei non sarebbe più stata capace di amare, il suo cuore era di pietra.

 

***

4 aprile 2005

 

Il bambino, o meglio, la bambina, si fece attendere.

Con due settimane di ritardo e un lungo travaglio, uscì poi dall'utero della madre perfettamente sviluppata e grossa.

Aveva dei ciuffetti rossi e splendidi occhi azzurri, e quando gliela misero in braccio, le donò una familiare espressione furbesca. Pesava circa quattro chili, ed era incredibile il modo in cui somigliasse di più allo zio che al padre e alla madre. Pareva una fotocopia.
Vedendo quei profondi occhi blu e quel ghigno felice, capì che amare era ancora possibile.

 

-Come vuoi chiamarla?- le chiese colui che da quasi un anno era suo marito.

 

-Isobel Mary- disse lei con un tono che non ammetteva repliche.

 

Quando le permisero di tornare a casa, si diresse direttamente verso un cassetto chiuso a chiave della scrivania di mogano.

Lo aprì, e sotto strati di lettere, scartoffie e aggeggi insignificanti trovò l'oggetto che cercava.

Un piccolo specchietto di metallo sporco ricoperto di scritte latine e graffi. Lo girò, e un tuffo al cuore seguì la sorpresa di ritrovarsi davanti il suo ex, o meglio, defunto, fidanzato.

 

-Hermione?- chiamò l'immagine, con la stessa voce robotica e arrugginita che lo contraddistingueva.

 

La donna avrebbe comodamente potuto modificarla in meglio, ma ormai vi era affezionata.

 

-Che c'è, Weasley?- domandò la ragazza, mentre le lacrime iniziavano a coprirle il viso.

 

-C'è che ti amo-.

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Angolo autrice

Voglio ringraziare tutti, i lettori silenziosi, quelli che mi seguivano e quelli che recensivano. Grazie a chi rideva, piangeva o urlava con me, che condivideva la mia gioia e il mio dolore. Grazie a chi ha sopportato i capitoli cortissimi e le lunghe attese. Grazie ai bellissimi messaggi privati che ricevevo. Grazie, perchè mi avete fatto sentire come una regina.

Grazie di cuore,

Isobel Mary Weasley

 
   
 
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