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Autore: alicew in wonderland    27/09/2013    4 recensioni
Dopo la cancellazione della serie ho deciso di scrivere quello che secondo me poteva essere il vero finale della storia: ovvero una serie intera!
Pubblicherò ogni episodio di venerdì, esattamente come se la serie tv fosse in onda in America rispettando anche le festività (Ringraziamento, Natale, Pasqua...).
La storia comincia esattamente oggi, 27 Settembre 2013, Mac e squadra sono al lavoro come sempre e un po' di cose sono cambiate: Mac è sposato con Christine e Danny e Lindsay hanno avuto il loro secondo figlio...
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Trama episodio XXVII: Mac è ferito e cerca di salvare Christine da un arresto cardiaco. Intanto, Christine è in un limbo dove incontra sua madre e quella di Mac, dalle quali apprende avvenimenti futuri, e, al risveglio, si accorge con Mac che l’incubo è solo all’inizio.
Il disastro aereo di Danny e Sheldon è più grave del previsto e Lindsay ha delle complicazioni e deve essere operata d’urgenza.
Anche Mac finisce in un limbo in cui fa degli incontri importanti e ha delle visioni del futuro.
Flack e Jamie vanno a catturare il terrorista islamico, ma le cose non vanno come programmato.
Il team CSI cambia per sempre…
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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27 SETTEMBRE 2013

EPISODIO I: MERCURY TASTE

 
Mac guardò lo smoking adagiato sul letto e sospirò. Si ricordò di essersi promesso che dopo Claire non sarebbe convolato di nuovo a nozze. Sorrise ricordando di aver pronunciato il suo “sì” a Marzo e questa volta, forse, per un periodo più lungo.
Guardò la foto che ritraeva lui e Christine abbracciati, la stessa che c’era sulla sua scrivania, e sorrise nuovamente.
Prese lo smoking e lo chiuse nell’armadio e gli venne in mente una mattina di quasi metà Marzo: il telefono cellulare aveva preso a suonare e Mac si era affrettato a guardare il display per visualizzare il numero e aveva risposto «Mamma?»
la voce dall’altro capo era di una donna sugli ottant’anni «Mac, sono appena arrivata in aeroporto! Prendo un taxi e ti raggiungo a casa!»
«Mamma, mi sposo tra tre giorni! Eravamo d’accordo che saresti arrivata il giorno prima del matrimonio!»  aveva protestato Mac , «Sono senza un letto pronto per gli ospiti e in più sto uscendo per andare al lavoro!»
«Non vedevo l’ora di conoscere Christine e così ho pensato di farvi una sorpresa!» disse eccitata la donna «Non preoccuparti, me la caverò! Vai a lavorare! Tanto so dove tieni la chiave di scorta!».
Mac aveva alzato gli occhi blu al cielo e poi aveva osservato l’orologio alla parete e infine quello al suo polso per maggiore sicurezza «Ti posso richiamare in un altro momento?» aveva detto rimettendo il vestito per il grande giorno nell’armadio «Sono davvero di fretta!»
«Va bene! Buon lavoro!»
A distrarlo da quel ricordo fu un messaggio di Danny «Un nuovo caso nel mio giorno libero! Evviva!» disse appuntando una nota a Christine che collocò sul tavolo e si precipitò fuori dalla porta di casa che chiuse con doppia mandata.
Raggiunto il suo ufficio si sedette alla scrivania e aspettò l’ingresso di Danny «Hey Mac! Scusa se ti ho rovinato il giorno libero» disse quest’ultimo entrando «Flack ti sta cercando! Dice che hanno trovato un cadavere nell’Hudson»
«Non puoi andarci tu? Fa parte anche del tuo lavoro mi sembra!» disse Mac in tono autoritario
«Sì, ci sarei andato io ma… Non posso… » disse Danny titubante
«Che intendi dire?» domandò Mac preoccupato
«Che hanno sotto tiro un uomo sui quarant’anni, bianco, armato fino ai denti che si è rifugiato in un magazzino abbandonato e urla che parlerà solo con il Detective Taylor della scientifica di New York» rispose Danny «Hanno anche detto che si era fatto un bagno mattutino nel fiume, prima di accorgersi della polizia!» aggiunse poi
Mac si tolse la giacca per infilare il giubbotto antiproiettile sopra la camicia «Avvisa Flack che sto arrivando!»
«Vado!» rispose Danny uscendo dalla porta a vetri.
 
Sulla macchina che lo potava sulla scena si creò un’atmosfera tesa «Danny ti ha già spiegato del pazzoide?» chiese Flack
«In parte…» rispose Mac
«Non sei di molte parole oggi!» commentò Flack
«Avevo appuntamento con mia moglie, Flack! Fai un po’ tu!» rispose Mac cercando di mantenere la calma «Sheldon è già sul posto?» si limitò a chiedere poco dopo Mac, quando l’auto si fermò nei pressi del ponte di Brooklyn
«Sì certo!» rispose Flack guardando Mac correre verso una vecchia costruzione presso cui le volanti erano già appostate.
Appena arrivato, il detective venne assaltato dai colleghi della polizia «Ci siamo messi in contatto con lui tramite un cellulare» disse un poliziotto di colore che lo scortava vicino a un furgone appostato per l’operazione
«Come avete fatto a tracciare il segnale?» chiese il Detective.
Il furgone si spalancò e fece capolino  Adam «Ehy Mac!» lo salutò facendolo entrare «Grazie al cielo sei qui!» disse in tono ansioso «Sai, quello, ha già ferito tre agenti e sembra che là dentro ci sia un fortino di armi e… e…»
«Basta così Adam! Mettimi in contatto con lui!» tagliò corto Mac
Adam eseguì l’ordine all’istante, digitando senza sosta sulla tastiera del computer mentre qualcuno bussava al furgone «Avanti!» disse distrattamente Adam
«Mac è qui?» disse Sheldon facendosi riconoscere all’istante dal suo timbro calmo e fermo
«Presente!» bisbigliò Mac «Hai novità?»
«La vittima si chiamava Kate Rails, 26 anni e non è morta annegata! Niente emorragia petecchiale!» concluse Hawkes accucciandosi in un angolo del furgone «Stai per parlare con il possibile assassino?»
«Appena Adam mi mette in contatto…» con il suo tono autoritario Mac faceva percepire la fretta di risolvere la situazione
«Ok, ci siamo!» concluse Adam soddisfatto.
Il telefono cominciò a squillare una, due, tre volte, alla quarta rispose un uomo con una voce rauca e inquietante «Pronto!»
Mac rimase scosso per un secondo riconoscendo quella voce, ma riprese immediatamente il controllo «Detective Taylor»
«Detective è un vero piacere risentirla dopo tredici anni!» sogghignò l’uomo dall’altra parte
«Reynolds! Sei uscito da neanche una settimana, da quello che so. Vuoi già ritornare dentro?» chiese Mac con voce decisa
«Spiritoso! Di sicuro mi starà anche per dire che ci sono abbastanza prove per accusarmi dell’omicidio di quella ragazza!»
«Sei bravo a leggermi nel pensiero Reynolds!» sorrise Mac «Dimostrami che non sei stato tu!»
«Venga qui da solo e le darò tutte le prove che mi chiede!»
«Aspetta un’istante! Ti richiamo io!» disse Mac chiudendo la chiamata
«Non vorrai andare là dentro da solo!» rabbrividì Adam
«Tu cosa proponi? Di rivolgerci all’FBI?» rispose Mac
«Non sarebbe una cattiva idea! Potremmo negoziare!» si intromise Sheldon
Mac rimase in silenzio per qualche istante «Sheldon, sporgiti fuori e fammi chiamare Flack da uno degli agenti!» fece un sorriso astuto «Ho un’idea!»
 
Mac scese dal furgone con un cellulare e si avviò da solo verso l’edificio dismesso «Mi vedi Reynolds?»
«Certo! Scendo all’ingresso» rispose l’ex galeotto
Mac si fermò a pochi passi dalla porta, ascoltando i rumori all’interno della struttura. Un rumore di passi che scendevano delle scale di metallo lo lasciavano intuire che presto sarebbe arrivato Reynolds ad aprire la pesante porta di acciaio.
La porta cominciò a cigolare lievemente e da uno spiraglio comparve il volto di un uomo quarantenne, coperto da una folta barba grigia, era chiaro che era finta per non farsi riconoscere dalla polizia.
«La pistola!» intimò Reynolds puntando la sua sul detective «Buttala!»
«Se sono qui davanti a te Reynolds ora è perché so che non sei un assassino!» disse Mac gettando l’arma a terra «Almeno non lo eri fino a questa mattina!»
«Dentro!» ordinò l’uomo.
Mac ubbidì «Spiegami cosa stavi facendo nel fiume!»
Reynolds prese un sacco di iuta vicino alla porta e lo lanciò ai piedi di Mac. Il detective si chinò per esaminarne il contenuto «Sei tornato dopo tredici anni a recuperare la refurtiva!»
«Già Detective!» concluse Reynolds «Quello che posso dire su quella ragazza è che stava vicino alla buca dove ho seppellito i soldi!»
«Non è tutto qui vero?» domandò Mac dubbioso
«No! C’era una macchina parcheggiata, una Berlina grigia, e il suo proprietario aveva una maschera! Ho dovuto dargli metà dei soldi per avere salva la pelle! Poi quel tizio l’ha gettata nel fiume e ha messo in moto l’auto. Ho cercato di salvare la ragazza, ma era tardi!» concluse Reynolds
«Ora hai davanti a te due alternative» disse il detective vedendo che non avrebbe più ottenuto informazioni «o vieni fuori con me, o questo posto diventa un inferno!» disse serio
«Non mi conviene ucciderla! Sarebbe un vero peccato per Claire!» Mac rimase scosso da quelle parole.
Inaspettatamente Reynolds porse le mani verso di lui e si lasciò ammanettare.
All’esterno Flack lo prese in custodia mentre Mac si voltava verso Danny che era appena giunto sulla scena «Mi hanno detto che eri entrato da solo! Come hai fatto a prenderlo!» gli chiese quello lanciando un’occhiata fulminea al malvivente
«Ha paura di rifinire dentro e questa volta a vita!» disse Mac beffardo dopo di che si ammutolì per un minuto cominciando a riflettere scuotendo la testa «Però mi è parso troppo facile… lo voglio nella stanza degli interrogatori e voglio anche che controlli quella telecamera di sicurezza se funziona!» disse indicando l’apparecchio sull’edificio a Danny
«C’è una buona visuale sul ponte!» esclamò questo «Potrebbe aver ripreso l’occultamento del cadavere!» notò Danny. Mac, soddisfatto, gli diede una pacca sulla spalla e fece per allontanarsi «Un’ultima cosa Mac!» lo richiamò Danny «Ha chiamato Christine! Ha detto che è dispiaciuta che tu non possa andare con lei a pranzo oggi e che cercherà di riparare con la cena!»
Mac sorrise mal volentieri, il mistero del collegamento tra Reynolds e Claire lo aveva profondamente turbato.
Lasciò Danny alle prese con il lavoro e si mise alla guida per raggiungere l’obitorio dove Sid lo attendeva per dargli le ultime informazioni sul caso.
 
«Mac, è un piacere vederti!» disse Sid senza guardalo in viso e osservando le mani della vittima «Vuoi sapere come è morta la nostra Kate?»
«Illuminami!» esclamò Mac
«Mercurio! Ce ne era in grande quantità nello stomaco e nel sangue!» disse Sid sfilandosi gli occhiali
«Idee su come possa esserci finito?» domandò Mac
«In genere sei tu quello che ha delle intuizioni lampanti! Comunque no! Ho solo rilevato delle tracce agli angoli della bocca che sembravano essere legno e vernice. Sono nelle mani del tuo team adesso!» 
Mac sospirò e guardò le unghie della giovane «Che mi dici del coagulo di sangue sotto l’anulare destro?»
«Non so davvero se possa o meno centrare con l’omicidio, di sicuro è ante mortem!» disse Sid picchiettando con l’indice il dito della vittima «Ti aggiornerò presto!» disse sbattendo gli occhi che parevano molto affaticati
«Sid, cosa ti succede?» domandò Mac inquisitore
Il patologo lo guardò con aria sorpresa «Nulla!»
«Non mentire!» disse tranquillo Mac «ti conosco da nove anni ormai!»
Sid spalancò la bocca per cominciare a parlare, ma le parole gli morivano in gola. Respirò a fondo «Va bene! Meglio che tu lo sappia da me e non dalla lettera che avresti ricevuto a breve!» Mac lo scrutò con i suoi occhi senza mettergli fretta «Io sono malato Mac! I medici hanno detto che tra sei mesi o un anno al massimo… » pronunciare per intero quella frase gli era stato impossibile.
Mac, già sconvolto dall’aver sentito pronunciare il nome della sua defunta moglie da Reynolds, rimase senza parole a quella scoperta «Sid, io… mi dispiace tanto!» sentì qualcosa di umido corrergli lungo una guancia e solo dopo si accorse che era una lacrima
«Mac Taylor che piange?» scherzò Sid «Questo sì che è un momento storico!»
«Perché? Non posso esprimere il mio dolore per uno dei miei più cari amici, nonché collega?» disse passandosi l’indice destro sotto gli occhi
«Ora però hai da fare!» disse il patologo giocando con i suoi occhiali «Dovrai interrogare un po’ di persone, avvertire la famiglia di Kate e poi… c’è Christine, a quanto si dice le hai dato di nuovo buca! Non si fa così con la propria moglie!» concluse ammiccando.
Mac sorrise «Chiamami appena scopri qualcos’altro!» disse voltandosi e congedandosi con un cenno della mano.
 
Flack stava finendo di registrare Reynolds quando Jamie Lovato comparve davanti a lui con un’aria sorridente, troppo felice per essere una giornata come le altre,  «Hey Don! Hai da fare?»
«Al momento sì, ma per te posso fare un’eccezione!» disse lui staccandosi dalla scrivania e accavallando una gamba
«I miei fratelli sono in città e vogliono conoscerti!» disse Jaime chinandosi «Quindi questa sera vieni a casa mia!»
Don deglutì pesantemente e un brivido gli percorse la schiena e la giovane Detective davanti a lui se ne accorse «Qualcosa non va?» domandò passandosi una mano nei lunghi e morbidi capelli neri
«Ecco… mi hai descritto i tuoi fratelli come persone poco tranquille e molto protettive!»
Jaime scoppiò in una grossa risata «Solo per questo hai paura?» Don la guardò con lo sguardo di chi non capisce che cosa c’è di così divertente.
«Stai tranquillo!» continuò lei poi «Nessuno ti ucciderà e butterà il tuo cadavere nell’Hudson!»
«Molto divertente!» concluse Flack con aria cinica.
Mac fece il suo ingresso nel distretto e si avvicinò a Flack che stava ancora parlando con Jaime «Don! Dov’è Reynolds?» chiese interrompendoli
«Nella sala degli interrogatori, aspettavo te per dare il via alle danze!» sorrise alzandosi dalla scrivania.
Mac e Jaime si salutarono con un cenno del capo, infine i tre si avviarono verso la sala degli interrogatori. Mac si arrestò poco prima della porta e guardò fisso i due detective «Interrogatelo voi, io subentrerò in un secondo momento!»
Jamie e Flack si guardarono per un istante «Qualcosa non va, Mac?» domandò lui avvicinandosi
«Non ne sono convinto… il modo in cui lo abbiamo preso, come lo abbiamo trovato… è tutto troppo semplice!» disse con un tono buio e malinconico
«C’è qualcos’altro vero?» disse Jamie incrociando le braccia «Qualcosa che non vuoi dirci!»
«È collegato, in qualche modo, alla mia prima moglie Claire e voglio sapere come!» esclamò Mac entrando nella saletta da dove poteva osservare l’interrogatorio da dietro lo specchio. Incrociò le braccia guardando  fisso Reynolds per poi rivolgere la sua attenzione su Flack e Jaime che entravano nella stanza.
«Allora, Reynolds…» esordì il Detective sedendosi e mettendosi a sfogliare un fascicolo «Furto con scasso, rapina a mano armata in una gioielleria, aggressione e lesione a pubblico ufficiale e, per chiudere in bellezza, spaccio di droga!» disse contando ogni singola cosa sulle dita della mano sinistra
«Ora però non basta più!» si intromise Jaime «Ora c’è anche un omicidio!»
Reynolds non disse nulla, si appiattì contro lo schienale guardando dritto nello specchio davanti a lui, sorrise in maniera maniacale e salutò con una mano «Ben ritrovato Detective Taylor!»
Mac nella saletta dietro strinse i denti e i pugni, la sua frenesia di saperne di più sul legame tra Reynolds e Claire lo stava invadendo sempre di più.
«Perché non c’è lei qui a interrogarmi?» continuò Reynolds con il suo sorriso. Gli occhi di Mac divennero due fessure di ghiaccio che brillavano nella penombra della stanza e pensò che Reynolds dovesse essere fortunato del fatto che lui non fosse fisicamente là dentro al momento.
«Il Detective Taylor non è venuto al tuo interrogatorio!» disse Flack stendendosi sullo schienale «Ha detto di interrogarti e di sbatterti dentro perché, nell’ipotesi che tu non abbia commesso anche l’omicidio, hai ferito tre agenti alle cinque di questa mattina»
«O vuoi negare anche questo?» disse Jamie appoggiata al muro
«No! È vero, ho sparato!» disse Reynolds passandosi le mani sul volto «ma, come ho già detto al Detective Taylor, io non ho ucciso nessuno!»
Danny aprì, senza preavviso, la porta alle spalle di Mac facendolo voltare di scatto «Non ci crederai Mac! La telecamera ha ripreso tutto ma della macchina non si vede nulla!» disse passandogli un fascicolo con delle foto «Come ha detto Reynolds, il nostro ricercato indossa un passamontagna, è alto un metro e sessanta circa ed è sicuramente mancino!»
Mac guardò distrattamente le foto «Tracce di pneumatici?»
«Adam sta provando a rilevarne ma… il vento ha cancellato le tracce!» disse Danny «Se vuoi qualche buona notizia devi sentire Lindsay. Pare che le tracce di vetro e legno che Sid ha trovato tra i denti della vittima li abbia ricollegati a un termometro particolare»
Mac sorrise «Abbiamo l’arma del delitto!»
«Non resta che trovarne i pezzi mancanti!» sorrise Danny osservando l’interno della sala dell’interrogatorio «Come faremo a prendere qualcuno che indossa una maschera del quale non abbiamo un DNA che lo ricolleghi alla scena?»
«Questa è una bella domanda!» concluse Mac vedendo Flack e Jaime uscire «È il mio turno!» disse scuro in viso a Danny uscendo dalla piccola stanza ed entrando nella saletta dell’interrogatorio.
Flack e Jaime presero posto accanto a Danny che riuscì ad esclamare «Sapete, non mi piace quando Mac ha quello sguardo!»
«Mette i brividi a me! Figuriamoci a chi deve essere interrogato!» sorrise Flack.
Mac camminava avanti e indietro per la stanza guardando torvo Reynolds «Come conosci Claire?»
«Niente domande sul caso?» sorrise Reynolds scoprendo i canini appuntiti e bianchi
«Le domande qui le faccio io! Rispondi avanti!» la voce profonda e fredda di Mac riempì la stanza facendo quasi vibrare il tavolo
«Prima di essere tua, Claire è stata mia!» sorrise beffardo Reynolds. Mac prese un profondo respiro con il naso e si appoggiò al muro accigliato «Eh sì Taylor! Inoltre io le ho dato qualcosa che tu ancora non sei riuscito a darle, ameno che tu non mi stia per dire che sei padre!»
«No, non sono padre e nemmeno posso stare più con Claire!» disse con una nota di malinconia nella voce «Lei è morta nell’attentato al World Trade Center!»
Reynolds ne rimase sorpreso «Cosa?!» scoppiò in lacrime
«Non fingere che ti dispiaccia!» ringhiò Mac a denti stretti
«Taylor, io non ho mai smesso di amarla!» disse tra le lacrime Reynolds «Anche se eravamo solo al Liceo!»
«Allora perché l’hai abbandonata?»
«Maledizione! Era incinta!» ringhiò alzandosi in piedi Reynolds «Non potevo prendermi cura di lei e del bambino! Non avevo nemmeno denaro per me! Dovevo occuparmi di tre fratelli e mio padre era morto in un incidente sul lavoro quell’anno!»
«Claire aveva quindici anni allora! Ha dovuto dare il bambino in adozione e solo io so quello che ha dovuto passare!» urlò Mac
Flack e gli altri nella saletta dietro erano allibiti e sconvolti «Che bastardo!» commentò Danny
«Più che bastardo direi proprio che è un figlio di puttana!» commentò Jamie lasciando doppiamente senza parole i colleghi per quell’espressione.
Jo fece il suo ingresso dalla porta «Mac è riuscito a cavare qualcosa da Reynolds?» il suo sguardo mutò all’istante nel vedere i volti sconvolti dei colleghi «Cosa succede?»
«Hai davanti a te il padre naturale del figliastro di Mac!» disse Danny indicando Reynolds.
Jo rimase a fissare l’uomo per qualche secondo con la stessa faccia dei suoi colleghi «Non ci posso credere!» riuscì a sussurrare alla fine.
Mac si staccò dal muro e fece qualche passo verso Reynolds «Non provo alcuna pietà per te! Starai in prigione per un bel po’ ora!»
«Come si chiama? Almeno questo me lo devi!» disse l’uomo crollando seduto
«Per ventinove anni non te ne è mai fregato nulla!» disse Mac alzandolo dalla sedia «Andiamo! Tuo figlio starà meglio senza sapere chi sei!». Lo trascinò fuori dalla sala dell’interrogatorio e lo consegnò a due poliziotti perché fosse portato in una cella.
Jo guardò i colleghi negli occhi e infine uscì dalla saletta per raggiungere Mac; lo vide con un mano tremante sulla fronte, non era il solito Mac Taylor: era sconvolto e a pezzi.
«Mac!» lo chiamò Jo ottenendo in risposta un breve contatto visivo. Lei si avvicinò a lui e gli strinse la mano «Non lasciare che il tuo passato ti condizioni!» gli disse facendo più pressione «Claire non lo vorrebbe!»
Mac annuì e sembrò ritornare lucido ma la sua voce lo tradiva «Sì, hai ragione!»
A distrarre entrambi ci pensò una donna non molto alta che indossava un tailleur crema «Scusatemi…» disse avvicinandosi «Cerco i Detective Taylor e Danville!»
«Siamo noi!» rispose Mac già sapendo chi era la donna
«Dobbiamo parlare di sua figlia Kate, signora Rails!» disse Jo invitandola a seguirli
«Cosa ha combinato? Guidava ancora dopo aver bevuto?» chiese la donna preoccupata
«No, signora» disse Mac facendo accomodare la donna in una sala riservata «Sua figlia… è stata uccisa oggi» disse rispettoso della situazione e notando la madre della ragazza con gli occhi umidi «Ci dispiace immensamente darle questa notizia!» concluse il Detective
«Avete già scoperto qualcosa?» disse la donna spostando una ciocca bruna dal suo viso e trattenendo a stento le lacrime
«Speravamo potesse dirci di più lei» disse Jo allungando verso di lei un fazzoletto «C’era qualcuno con cui aveva litigato di recente?»
«No! Che sappia io no! Aveva un sacco di amici e posso anche darvi i loro nomi!» disse la donna cercando di frenare le lacrime che ormai le rigavano il viso «Vi chiedo scusa, ma sono sconvolta!»
«Lo capiamo signora Rails!» disse Mac «Stiamo facendo il possibile per arrestare il colpevole!»
«Ora però sono sola al mondo!» sospirò la donna «Kate era tutto per me!»
«Scriva una lista di nomi degli amici di sua figlia e poi vada a casa! Se dovessimo scoprire qualcosa non esiteremo a contattarla!» concluse Mac
«Grazie Detective!» disse la donna uscendo.
Mac e Jo si fissarono con uno sguardo di intesa.
«Devi dire a Christine quello che hai scoperto oggi, Mac!» gli disse Jo  dandogli una pacca sulla spalla in corridoio
«Lo so e spero che non se la prenda! Lo sa che Claire per me rappresentava tutto!»
«Abbi fiducia in lei!» sorrise Jo
Mac sorrise e la abbracciò poi si avviò verso l’uscita mentre Jo si preparava per tornare in laboratorio «Jo!» la chiamò Mac prima di andarsene «Te l’ho detto che torna Stella?»
La detective sorrise all’amico «Davvero?» domandò sorpresa. Mac annuì e uscì dall’edificio.
 
Danny aveva raggiunto Lindsay al laboratorio «Come stai?» disse baciandola sulla guancia
«Bene! Sid è con la baby-sitter!» disse sorridendo
«Il mio campione!» rise Danny «Fa il bravo e lascia lavorare la mamma!»
«Tornando seri, ho scoperto che il nostro killer potrebbe non essere più anonimo!» sorrise trionfante Lindsay
«Sorprendimi!»
«C’era una traccia di sangue su una scheggia all’angolo della bocca di Kate e non è suo!»
«Sei riuscita a trovare di chi è però?» disse Danny osservando la moglie che però scosse il capo e sollevò le spalle «È maschile ma di più non so dirti! Non è nel CODIS!»
«E ti pareva?» replicò sbuffando Danny.
Danny prese l’elenco di nomi che la signora Rails aveva stilato «Comunque, scommetto che è qui dentro il donatore!» cominciò a leggere, uno dopo l’altro, i nomi e quelli dei ragazzi li trascrisse su un foglio bianco.
 
Mac ascoltava pazientemente Christine al telefono, dopo aver messo il vivavoce, seduto alla sua scrivania «Immagino che il nuovo caso debba essere complicato…»
«Ti devo parlare Christine…» disse il Detective interrompendola con voce seria, grave e profonda.
Christine si spaventò «È successo qualcosa Mac?» lui non rispose ma si passò una mano sul viso
«Da dove comincio?» disse dopo qualche secondo
«Mac, stai male? Conosco quella voce! È tipica di quando ti senti in colpa per qualcosa! Vuoi che…»
«No non è quello!» la interruppe «Ho paura che tu dopo mi fraintenda! Abbiamo deciso di costruire un rapporto sulla sincerità e io voglio essere sincero con te fino in fondo»
Christine emise un «Ah!», si mise a tacere e cominciò ad ascoltare.
 
Danny, mentre faceva ricerche sulla lista, si accorse che tutti i ragazzi che la vittima frequentava facevano parte del corso post laurea di giornalismo, dove lei era iscritta, e tra i nomi ne scorse uno molto familiare: Reed Garrett «Ti conosco già! Non ricordo chi tu sia però!» disse ad alta voce
«Trovato qualcosa?» chiese Sheldon avvicinandosi a Danny
«Guarda un po’!» disse passando il foglio al collega.
Sheldon rabbrividì sbattendo le palpebre più volte, Danny non capiva cosa stesse succedendo e quando  l’amico si decise a parlare incrociando il suo sguardo esclamò «Non voglio essere nei tuoi panni quando dirai a Mac che il suo figliastro è coinvolto nel caso!»
«Ecco perché mi sembrava di conoscerlo!»
Lindsay si avvicinò «Il figliastro di Mac è coinvolto?!»
 
Christine, dopo aver sentito tutta la storia, sospirò «Deve essere stato un duro colpo per te!»
«Non sai quanto! Per fortuna ci sei tu!» disse chiudendo gli occhi
«Fino a che entrambi avremo vita… o qualcosa del genere!» disse lei
Danny notò Mac al telefono ma dovette bussare ugualmente alla porta «Chiedo scusa, ma ho degli importanti aggiornamenti sul caso!»
Mac disse «Ti richiamo dopo Christine!» ma Danny lo bloccò «È meglio se senti anche tu Christine, visto che riguarda Mac in maniera diretta e potrebbe aver bisogno di sostegno morale!» Mac invitò Danny a parlare con un cenno del capo « Reed Garrett, il tuo figliastro, compare sulla lista degli amici di Kate» Mac rimase in silenzio fissando Danny negli occhi «Sono in venti i ragazzi su quella lista e Flack li sta andando a prendere per interrogarli, se il DNA di Reed dovesse combaciare con quello rinvenuto nella bocca di Kate…»
«Lo so da me quello che potrebbe succedere!» concluse Mac fissando il vuoto. Sospirando, infine, il Detective disse «Voglio interrogarlo io!»
«Ho conosciuto Reed e non è un assassino! Sarà senz’altro una coincidenza!» disse Christine al telefono «Mac! Si risolverà tutto!»
 
Il distretto di polizia era pieno di ragazzi di età compresa tra i venticinque e i trent’anni. Mac entrò cercando il figliastro senza successo.
Flack gli corse incontro «Mac! Reed non si trova! Ieri sera è andato a una festa e non è più tornato! I Garrett hanno fatto già fatto la denuncia di scomparsa, erano qui poco fa e hanno detto che hanno cercato di mettersi in contatto con te, ma eri già uscito dall’ufficio!»
«Li chiamerò io poi!» disse osservando i ragazzi « Anche loro erano a quella festa?»
«Sembrerebbe di sì!»
«Vado a fare un paio di telefonate!» disse Mac uscendo all’aperto.
Il telefono di Flack aveva cominciato a squillare senza preavviso e ne rimase sorpreso «Parla il Detective Flack della polizia di New York!» rispose stancamente «Dove sei? Ti veniamo a prendere!» disse con frenesia annotando l’indirizzo dettatogli su un pezzo di carta e corse fuori «Mac! So dov’è Reed! Andiamo!»
«Guido io!» urlò Mac salendo sulla sua auto.
 
Lindsay era tornata a casa per pranzo e con lei c’era anche Sid «Volevo conoscere tuo figlio e vedere quanto ti somiglia!»
«Sei stato gentile ad accompagnarmi! Danny deve verificare ancora che il DNA sul frammento non sia di uno dei ragazzi che sono adesso al distretto!» sorrise Lindsay posando le chiavi sul tavolino all’ingresso.
La baby-sitter si fece avanti sorridendo «Il bambino dorme! Ho lasciato qualcosa di caldo per il pranzo e ho già preparato il latte da dargli appena si sveglia!»
«Grazie Rosita! Ci vediamo domani!» rispose con gratitudine Lindsay
«Però! Complimenti per esserti attrezzata così bene!» sorrise Sid «Però non capisco come mai tu sia tornata a lavorare così presto!»
«Mi annoio a casa, anche se con Sid non ti puoi annoiare!» sorrise Lindsay a Sid.
Un pianto interruppe la quiete e Sid sorrise «Mi sa che si è svegliato…»
«Vado a vedere… anzi! Vieni con me!»
 
Mac era al Trinity General Hospital con Flack e Reed Garrett. Il ragazzo aveva ricevuto una botta in testa e il suo DNA combaciava con quello trovato nella bocca di Kate. Per quella notte sarebbe rimasto in osservazione.
Mac rovistò nei suoi vestiti e riuscì a ritrovare un termometro in legno con un angolo sbeccato e senza più neanche una goccia di mercurio, capì subito di trovarsi davanti l’arma del delitto e lo aveva fatto recapitare da un poliziotto al laboratorio della scientifica. Poi si avviò verso il letto dove Reed giaceva «Come ti senti?» chiese sottovoce 
«A parte il mal di testa, bene!» ma stava cominciando a piangere e a mordersi le labbra «Non sono stato capace di proteggerla! È colpa mia se Kate è morta!»
«Che stai dicendo?» disse Mac
«So chi l’ha uccisa!» disse voltando piano la testa nella direzione di Mac «Paul Steiner!» le lacrime sul suo viso non si arrestavano «Era ubriaco marcio e voleva violentarla! Sono intervenuto e poi sono caduto a terra…» scoppiò in un pianto intenso, liberatorio e tremendo.
Mac gli adagiò una mano sulla spalla «Lei era più di un’amica vero?»
Reed annuì senza smettere di stare male emotivamente «Era tutto per me! Le avevo promesso che dopo il master in giornalismo e l’avvio della carriera ci saremmo sposati!» si voltò verso la finestra «Ti volevo parlare di lei! Volevo presentarla anche a mamma e papà!» singhiozzò più forte «E ora l’ho persa per sempre!»
 
Nel pomeriggio Lindsay era tornata al lavoro e si occupò delle analisi sul termometro. Sorrise quando arrivarono i risultati «Danny le analisi rivelano che il DNA e le impronte sono di Paul Steiner. È nostro ormai!»
Danny sorrise «Grazie tesoro!» la baciò e uscì dal laboratorio «A proposito! Cosa ha detto Sid?»
«Che nostro figlio somiglia a me!»
Danny sbuffò «Un altro che non capisce nulla!» e si avviò verso l’appartamento dell’assassino nel Bronx. Il palazzo in cui Steiner viveva era sporco e putrido. Danny era sulle scale con due poliziotti e si fermò davanti a una porta con la vernice scrostata «Polizia di New York! Steiner apri subito la porta!» urlò Danny con la pistola in mano.
All’interno dell’appartamento si sentirono rumori di una sedia rovesciata e di una finestra che si apriva. Danny e i poliziotti non ci pensarono due volte a sfondare l’ingresso e a introdursi nell’appartamento «La scala antincendio! Prendetelo da fuori!» urlò Danny lanciandosi all’inseguimento a trenta metri di altezza.
Gli otto piani che dividevano Steiner dalla strada non erano molti, il poliziotto della scientifica poco più che trentacinquenne lo sapeva e doveva sbrigarsi. Digrignò i denti e cominciò a saltare diversi gradini per catturare prima l’assassino, ma Steiner, vedendo la situazione complicarsi quando gli mancava solo una rampa di scale, decise di lanciarsi dalla ringhiera, atterrando malamente su un’auto della polizia e ruzzolando a terra. Danny gli fu addosso in un momento «Hai fatto male i tuoi calcoli! Andrai in prigione per un bel po’ bello!»
 
Flack stava finendo una conversazione al telefono nel corridoio dell’ospedale, riagganciò e cominciò a camminare verso la stanza di Reed «Volevano incolparti dell’omicidio ma non ci sono riusciti! Il tuo DNA è finito casualmente sulla bocca della vittima!» sorrise entrando «Abbiamo appena arrestato Paul Steiner! Ci sono tutte le prove necessarie per spedirlo al fresco!»
Mac si tranquillizzò all’udire la notizia e fu felice nel vedere comparire i genitori adottivi di Reed  e la madre di Kate.
«Non sei solo Reed!» gli sussurrò all’orecchio prima di alzarsi dalla sedia accanto al letto «e io sarò tra i primi a starti vicino!». Si avviò verso la signora Rails che stava entrando accanto ai Garrett «Abbiamo preso il vero assassino di sua figlia signora Rails, ora è alla centrale»
La donna con le lacrime agli occhi strinse la mano del Detective «Grazie di tutto! Lo sapevo che non poteva essere stato Reed! Quando mi hanno telefonato per dirmi che era sospettato, non ci ho voluto credere! Amava mia figlia!»
«La ama ancora ora e per lui non sarà facile! Si sente solo e abbandonato proprio come lei! Mi prometta che vi starete vicini e che vi parlerete di Kate, lei non deve essere dimenticata!»
La signora Rails annuì e Mac si allontanò.
 
Camminando verso l’uscita a Mac tornò in mente un ricordo di sei mesi prima: aveva visto Christine che stava per uscire dall’ospedale con sua madre, Millie Taylor, «E voi cosa ci fate qui? Cosa è successo?» aveva domandato preoccupato
«La tua Christine ha avuto un problema di indigestione qualche ora fa, ma ora sta bene!» aveva sorrise Millie al figlio «Per fortuna in casa c’ero io!»
«Grazie mamma!» aveva detto il Detective abbracciandola, poi si era voltato verso Christine «Non mi spaventare mai più così!» aveva detto baciandola sulla fronte
«Tu cosa ci fai qui?» aveva chiesto lei incuriosita attraversando l’ingresso con Mac e sua madre
«Dopo aver risolto il caso, sono passato dal medico per una visita di controllo!» Mac aveva preso per mano le due e si era diretto verso la macchina «Il caso è chiuso e noi due ci sposiamo come previsto!» aveva sentenziato.
«Mac! Aspetta!» urlò Flack mentre lo rincorreva, distogliendolo dal suo ricordo «Hai guidato tu, quindi ho bisogno di un passaggio fino al distretto che tra venti minuti ho un appuntamento con Lovato!»
Mac sorrise «Vieni dai! Non voglio di certo sostituire la mia cena con Christine con il tuo funerale! Jaime mi ha parlato dei suoi fratelli ed è meglio se non li fai arrabbiare!»
Flack venne lasciato al distretto nei pressi della sua auto e salutò Mac «Buona fortuna!» gli aveva gridato Mac mettendo in moto la macchina in direzione del deposito al garage della scientifica.
 
Arrivato sotto casa della Detective Lovato, Flack scese dall’auto e prese a picchiettare le dita della mano destra sulla portiera dell’auto ancora aperta, esitando sul da farsi.
Nel frattempo Mac, appena arrivato a casa, era al telefono con Danny
«Ok Mac, ti va di scommettere su Don?» rise all’altro capo del telefono il Detective biondo
«Fai la tua offerta!» disse Mac chiudendo la porta a chiave
«Cento dollari che scappa appena li vede! Controlla Adam la situazione, si è appostato proprio davanti alla casa!»
«Andata! Fidiamoci di Adam e domani si riscuote!» disse Mac chiudendo la chiamata e stendendosi sul divano del salotto aspettando il ritorno di Christine. 
   
 
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