Beauty and the
Beast
Capitolo VIII
” Il cuore è
una b e s t i a della quale è
prudente diffidare. Anche l’intelligenza è una b e s
t i a, ma perlomeno non parla d’amore. “ Graham Greene, Il potere e la gloria |
La domenica mattina nessuno
avrebbe detto che a Michelle era morto il gatto da poco, tanto era felice.
Cercava di giustificare quel sospetto atteggiamento dicendo che la gioia per i
successi sentimentali per l’amica era di gran lunga superiore al lutto per la
perdita del suo fedele animale domestico, ma Beauty pensava ‘Qui gatta ci
cova…’. Naturalmente lo pensava e basta, perché se si fosse azzardata a
pronunciare la parola gatto, Michelle
sarebbe di nuovo scoppiata in lacrime. Con il tempo l’avrebbe convinta a farsi
raccontare di quel luttuoso pomeriggio in compagnia di Black.
La sua preoccupazione maggiore,
comunque, era doversi procurare alcuni ingredienti per la preparazione dell’Essenza
di Dittamo, così lasciò la sua amica ai suoi bei ricordi e si avviò fuori in
direzione della dispensa in cui venivano stipati gli ingredienti a disposizione
di tutti gli studenti. Dentro di sé sperava di incontrare Remus in giro per
qualche corridoio e non le importava se di sicuro non sarebbe stato solo.
Passeggiò con una calma
praticamente innaturale, girovagando da un’ala all’altra del castello
allungando la strada quanto più poteva (naturalmente senza che quel continuo
peregrinare risultasse illogico) nella speranza di incrociare la strada del
malandrino, ignara che lui, naturalmente sospinto da Sirius e, in misura assai
minore, da James e Peter la stava seguendo. I quattro stavano usando la mappa
ed erano costretti a tornare indietro ogni qual volta la ragazza prendesse
senza preavviso un corridoio piuttosto che un altro.
«Ma dove diavolo sta andando?»
domandò Ramoso spazientito.
Minus venturò la sua ipotesi:
«Magari sta fuggendo da noi…»
Sirius si fermò di colpo in mezzo
al corridoio e domandò:
«Perché mai dovrebbe fuggire se
non sa che la inseguiamo?»
«Magari ha uno spioscopio con sé…
sa del pericolo che incombe…»
«C’è solo una cosa che può essere
pericolosa per lei: Remus che le salta addosso dopo i miei insegnamenti… e non
mi sto riferendo ad una notte di luna piena.»
James lo corresse:
«Credo che il suo timore maggiore
sia che Remus e Sirius diventino una coppia gay, cosa che non è da escludere.»
«Quella che la prenderà peggio
sarà Michelle, credimi.»
Fu una voce femminile a
commentare, la voce di Beauty. James sobbalzò, rendendosi conto della presenza
appena ed improvvisamente sopraggiunta alle sue spalle. Se non avesse avuto la
faccia come il fondoschiena sarebbe morto sul colpo. La Corvonero, comunque,
non perse molto tempo a badargli e si rivolse direttamente a Sirius per
complimentarsi.
«Devi insegnarmi i tuoi trucchi,
sembra che Michelle adesso stia molto meglio!»
«Trucchi?!» ripeté lui con
disgusto «Questa è magia avanzata, pupattola!»
Lei alzò un sopracciglio con aria
perplessa, poi chiese:
«Insomma, che cosa stavate
guardando tutti?»
Fu in quel momento che tutti si
resero conto che la Mappa del Malandrino era lì in bella vista e una Corvonero
non ci avrebbe messo molto a capire di cosa si trattasse.
«A proposito dei miei trucchi»
esordì Sirius «stavo giusto mostrando ai ragazzi il mio ultimo acquisto, una
mappa dettagliata ed interattiva di Hogwarts che ho acquistato a Hogsmeade.
Roba da maschi.» concluse, facendo sparire l’oggetto in un gesto tanto elegante
quanto eclatante. «E tu invece? Cosa ti spinge a vagare senza meta in queste
ale del castello tutta sola?»
«Sto andando a prendere alcuni
ingredienti per una pozione.» confessò lei con naturalezza.
«Ah sì?» intervenne James «E che
pozione?»
Beauty, che non voleva che tutti
sapessero che voleva preparare dell’Essenza di Dittamo da regalare a Remus
affinché curasse le sue mani, tentennò. Quell’esitazione fu però mal
interpretata da Sirius che pensò si trattasse di un filtro d’amore e non ne
fece mistero.
«Credi a me,» le disse, dando una
gomitata tra le costole a Remus, che subito si allontanò «tu non hai affatto
bisogno di un filtro d’amore.»
La ragazza aveva di nuovo
un’espressione perplessa, così parlò con un sorriso tra le labbra:
«Va bene, vi lascio alle vostre
cose da maschi e vado a preparare il mio filtro d’amore. Ci vediamo in giro!»
Li salutò e si avviò verso il
prosequio del corridoio, incrociando le dita nella speranza che Remus la
seguisse. Solo dopo si ricordò che la speranza le aveva portato solo il
malocchio in quei giorni e allora desistette. La gioia esplose dalle punte dei
capelli a quelle delle dita dei piedi quando sentì i passi del Grifondoro
seguirla.
«Hey Beauty!» gridò, cercando allo
stesso tempo di tener bassa la voce «Ti aiuto a portare i libri!» esordì,
mentre lei si voltava.
Annuì e mentre i due si
allontanavano udì la voce di James ripetere:
«Ti porto i libri? È questo che gli insegni quando non ci sono?»
«Mentre tu eri impegnato con il
Quidditch sono stato io ad insegnare a Remus come baciare una ragazza!»
«Certo! Spero solo che tu non gli
abbia insegnato come lo fanno i cani!»
Le voci sparirono via via che la
giovane coppia si allontanava nel corridoio in direzione della dispensa,
inghiottite dai muri e sovrastate da quelle di altri studenti più vicini.
Raggiunsero la dispensa e si fermarono di fronte alla porta.
«Quindi stai preparando un filtro
d’amore?» azzardò Remus.
«Perché no? Si tratta di un
preparato interessante!»
«Ma tu non ne hai bisogno, no?
Dopotutto, ce l’hai già un ragazzo!»
Beauty prese dalle braccia di
Remus il libro che le serviva e lo guardò sorniona. Si sporse per dargli un
bacio sulle labbra e sussurrò:
«Sì, ce l’ho già un ragazzo.»
*
Ben altre parole echeggiarono nella Torre di Corvonero quando
Beauty vi fece ritorno.
«Come sarebbe a dire che gli hai detto che sembra che adesso
stia molto meglio!» sbraitò una Michelle piuttosto fuori di sé dalla collera.
Tutto quello che l’amica ebbe da dire in risposta mentre tutti gli altri
(compresa la Dama Grigia) fuggivano dagli strilli della ragazza abbandonando le
loro stanze come se fosse stato dato l’allarme generale, fu un suono senza
apparente significato collegato alla lingua comune. Solo dopo un po’ trovò
qualche parola per confortarla:
«Eddai, puoi sempre chiedergli aiuto per prepararti ai
G.U.F.O.!»
Quella frase non fece altro che peggiorare le cose:
«COSA?!» l’ultima sillaba giunse più che mai acuta «Io sono
una Corvonero! Di certo non vado a chiedere ripetizioni
a un Grifondoro!»
Beauty cercò allora di giustificarsi:
«Io e Remus abbiamo deciso di trovare del tempo per studiare
insieme, così posso portarmi avanti sul programma del settimo anno!»
«Ma se ancora devi frequentare il sesto?! Ho capito quale sia
il vostro piano, comunque: giocate a cura delle creature magiche…»
«Non so a che cosa tu ti stia riferendo!» ribatté lei con
sincerità.
«Eh, lo so io… un gioco molto popolare tra i ragazzi. A
Babbanologia ho scoperto che i babbani lo chiamano giocare al dottore. Io e Sirius ci giochiamo spesso…»
«Francamente sono preoccupata» confessò Beauty.
«Sono convinta che prima o poi Remus ti insegnerà le regole del
gioco…»