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Autore: lamialadradilibri    04/10/2013    1 recensioni
Una serpe può entrare nel cuore di una Grifona? E se - per ipotesi - ci riuscisse, cosa le farebbe? Se ne prenderebbe cura, o lo strapperebbe e distruggerebbe fino all'ultima goccia di sangue?
(Cap. 1)
« E poi andiamo, » continuò, sorprendendola. « chi vorrebbe aiutare Draco Malfoy? ».
Annuì, convinta. « D’accordo. Ma a pranzo voglio la torta ».
(Cap. 9)
Stava per andarsene, delusa da sé stessa, quando sentì qualcuno tossicchiare. Si voltò, terrorizzata d'aver incontrato, erroneamente, la McGranitt o chissà chi altri, ma non era nessuno di non voluto.
Perché lì, davanti a lei, c'era Draco.
[...] E, un secondo dopo, lui la baciò.
(Cap. 11)
[...] “Quindi è importante, per te.”
“Non dovrebbe?” sbottò. “Draco. È stato il mio pri... Secondo bacio” [...] “Non bacio chiunque! E io, be', credevo d'essere importante per te. Perché tu lo sei per me, sei importante. O almeno così credevo, io..”
[...] “Tu... sei così importante. Per me. Però sei anche così... difficile”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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CAPITOLO CINQUE.

Hermione camminava svelta per i corridoi della scuola. Per la prima volta la trovava opprimente, angusta, caotica con tutti i maghi e le streghe più piccoli che erano appena tornati ed ora correvano su e giù per le scale, cercandosi tra loro.
Quando uno di loro si scontrò con lei, Hermione non poté trattenere un’imprecazione ch’era tutto fuorché à la Herm. Quello si scusò più volte, imbarazzato - « Non volevo! Non ho visto! Scusa! Mi dispiace! Ciao. » - e se ne andò in velocità. Era rosso come i capelli della ragazza.
Hermione proseguì, spedita. Dove stava andando? In realtà non aveva una meta, ma un nome in testa: Ronald.
Non aveva idea di dove potesse essere, davvero. Come mai si sentiva così? Insomma, stava pensando al suo – forse ‘ex’ – migliore amico come se si trattasse d’un estraneo! Alla fine sconfitta, optò per andare nel dormitorio dei Grifondoro.
 
« Hermione! »
Lei si voltò. Era seduta su una poltrona; anzi, piuttosto era buttata sui cuscini.
Harry Potter, un ragazzo dai capelli scuri, occhiali tondi e una vistosa cicatrice sulla fronte a forma di saetta le arrivò quasi addosso.
Sul suo volto solitamente sorridente non c’era traccia di felicità, anzi. La rossa lo capì subito: avrebbe dovuto sorbirsi la predica dell’amico. Come se non fosse già demoralizzata abbastanza!
« Ron mi ha ... »
Lei tagliò corto: « Immaginavo. E allora, che ne pensi? Ti avrà sicuramente detto che me la faccio con quella disgustosa serpe, eh? ». Beh, sul “disgustosa” avrebbe avuto qualcosa da ridire. Hermione dentro sé pensava che non c’era serpe più bella di Draco. Coi suoi occhi, le sue labbra e...
« Proprio così! Allora non neghi! » esclamò Harry, accomodandosi accanto a lei. Non le lasciò il tempo di proseguire, ché continuò a ciarlare d’assurdità. « Allora questi giorni sei stata veramente assente perché eri con Draco! »
Hermione si sarebbe aspettata un po’ più di comprensione dall’amico, magari qualche messa in dubbio su ciò che Ron gli aveva raccontato ... e invece niente, l’aveva annientata con la forza e sicurezza d’un uragano.
Sospirò, lisciandosi i capelli tutto fuorché ordinati. Aveva corso, urlato, pianto e, nel farlo, s’era sempre ficcata le dita tra quei fili rossi che, alla fine, s’erano tutti attorcigliati in maniera penosa.
« Sono felice che t’interessi della mia teoria, Harry! » commentò, senza rancore. Era troppo stanca per essere anche solo un po’ infastidita. Era solo totalmente, enormemente, delusa. « Mille grazie ».
Harry sembrò ridestarsi. La guardò con occhi diversi – più... svegli – e poi l’abbracciò. Hermione sentì quanto le era mancato quell’abbraccio e ricambiò, seppur inizialmente riluttante. « Scusami. È vero. Sono un idiota! Dimmi. »
Hermione sentì su di sé quegli occhi carichi d’aspettativa. Sicuramente l’amico avrebbe voluto sentirsi dire: “è tutto uno scherzo, scemo!”, o robe simili, ma la ragazza non ipotizzò nemmeno lontanamente di mentirgli.
« Allora. Io sono sempre stata con Malfoy, si. Ma in infermeria, Harry! Lo curavo. La McGranitt ci teneva d’occhio, ovviamente, sennò sarei uscita un po’ » spiegò, guardando ovunque purché non fosse l’amico. La verità era che, anche se fosse stata libera d’uscire, infondo non l’avrebbe fatto. La scusa sarebbe stata: “e se poi si sente male e non ci sono?”, ma la verità era che le piaceva, troppo!, stare con Draco.
Hary si massaggiò le tempie, visibilmente confuso.
« D’accordo. Ma cos’ha Ron? »
« Non te l’ha detto? » Hermione non nascose lo stupore. Perché mai Ron avrebbe dovuto tenere all’oscuro Harry da com’era stronza?
L’amico alzò le spalle, ancora più in difficoltà. « No, tutto qua. E poi, è uscito. È come... scappato. Ma son certo che tornerà, tranquilla! », aggiunse, quando Hermione s’alzò, sbiancando, terrorizzata.
No!
Ron, scappato?
Per lei?
Oddio.
Doveva trovarlo, subito anche! Com’era potuta essere così disumana?
Cominciò a correre, così veloce che Harry non riuscì a starle dietro, così veloce che nessuno sarebbe riuscito a farlo.
 
Hermione corse fuori dalla scuola. Superò studenti sorridenti, tristi, perplessi, seccati, stanchi, in lacrime e nessuno di questi s’insospettì, nel vederla correre a perdifiato con gli occhi lucidi.
Ron, Ron!
Doveva stare calma. Ragionare!
Sì, sì. Ragionare.
Doveva poteva essersi cacciato l’amico? Dove?
Senza accorgersene si ritrovò in un bosco. Nella Foresta Proibita. In realtà dopo tutto ciò che aveva passato, assieme ad Harry e all’immancabile Ron, non le faceva poi così paura. In più, era stata lì già diverse volte, c’era quasi abitutata.
Insomma, come abituarsi alla Foreste proibita?
Si fermò, col fiato corto.
« Devo uscire di qui » si disse, parlando tra sé e sé. Insomma, come poteva essere Ronald nella foresta? Che idiozia correre fino a lì.
Appoggiò le mani sulle ginocchia e piegò la schiena, senza forze. « Ron... » mugolò, terrorizzata dall’idea che le stava venendo in testa.
Poteva essere tornato a casa!
Poteva esser lì già da ore, a ... Piangere?
D’un tratto Hermione non si sentì più tanto stanca. Riprese a correre, fece dietrofront e tornò alla scuola, con l’aria d’una che aveva appena visto un mostro e un aspetto impresentabile.
 
Appena entrò tra le mura della scuola Harry le si avvicinò subito, terrorizzato.
Oddio, cosa si era persa? Un nuovo terribile assassino pazzo era in circolazione e loro dovevano salvare l’universo, magari?
No, ti prego, no. Decisamente non ne aveva le forze – né era il momento!
« Oh, Hermione! Dio, pensavo ti avrei persa! » cominciò a farfugliare Harry, ma la ragazza non lo seguì molto perché fu distratta dall’arrivo di un’altra persona. La persona più bella e odiosa e stupida e intelligente e fantastica e arrogante dell’intero Universo.
« Che cosa-  »
« Così sono corso da Draco! Pensavo fossi da lui ma niente. »
Hermione s’era persa il racconto, troppo presa a fissare Draco. Lui ricambiava, con aria severa. Indossava una camicia bianca con dei semplici jeans, non aveva l’uniforme di Hogwarts ed era dolorosamente bello.
La ragazza si domandò tra sé e sé se avrebbe mai smesso di provare una fitta al cuore nel vederlo, nel saperlo così vicino ma lontano.
Le scoccò un’occhiata seccata, guardandola dal basso verso l’alto. « Dove t’eri cacciata, sciocca? » domandò.
Hermione volle sotterrarsi. Harry aveva chiamato Draco! Per lei! Chissà se si era preoccupato?
Piuttosto, che t’importa? Ora pensa a Ron, dannazione! È lui che conta.
Non ne era così sicura.
« L’ho cercato fuori ... Sono un po’ impazzita. Ora dov’è? Voglio parlarci! Tutto ciò che è successo – Harry, ti spiegherò – è un errore! »
Non poté sentire la risposta dell’amico perché qualcuno la prese e la sbatté violentemente contro una colonna. Hermione sentì il dolore partire dalla schiena e diffondersi, come ad onde, per il corpo, ma non osò nemmeno emettere un solo gemito di dolore.
« E così, lo ami? È questo? Perché sai, è un errore. »
Herm guardò Draco. Nei suoi occhi c’era odio, odio puro.
E la stava toccando.
Di sua spontanea volontà.
Davanti a tutti!
Ovviamente per provocarle dolore, ma... la stava toccando!
Notò Harry, oltre al biondo, sgranare gli occhi.
E s’incazzò. « Draco! Ma che diavolo hai? Stammi lontano! È così che cerchi di ottenere rispetto, eh? Non sei cambiato per niente! »
Lui ridacchiò, sprezzante. « Neppure tu. Parli sempre a vanvera. »
E si staccò, come scottato, per poi andarsene con passo elegante, che Hermione non poté che ammirare, ammaliata.
 
Poco più tardi, Hermione ed Harry erano davanti ad una tazza di tè, nel dormitorio. Lui era preoccupatissimo e, soprattutto, scioccato. « Herm! Cosa succede? » le domandò.
La ragazza si fece quella domanda. Non c’aveva pensato. Che succedeva?
Era tutto così confuso, emozionante, potente, intenso.
« Succede Harry che provo emozioni idiote! » sbottò, seccata. Lasciò cadere la tazza di tè sul tavolino, che per poco non si ribaltò. « Draco è... » la ragazza si fermò, dandosi un’occhiata in giro. Su di sé non aveva soltanto gli occhi indagatori dell’amico, ma dell’intero dormitorio, cosi abbassò la voce: « Penso sia sbagliato credere che è ... Cattivo. Io- »
« Hermione! Non è che lo crediamo! È cattivo. Oggi è stato gentile, pensi? Eh? T’ha- »
« Oh Harry! Era... seccato! » Hermione sbatté violentemente le mani sulle proprie gambe. Sapeva che la pelle, sotto gli strati di tessuto, s’era arrossata e le faceva pure male, ma non osò lamentarsene.
« Già! E perché mai? Cos’è questa storia, Granger! »
Con un sospiro, Hermione vuotò il sacco.
Il risultato furono urla.
« Hermione Granger! cos’hai osato fare? Ron non si meritava ciò! e perché proteggi quel serpreverde?! è più che cattivo, è- »
« è deluso dalla vita! da noi! ecco cos’è! noi stiamo abbattendo Draco coi pregiudizi! »
Ecco, aveva appena dichiarato a tutti i Grifondoro ciò che pensava di Draco Malfoy.

Angolo Autrice.
Eccomi qua! :) in realtà questo capitolo non mi convince molto, ma vado di corsa perciò... come vi sembra? Ciao

Meme1

 
  
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