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Autore: Rhain_1992_ARM    12/10/2013    1 recensioni
Avviso subito che la storia è cominciata per esserci la coppia del personaggio inventato da me, e Castiel. Ma potrebbero esserci dei cambiamenti! Vedremo più avanti!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Non è giusto                                                           Non è giusto!

Quella notte non aveva dormito un gran chè.
Quella storia del povero Ken le aveva smosso qualcosa dentro.
Non poteva permettere che qualcuno lo trattasse in quella maniera. Se c'era qualcuno che poteva prenderlo in giro (in modo affettuoso ovviamente) quella era lei.
Per cui nessun'altro aveva il permesso di torcergli un solo capello.
L'amico non le aveva mai detto nulla, ma chissà da quanto tempo ormai subiva quelle ingiustizie.
Ripensò al biondo, che freddamente si era messo tra lei e quell'oca della sorella.
L'aveva protetta a spada tratta. E dire che lo considerava un ragazzo tanto dolce e carino. Ne era rimasta enormemente delusa.
Stava per ricominciare a piangere per la troppa rabbia.
Si voltò a guardare la sveglia sul suo comodino. Erano già le 6:30. Era inutile tentare di dormire vista l'ora.
Si alzò contro voglia e rabbrividì per il contatto con l'aria fredda e secca di Novembre.
Già, Novembre! Era passato già un bel pò da quando aveva cominciato a frequentare quel liceo, e già ne aveva viste di tutti i colori.
Aveva fatto perecchi incontri, buoni e non.
Raggiunse il suo amato bagno dalle piastrelle che sfoderavano tutte le tonalità possibili ed immaginabili di blu, e si fece una doccia veloce. Si asciugò i capelli dandogli qualche passata di piastra per renderli meno gonfi. Adesso le sfioravano le spalle, erano quasi diventati un caschetto sfrangiato. Sorrise vedendo che stavano ricrescendo in fretta. Indossò dei jeans neri, le sue amatissime scarpe da ginnastica, una canottiera bianca, ed un maglioncino nero con lo scollo a U.
Prese velocemente la matita nera, e contornò solo la parte superiore dell'occhio. Coprì le occhiaie con del correttore, e si osservò.
Ok, così poteva andare. Annuì convinta ed uscì dal bagno prendendo il cappotto viola e la tracolla. Mise alle orecchie le cuffie e partì verso la scuola.

C'era una strana agitazione quella mattina al liceo. O meglio, più del solito, constatò. Tutti gli studenti erano riversati nel corridoio, ammassandosi contro le pareti, vicine all'ufficio della direttrice. Qualche secondo dopo, curiosa chiese in giro cosa stesse accadendo, ma prima che potessero risponderle, vide uscire fuori dallo studio, Ambra con un'espressione un pò troppo soddisfatta. Tutto ciò non portava a nulla di buono.
"SIGNORINA GLASGOOW!" quell'urlo stridulo le fece raggelare il sangue. "SUBITO QUI'!" ordinò la preside. Sospirò frustrata, e raggiunse l'uficio a testa china.

Era stata punita... LEI. Che aveva solo difeso il suo migliore amico! Era ingiusto! Le prime ore erano volate fortunatamente, ed ora c'era la ricreazione.
Non poteva crederci. Si diresse a gran passi verso il cortile guardando i suoi piedi. Davanti a lei vide altre due scarpe che camminavano in sua direzione, e non accennavano a rallentare. Non fece in tempo a cambiare traiettoria che si scontrò.
"Ouch..." si lamentò massaggiandosi l'osso sacro. Osservò contro chi era andata a finire ed impallidì nel vedere Lysandre anchesso seduto dolorante sul pavimento.
Quando quest'ultimo alzò lo sguardo per osservarla, la turchina fece un sorrisino dispiaciuto muovendo la mano in gesto di saluto.
"E dire che Castiel mi aveva avvertito..." commentò rialzandosi spolverando i pantaloni neri. Protese una mano in direzione della sua assalitrice aiutandola ad alzarsi.
La ragazza sorrise e l'afferrò sentendosi strattonata verso l'altro. Non si sarebbe aspettata una tale forza da quel ragazzo. Tanto fu stupita che si ritrovò a poggiarsi sul suo petto per non sbilanciarsi. Alzò lo sguardo imbarazzata e si scansò frettolosamente chiedendogli scusa.
"Castiel mi aveva raccontato tu fossi maldestra. Ma questo lo trovo un pò eccessivo." ridacchiò. "Qualcosa ti turba, non è vero?" chiese sorridendo.

Chissà perchè si era confidata con lui, infondo non lo conosceva nemmeno! Fatto stava che però si era tolta un gran peso dallo stomaco.
"Credo decisamente ti abbiano incastrata..." commentò Lysandre mangiucchiando dei grissini al sesamo. "Ne sono convinta anche io..." rispose lei addentando il suo panino.
"Hey, Lys. Che fai, mi rubi il giocattolo?" chiese una voce alle loro spalle. "No, figurati, è solo che come avevi previsto mi ha investito nel corridoio, e ci siamo ritrovati a parlare." Disse l'amico agitando un grissino.
"Hey, chi sarebbe il giocattolo?!" bofonchiò la ragazza masticando.
"Non si parla quando si mangia..." la rimproverò Lys.
"Hey, non c'è bisogno tu faccia il maestrino..." commentò lei facendo l'offesa. Quest'ultimo si mise a ridere.
"Ah... sei sporca vicino a..." cercò di avvertirla, ma Castiel fu più veloce.
Si chinò su di lei poggiando le mani allo schienale della panchina, e leccò lentamente via della maglionese che aveva all'angolo della bocca.
"Sei incorregibile... pensa cosa avrebbero potuto pensare gli altri ragazzi nel vederti conciata così..." ridacchiò gustandone il sapore.
La ragazza scattò in piedi rossa come un pomodoro. "M-ma come ti permetti?! PERVERTITO!" gli diede un sonoro ceffone e scappò a gambe levate verso l'edificio.
Il rosso si carezzò la guancia colpita ridacchiando. "Mi piacciono i giochi pericolosi..." commentò osservandola andare via.
"Ti consiglirei di non farti odiare troppo... O rischi che qualcuno te la rubi..." sbadigliò l'amico finendo i suoi grissini.

Durante l'ora di arte, la vibrazione del cellulare la fece sobbalzare spaventandola. Lo estrasse dalla tasca dei jeans e constatò di aver ricevuto un sms.
Era di Ken.
"Devo parlarti. Il più presto possibile..."
Cosa poteva mai essere successo adesso? Purtroppo non poteva raggiungerlo dopo la scuola, la punizione gli imponeva di ripulire tutte le aule dalle cartecce sparse sul pavimento, e le gomme da sotto i banchi. Non avrebbe mai finito.
Gli rispose che purtroppo sarebbe stata libera solo in serata, e che se poteva aspettare, lo avrebbe raggiunto sotto casa sua.
L'amico gli rispose che andava bene, così più tranquilla riprese a seguire la lezione.

Erano le 14, e tutti i gli studenti avevano lasciato l'edificio letteralmente scappando. Così con i-pod a portata di mano, cominciò il suo "lavoro".
Si erano già fatte le 17, e fortunatamente aveva quasi terminato. Gli mancava da pulire solo l'aula dei delegati.
Entrò senza bussare, e sorpresa trovò Nathaniel seduto alla scrivania mentre sistemava della scartoffie.
"Non pensavo fossi ancora quì" disse seccatamente. "Torno appena hai finito." concluse facendo per andarsene.
Un rumore di sedia che cadeva sul pavimento la fece trasalire, sentendosi poi afferrare per una mano. Si voltò di scatto osservando il biondo che probabilmente aveva corso per raggiungerla.
"Mi...mi dispiace per ciò che è successo..." disse rosso in volto.
La turchina arrossì, ma ancora arrabbiata con lui tirò via la mano dalla sua stretta e fece nuovamente per andarsene ma quest'ultimo la prese per una spalla trascinandola all'interno della stanza, chiuse la porta e la spinse con le spalle al muro, le braccia che non le davano via di fuga.
Teneva lo sguardo basso, e constatò fosse ancora rosso in volto.
"io... non volevo che mia sorella si cacciasse dinuovo nei guai.. pe-perchè, se lo avessero saputo a casa, mio padre me ne riterrebbe responsabile..." disse tutto d'un fiato senza accennare ad alzare lo sguardo.
La ragazza cercò di guardarlo negli occhi. Sembrava un cagnolino bastonato, con orecchie basse e coda tra le gambe. Gli faceva una gran tenerezza.
Non poteva essere arrabbiata con lui, infondo, pensandoci a mente fredda, aveva solo cercato di proteggere la sorella, chi non lo avrebbe imitato?
Gli prese il volto tra le mani e lo alzò per poterlo scrutare. "Hey... è tutto ok, non importa... O meglio, ho esagerato anche io... q-quindi, scusami... ok?" fece la ragazza ancora sostenendogli il volto. Lo sguardo del biondo si riaccese a quelle parole, fece per ringraziarla, ma una voce dietro la porta lo fece sussultare.
"Natheniel, sei ancora quì?" apparteneva indubbiamente ad una ragazza.
"Cavolo... è Melody..." sussurrò.
"E chi sarebbe Mel..." fece la turchina con un tono di voce quasi acuto. Il biondo le tappò la bocca con una mano portando l'indice dell'altra alle labbra facendogli segno di fare silenzio. Ah... quanto invidiava quel dito...
Sentì improvvisamente il corpo del ragazzo aderire completamente al suo per via della porta che si era aperta, ed ora li nascondeva.
Aveva dovuto mollare la presa sulla sua bocca, adesso si reggeva nuovamente alle pareti per non schiacciarla del tutto. Il seno prosperoso della ragazza premeva contro il suo petto, quando abbassò lo sguardo e si accorse di come si fosse allargata la scollatura dovette premere una mano contro il naso fermando l'emorrargia.
La turchina abbassò lo sguardo sul suo decoltè notando che effettivamente si intravedeva addirittura il reggiseno, così cerco di coprirsi mettendoci una mano sopra.
"Ma-Ni-A-Co!" pronunciò solo con le labbra. Il ragazzo arrossì ancora di più e la guardò come a scusarsi.
Finalmente Melody uscì dall'ufficio chiudendo la porta dietro di se.
I due ricominciarono a respirare. "Si vergogni signor delegato..." ridacchiò la ragazza.
"Hey... son pur sempre un uomo..." commentò il biondo sorridendole imbarazzato.

Terminarono insieme di pulire lo studio. Uscirono fuori che già faceva molto buio.
Vennero a prendere il ragazzo in auto, si propose di darle uno strappo a casa, ma doveva ancora passare da Ken, quindi rifiutò garbatamente e si diresse dall'amico.
Finalmente arrivò sotto casa sua e gli fece squillare il cellulare. Qualche minuto dopo scese, raggiungendola in strada.
"Hey Ken!" lo salutò gioviale la turchina.
"C-ciao Glas..." ricambiò lui tetro.
La ragazza rabbrividì. "Hey, che ti succede..?" gli chiese preoccupata, poggiandogli una mano sulla spalla.
"E-ecco, ho raccontato a mio padre cosa è successo l'altro giorno a scuola." disse come sottomesso.
"Grandioso! Prenderà provvedimenti allora!" rise la ragazza, ma si rabbuiò istantaneamente non sentendolo ridere con lei.
"Ken.."
"Mi spedirà in una scuola militare!" disse tutto d'un fiato stringendo i pugni.
"C-cosa?! N-non può!" protestò la turchina in disappunto.
"Secondo lui, così potrò diventare un vero uomo... E...Ed  io ho accettato."
"M-ma Ken!" cercò di fargli cambiare idea la ragazza.
Vide l'amico abbracciarla forte, e lei ricambiò stringendolo a sua volta.
"Non puoi andartene Ken, non puoi lasciarmi sola!" sussurrò la ragazza che stava per cominciare a piangere.
"I-io... voglio diventare forte Glas! Non voglio più essere protetto da te. Voglio essere io a proteggerti! E-E quando diverrò abbastanza forte, tornerò da te, e non ti lascerò p-più!" disse il moretto sprofondando il volto tra il collo e la spalla della ragazza.
Alzò lo sguardo e diede un leggero bacio all'angolo delle labbra della turchina, che sussultò.
"A presto..." le sorrise, correndo dentro casa.
"A presto..." fece lei con qualche lacrima che le rigava il volto.
   
 
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