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Autore: Patosangel32    15/10/2013    8 recensioni
La storia d'amore tra Gideon e Gwendolyn continua tra presente e passato, per l'esattezza 1890. Incontri inaspettati e momenti di intimità trascorrono nel clima immediatamente successivo alla scoperta dei piani del Cnte di Saint German.
SOno presenti spoiler!!
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon de Villiers, Gwendolyn Shepherd
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Se fingessi direi che non ti penso e mi porrei divieti, ma la verità è che mi completi.
Siamo lo yin e lo yan, pensiero e azione, il bene e il male, gli ingranaggi di un motore in funzione, il giorno e la notte, Sole e Luna, il sogno reale.
Io senza te? Non c’è ragione alcuna.
 
-“Stiamo davvero andando in Galles?” chiese Gwendolyn stringendo lo zaino contro il petto. Anche se oramai nessuno poteva rubarle il cronografo, lo proteggeva con le unghie e con i denti. A volte non lo faceva toccare neanche a Gideon per paura che lo rompesse o che lo graffiasse. Che strano! Gideon non avrebbe mai potuto fare niente di male a quell’oggetto, se non altro perché era un oggetto. Gwendolyn invece, insisteva che il Cronografo fosse l’unico strumento che gli permetteva di incontrare Lucas, e lei teneva tantissimo a quegli incontri con il bisnonno, e Gideon non aveva niente in contrario.
-“Beh, teoricamente ci siamo già” rispose Gideon affondando le mani in tasca. Avrebbe voluto intrecciare le dita della sua mano a quelle di Gwendolyn, ma dal momento che erano aggrappate convulsamente alla cerniera dello zaino di Leslie, quello nero con la scritta “Hello Kitty must die”, Gideon dubitava che anche la sua ragazza avrebbe stretto la mano. O forse sì?
Era la prima volta che il cronografo faceva un’uscita così lunga. Il Galles è parecchio lontano dalla Londra, e un viaggio così distante dallo spazio in cui in nonno Lucas l’aveva nascosto parecchi anni prima, non l’aveva ancora percorso.
-“Sei mai stato in Galles prima?” chiese Gwendolyn avvicinandosi a lui. Aveva un profumo buonissimo e quando era a mezzo centimetro da lui, si sentiva in maniera impressionante. Gideon non riusciva ad abituarsi ad averla intorno per tutto il giorno. Quanto tempo era passato da quando l’aveva vista per la prima volta? Quel giorno aveva pensato che fosse la solita adolescente con tendenze auto celebrative, non la ragazza di cui era perdutamente innamorato. Ecco, mettiamola così. Gwendolyn era esattamente la persona di cui non si sarebbe stancato mai, e questo era un punto a loro favore, visto e considerato che avevano un’eternità da vivere insieme. Gideon e Gwendolyn ogni tanto si chiedevano come sarebbe stato il mondo dopo cinquant’anni, cento o trecento. Sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale? Avrebbero inventato gli ascensori come quelli di Willy Wonka? La Merkel sarebbe stata ancora il primo ministro tedesco o sarebbe morta anche lei prima o poi? Ma soprattutto, Superman avrebbe smesso di fare la farsa ‘ho gli occhiali e sono Clark Kent, non ho gli occhiali e sono Superman’?
-“No, e non capisco perché siamo qui a dirla tutta” disse Gideon che adesso aveva circondato la spalla di Gwendolyn con un braccio.
-“Perché tu mi hai chiesto di scegliere anno e posto per la trasmigrazione di oggi, e io ti ho detto Galles 1879” rispose Gwendolyn come se questo bastasse come risposta. Ovviamente Gideon insieme a lei sarebbe andato a nuoto in Australia e ritorno in apnea, ma avrebbe preferito il leggendario divano verde dello scantinato del 1953, con la speranza che il giovane Lucas Montrose non entrasse a vederli nel bel mezzo di azioni di cui non sarebbe andato fiero.
Il viaggio in treno era stato poco noioso, Gwendolyn si era accoccolata sulle sue gambe e Gideon aveva passato tutto il viaggio ad ammirarne i lineamenti delicati. La parte più bella probabilmente era stata vederla risvegliarsi. Gwendolyn aveva aperto prima un occhio azzurro, poi l’altro, e alla fine gli aveva sorriso mozzandogli il fiato. Come premio, Gideon l’aveva baciata, anche se aveva una gamba addormentata e una mano schiacciata contro il finestrino altrimenti Gwen avrebbe sbattuto la testa.
-“Ma perché proprio il Galles?” chiese Gideon oramai sorridendo. Sapeva che la scelta di Gwendolyn era stata casuale e che non ci aveva pensato due volta prima di rispondere.
-“Ma che importa!? Un posto vale l’altro, no?” chiese lei fermandosi davanti a lui. Gideon non sapeva perché di fosse fermata. Entrambi non sapevano dove andare.
-“Se ci sei tu, un posto vale l’altro” sussurrò Gideon al suo orecchio. Gwendolyn gli circondò il collo con entrambe le braccia e lo baciò dimenticandosi del cronografo.
E’ decisamente il miglior ‘grazie’ che io abbia mai ricevuto, pensò Gideon ricambiando il bacio. Lo stato in cui si sentiva adesso non era esattamente ‘gentile’. Non poteva essere eccitato. Insomma, si trovava in Galles, a metà pomeriggio, in una stazione affollata, e Gwendolyn era a meno di due centimetri da tutto il suo corpo. Afferrò il viso di Gwen tra le mani, e l’allontanò dolcemente sorridendole. Lei aveva le guance arrossate e le labbra gonfie e qualche ciocca di capelli sfuggiva dalla coda. Gideon si affrettò a camminare per non dover mostrare a Gwen quanto la sua vicinanza lo sconvolgesse.
-“Ehi, stavo pensando” –disse Gwendolyn raggiungendolo sul fianco sinistro, automaticamente Gideon le porse la mano –“che stiamo per trasmigrare con vestiti a dir poco moderni. Proprio oggi dovevi indossare un maglione Abercrombie?”
-“Anche tu hai un paio di Jeffrey Campbell* nere con le borchie. Non mi sembra tanto Ottocentesco, o mi sbaglio? E vogliamo parlare dei tuoi pantaloni, nelle fattispecie Jeans” Gideon lanciò un’occhiata rapidissima al sedere di Gwendolyn. Quei jeans chiari le fasciavano le gambe in maniera impeccabile, maledizione.
-“Se lo sapesse Madame Rossini ci ucciderebbe” ridacchiò Gwendolyn.
Il giorno precedente entrambi era stati all’emporio di Madame Rossini e aveva cercato in tutti i modi di convincerla che sarebbero potuti trasmigrare benissimo senza tutto quell’armamentario di roba autentica che la donna aveva preparato loro. Ma considerando che il giorno precedente per viaggiare nel 1890 avevano usato il cronografo della Loggia, tutto sarebbe finito negli Annali, quindi avevano dovuto sottostare alle regole di autenticità, con la C francese di Madame Rossini, per quelle tre ore.
-“Chi mai potremmo incontrare nelle sperdute lande del Galles?” chiese Gideon retorico, come al solito sperava di non incappare in nessun abitante del luogo, animale o essere vivente che avrebbe potuto disturbare la loro intimità.
-“Effettivamente non avevo pensato ai pantaloni, sai? Ma in ogni caso non avrei gonne tanto lunghe o ampie…” Gideon sapeva che Gwendolyn non avesse gonne che non fossero ‘mini’ o ‘strettamente mini’. All’inizio era stato un problema guardarla in faccia mentre parlava e non far scivolare lo sguardo sulle lunghe gambe bianche, adesso ci stava facendo quasi l’abitudine.
-“Ehi, credo che dovremmo tornare a far visita al nostro amichetto James di Hyde Park” notò Gwendolyn sorridendo. Si era avvolta nella sciarpona e adesso si vedeva solo il suo naso. Faceva freddo in dicembre, ma avevano intenzione di trasmigrare nella primavera del 1879, quindi stando alle stime, clima non doveva essere tanto rigido. Anche se in Galles, come a Londra dopotutto, Gideon non sperava di trovare il sole.
-“Dopo che gli siamo spariti sotto gli occhi? Nel senso di scomparsi realmente nel nulla” disse Gideon. Una delle cose che nella sua vita di lunga durata non dimenticare mai, sarà proprio l’espressione di Miss Gray. Insomma era scioccata, ma non più di tanto come se lei robe del genere le vedesse tutti i giorni.
-“Che ne pensi di fermarci qui? Nel 1879 doveva esserci il nulla da queste parti” disse Gwendolyn sussurrando. Gideon annuì deciso. Si appartarono, cercarono di camuffare in ogni modo il cronografo che sarebbe rimasto da solo con grande disapprovazione di Gwendolyn, e dopo aver aspettato la luce rossa – rubino di Gwendolyn, quell’angusto spazio fu investito anche di luce bianca – diamante.
-“Gideon?” chiese Gwendolyn poco distante da lui. Gideon si alzò da terra e si spolverò i pantoloni. Oltre ogni previsioni, il tempo era tipicamente primaverile. Niente nebbia o nuvole all’orizzonte. Ma il maglioncino di Gideon era sufficientemente adeguato al vento fresco che soffiava da nord. Il sole non proprio giallo dorato, si stava per nascondere dietro la montagnola a occidente dipingendo il cielo di un soffuso rosa simile a quello del vestito di Gwenny il giorno prima.
-“Sono qui, Gwen” rispose Gideon affrettò a raggiungere Gwendolyn che intanto aveva trovato una tranquilla ombra appartate e apparentemente comoda. Vi si era seduta al centro e poggiando le mani dietro la testa fissava il cielo. I suoi occhi ne avevano assunto completamente il colore.
Prese posto al suo fianco reggendosi sui gomiti. Il vento leggero gli arricciava i capelli sulla fronte.
Gwendolyn poi si spostò lentamente su di lui fino a farlo sdraiare completamente inerme sotto il suo peso. Gwendolyn aveva puntato le mani ai lati della testa del ragazzo e bramava visivamente le sue labbra. Gideon si morse il labbro inferiore consapevole dello scombussolamento interiore. Dio, quella ragazza lo avrebbe fatto morire prima o poi, anche se tecnicamente era immortale.
-“Siamo lontani da occhi e da orecchi indiscreti” mormorò Gwendolyn con una voce talmente sensuale che Gideon fu costretto a governare tutti gli istinti che lo conducevano a ribaltare Gwendolyn con le spalle sull’erba e stare lui sopra. Eppure non aveva le capacità mentali di muoversi. Qualunque cosa Gwendolyn gli avesse chiesto, lui l’avrebbe fatta senza pensarci.
-“Senti anche tu questo rumore?” chiese Gideon ad un tratto allarmato.
-“Gideon de Velliers, non cercare di cambiare discorso, chiaro? Non rovinare questi momenti”
-“Gwen, ti giuro che ho sentito qualcosa!” rispose Gideon che a quel punto avrebbe solo desiderato che Gwendolyn lo baciasse giusto per farla contenta. Ma la verginità di Gwen poteva aspettare un altro po’. Piuttosto Gideon avrebbe voluto metterla in salvo dal pericolo, qualora ci fosse stato.
-“Puoi semplicemente dire che faccio pena come seduttrice”
E come spiegarle che non c’era davvero bisogno che facesse niente per sedurlo?
-“Ecco, lo senti? E’ come uno scalpiccio lontano.. Sembrano cavalli, o risate. O forse cavalli e risate” disse Gideon dimenticandosi del discorso di autocommiserazione di Gwendolyn. Avrebbro ripreso più tardi.
-“Gideon.” Gwendolyn si era imbronciata come faceva quando non le davi tanto importanza. Allora Gideon le sorrise con tutto il cuore e la baciò trascinandola sotto di sé. La sentiva sorridere mentre le loro bocche si scontravano. In quell’istante tutto scomparve. Distese verdeggianti, zoccoli, nitriti, parole.
Nitriti e parole?
Ma se loro due stavano usando le rispettive labbra per fare altro, chi era a parlare?
Gideon aprì gli occhi e anche Gwendolyn lo imitò.
-“Signori, queste cose sono veramente poco cortesi” disse una voce maschile dietro di loro. Gideon guardò Gwendolyn con disapprovazione come per dire ‘la prossima volta che ti dico che c’è qualcuno, faresti meglio ad ascoltare’. Gwendolyn lo guardò con tanto amore con un occhiata che celava false scuse. Gideon si alzò nuovamente e si voltò per la prima volta.
Il ragazzo che gli stava di fronte vestiva un gilè marrone in tinta con i pantaloni e una camicia con le maniche gonfie bianca. Lo guardava con uno sguardo truce, come se gli avessero rubato l’iniziativa. Dietro di lui spuntava la testolina di una ragazza con profondi occhi blu mare.
-“Siamo terribilmente dispiaciuti.. Noi, ecco.. Gwendolyn vieni qui” Gideon era rosso di imbarazzo. Un conto era rendere conto a persone adulte, ma quando in un’altra epoca vieni rimproverato da ragazzi che hanno all’incirca la tua età ti viene solo una gran voglia di ridere.
-“Sì, noi.. Ecco. Non è come pensate. Voglio dire, sì” Gwendolyn continuava a sfregarsi le mani.
-“Andiamo Gabriel, non stavano facendo niente di così sconvolgente” disse la ragazze alle spalle del tipo con gli occhi verdi. Aveva uno strano accento del posto con un tono autoritario. Gideon non poté che notare gli strani tatuaggi sul collo e sulle mani. Possibile che in quell’epoca andassero di moda i tatuaggi in Galles?
-“Sono Gideon de Velliers e lei è Gwendolyn Shepherd. Veniamo da Londra” dal 2011 evitò di aggiungere.
In lontananza si udì un secondo cavallo. Quando Gideon girò la testa, notò con non poca sorpresa che il cavallo nero era già più vicino. Montarono dalla sella due ragazzi all’incirca della loro età.
-“Miss Gray!” esclamò Gwendolyn che non era riuscita a trattenersi. Gideon la guardò con rimprovero.
-“La conoscete, Miss Shepherd?” chiese la ragazza.
-“Chi conosce chi, Cecily?” chiese il ragazzo che era appena sceso da cavallo. Era incredibilmente attraente notò Gideon. Guardò Gwendolyn, che aveva sul viso un’espressione sconvolta. Si chiese se anche lui faceva quest’effetto alle ragazze.
-“Herondale, non puoi intervenire così durante una conversazione tra altre persone.” Lo rimproverò Gabriel. Il ragazzo con i capelli neri e gli occhi blu mare come quelli della ragazza che si era capito si chiamasse Cecily, alzò gli occhi al cielo. Stringeva la mano alla signorina Gray che con grande discrezione studiava i visi dei nuovi amici.
-“Siete consapevole, Miss Sheperd, di indossare un paio di pantaloni?” chiese Cecily con non poca ammirazione.
-“Oh sì, sono dei jeans e li uso per uscire per Londra nel 2011”
Tutti la guardarono con gli occhi sgranti, anche Gideon a dire la verità.
-“Ha detto 2011?” chiese il bel ragazzo a Miss Gray. La ragazza si toccò il colle dove probabilmente c’era stata una collanina, che adesso con suo grande ragguaglio non c’era più.
-“Credo che abbiate frainteso…”
-“Allora Lightwood, non ci presenti i tuoi nuovi amici? Sei sempre stato molto scortese. Faccio da solo. Sono William Herondale” disse porgendo la mano a Gideon e poi a Gwendolyn. Era molto sicuro di sé, lo si leggeva negli occhi.
-“E questa è la mia fidanzata Tessa Gray” aggiunse guardando la donna come se non ci fosse niente di più bello al mondo. Miss Gray era tale e quale a quando l’aveva vista l’ultima volta, ovvero quattro anni dopo.
-“Gideon de Villiers e Gwendolyn Shepherd” si presentò Gwendolyn con molta tranquillità.
-“Sapete, Mister de Velliers, avete un viso stranamente familiare..” notò la ragazza sorridendo gentilmente ad entrambi.
-“Sembra che ci siamo incontrati ieri anche a me..” borbottò Gideon. Gwendolyn sorrise trattenendo una risata.
-“E lei è mia sorella, Cecily Herondale, povera sventurata ha scelto di stare con un Lightwood… Va beh Gabriel, penso che voi vi conosciate già” disse quello guardandolo con aria divertita.
La ragazza dai capelli neri lo guardava torva come se avesse intenzione di iniziare una discussione accesa con il fratello William.
Dopo attimi di imbarazzo, Gideon tossicchiò.
-“E’ uno splendido esemplare” disse indicando il cavallo nero che brucava l’erba alle loro spalle.
-“Oh beh, è il migliore di tutto il Regno Unito” disse William. Gabriel sbruffò sonoramente.
Gideon lo guardò con molta ammirazione. Immaginava lui e Gwendolyn cavalcarlo per tutto il Galles senza una meta e un tempo definito. Il vento che faceva lacrimar gli occhi e le mani di Gwendolyn strette intorno al suo corpo. Sarebbe stato romantico.
-“Nel… 2011, le ragazze portano i pantaloni liberamente?” chiese Cecily che doveva avere all’incirca l’età di Gwendolyn. Sembrava così piccola a confronto con il fratello che invece aveva gli occhi di un bambino cresciuto in fretta. Gideon avrebbe scommesso che dietro quel blu mare si nascondeva una lunga storia.
-“Nessuno nel 2011 indosserebbe scarpe in quel modo” notò William con una mano sul mento. Gideon scoppiò a ridere mentre Gwendolyn gli tirava una gomitata tra le costole.
-“Come è possibile che veniate dal 2011?” chiese Miss Gray con l’espressione di una che stava pensandoci sul serio. Gideon guardò Gwendolyn per sapere cosa avrebbe dovuto rispondere. Non si aspettavano tante domande, né a dire il vero incontri del genere. Per un attimo poco prima Gideon aveva sperato che nessuno gli avrebbe disturbati.
Gwendolyn lo guardava come per dire ‘questo è compito tuo’.
Gideon restituì uno sguardo come ‘mi hai messo tu in questa situazione’.
-“E’ una lunga storia..” disse Gideon scivolando per terra. Gwendolyn lo raggiunse incrociando le gambe sull’erba. Cecily si affiancò a Gwendolyn sorridendo, tenerissima.
Gideon fece in tempo a dare un’occhiata a Tessa e William che si guardavano in tacito discorso. Sembrava che per capirsi non avessero bisogno d’altro che guardarsi.
-“Beh, tutte le storie sono vere” sussurrarono in coro tutti gli altri.
 

*stilista inglese
 
Per  av0nboy che l’ha richiesta con dolcissima insistenza.
   
 
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