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Autore: BabyLolita    30/10/2013    4 recensioni
Elisabeth ha 18 anni e da due vive a Parigi e frequenta il Dolce Amoris. Il suo primo amico, non che vicino di casa, è stato Lysandro, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Tuttavia lui non sa che Elisabeth è da sempre innamorata di Castiel, il suo migliore amico, che però non sa nemmeno che Elisabeth esiste.
Commento dell'autore: Avviso che questa storia tratterà di argomenti abbastanza forti. Ovviamente non subito dai primi capitoli, ma la storia avrà uno svolgimento alquanto particolare che porterà i protagonisti a fare scelte difficili e talvolta molto forti a livello emotivo. In ogni caso spero che apprezzerete! Buona lettura =D
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Lysandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La panchina sulla quale siamo seduti è fredda come il marmo. Tutt’intorno a noi le tenebre la fanno da padroni mentre il silenzio regna sovrano. Vorrei fuggire e scappare lontano, dimenticandomi di quello che Beatrice mi ha appena detto e fingendo che sia tutto un brutto sogno, un inganno della mia mente, un brutto scherzo dalla quale posso rialzarmi con una risata. Ma non è così. Nulla di tutto questo è frutto della mia fantasia. Butto fuori l’aria dalla mia bocca osservando la nuvola di vapore che si forma davanti a me come se tutto d’un tratto la trovassi davvero interessante. Castiel si stiracchia accanto a me ed io mi sento totalmente scoraggiata. Sta aspettando di sentirmi parlare. Di sentire uscire dalle mie labbra quelle parole che muoiono non appena giungono alla gola. Mi sento soffocare dai miei stessi pensieri. Dal ricordo di quel dialogo con Beatrice che ancora è vivo dentro di me. Come fuoco puro brucia nella mia mentre trasformando in cenere tutti i ricordi belli ed i sogni che ho con Castiel. Sento la sua mano poggiarsi delicatamente sulla mia mentre tenta di infondermi coraggio. I suoi pensieri entrano nella mia mente come un fascio di luce:
-   Non avere paura. Anche se mi dirai che il mondo finirà a causa nostra, io ti starò accanto comunque –
Inclino il mio corpo nella sua direzione appoggiando la mia testa sulla sua spalla mentre il freddo penetra nelle mie ossa. Lui resterà con me nonostante tutto. Lui non mi abbandonerà, mi starà accanto e non lascerà mai la mia mano che anche adesso sta stringendo.  Chiudo gli occhi e li riapro per osservare il cielo stellato sopra di noi. Inutile fuggire ancora. Affronteremo questa cosa assieme…e ne usciremo vincitori.
-   Io ti amo. Sappi almeno questo… - inizio mentre le mie labbra sono quasi congelate da questo maledettissimo inverno.
-   Lo so. Ti amo anche io –
Dice tirandomi a lui ed avvolgendomi in un abbraccio. Non desidero altro. Se solo potessi, fermerei il tempo in questo preciso istante. Per restare con lui per l’eternità, impedendo alla nostra maledizione di dividerci ancora. Lo stringo a mia volta mentre il suo naso freddo si poggia sul mio collo. Sento il suo respiro addosso e capisco che anche lui è agitato, spaventato, terrorizzato proprio come lo sono io. Siamo nati per incontrarci. E allora per quale motivo ora dobbiamo subire tutto questo? Devo davvero rivelargli che mi porteranno via da lui? Mi stacco da lui ed avvicino le mie labbra alle sue sfiorandole. I nostri corpi sono talmente freddi che ogni contatto sembra quasi nullo. Mi alzo in piedi e gli porgo la mano:
-   Parliamo altrove. Se restiamo qui ancora per un po’ diventeremo due ghiaccioli –
Gli dico ostentando un sorriso. Lui abbassa lo sguardo afferrando la mia mano mentre ci avviamo verso casa sua. I nostri passi sono lenti. È come se stessimo camminando verso una meta che segna la fine di tutto. La fine del nostro amore appena coronato, della nostra vita di coppia appena cominciata. Vorrei non essere io, vorrei che lui non fosse lui. Vorrei che fossimo una coppia come tante. Vorrei tante cose…cose che mi sono negate. La luce dei lampioni è pallida proprio come i nostri volti che sono avvolti da un velo di tristezza. La strada che ci divide dalla sua abitazione è ormai quasi terminata ed il mio cuore comincia ad agitarsi nervosamente mentre nella mia testa un pensiero continua a tormentarmi. Castiel apre la porta e mi fa entrare ed io accendo al luce illuminando quel salotto che ormai conosco, ma che mi rendo conto che potrei smettere di vedere di punto in bianco.
-   Ti va qualcosa di caldo? –
La sua voce si intromette nei miei pensieri ed è la cosa più bella che può fare. Mi volto verso di lui che ancora è demoralizzato. Gli sorrido annuendo e lui pare come leggermente sollevato. Si dirige in cucina e lo osservo scomparire. Mi avvicino al divano rivivendo in un istante che mi sembra una vita il ricordo con Lysandro. Ora lui non c’è più e mai ci sarà. La sua esistenza è finita per sempre, non vivrà mai più. Una lacrima mi appanna l’occhio ed io lo chiudo lasciandola scendere mentre percorre tutta la mia guancia come una goccia di pioggia percorre il finestrino di un’auto in corsa.
-   Anche a te dispiace non è vero? –
Le dico facendola appoggiare al mio dito prima che finisca sul divano. Osservo il mio dito umido e poi lo avvicino alle mie labbra accarezzandolo con la lingua. Salata. Una lacrima salata. In quel momento ricordo le parole che mia madre mi disse anni prima:
-   Più una lacrima è salata, più vuol dire che il dispiacere che l’ha creata è forte –
Se davvero è così, allora mi dispiace molto più di quel che credo. Castiel compare alle mie spalle con due tazze fumanti e me ne porge una mentre tenta di sorridermi. L’afferro avvicinandomi a lui ed appoggiando la mia fronte al suo petto. Sento che sussulta leggermente e poi mi stringe con il braccio libero. Ci sediamo sul divano ed inizio a sorseggiare quel thè caldo che mi scalda dentro. Osservo Castiel fare altrettanto godendomi fino in fondo quel momento, che potrebbe essere l’ultimo. Quando finiamo poggiamo entrambe le tazze sul tavolino difronte e noi ed io mi distendo sul divano poggiando la mia testa sulla sue gambe mentre tengo gli occhi chiusi. Lui mi accarezza la fronte con la mano mentre cerco di rilassarmi:
-   Vorrei che fosse più semplice. Vorrei che fossimo una coppie come tante…ma purtroppo non è così… -
-   Quello che ti ha detto Beatrice è tanto brutto? –
-   Beh diciamo che il bello è qualcosa di totalmente diverso…. –
-   Va avanti, ti ascolto – mi dice afferrando la mano che tengo sulla pancia e stringendola.
-   Come già ti ho detto, siamo maledetti. Nella nostra prima esistenza eravamo…beh…è ridicolo da dire… -
-   Non fermarti –
-   Hai presente Giulietta e Romeo? –
-   Oddio eravamo una coppia simile? –
-   No…eravamo loro –
-   Ma non è possibile! La storia racconta che si suicidano! Non avremo dovuto reincarnarci! –
-   Stessa mia reazione…in realtà la storia non è andata così. Io, Giulietta, avrei dovuto sposare un tale di cui non ricordo nemmeno il nome, so solo che si trattava di un ragazzo con cui giocavo sin dalla mia infanzia…ma mi sono innamorata di te, in quella vita conosciuto come Romeo. E fino a qui la storia combacia con quella di Shakespeare, ma è il seguito che è diverso. Non c’è stato nessun matrimonio segreto, nessuna mia “finta morte”, niente di tutto questo. Siamo stati furbi e siamo riusciti a fuggire grazie anche all’aiuto della mia amatissima sorella (nonché attuale Beatrice), provocando la collera delle nostre famigli ed in particolare dei nostri padri. Abbiamo vissuto all’estero per diversi anni fino a quando, un terribile giorno, al mio rientro a casa dopo un giro al mercato, ti ho trovato rivolto a terra in una pozza di sangue. Mi sono gettata su di te ma era già troppo tardi. Dietro di me qualcuno mi osservava e quando mi sono voltata ho visto l’uomo che avrei dovuto sposare che mi puntava un coltello insanguinato. Io ero così spaventata che non riuscivo a parlare ma fu lui a farlo per me:“tu oh mia bella, che con costui hai deciso di fuggire spezzandomi il cuore. Tu oh mia dea, che del mio essere hai fatto brandelli. Tu oh bellezza soave, che da sempre amo ma che mai si è accorta di me. Ora io qui ti maledico insieme al tuo amato, per far si che semmai avrete la possibilità di rincontrarvi, io verrò sempre a separarvi, non appena il vostro amore verrà coronato”. Ti lascio immaginare il seguito… -
-   Stai dicendo che moriremo?! –
-   Nono…Beatrice mi ha detto che solo in quella vita siamo stati uccisi. In tutte le altre siamo morti di vecchiaia…ma separatamente. Qualcuno, che probabilmente è la reincarnazione di quella stessa persona, è sempre comparsa in un modo o nell’altro dividendoci. Una volta era un ricco uomo che ha deciso di prendermi in sposa nonostante fossi sposata con te, portandomi oltre mare e separandomi per sempre da te. Un’altra volta ancora tu sei dovuto fuggire lontano per salvare la mia vita perché un uomo misterioso ti aveva messo alle calcagna un killer e temevi per la mia incolumità… un’altra vol--- -
-   Si ho capito ho capito… ma scusa siamo nel ventunesimo secolo chi mai potrebbe dividerci? E poi perché diavolo Giulietta e Romeo?! – sorrido. Possibile che è rimasto li?
-   Beh a quello che ho capito Shakespeare si è ispirato davvero alla nostra storia, ma vista la nostra scomparsa ha inventato un finale totalmente diverso. –
-   Idiota di un autore… -
-   Non è questo il problema. Io e te ora stiamo assieme. Abbiamo coronato il nostro sogno d’amore. E questo è il segno. L’inizio della fine. Tra poco verremo divisi. –
-   E io ti ripeto siamo nel ventunesimo secolo maledizione!!! –
-   Lo so! Ma siamo sempre stati divisi! Cosa ci sarà di diverso da allora? –
-   C’è che io ti amo più di quanto ti ho mai amato di tutte le nostre vite passate ed impedirò a chiunque di portarti via da me! –
Senza parole. Sono rimasta totalmente senza parole. Non solo la sua frase mi ha sorpresa, ma anche la sua espressione convinta mi ha stregata. Mi alzo dalle sue gambe e lo tiro a me facendolo affondare sul mio petto stringendolo.
-   Anche io ti amo più di quanto ti ho mai amato in tutte le nostre vite precedenti… -
-   Per questo resteremo insieme – dice stringendomi – qualunque cosa accada –
Mi lascio avvolgere dal suo calore mentre il cuore mi batte forte. Si…Castiel ha ragione. Questa volta nessuno potrà separarci.
-   In ogni caso… - continua lui – pensavo chissà cosa! Eri disperata quando mi hai chiamato mi sono fatto un sacco di castelli in aria! –
-   Ehi modera i toni sai che sono una persona sensibile! In ogni caso penso sia dovuto allo shock di realizzare che eravamo noi Giulietta e Romeo e che siamo stati uccisi…del fatto che siamo maledetti e che ci divideranno –
-   Ti ho già detto che non succederà –Mi alzo sfuggendo dal suo abbraccio e porgendogli la mano:
-   Adesso basta parlare. Mi fido delle tue parole quindi chiudiamo la discussione. Ti propongo di andare al cinema. Ti va? Almeno ci distraiamo un po’ –Castiel afferra la mia mano facendo una smorfia
-   Non mi piacciono i cinema –
-   Ah no? Avrei giurato di si..sai com’è, un posto buio…vicini vicini… - dico maliziosamente.
-   Scema se voglio farti mia posso farlo qui ed adesso –Dice tirandomi e baciandomi
-   Non ho bisogno di un posto squallido come il cinema –
Sorrido mentre mi guarda con quella sua caratteristica aria da sbruffone. Poi mi torna in mente una cosa che mi ha detto Beatrice prima di rivelarmi ogni dettaglio della nostra maledizione e decido di ottenere la conferma dal mio ragazzo:
-   Senti una cosa… ti è mai successo di provare delle inspiegabili fitte al cuore? –
-   Mmm…ora che mi ci fai pensare si. Ma le volte che sono state inspiegabili sono state poche. Solitamente le avevo perché soffrivo vedendoti con Lys –
-   Bene. So dare una risposta a quelle fitte se ti interessa –
-   Ovvero? –
-   Ecco…diciamo che in questa vita abbiamo ottenuto un ulteriore “potere”. Quando tu soffri a causa mia, il tuo dolore si insinua dentro di me con la medesima intensità. Quindi ogni volta che tu soffrivi nel vedermi con Lys, soffrivo anche io perché il tuo dolore entrava in me. E le volte che sentivi tu quelle fitte inspiegabili è perché io ti passavo il mio dolore –
-   Quindi, ricapitolando:  sei in grado di comprendere i miei sentimenti e le mie emozioni solo guardandomi negli occhi, possiamo parlarci con lo sguardo, possiamo farlo anche se non ci guardiamo ma siamo ad una distanza tutto sommato ravvicinata, e ci trasmettiamo il dolore a vicenda? –
-   Mmm….si. Tuttavia io non provavo sempre dolore. Mi spiego meglio: spesso capitava che quando baciavo Lys avevo queste fitte, altre volte no. Non sono mai riuscita a trovare una spiegazione o un collegamento. Il fatto è che le fitte si basavano su di te. Se tu mi vedevi con Lys e soffrivi mi trasmettevi il tuo dolore. Ma nello stesso modo quando non mi vedevi fare certe cose con lui il dolore non lo provavo, perché tu non vedendoci non potevi soffrire. Hai presente la frase “occhio non vede cuore non duole?” rispecchia perfettamente il nostro caso –
-   Wow. Ora si che sono perplesso. C’è qualche altro “potere” di cui non sono a conoscenza? –
-   No. Almeno per il momento –
-   Intendi dire che ne scopriremo degli altri?! –
-   Non ne ho idea –
Castiel sospira e scioglie l’abbraccio afferrandomi la mano:
-   Andiamo al cinema. Non ho più voglia di arrovellarmi il cervello –
Trattengo una risata e lo seguo mentre mi trascina fuori di casa. Lo osservo chiudere la porta alle sue spalle e riafferrare la mia mano mentre ci incamminiamo. Sono le dieci quando arriviamo al cinema e riusciamo a goderci l’ultimo film della serata. Decidiamo di scegliere un film di fantascienza, perché infondo anche noi ci sentiamo un po’ magici visto i nostri “poteri”. Non appena finisce ci sentiamo di ottimo umore. Iniziamo ad incamminarci quando uno spiacevole incontro spezza la nostra appena ritrovata allegria. Castiel si mette davanti a me mentre Dake lo osserva con aria di sfida. I miei occhi ricadono sulla ragazza che lo tiene a braccetto. È una ragazzo alta e magra, dai lunghi capelli corvini e gli occhi color smeraldo. Indossa una camicetta bianca fin troppo trasparente ed una minigonna beige che lascia intravedere ogni cosa. Ai piedi porta delle scarpe con tacco dodici color rubino. Mentre il mio sguardo esamina il suo corpo lei fa altrettanto con il mio, sebbene sia per lo più nascosta dietro a Castiel. Quando il mio sguardo incrocia il suo mi accorgo che mi guarda con aria di superiorità prima di iniziare a passare in rassegna il corpo del mio ragazzo. Osservo ogni suo movimento e quando noto che si lecca le labbra eccitata mi saltano i nervi. Stringo la mano di Castiel e lui ricambia la stretta, mentre tra lui e Dake è iniziato uno scambio di sguardi atroci:
-   Che ci fai qui Dake? –
-   Un giro non si vede? Tu invece? –
-   Sono andato al cinema con la MIA ragazza –
-   Ehy ehy come mai hai messo così tanta enfasi sulla parola “mia”? La tua ragazza ti ha forse raccontato del nostro piccolo rendez-vous? –
-   Non dire stronzate Dake! Hai tentato di baciarla e lei si è ribellata! Questa non la passi liscia! –
-   Ma cooooome?! – interviene l’accompagnatrice di Dakota avvinghiandosi ancora di più a lui – per quale ragione hai tentato di baciare quella contadinella? Suvvia guardala! Andare in giro con degli stracci come vestiti ma ti sembra il caso? –
-   Ma come ti permetti lurida schifosa! – mi intrometto io uscendo dalla copertura di Castiel - sempre meglio essere vestite da contadinella, che da puttanella da quattro soldi. Guardati mi fai ribrezzo solo a guardarti. Metti in mostra ogni parte del tuo corpo come se fosse un pezzo d’arte in esposizione. Cos’è, ti senti insicura forse? Sai di essere una persona che non vale nulla ma che ha un bel corpo e quindi metti in mostra quello per nascondere il tuo timore verso gli altri? Credi che valorizzando l’unica parte accettabile del tuo essere ti spinga ad essere accettata? Sei patetica –
La ragazza mi guarda spaesata e spaventata mentre Dake mi sorride divertito:
-   Su, su andiamo signore, non è il caso di discutere per me. Beth se proprio vuoi sai che sei la mia preferita. Non ci metto ne uno ne due a scaricare questa qui. Sono sempre disponibile per te –
-   Fottiti Dake. Gira a largo dalla mia ragazza – risponde a tono Castiel riportandomi dietro di lui.
-   Facciamo scegliere a lei non credi sia più corretto? –
-   Non ho bisogno di scegliere brutto maniaco – aggiungo io – tu e Castiel non potrete mai nemmeno essere paragonati. Siete su due livelli troppo differenti. Non mi interesserò mai a te Dake. Rassegnati. Io sono innamorata di Castiel da sempre e questo fatto non cambierà mai –
-   L’hai sentita? Ora vattene –
Conclude Castiel dando un’ultima stretta alla mia mano prima di incitare con lo sguardo Dakota per farlo allontanare. Lui sorride e ci passa davanti ostentando superiorità. Quando è davanti a me mi manda un’ultima occhiata sussurrandomi “non finisce qui” e scomparendo insieme alla sua accompagnatrice. Osservo Castiel negli occhi “ira, odio, inquietudine”, mi metto difronte a lui alzandomi sulle punte dei piedi e baciandolo sulle labbra, facendo così defluire tutta la sua tensione. Le sua braccia mi avvolgono mentre con un calore sempre più intenso risponde al mio bacio che si trasforma da confortatore ad affamato. Inizio ad aggrapparmi a lui in modo sempre più insistente, facendo muovere le mie mani sulla sua schiena sentendo di volerne sempre di più. Lui mi trascina per qualche metro portandomi in un viale scuro dove nessuno può vederci. Sento la sua mano accarezzarmi la pancia mentre io gli sto già slacciando i pantaloni. Mentre con le mani mi tocca come solo lui sa fare mi lascio possedere ancora una volta dal ragazzo che amo alla follia. Non importa dove, non importa come o quando, o perché. L’importante è che lui sia con me.  Mentre i nostri corpi si muovono all’unisono nel posto più squallido dove una coppia può fare l’amore alzo lo sguardo al cielo osservando le stelle brillanti e la luna che è ormai abituata a vederci così. Due amanti che si desiderano, si cercano e alla fine riescono a trovarsi. Allungo una mano verso il cielo tentando di afferrare quell’infinito che non sarà mai mio, ma che con Castiel al mio fianco riesco a vivere ogni giorno. Lui è la mia luce, la mia oscurità, il mio amore ed il mio odio. Lui è tutto per me. È la mia stessa vita, la mia stessa esistenza. Sono felice. No, sono al di la della felicità.  La mia mano ancora è libera nell’aria mentre accarezza il cielo che risponde alle mie speranze mentre un urlo liberatorio di entrambi sazia i nostri desideri rendendoci umani allo stato puro. Ci rivestiamo in fretta mentre il freddo ci congela le ossa. Decidiamo di fare una corsa per vedere chi arriva prima a casa e sono io a vincere. Salgo i gradini giungendo di fronte alla porta voltandomi all’ultimo sorridendo vittoriosa e fingendo di non avere il fiatone. Castiel mi sorride divertito mentre infila la chiave nella serratura aprendo l’entrata nella sua abitazione che subito ci accoglie calorosa. Ci infiliamo sotto la doccia giocando un po’ come dei bambini per tralasciare per un secondo ogni nostra preoccupazione. Quando usciamo ci infiliamo nel letto. L’ultima volta che guardo l’ora sono le o2:05 di notte e tutto tace intorno a noi. Il giorno successivo la sveglia ci fa sobbalzare e subito ci alziamo per dirigerci a scuola. La giornata è lunga ed esasperante e quindi, non appena l’ultima campanella suona, esco con un balzo dalla classe fuggendo all’esterno per respirare finalmente un po’ di ossigeno, libera da quei dannati insegnamenti che ormai non sopporto proprio più. Castiel mi raggiunge poco dopo facendomi cenno di seguirlo mentre, mano nella mano, percorriamo la strada per andare alle prove della band. Ci fermiamo davanti alla porta d’entrata e Castiel mi abbraccia e mi bacia prima di farmi entrare. Varchiamo la soglia e mettiamo un po’ a posto la sala, poco dopo arrivano gli ultimi membri della band. Iniziamo a suonare cercando di non sentire il velo di ansia che riecheggia nell’aria. Non appena finiscono le prove esco prima di tutti per prendere fiato. Lo sguardo insistente di Dakota è come se mi avesse indebolita. Prendo una bella boccata d’aria e mi calmo totalmente quando una brutta sensazione mi pervade.
-   Che vuoi? – chiedo senza nemmeno girarmi.
-   Uhlala come siamo scorbutiche –
Mi risponde Dakota affiancandomi. Incrocio le braccia in segno di disappunto mentre mi perdo a guardare il cielo azzurro. Possibile che debba venire a rompere le scatole sempre a me?
-   Ma la ragazza con cui stavi ieri? L’hai già liquidata? –
-   Cosa odono le mie orecchie…non sarai mica gelosa? –
-   No, tutt’altro. Speravo che venisse a prenderti seduta stante. Non sopporto la tua presenza –
-   Suvvia non fare la scontrosa. Lo so che ti piaccio –
Così dicendo mi appoggia una mano sul braccio. Una nuova scossa mi pervade il corpo facendomi scattare all’indietro all’istante:
-   Non ti azzardare a toccarmi lurido schifoso! Ti ho già detto come la penso! Io sono innamorata di Castiel! Gira a largo bamboccio! –
-   Non mi importa. Farò di tutto per averti. Te l’ho detto. Tu sei speciale, sento che qualcosa di unico ci lega. Rassegnati, ormai ti ho scelta. Se non vuoi essere mia con le buone, ti prenderò con le cattive –
-   Evapora. Detesto gli sbruffoni come te -
Rispondo nervosamente mentre rientro in sala. Castiel mi guarda con aria preoccupata ma gli faccio cenno di rilassarsi e lui mi ascolta senza pormi ulteriori domande. Alla fine delle prove afferro la mano di Castiel non appena è pronto e usciamo frettolosamente dirigendoci a casa sua. Mentre siamo distesi sul divano a guardare la televisione ho come un brutto presentimento. Sento che sta per succedere qualcosa di spiacevole, ma non so che cosa. Castiel mi abbraccia e io mi lascio coccolare, cercando di dimenticare le mie preoccupazioni. Il giorno dopo saluto il mio ragazzo alla fine delle lezioni e lo accompagno fino al suo posto di lavoro poi torno a casa mia, passando un pomeriggio in totale relax. Verso le otto Castiel mi avvisa che ha finito prima il turno e mi invita a mangiare da lui. Sorrido leggendo il messaggio e rispondo allegramente mentre mi sto già vestendo per andare a casa sua. Prima di uscire recupero una bottiglia di vino dalla cantina e mi avvio verso casa sua fischiettando. Non appena giungo davanti alla sua abitazione rimango sconvolta. Difronte al cancello di casa sue, tre volanti della polizia con i lampeggianti accesi illuminano tutto il quartiere. Osservo allibita la scena mentre vedo che dalla porta spalancata del mio ragazzo escono prima due agenti e poi un terzo che tiene Castiel per un braccio mentre ha le mani ammanettate dietro la schiena. Il mio corpo si paralizza difronte a quella scena mentre la bottiglia scivola dalla mia mano infrangendosi al suolo.



Commento dell'autore: inutile implorare il vostro perdono per l'enorme ritardo, ma pregherò comunque di ottenerlo *prega prega* questo capitolo è più breve degli altri, forse perchè per un momento ho finito le idee ma ho deciso comunque di postarlo altrimenti non lo avrei più fatto conoscendomi xD Spero comunque di non aver deluso le aspettative! Cercherò di essere più rapida con il capitolo successivo! Grazie ancora a chi continua a seguirmi!!! =D Lasciate una recensione se vi va =D =D =D
   
 
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