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Autore: Pikkola Rin    17/04/2008    2 recensioni
Un gruppo di ragazzi, la passione per la musica e un incontro che cambierà la vita a tutti loro, soprattutto al protagonista......
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio chi ha letto e aika_chan per la recensione: cara spero che tu legga anche questo capitolo e mi dica che ne pensi

Ringrazio chi ha letto e aika_chan per la recensione: cara spero che tu legga anche questo capitolo e mi dica che ne pensi! Per il resto ecco il nuovo capitolo, mi aspetto qualche recensione! Anche se non vi piace, le critiche sono ben accette!

Piccoli chiarimenti: il protagonista è Shuichi, ma siccome la storia sarà un po’ diversa e AU ho pensato di cambiargli il nome, però è sempre lui!

Capitolo 2

È una bella giornata. Il sole è alto nel cielo, fa così caldo che si potrebbe andare a mare e gli uccellini cinguettano tranquilli. Tutto perfetto, se solo non fossi rinchiuso in aula con il professore di lettere che sta interrogando da due ore. Ho talmente sonno che ho rischiato più volte di addormentarmi sul banco. E non c’era nemmeno Ray a svegliarmi. Quello stronzo, neanche me l’ha chiesto di fare filone con lui!

Steve, Steve! Ohi Steve!

Mi giro scocciato

Che vuoi?

Ho sentito che avete un provino alla Gaia Records! Che fortuna, voglio venire a sentirvi!

Lo sapevo che Dan non riusciva a tenere la bocca chiusa. Quando lo vedo mi sente!

Non ci provare, stattene a casa!

Mi rigiro irritato al massimo. Quello già non lo sopporto, poi mi rompe anche col provino! Ci ho pensato tutta la notte, lo testimoniano le occhiaie che nemmeno il correttore di mia sorella è riuscito a coprire. Non che io gli avessi chiesto di truccarmi come una donna!

Steve, steve!

Ancora, oggi non riesco a stare in pace. Giuro che al prossimo che mi chiede del provino gli infilo la testa nel water.

Il suono della campanella mi riscuote, mi ero appisolato. Sbadigliando, percorro il corridoio e attraverso il cortile, raggiungendo Keira e Dan che si divorano la faccia appoggiati al cancello. Gli passo affianco dando a lui uno scalpellotto e ricevendo in risposta un dito medio alzato

Deficiente, dovevi raccontarlo proprio a tutti altrimenti non eri contento vero?

L’ho detto soltanto a Josh!

Ah ecco. Rimangio quello che ho detto prima: non sei un deficiente, sei molto peggio!

Non riesco a crederci, l’ha detto a Josh, la gazzetta dell’istituto!

Me ne vado senza salutare, bestemmiando contro Ray che mi ha lasciato a piedi, quando uno stridio di gomme sull’asfalto mi fa voltare. Non capisco nulla. So soltanto che mi ritrovo a terra, con un dolore atroce al braccio e bloccato con le spalle la muro dal cofano di un auto. Cerco di alzarmi, ma le gambe cedono e mi sfugge un gemito.

Ehi stai bene, sanguini?

Una voce sconosciuta mi chiama, ma sono troppo scioccato per rispondere. Mi sento sollevare con facilità e appoggiare su qualcosa di morbido, poi il buio

Mi fa male la testa, come quando prendo una mega sbronza, ma non ricordo di aver bevuto. Mi alzo e mi accorgo di avere la testa e il braccio destro fasciati. Sono in un grande salone, probabilmente di un appartamento lussuoso, seduto su un divano di pelle nera duro come il marmo. La domanda da un milione di dollari è: come diavolo ci sono arrivata e perché sono qui?

Ti sei svegliato finalmente. Avevi intenzione di rimanere da me per la notte?

Un angelo. Se non fosse per quel tono di voce scontroso ed irritante giurerei si essere al cospetto di uno splendido angelo.

Dici qualcosa o vuoi rimanere ancora con quell’ espressione da ebete?

Ok non è affatto un angelo, soltanto uno splendido stronzo.

Cosa ci faccio qui?

Hai attraversato all’improvviso la strada. Non sono riuscito a frenare in tempo e ti ho investito. Tu sei svenuto e siccome non sapevo dove abitavi e non volevo creare problemi con la polizia, ti ho portato a casa mia.

Comincio a ricordare, ma non mi sembra di aver attraversato all’improvviso

Diciamo piuttosto che mi sei venuto addosso perché eri distratto

Mi guarda talmente male che se uno sguardo potesse uccidere sarei già sotto terra. Senza dire una parola sparisce in un’altra stanza e dopo un attimo di esitazione lo seguo. Saltellando, perché non riesco a poggiare il piede a terra.

Entro in una cucina grande quanto il salone, pulita e ordinata da sembrare una di quelle esposte in un mobilificio. Mi siedo a tavola e lo osservo mentre prepara qualcosa da mangiare. Sembra un gigante, sarà alto più di 1.80m. Sono un po’ geloso, io non arrivo al 1.70 m. Sono bassino ed ho ancora l’aria da ragazzino, anche se ormai ho 18 anni. Sicuramente lui avrà più di 20 anni, 24 all’incirca. Biondissimo e con grandi occhi dorati, avrà uno stuolo di donne ai suoi piedi.

Tieni, mangia.

Si siede di fronte a me; cerco di mangiare, ma ho lo stomaco chiuso

Comunque io mi chiamo Steve

Non alza la testa dal piatto, fa finta di non avermi sentito. È davvero un tipo odioso, e ora che guardo bene l’orecchino che porta al lobo sinistro gli sta malissimo.

Ha finito di mangiare. Posa il piatto nel lavandino e se ne va, ma io ostinato lo seguo.

Allora mi dici come ti chiami? È educazione presentarsi.

Mi guarda scocciato e la mia antipatia per lui aumenta.

Yuki

Si volta e afferra una camicia dall’armadio. Si cambia tranquillamente, come se non ci fosse un estraneo che l’osserva. Ha la carnagione più chiara che abbia mai visto, sembra una bambola di porcellana.

Che nome insolito

Indossa anche la giacca e la cravatta. Ha un’ aria molto matura, come un uomo d’affari.

Mia madre era giapponese

Prende una borsa, una di quelle per i computer portatili, e cambia stanza. In salotto cerca qualcosa, e io continuo ad osservarlo. Ci metto un po’ a rendermi conto che il mio cellulare sta squillando, esattamente fin quando Yuki non me lo sventola sotto il naso

Pronto?

Sei un coglione!

Ray che c’è?

Una pausa. È infuriato, ma non capisco perché. Che sappia già dell’incidente?

Mi chiedi che c’è? Ti rendi conto di che ore sono?

In realtà no, perché?

Come perché? Idiota che non sei altro sono le sei e tra pochi minuti abbiamo il provino!

Merda, sono nella merda!

DOVE SEI?

Mi ha stonato, ma me lo merito

È una lunga storia, poi ti spiego

Se non arrivi in tempo preparati a morire. Avrò la tua testa.

Riattacca. Come una furia raccatto la mia roba, infilo le scarpe e mi precipito alla porta. Cerco di aprirla ma è chiusa a chiave e non riesco a trattenere un’ imprecazione. Con calma Yuki la apre e mi afferra le spalle prima che possa schizzare via.

Grazie dell’aiuto, ma vado di fretta

L’avevo intuito

Tento di divincolarmi, ma è troppo forte

Allora?

Allora se ti calmi e mi dici dove devi andare ti accompagno io con l’auto

Sono sbalordito, cos’è tutta questa gentilezza?

Devo andare alla Gaia Records

D’accordo

Lo seguo in garage e saliti in auto partiamo. Guida come un pazzo, ma meglio così. Forse non sono ancora morto.

  
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