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Autore: DJAngelRemix    08/11/2013    2 recensioni
Come sarebbe la vita se i nostri cari amici fossero in forma "umana" (di nuovo...) e abitassero tutti in un Condomionio negli Stati Uniti, in un famoso quartiere di Los Angeles di nome "Lincoln Heights"?
I ragazzi sono di tutte età diverse e vi è un insieme di amori, amicizie, rivalità, feste, tutte a colpi di risate e spudorata comicità. Vi ho incuriosito? Io spero proprio di sì ;)
AMMESSI OC.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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WTFFFFFFF-BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!!!!!!!!!!!!??
Blaze: Bene...Ma già inizi male??! *con tic nervoso convulsivo-progressivo post-apocalittico all'occhio destro*
Amy: *legge quello che ho scritto fra gli asterischi* Ma che cazzate scrivi. Che t'è preso?
Scusate...Una mia amica m'ha fatto leggere a forza un libro apocalittico di quel pazzoide di Stephen King....
Sonic: Aaaah, ora si capisce.
Angel: Te lo già detto che non devi leggere quelle cose, come minimo smatti sempre!
(Ci fu una pausa lunghissimissimissimissimissimissimiss...Ué! Basta! -scusate sono campana X)-)
Tutti: AAANGEEEEEELLL???!
Angel: Si belli miei, sono ritornata da Trinidad e Tobago *con la pelle più abbronzata del solito e occhiali da sole neri*
Johnatan: EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!! *con voce da bambino*
Tutti (tranne lui): *lo guardiamo*
Shadow: Ora basta! Io me ne vado! Ci sono degli idioti che urlano con voci effeminati....
Johnatan (in sottofondo): Ehi!
Shadow: .....Un'autrice pazza che non vuole farmi comparire nella storia....
(In sottofondo) Ehi!
Shadow: ....E Cretine che fanno abbracci spacca-ossa...
Amy (in sottofondo): Ehi!
Shadow: Basta. Non. Ne. Posso. Proprio. Più!!!!!!!!!!!
.....E allora vattene, scassa palle della malora!
*rullo di tamburi che viene all'improvviso*
Uff....Ed ecco a voi....









Lincoln Heights's Condominium



Il rapporto fra la nostra cara rockettara b-girl Angel e il misterioso quanto attraente Johnatan si stanno facendo sempre più intensi a quanto vediamo e, mentre un brutto idiota di nome Vector si dimentica di fare il suo dovere al Dipartimento di Polizia di Lincoln Heights, molti si stanno chiedendo cosa stia succedendo fra Ang e Jo. Cosa succederà il questo cap.?



Il sole si svegliava e si alzava, rivelando il suo essere incandescente dall'orizzonte e rischiarando a poco a poco il quartiere da noi tanto conosciuto che intanto cominciò a svegliarsi.
Le persone di svegliavano, si alzavano di malavoglia e andavano a compiere i propri doveri, mentre altre stavano ancora nel proprio letto, incurante dei raggi del sole che s'infiltravano per le finestre, illuminando il proprio cuscino nero con su stampato dei simpatici teschi bianchi e blu elettrico, illuminando poi anche i lineamenti ispanici del viso di Angel.

In quel momento si sarebbe certamente aspettata di sentire la potente voce di Miriam eccheggiare per tutto il Palazzo, con l'intenzione di svegliarla e di buttarla dal letto mentre si svegliava di soprassalto garantendosi così un incontro ravvicinato con il pavimento in marmo rosa, ma quello che si aspettò furono le prime note di "Irish Celebration" di Macklemore, impostata come sveglia nel suo cellulare perennamente nero, posto sotto il soffice cuscinetto.
La spense immediatamente, ma con una certa lentezza nei movimenti: una bella dormita perfettamente sana, senza  alcun incontro garantito col pavimento piuttosto duro che non donava poi un bell'impatto con la faccia e, cosa più gradita, era il fatto che fu la splendida voce del suo rapper preferito a svegliarla. Meglio di così non si poteva!

L'unica cosa che non riusciva a digerire era il fatto che Miriam era ancora in ospedale: il Dr. White, il medico che si prendeva cura della sua bionda teen-sitter, le aveva detto che sarebbe potuta uscire fra tre giorni circa, per il mezzogiorno, se non ci sarebbero state delle piccole complicazioni, questo era certo.

Epilogo: per tre giorni di fila avrebbe dovuto stare da sola, in casa, senza nessuna presenza femminile con cui parlare dei suoi problemi personali. Era vero che Amy era sempre pronta ad aiutarla, ma non era disponibile 24 ore su 24. Ma ciò significava che avrebbe potuto combinare più casini che mai. La sua mente diabolica e scientificamente instabile stava già dando in numeri: i tre anni di psicoanalisi non erano serviti a niente. Anzi, aveva reso la psicologa praticamente pazza, dandole un biglietto di sola andata verso un sicuro ospedale psichiatrico ai confini della costa della Louisiana.
Allegria....!

Si alzò dal letto e si stiracchiò, per poi buttare lungo i fianchi le braccia e, con aria piacevolmente assonata, dirigersi verso il bagno. Appena aprì il cassetto di legno di pino collegato allo specchio rettangolare, ridacchiò, pensando che al viaggio in Italia durante le vacanze estive, lei e i suoi compagni avevano notato che quasi tutti i dentrifici presenti sul mercato dicevano che erano consigliati dai migliori dentisti, chiedendosi nello stesso modo cosa si fumassero questi i dentisti migliori.
Lavati i denti, entrò nella doccia, dove si lavò velocemente con l'acqua calda. Subito pensò alla sera scorsa passata con Johnatan e ai suoi muscoli....

“Porca Puzzola, che mi sta succedendo?” si chiese, mentre usciva dall'ampia doccia dal vetro ad effetto martellato azzurro cobalto con l'accappatoio color giallo limone attorno a sè, quando nel contempo scuoteva la testa coi capelli corti e bagnati che gocciolavano.

Il fatto che in quel momento stesse pensando ad un ragazzo di un anno più grande di lei che le aveva salvato la vita e, che la scorsa sera aveva baciato amichevolmente, sempre da sottolineare questo fondamentale concetto -almeno per lei-, la preoccupava: insomma, non le era mai successo prima d'ora e, ora che stava succedendo, non sapeva cosa fare nè pensare. La preoccupava il fatto che quel ragazzo le stesse sempre così vicina nel momento del bisogno, perchè in quel modo dimostrava di essere una debole, cosa che lei aveva sempre evitato di mostrare al mondo. La preoccupava il fatto che, però, non le dispiaceva stare un pò con Johnatan, perchè la faceva sentire se stessa e a suo agio. Ma qui cascava l'asino: era una bella cosa o una brutta cosa? Non lo sapeva nemmeno lei
La ragazza più tosta al vertice della top-ten scolastica delle ragazze più scorbutiche, lei dalla lingua affilata come quella di un rasoglio e lei, con la battuta sempre pronta, in quel momento non sapeva rispondere ad una domanda che non c'entrava assolutamente niente con le materie.

Andò in camera sua, dove spalancò il primo armadio, guardando il contenuto, bello ricco: magliette, canotte, camicie d'ogni forma stile e colore; leggins, calze, jeans, pinocchietti, shorts e pantaloncini bel piegati in cima, sullo scaffale di legno, altri appessi alla sbarra di metallo sotto di esso; le gonne c'erano, e anche molte, ma solo perchè era stata forzata sia dalla zia stilista, sia da Miriam, che da Amy e Rouge, ma non le usava quasi mai. Su un cassetto interno sempre di legno, pitturato di bianco, c'erano altra scarpe, tra cui All-Stars, stivaletti, qualche ballerina scarpe da ginnastica, da un lato, dall'altra, dei cappellini da baseball -la maggior parte con lo stemma della sua squadra di football preferita, i Seattle Marines-, dalla visiera ricurva, altre dalla visiera larga e piatta, da b-girl e rapper, altri erano vari.
All'interno dei vari cassetti c'erano molti tipi di accessori.

Scelse prima di tutto l'intimo, poi indossò una canotta bianca, una felpa chiusa beige con delle scritte stampate nere e grigie, jeans neri di tipo skinny con un cinturino marrone in pelle inclinato verso il fianco destro, mezziguanti in pelle nera e un cappellino di lana nera che le copriva gran parte dei disordinatissimi capelli corvini a punte bionde.

Quella mattina avrebbe dovuto accompagnare, di malavoglia, Amy al Centro Commerciale per fare quello che la rosa definiva "shopping sfrenato", per comprare dei vestiti adatti per la festa di compleanno di Rouge, così prese la borsa a tracolla nera e, prese le chiavi, uscì dal suo appartamento, per poi andare a quello accanto al suo, quello di Amy. Tanto avrebbe fatto colazione al McDonald del Centro, quindi poteva benissimo saltare la colazione, oppure l'avrebbe fatta in un secondo momento.

Bussata alla porta dell'appartamento di Amy, si ritrovò davanti la sorella gemella di Amy, Amelia, praticamente la sua copia sputata, ma in fatto di carattere era praticamente opposte una dall'altra: Amy era schifosamente romantica, Amelia era spregiudicatamente tosta, e forse era quello il motivo del perchè andavano così tanto d'accordo.
- 'Giorno Amelia, come va la giornata? Vedo che sei ancora in pigiama... -
'Giorno Angel. Si, sono ancora in pigiama perchè avevo voglia di dormire ancora un pò. - la salutò a sua volta la quindicenne, per poi puntare un punto indefinito dentro. - Amy è in crisi: non sa che vestiti scegliere.... -
- E te pareva. Vado subito... -

Davanti a sè c'era un lungo corridoio dal pavimento rivestito con piastrelle di ceramica azzurro chiarissimo, le pareti avevano le figure di foglie autunnali sui toni del rosa e del viola, con qualche foto incorniciata che raffigurava qualche giornata della famiglia Rose. Qualche porta di legno si trovava in ambedue le pareti, ma due in particolare avevano delle scritte. Rispettivamente "Stanza di Amy" la sinistra, "Stanza di Amelia" la destra. Bussò alla sinistra e da dentro sentì la voce squillante di Amy: “-Avanti!-”, così entrò, e vide con scarsa sorpresa una tonnelata di vestiti sparpagliati per tutta la stanza di Amy.

Le pareti erano rosa brillante, il pavimento era in marmo rosa perla. La finestra pitturata di rosa, a doppia anta si trovava sul fondo e accanto ad essa si trovavano la scrivania in legno di pino con una piccola poltroncina girevola rosa shock. A destra di essa si trovava il suo letto dalla struttura sempre rosa, con lenzuola bianco panna, coperte in piumino sui toni del rosa e cuscini rossi e verde acqua; A sinistra c'era l'armadio di legno chiaro su cui erano attaccati i poster di Christina Aguilera, Katy Perry, Justin Bieber -cosa che stava per far vomitare la nostra Angel- di Lil Mama e di qualche ballerina classica molto probabilmente sconosciuta nel mondo degli adolescenti.
Seguiva un comodino di legno chiaro con sopra qualche libro di scuola.

- Angel! Finalmente sei venuta, ho bisogno del tuo aiuto! - e la rosa la prese per le spalle e la scosse con violenza. In quel momento indossava soltanto degli abiti di emergenza, cioè una semplice T-shirt larga nera e pantaloncini di cotone blu.
Per tutta risposta la corvina esclamò un sonoro: - Je n'est pas comprìs! -
- Angel...so che tua madre era di origini francesi, ma per favore, non parlarlo con me! -
- Oui oui! Cioè...volevo dire...sisi! Che dici, dovrei parlare español? -
- Mi stai prendendo per il culo? -
- L'hai capito, finalmente! -

Amy la guardò storto, alzò gli occhi verde prato con fare esasperato e ci mise sopra la mano destra. - Lascia perdere. Comunque mi devi aiutare a scegliere i vestiti con cui andremo al Centro. -
- Me l'ha già detto Amelia, lascia fare a me. - la corvina diede una rapida occhiata alla camera terribilmente disordinata dell'amica, per poi dirigersi verso il letto: scelse una maglietta rossa a profili bianchi con una disinvolta scritta color oro stampata che diceva "I Love To Love", un giacchino rosso smanicato, degli jeans blu skinny con degli strappi all'altezza delle ginocchia e l'immagine di una faccetta felice sopra di essi. Dall'armadio delle All-Stars rosso fuoco e, nei comodini collegati alla scrivania, un paio di orecchini a forma di cuoricini color oro e uno strozzatore in pelle rosa shock. - Tieni, io esco e t'aspetto. Ti consiglio di mettere poco trucco, solo un pò di mascara e del lucidalabbra rosa brillante. -

10 minuti buoni ad aspettare da sola, fuori dalla porta della amica dai capelli rosa e, finalmente, quest'ultima uscì. Ancora una volta, i consigli di Angel avevano fatto centro, non che questa però ne fosse particolarmente estasiata. Amy invece era il contrario: - Angel ti adoro. Te l'ho detto che dovresti essere una stilista, che dici? -
- Ames...quante cavolo di volte te lo devo dire? - breve pausa da sospence e poi aggiunse sospirando. - No! Come minimo mi dedicherò alla musica, ma non ne sono ancora del tutto convinta, e tu lo sai... -
- Se lo dici tu, ma io dico che dovresti pensarci. -










Caleb era già uscito da un pò e, indossata maglia nera, felpa nera e pantaloni rigorosamente neri, insomma, vestito a funerale, correva da più di 3 ore buone, superando i 6 isolati previsti durante il chat di ieri sera. E poi era felice di quella cosa: gli piaceva il fatto che potesse superare in ogni buon momento i suoi limiti, espandendoli sempre di più. Quello era il suo scopo: il doversi migliore ogni qualvolta che ne aveva la possibilità, quando si presentava a portata di mano.

Dopo aver fatto il giro di gran parte del quartiere, si fermò davanti al Palazzo 21 B in cui vivevano Amy, Blaze, Tikal e Cosmo. Si fermò a riprendere, per la prima volta in tutta quella mattinata, il respiro, quando s'accorse della presenza di una ragazza seduta su una dei posti dell'altalena dalla struttura pitturata di blu, posta nell'ampia parte sinistra del Palazzo. 

La vedeva solo di profilo, ma arrossì allo stesso modo nel vederla: i capelli toccavano appena le spalle docili, che sembravano quasi deboli, color castagna-nocciola legati in un piccolo codino, gli occhi color cioccolato, la pelle rosa pesca chiaro. Non poteva credere che fosse così carina, dall'aria calma e rilassata e solo a pensarci arrossì ancora di più.

Avrebbe tanto voluto andarsene, anche senza salutare le altre, ma a vederla così tanto sola, il suo impulso di fare amicizia con lei si risvegliò, così si diresse a passo un pò insicuro verso di lei, anche se il suo stomaco non era tanto d'accordo.
Si avvicinò a lei, tanto da sentire i suoi singhiozzi sommessi. Stava piangendo. E, nonostante fosse molto vicino a lei, quest'ultima sembrava di non aver avvertito in alcun modo la sua vicinanza.
“E' meglio se me ne vado....” pensò Caleb, mentre si allontanava ma, calpestato un rametto secco lì vicino, si maledisse mille volte per non aver controllato e per aver lasciato libero sfogo ai suoi impulsi.
La ragazza si voltò di scatto, gli occhi umidi, che esaminavano il ragazzo che era davanti a lei, di spalle, dritto e rigido com una statua di marmo.

- Tu chi sei? - chiese lentamente, sempre guardandolo incuriosita. Caleb ingoiò la saliva, nervoso, per poi voltarsi lentamente e salutarla con un vago cenno della mano, sempre però rigido.
- M-m-mi chiamo Caleb...Eheheh... - poi ridacchiò nervoso: stare vicino a quella ragazza così carina gli dava uno strano effetto, ma prese tutto il coraggio -e sopratutto la lucidità- che gli rimaneva, così si sedette vicino alla castana, solo che a terra. - E tu come ti chiami? - disse stavolta mantenendo un tono tranquillo -o almeno ci provava-.
L'altra si asciugò le lacrime un pò asciutte con la manica allungata della felpa, che era a rombi sui toni del blu e azzurro, dai profili bianchi, con il cappuccio largo. - Francis Alexandra Martin, ma puoi chiamarmi Frankie o Moana, se vuoi. -
- Moana? -
- Beh sì: mia madre era hawaiiana, e nella sua lingua Moana significa Oceano. -

- Che figata! Conosci l'hawaiiano? - chiese incuriosito Caleb, dimenticandosi del piccolo particolare che stesse parlando con una ragazza.
- 'ē! lima makahiki! - la castana disse qualcosa di totalmente incomprensibile all'udito di Caleb e, vedendo la sua faccia stravolta, soggiunde ridacchiando: - Significa “Sì, a cinque anni!”. Scusa, certe volte mi scappa. Anche mio fratello lo parla, così come mio padre. -
- Fa niente, è la tua natura. - rise un pò pure lui, fino a ricordarsi che stava parlando proprio con lei, cavolo! Decise di cambiare immediatamente discorso, qualcosa di pertinente, almeno. - Perchè piangevi? -
E grazie, più pertinente di così non si poteva! Come avrebbe detto Angel “-Si schiattava!-”.

“Ma perchè non freno la mia stramaledetta lingua!!?” pensò Caleb, mentre spiatellava la sua mano destra sulla faccia, esasperato.
Al contrario, Frankie sorrise a trentadue denti, mostrando dei denti brillanti e molto belli, facendo andare in tilt il cervello già compromesso in quel momento di Caleb. “Oh...Mio...Dio! Basta, non posso più stare con Frankie, sennò va a finire che qui svengo morto stecchito!”.
- Diciamo che ero un pò triste... -
- C-come mai...? -
Ci fu una breve pausa, seguita da una leggera folata di vento, temperata, che fece però arrossire entrambi i ragazzi: Caleb abbassò lo sguardo imbarazzato, mentre Frankie lo guardava ancora. - Beh...conosci il Bronx? -

- Si, è un quartiere di New York. Ci vivevo lì, a New York... - spiegò il corvino.
- Ecco. Io, mio fratello maggiore Alex e mio padre Roger vivevamo lì. Mia madre è morta di cancro quando ero piuttosto piccola, non era abituata al nostro clima nè alle sostanze inquinanti lì presenti. - spiegò semplicemente la ragazza, mentre alzava lo sguardo e osservava il cielo azzurrognolo di quella mattina e le poche nuvole che la popolavano. 

Poi riprese a parlare: - Non mi ricordo granchè del suo volto, ma da quello che sò assomigliava molto a me, come mi dice mio padre. Ma non ho mai visto delle sue foto, dei suoi video e cosa più strana nostro padre non ce le fa mai vedere: dice che non servono a niente e che è meglio non ricordare. Ma io credo sia il contrario: credo invece che sia una buona cosa avere dei ricordi delle persone a cui tenevi tanto, il passato fa parte di noi e non possiamo cancellarlo con delle gomme da cancellare e anche se è brutto bisogna ricordarselo e farne nostro patrimonio, così da poter migliorare in seguito la nostra vita. Ma comunque bisogna sempre guardare davanti, pensare al nostro presente... -

Poi si mise in piedi sull'altalena, con un largo sorriso sul volto divenuto in pochi secondi raggiante. - ....Non sappiamo cosa ci succederà nel domani, ma forse è meglio così: le persone giustificano le proprie azioni dicendo che era destino, ma siamo noi a prescriverlo, con quello che facciamo e con le nostre scelte! - Poi guardò Caleb, che era rimasto lì a terra, seduto, a guardare quella ragazza con volto fra l'ammirato e il sorpreso: quella ragazzina, di certo più giovane di lui, era così spontanea e libera nelle azioni, e di ragazze come lei ne vedeva poche, molto poche.
- Mi spingi per favore? - chiese all'improvviso la castana. - Vorrei provare ad andare in altalena in piedi, non ci ho mai provato prima d'ora! -

“Ora muoio, è ufficiale!” pensò alla fine il ragazzo, ingoiando per l'ennesima volta la saliva.
- O-ok... - ma Caleb si maledisse un'altra volta per averlo detto: possibile che quella ragazza gli facesse quell'effetto? E, dopo aver litigato con la sua Coscienza rintranata nell'angolo più remoto della sua mente molto-probabilmente-malata, lo fece, appoggiando per prima cosa le mani sulla schiena della ragazza, arrossendo di brutto.
- Dai, mettici più energia, so che ce la fai! - esclamò la ragazza, cominciando a ridere e voltando di poco il viso verso di lui, sorridendogli. - Vai! -
Caleb non voleva dargliela vinta, e non voleva farsi credere un tipo senza energia, così ci mi se più forza e la ragazza piegà di poco le ginocchia, per evitare di cadere e di farsi male, ma si stava divertendo comunque. - Siiiiiiiiiiiiiii!!! Bravissimo, sei bravissimo! Visto che ce la fai! - e poi aggiunse con entusiasmo: - Sto toccando il cielo con un dito!! - e sembrò veramente farlo, con quel largo sorriso che aveva.

Caleb sorrise, forse ora si sentiva un pochino di più a suo agio con quella ragazza, ma il forse restava comunque...
- Scommetto che non riesci a saltare dall'altalena! - disse ridacchiando di poco.
- Mi stai sfidando corvino? Peggio per te! - così, ad ogni spinta, Frankie cominciò a contare fino a 3. 

- E 1.... - era in alto. Piegò di poco le ginocchia, preparandosi alla prossima spinta, il viso aveva assunto un'espressione determinata mentre il suo sorriso persisteva sul suo viso...

-E 2........- sempre più in alto. Stavolta inclinò in avanti la schiena e le spalle, era sempre più determinata...

- E 3!!!!! - 

E saltò, che sembrava un angelo che spiccava il volo verso la volta celeste. Caleb si mise davanti all'altalena per poterla guardare meglio, mentre guardava i suoi lineamenti e il suo sorriso più ragginate che mai, mentre rideva emettendo suoni cristallini. Era meravigliosa, in ogni suo aspetto e in ogni suo modo di fare. Non sapeva più che fare e pensare di quella ragazza, che gli aveva praticamente mandato in tilt il cervello e al paese tutta la sanità mentale che gli rimaneva. 

Ma subito dopo sentì le sue grida: - ATTENTOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! -

E subito se la ritrovò davanti, mentre lei era ancora in aria, naso a naso, le loro labbra si stavano per toccare per un soffio, ma non successe, perchè Frankie cadde su di lui, con un tonfo violento e non poco rumoroso....
....
....
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....Chiuse gli occhi e sentì un profumo di pino, rendendosi che era Caleb che profumava in quel modo così fresco. Percepiva il suo corpo su quello più robusto di lui e, imbarazzata, arrossì, rendendosi conto che in quel momento era molto vicina a lui....
....
....
....
....Caleb battè più volte le palpebre, domandandosi se si trovava in un sogno, ma di certo non in un incubo. Frankie profumava di menta piperita e di vaniglia, perfetti per il suo carattere così dolce. Le sue braccia erano sui suoi fianchi e, rendendosi conto di ciò, arrossì violentemente, senza però muoversi. Per uno strano motivo non aveva.....

....Nessuna voglia di staccarsi da lui. Non sapeva se quel contatto le piaceva o meno, ma non voleva andarsene....

.....Da lei. Era diversa dalle altre, sempre con un sorriso sincero sul viso, così....

.....Simpatico. Ma non poteva stare in quella posizione per sempre così....

.....Le alzò di poco le spalle, per poi guardarla....

......Nei suoi bellissimi occhi ambrati, molto....

......Espressivi. Poi sorrise lievemente, evidentemente imbarazzato, e le chiese con voce tremante e insicura: - S-stai bene? -

Frankie arrossì.









Angel e Amy strabuzzarono gli occhi, mentre da più di un quarto d'ora osservavano quella scena, dall'ingresso del Palazzo 21 B. - What the fuck! Amy stai vedendo o sono io quella che sta diventando più pazza del solito? - chiese sconvolta, mentre spalancava i bulbi oculari.
- No. Sto lo vedendo pure io e non sono pazza, questa è la realtà! -
- Oddio. Devo fermarli, prima che vada a finire che facciano cose poco....pulite!! -

- Ma che dici?? Sei pazza! Caleb non lo farebbe mai, lo conosci, nè tanto meno Frankie! - fece Amy, a bassa voce, assicurandosi che gli altri due non si accorgessero della loro presenza. Aggiunse: - Credo sia meglio lasciarli soli, che dici? -
Angel guardò prima Amy, poi i due ragazzi ancora imbambolati nel cortile e vicerversa per tre volte. Poi sospirò. - Se lo dici tu. Ma sei poi abbiamo la notizia che Frankie è incinta, vedi tu. -
- Ma dai, che schifo, cogliona! - e alla fine entrambe passarono per la porta che conduceva verso il cortile sul retro.
- Amen. - fece ironica l'altra, mentre metteva le mani a mo' di preghiera, per poi sciogliere immediatamente quella posizione. - Caleb e Frankie...Il mondo non è più lo stesso... -
- Ma che dici! - la rimproverò la rosa, mentre la guardava storta. - Non capisci che magari la nuova arrivata potrebbe cambiare l'atteggiamento di Cal, potrebbe essere... -
- Mission Impossible. A meno che io non diventi Yasmina Bond, qui siamo tutti fottuti, credimi e dai retta a me. -

Il sorriso di Amy s'allargò, formando un'inquietante ghigno malefico. - Come te e Jo? -
- Chi Jo? - chiese confusa Angel. 
- Jo per Johnatan...! - rispose l'amica, con tono forse fin troppo canzonario, per la corvina dagli occhi ambrati, cui nervo pulsante apparì sulla fronte.
- Ma la vuoi finire con questa storia? -
- No. E poi formate una bella coppia insieme, perchè non provarci? -
- Perchè se quello ci prova con me come minimo gli spacco i coglioni con una ginocchiata ben assestata. -

- Sei fin troppo violenta Ang... -










Frankie arrossì, abbassando lo sguardo, imbarazzata. Quel contatto non l'aveva mai provato sino ad ora, solo con suo fratello. Ma in tal caso, tutto ciò era totalmente diverso. E poi si era anche accorta che Caleb non si trovava molto a suo agio in presenza di lei, quindi, per farlo star meglio, la cosa migliore da fare era di lasciarlo da solo, senza disturbarlo, sperando che lui non provasse alcun rancore verso di lei.
Frankie era sempre stata così, si preoccupava della gente altrui prima del suo benessere personale, assicurandosi che la gente stesse bene, anche a costo di non farci amicizia, anche con le persone prepotenti cercava di essere amica, almeno con lo scopo di fargli cambiare il modo di fare.
Alzò lo sguardo, arrossendo lievemente, non appena si accorse che gli occhi ambrati di Caleb era piantati su di lei.

Alla fine rispose alla domanda del corvino, balbettando: - S-si. S-sto bene, g-grazie.... - poi respirò a fondo e lo guardò con quella stessa serietà con cui parlava alle persone quando faceva qualcosa sul serio. - Credo sia meglio che io vada. Devo incontrare mio fratello al Centro Commerciale e non preoccuparti, chiederò indicazioni... - e si alzò dal ragazzo e si spolverò i pinocchietti in jeans scuri per poi guardarlo con un sorriso. - Ciao Caleb. - e corse via, lasciando il ragazzo interdetto e senza parole, mentre invece la sua Coscienza gli diceva che era stato un babbeo su tutta la linea.
Sbattè la mano destra sulla faccia, stringendo i denti. - Sono stato un'idiota... -
E meno male che lo sai! eccola, la sua benedetta Coscienza che lo torturava con la sua spericolata allegria frizzante quanto la sua, stranamente però era venuta in una situazione molto più diversa del solito. Ci voleva così tanto per saperlo??! Mamma mia, sei un pò troppo lento di comprendonio, caro mio! ihihi...
- Sei tu Coscienza? -

Si sono io! Yeeeeeeh! disse la sua ragione, che sembrava stesse urlando dalla gioia. Sono la tua Coscienza, quella con cui ti butti a capofitto quando stai per buttarti ad esempio da un aereo in volo sulle montagne dell'Himalayia o quando fai paracadutismo buttandoti sulle coste del Pacifico, caro mio.
Oddio, no. Un'altro pazzoide no. Per di più astratto!
- Meno male che sei venuta. - fece Caleb, mentre inarcava un sopracciglio.
Che faresti senza di me, mio caro Cal!
- Spero non vorrai parlare di... -
Si! Di quella...Quella ragazza, Frankies o Monana...
- I suoi soprannomi sono F R A N K I E e M O A N A! - esclamò seccato il ragazzo.
Se se, ho capito, ho capito. Ma non interrompere! Come dicevo, quella ragazza ti piace, vero? A, che bellezza, perchè non ci stai insieme, fate una bella coppia, almeno secondo me, ma io sono la tua Coscienza, non devo mica influenzarti nelle tue scelte, ma fanculo alle regole! Stacci insieme!!!
- Oddio, che cavolo stai dicendo??-
Non mi hai risposto!
- Mi stai facendo il quarto grado o cosa?? -

Ma vuoi rispondere!?
- Non ho l'obbligo di dirtelo... -
Vabbè, tanto io ti leggo i pensieri e da quello che pensavi prima, ti deve piacere anche molto, caro il mio Caleb...Non puoi sfuggirmi, ahahahaha!
- Sono pazzo... -
E grazie, l'hai capito.
- Sto parlando con la mia Coscienza... -
Non è una novità ma comunque sono la mente di un serial killer che vive dentro di te.
Caleb stette zitto, a occhi sbarrati e bocca spalancata.
Stai parlando con la tua Coscienza, la mia era solo ironia. Amico, cerca di migliorare il tuo senso dell'umorismo, è un pò scarsino...
- Il mio senso dell'umorismo va benissimo, sei tu che sei pazza. -

Senti da che pulpito! Almeno io avrei il coraggio di confessare il mio amore verso quella ragazza. E poi, dai, è molto carina!
- Primo: non sono innamorato di lei, è solo che...l'ammiro.... -
.....Capisco che quello che ha detto prima ti abbia fatto...ecco..ricordare quello che hai passato Cal, e mi spiace sul serio. Ma credimi, è assolutamente vero. Ha ragione lei...
- Sai bene quello che penso io e non ho nessuna intenzione di cambiare opinione su di lui. -
Vuoi un accordo?
- Di che tipo? -
Perchè non frequenti amichevolmente la castana e scopri un pò sulla sua vita: è diventata saggia da sè e credo che la vita che ha avuto nel Bronx l'abbia aiutata a maturare.
- Ma avrà tipo 15 anni, secondo te si è già saggi a quell'età? -
E allora? Tu hai 16 anni ma sei il ragazzo più spericolato che io conosca e forse è per questo che ti adoro!









Con lo sguardo chino e il capo basso, Frankie camminava da un pò, con mille pensieri che si sovraffolavano dentro la sua testa, intansandola. Non riusciva a capire come mai si sentisse in quel modo, ma una cosa la sapeva: le piaceva stare con Caleb, anche se talvolta si imbarazzava fin troppo. E, a quanto aveva capito, anche il ragazzo si imbarazzava molto stando con lei. E da lì si aprivano due possibilità: il primo, il ragazzo era semplicemente timido ed impacciato con le ragazze in generale. Il secondo, lui era invaghito di lei...

No! Non era possibile che qualcuno si era innamorato di lei. Insomma, non si credeva così carina, nè tanto meno attraente! Non voleva essere carina, o bella, o la persona soggetta a tante attenzione da parte dei maschi. L'unica cosa che voleva era di sentirsi a suo agio con le persone e con se stessa, nient'altro.
- Chissà se lui...naaaah! Non è possibile...No! Assolutamente no! - si disse, mentre abbassava lo sguardo. - Tanto non ci credo neanch'io... -
E magari nessuno ci avrebbe creduto....









Blaze, Silver e Sonic si trovavano al McDonald's del Centro Commerciale, mentre conversavano del più e del meno sia della festa di compleanno di Rouge, che si sarebbe tenuta quella stessa sera, sia del primo giorno di scuola, che sarebbe stata riaperta il giorno dopo, aggiungendoci di tanto in tanto dei cazzeggi insensati e argomenti fuori dall'ordinario, come quelli che si stavano tenendo in quel momento:
- Il nuovo arrivato mi sembra piuttosto riservato...Anzi, forse anche un pò troppo... -
- Chi, Johnatan? - chiese retoricamente Sonic, mentre beveva un sorso della sua amata Coca Cola. - Tu dici, Silv? -
- Avevo fatto lo stesso ragionamento, ma poi lo scartato nello stesso momento in cui l'ho visto entrare nell'ospedale insieme ad Angel... - affermò Blaze, mentre invece sorseggiava il suo tè alla pesca. - Non so...Non ho mai visto Ang così tanto attaccata ad un maschio. -
Silver e Sonic la guardarono stupiti: il primo aveva a mezz'aria la sua bottiglietta, anche quella di tè alla pesca, con una faccia stravolta e poco tranquilla, gli occhi dorati puntati sull'amica dai capelli lillà, che subito arrossì. Il secondo aveva a mezz'aria non più la sua amata Cola, ma un BigMac davvero molto Big, la bocca piena di quel cibo-spazzatura troppo buono da essere lasciato perdere.

- Ho detto qualcosa di sbagliato...? -
- Ehm...Diciamo Blaze...Che tutto il gruppo sa che Angel non si farebbe mai corteggiare in quel modo, tanto meno da un nuovo arrivato quale è Johnatan... - affermò Silver, un pò incredulo delle parola pronunciate prima dall'amica.
- Mmmmhmmhm... - Sonic farfugliò qualcosa di a dir poco incomprensibile, tenendo conto che aveva provato a parlare a bocca aperta, non facendo vedere un bello spettacolo di quello che stava mangiando.
Silver e Blaze, confusi e disgustati allo stesso modo, emisero un: - Eh?? -
- Volevo dire che sappiamo tutti come è fatta Angel: tutti i novellini se li mangerebbe in un sol boccone a colazione, se solo ne avrebbe la possibilità! -

- Esattamente! - tutti e tre si volsero, per poi vedere con lo più grande sorpresa che Angel era dietro di loro, a braccia incrociate e con sguardo truce, mentre Amy, dietro di lei, agitava entrambe le mani, mentre cercava di dare agli altri il messaggio fondamente di quel momento per poter uscire vivi e vegeti da quella situazione pericolosa: “-Non. Par-la-te-ne!-”, ma loro non riuscivano a ricevere il messaggio.

- Ciao Ang! - la salutò come se niente fosse il blu, mentre scuoteva di poco la mano destra appena sollevata. - Stavamo parlando del tuo rapporto con Johntan. - e, mentre Silver batteva la testa contro la tavolata scura, Blaze alzava gli occhi al cielo e Amy schiacciava la mano sinistra in faccia, gli occhi della corvina si infuocavano, rivelando così il suo spirito maligno che cercava di nascondere in ogni momento della giornata per non uccidere ogni tipo di essere vivente che respirava, per poi schioccare così le nocche di entrambe le mani, mentre un ghigno poco rassicurante si dipingeva a poco a poco sul suo viso color caramello.
- Che dici di solito Sonic? Che sei la persona più veloce della scuola, giusto? -
- Sì. Esatto. - rispose convinto Sonic, alla fine, noncurante di quello che sarebbe successo di lì a poco...
Il ghigno malefico di Angel s'allargò pericolosamente. - Bene Sonic Smith, meglio per te, ma ti faccio una premessa: comincia a correre!! -
- AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!! MINCHIIAAAAAAAAAAAAAAAAAA, ANGEL RISPARMIAMIIIIIIIIIIIIIIIIII!! -









20 minuti dopo, Sonic si trovava alla Zona Relax insieme agli altri, con un occhio nero che contrastava fortemente con i suoi occhi verde smeraldo, due cicatrici rossastre sul mento e un livido violaceo sullo zigomo sinistro.
- Cazzo...Certe volte sei peggio di Shadow e Knuckles messi insieme Angel! - si lamentò il blu, mentre si massaggiava la testa dolorante.
- Grazie. - disse semplicemente Angel, mentre sorseggiava tranquillamente il suo tè alla pesca, comprato dal McDonald's, dopo aver preso a botte Sonic. Nonostante non avesse finito l'opera, gliele aveva già suonato un bel pò e, forse, non avrebbe potuto partecipare alla festa di compleanno di Rouge, in quelle condizioni. Ma il blu era stato fortunato che nello stesso momento in cui cominciò la rissa, uno dei commessi del fast-food aveva chiamato una delle guardia del Centro. Molto probabilmente sarebbe dovuto restare in ospedale per circa un mese, e come minimo pure...

La Zona Relax si trovava ad est del Centro Commerciale, ed era piuttosto ampia, anche se, in realtà, non era altro che un piccolo puntino colorato all'interno di quel grande edificio inaugurato proprio due anni fa: Il pavimento non era più di cemento, ma era formato da numerose piastrelle laccate color rame con ghirigori neri che davano la forma di un enorme rombo. All'interno del suo perimetro, c'era nel mezzo una fontana di marmo bianco con delle immagini fatto dello stesso materiale raffigurante dei delfini, con l'acqua cristallina che zampillava dalle loro bocche. 
Poi c'erano molte poltrone in pelle rossa, puff colorati di morbido piumino, delle panchine di legno pitturate di verde con gli schienali, qualche pianta verde e fiore e una zona dove i bambini venivano intrattenuti.
Sonic era seduto al lato della fontana, con Amy alla sua destra e Silver alla sua sinistra, mentre Blaze ed Angel erano davanti a loro, sedute su due puff che avevano spostato verso di loro.

- Te le sei cercate, fratellone, ed è quello che ti meriti, non c'è altro dubbio. - affermò Silver, mentre adottava improvvisamente la sua aria da solito saputello incallito. Sonic lo guardò storto. 
- Fammi un favore: chiudi quel ces... - 
- Ciao raga... - ma, ad interromperlo, sentirono una voce femminile da dietro le spalle di Blaze e di Angel, con quest'ultima che aveva la forte convinzione di aver già sentito quella voce da qualche parte, anche se non sapeva dove.
- Frankie? -

Frankie sorrise felice di sapere che i suoi nuovi amici l'avevano riconosciuta. Con lei, un ragazzo dai capelli corti biondo platino che li salutò con un cenno della mano destra, mentre con la sinistra teneva un cagnolino dal pelo biondo che abbaiò. - E lui chi è? - chiese diretta Angel, mentre inarcava un sopracciglio. 
- Scusate, non ve l'ho ancora presentato: lui è il mio fratellone, Alex. -
- Piacere. -
- Ciao. -
- Salve. - 
- Come butta? - mentre tutti e tre gli altri ragazzi lo salutarono amichevolmente, Angel si limitò a fare un cenno con la testa, anche perchè non aveva nessuna voglia di farlo. Lei era sempre stata così: certe volte aveva una gran voglia di fare amicizia, anche se non lo dava a vedere praticamente mai, altre, invece, non ne aveva nessunissima voglia, e ciò si capiva subito.
- Frankie volevo chiederti se hai l'abito adatto per la serata di oggi. - fece all'improvviso Amy, mentre si avvicinava alla castana.
Quest'ultima scosse la testa, sconsolata. - No. Non ce lo. Ma te l'ho detto: io non indosso abiti. -

Angel non ci capiva più niente. Aveva sempre odiato quando i suoi amici avevano dei segreti che non le svelavano, anche se sapevano che su di lei ci si poteva sempre fidare. Si, certo, a fatica, ma si poteva. - Ehiehiehi! - la corvina richiamò la loro attenzione. - Di che stata parlando?! -
- Della festa di Rouge. Ho invitato Frankie. - disse semplicemente la rosa, alzando le spalle con noncuranza.
- E com'è che non me l'hai detto? - la quindicenne era sorpresa: non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere da parte dell'amica, nè tanto meno di questione così tanto fondamentale. Aveva sempre odiato essere esclusa da certe situazioni, sopratutto da quelle come di quel momento.
- Scusa, è che volevo farti una sorpresa! -
- Ah complimenti, davvero unica. Non m'immaginò come sarà quella del mio compleanno... -

Amy si rivolse a Blaze: - Vuoi venire anche tu? - e senza aspettare alcuna risposta da parte dell'artista, la prese per il polso della mano destra e la tirò verso di sè, guardandola con sguardo truce e stranamente inquietante. - Allora....? -
- V-va-va bene, se ci tieni tanto.... -
- Ci farai l'abitudine Frankie, sono sempre così. - disse con un ghigno Angel, mentre se la rideva di nascosto.
- Ah... -
Infine la rosa parlò al suo beniamato post-ragazzo-nei-suoi-sogni-più-irraggiungibili-appena-preso-a-botte-da-una-ragazza-di-due-anni-minore-a-lui dai capelli blu e a Silver: - Voi occupatevi di Alex, ok? -
- Sissignora! -









Frankie, quella stessa giornata, imparò il significato di "malati di shopping". Un chiaro esempio, chiedete? Bene. Focalizzate il cervello e immaginatevi nella mente di essere in compagnia di: una sdolcinata ragazza dai capelli rosa acceso che non faceva altro che parlare di Justin Bieber, Avril Lavigne, Sonic, Justin Bieber, Sonic....già detti Sonic e Justin Bieber? Una ragazza menefreghista che se ne sbatte di tutto e di tutti, che non fa altro che ascoltare questo benedetto Macklemore che vorrebe essere lasciato in pace, almeno per prendere il respiro. Infine, una ragazza artista che in quel momento voleva suicidarsi con una matita HB.

No, ma vi sembra normale tutto ciò?! Assolutamente, categoricamente, rigorosamente, no! Spiegatele a quella povera ragazza che quelle lì non sono tanto sane di mente, altrimenti va a finire che pure lei diventa come loro. Anzi, poverina, magari l'aveva capito da sola da più di 5 minuti, che vennero a farle visite sbattendo contro il suo viso, come per darle un pugno e farle vedere la realtà di quella situazione a dir poco assurda. Ma oramai era in ballo e, quando si ballava, non ci si poteva più tirare indietro.
Primo, perchè Amy l'avrebbe presa e riportata sul palcoscenico, metaforicamente, nel negozio di vestiti. Secondo, si sarebbe vergognata a morte, e ciò era certo.

Avevano già girato per 4 negozi, tutti e 4 con degli stili e dei temi diversi: 

Il era incentrato sulla moda rock-punk; Angel ci voleva entrare non solo perchè la casa di moda della marca era stata fondata dalla zia, ma anche perchè le piaceva. Peccato però che non poteva, perchè come minimo se si presentava con quello stile alla festa di Rouge, si beccava un'altra rivista patinata in faccia, quindi meglio evitare.
Il era sulla moda hip-hop streeter, sempre di sua zia, e qui il discorso era lo stesso: non ci si doveva presentare con felpe o con abbigliamento sportivo, solo i maschi potevano.
Il era sulla moda gotica, e qui stavolta fu Blaze ad entrare, perchè le piaceva quel velo di mistero che avvolgeva quello stile così gotico e solitario; Rouge non ammetteva stili solitari.
Il era su una marca tutta rosa e fiori che donava alle ragazze uno stile da Lolita, adatto ad Amy. Blaze ed Angel si vendicarono ricordandole che Rouge non voleva delle Lolite nella sua villetta.

Frankie non si sarebbe mai aspettata che la zia materna di Angel fosse una famosissima stilista, anche perchè, nel Bronx, nessuno s'interessava di moda o altre cose del genere. E poi il fatto di indossare un abito dopo così tanto tempo, non le piaceva neanche un pò. L'ultima volta che doveva aver indossato una gonna corta doveva risalire a quando aveva circa 5 anni. Non solo perchè lì, nel Bronx, costavano troppo, ma anche perchè era sconveniente girare con dei mini-ascellari per dei posti così pericolosi. E poi le avevano dato la lista di chi sarebbe venuto alla festa. Qualcuno lo conosceva già, come Sonic, Silver, le tre pazze scatenate e anche Crystal -Alyce pure era stata invitata, ma non sapevano ancora se sarebbe venuta- e tra questi c'era Caleb.

E da qui cominciavano i guai. Lei, la ragazza più timida che c'era nell'intero Universo, presentarsi ad una festa dove molto probabilmente ci sarebbero stati tanti, troppi maschi e lui, Cal? Ma per carità. 
Lei, che odiava ogni tipo di gonna esistente in questo Mondo, presentarsi ad una festa di una post-17enne con la versione più orribile di quegli indumenti infernali, ma femminili, dove si trovava il ragazzo che fino a qualche momento fa era caduta addosso, rischiando di baciarlo inopportunamente? Non lo si dica neanche per scherzo.
Lei, che non si considerava per niente bella, ma neanche minimamente carina, con un'autostima di un numero pari al mille sotto lo zero, andare ad una festa con delle persone appena conosciute e con, sopratutto, quel ragazzo più grande di lei che le dava sempre una strana sensazione allo stomaco? Che orrore.
Lei, che in vita sua, non sapeva neanche cosa fare ad una festa, parteciparvi per la prima volta senza neanche chiederlo prima al padre, che ora era distante un bel pò di miglia, a Londra? Ma certo che, se Roger fosse rimasto al Palazzo ancora per un pò, magari avrebbe detto immediatamente sì. 

Insomma, l'asino in queste occasioni si spaccava sempre la scatola cranica a forza di cascare. Che bellezza...!

Il negozio, che si trovava di fronte a loro in quel momento, si chiamava "Black'n'White" e sotto alla sigla dai caratteti eleganti neri a sfondo bianco, c'erano anche dei piccoli cartellini che indicavano le quattro marche prevalenti: uno dai caratteri rosa a sfondo bianco "Sonata", l'altro era sempre ad eleganti caratteri gotici "TheRaven", un altro dai colori bruni "TheVintAge" e uno color oro "Alvarado" , tutti quanti appartenenti alla zia di Angel, Marié Anne
C'erano almeno 4 ampie vetrine ai lati dell'ingresso che si apriva elettronicamente nel momento in cui la gente si avvicinava: i manichini bianchi erano accuratamente vestiti, accostando perfettamente colore, forma e tipi di stili, facendo sì che molte persone volevano immediatamente entrare a dare un'occhiata. Al lato destro di esso si trovava un Salone di Bellezza.
- Adoro! - esclamò Amy, mentre i suoi occhi cominciavano a brillare per la moltitudine di vestiti entro il negozio e nel momento in cui vi entrò.

Le pareti in bianchi con piccole figure pitturate che sembravano delle farfalle nere. Immediatamente dopo l'ingresso c'era una piccola balconata pitturata di nero con la cassa contenente chissà quanti soldi e, al centro del salone, degli scaffali bassi con scarpe e borse d'ogni tipo. Sui muri, scaffali dello stesso tipo che contenevano vestiti e manichini ben vestiti, i camerini erano nel fondo e, al di là di un grosso portone grigio sui cui c'era in rosso "riservato solo al personale autorizzato", il magazzino, che era più grande di quel che si pensava.
- Amy! - ed ecco arrivare una donna dai capelli rosa e gli occhi azzurro chiaro, praticamente uguale alla quindicenne, anche se in altezza era più alta, cosa che sorpresa Frankie. 
- Mamma! -
- ......Mamma......? -
E, mentre Frankie, spalancava appena la bocca, sorpresa, le due dirette interessate si stavano abbracciando amorevolmente. Dire quella parola, per la castana, non era un abitudine, a meno che non si trovava in uno dei suoi soliti pisolini, in cui sognava di continuo una figura materna distorta di cui però non si ricordava il viso. A pensarci, però, non si sentiva nè male nè bene, ma dentro di sè sentiva un vuoto nello stomaco che non riusciva a colmare. E non sapeva neanche cosa usare per colmare quell'enorme buco che aveva nel più profondo della sua anima. 
Mamma. Una parola composta da 5 parole, che significavano molto per la castana, anche se però non ne sapeva neanche il significato. Mamma...

- Frankie...? Frankie...? Frankie...? Ci sei Frankie...? - Angel era davanti alla castana, mentre sventolava davanti al suo viso la sua mano destra, con fare certo, ma un pò preoccupato. - Frankie!! -
Per tutta risposta la castana, risvegliatasi di colpo, stava per sferrare un potente pugno verso la corvina, ad un velocità quasi impossibile da percepire. Fortunatamente l'altra si scansò appena in tempo, evitando così un naso sanguinante. - C-che succede? -
- Stavi per darmi un pugno, pazza! - le urlò contro Ang. - Si può sapere che t'è preso? -
La diretta interessata arrossì imbarazzata, fino alla punta dei capelli. - Scusami...Non volevo. E' un mio tic, una mia reazione instintiva. Succede sempre quando qualcuno mi sveglia dai miei pensieri. -
- E a cosa pensavi? - chiese Amy, inclinando leggermente la testa verso la spalla sinistra.

La castana tacque: piuttosto che mentire, dire una menzogna e una bugia alle sue nuove amiche, preferiva cento volte di più tacere e non fiatare. - Mmmmh... -
- Ooook...lasciamo perdere va'. - fece la Signora Rose, mentre sorrideva amorevolmente alla castana. Quest'ultima abbassò lo sguardo, incerta. Forse, nel più profondo, le sarebbe piaciuto vedere la madre sorriderle, o almeno ricordarsi qualcosa legata a lei. - Comunque se non sbaglio avete bisogno di vestiti per la festa di compleanno di Rouge, vero? -
- Già. Ma non sappiamo cosa scegliere. -
- Bel guaio... - disse la madre di Amy. - Ma non preoccupatevi! Vi aiuto io! -

E da lì, cominciò un ciclo infinito che comprendeva il prendere alcuni capi d'abbigliamento, vedere se erano della loro misura, andare ai camerini e vedere se gli piaceva lo stile e metterlo i possibili.
Amy provò dei capi d'abbigliamento sui toni del rosa, tocchi di rosso, un pò di nero e bianco. Blaze sceglieva anche lei del rosso, con tocchi di viola scuro, lillà e lavanda. Angel prendeva molto nero, del bianco, del giallo oro e del rosso. Frankie prendeva del glicine, dell'azzuro, del blu, del bianco e del nero. Ma nonostante ci mettessero anima e corpo, non sapevano cosa mettere, tranne Angel, che era già sicura di quello che avrebbe indossato: 

Un berretto nero di pailettes, un top monospalla color oro di pailettes sopra la vita, dei jeans aderenti a vita alta neri strappati con un cinturino in ecopelle nero con borchie, calato verso il fianco destro, e delle sneakers con zeppa nascosta sempre nere. Come accessori, un mezzoguanto retato nero per la mano destra, dei braccialetti rosa shock e rosso sangue per la mano sinistra e un orecchino a forma di teschio d'argento per l'orecchio destro, con l'aggiunta dei piercing in argento che già portava alle orecchie, appena sotto le labbra e sull'ombelico.

- Beata te Angel, tu sai sempre cosa vuoi metterti! - esclamò Amy, angosciata, mentre si sedeva moscia su un puff nero in pelle dalla struttura in acciaio, appoggiando la schiena contro il muro bianco del camerino n°3. - Uffa... -
- Dai Ames, calmati. Vedrai che troveremo il vestito adatto a te... - disse An, mentre cercava di tirare sù di morale della sua migliore amica. Blaze annuì mentre Frankie inclinò la testa verso la spalla destra, mentre guardava altrove. S'avvicinò al vestito che aveva adocchiato, per poi prenderlo: era con il monospalla, corto sul davanti e di poco lungo dietro con pailettes rosa vivo e dei piccoli veli di seta color rosa pastello che si dipanavano dal tessuto originale. Osservandolo, s'immaginò subito gli accessori che sarebbero andati benissimo con il vestito: lo strozzatore in pelle rosa shock che indossava Amy andava benissimo, così come gli orecchini color oro.

- Amy, perchè non vieni a vedere? -
Amy e le altre raggiunsero la castana e spalancarono gli occhi non appena videro quel vestito. - Oh... - fece soltanto la rosa, guardando quel capo così raffinato e spettacolare. - E' bellissimo! Ma non credo che mi star... -
- Provatelo! -
- M-ma Frankie...! - 

Ma lo sguardo sia di sua madre, sia delle altre due amiche la stavano tartassando nel prendere quel vestito e provarlo, almeno per vedere com'era. - E va bene! -
- Sono sicura che ti starà benissimo! - affermò Blaze, estasiata, convinta. - Daidaidai! -
E quello che Blaze disse e Frankie intuì era vero, perchè, alla fine, quando Amy provò il vestitino, scoprì che le stava a meraviglia. Si guardò meravigliata allo specchio del camerino, mentre anche sua madre e le sua amiche erano impressionati.
- Sei fantastica Amy... - disse la ragazza dai capelli color lillà, mentre spalancava la bocca, sorpresa.
Angel era estasiata. - Visto che stai bene col vestito? E tu che non volevi neanche provarlo! -
La Signora Rose, invece, aveva addirittura le lacrime agli occhi. - Il mio tesorino è la più bella che ci sia!!! -
E, mentre Angel aggrottava la fronte, Frankie sorrise felice per aver dato una mano ad una sua nuova amica. - Sono felice per te Ames, comunque ho questo vestito per te Blaze...! - e tirò da dietro la schiena un vestito che fece spalancara per l'ennesima volta le labbra della lillà.

Era corto anch'esso, molto probabilmente sarebbe stato aderente al corpo snello di Blaze, lavanda rosato con le spalle di pizzo di color glicine e un nastrino infiocchettato di satin color ametista sotto il petto. Dopo averlo indossato si rese conto che le piaceva un mondo indossare vestiti, nonostante non ne avesse l'abitudine. - Waaaaahh! Che bello, è fantastico! Grazie Frankie, sei stata fantastica. - fece Blaze, voltandosi verso di lei con un sorriso. La ragazza arrossì di botto, vergognandosi di quella situazione. Insomma, da piccola disegnava sempre qualche figurino su dei fogli improvvisati, dove disegnava delle bozze raffiguranti dei modellini e dei vestiti. Ma non credeva di aver mai fatto chissà che, ma le piaceva e basta.
- G-grazie... -

- Ora però dobbiamo trovare il tuo di vestito, o completo. Quale preferisci? -
- Completo. - disse senza pensarci due volte la castana, mentre pensava a tutto ciò che aveva pensato prima. - Odio mettermi le gonne, quindi evito... -
- Idem. - fece Angel. - Siamo in due. - soggiunse poi, mentre metteva consorte le braccia e alzava al cielo gli occhi. 

In quel momento, la Signora Rose, che si era allontanata per un pò dal gruppetto, si avvicinò nuovamente alle ragazze, per poi porgere verso Frankie alcuni capi d'abbigliamento, per poi sorriderle. - Tieni Frankie. Credo ti staranno molto bene...Te li ho già pagati - e le ammiccò.
La castana, un pò incerta, prese i vestiti e si diressa intimorita verso i camerini, per poi cambiarsi...
...
...
...
...
...
...Si guardò allo specchio, incredula di quel che vedeva nello specchio. Veramente quella era lei? Quella era il suo riflesso?
Indossava un berretto color avorio da cui spuntavano le due ciocche chiare che le incorniciavano il viso e il codino basso, una blusa di satin blu oltremare con delle arricciature sulla schiena e sullo scollo rotondo, jeans con delle bretelle a Y azzurro fiordaliso e degli stivaletti neri in pelle con borchie color argento. 
Non era possibile che quella lì, nello specchio, fosse veramente lei. Quella lì era carina, una ragazza piena di sè, ma Frankie non era come lei, e mai lo sarebbe stata. Ma tanto doveva prendere quel completo lo stesso, perchè la mamma di Amy glieli aveva offerti. Era così gentile...
Respirò a fondo, per poi poggiare la mano destra sulla porta del camerino e spalancarla...









- Ragazze, non credo che mi staranno bene per la festa, voi che dite? - Frankie era molto insicura della decisione che aveva fatto. In quel momento si trovava al Salone di Bellezza al fianco del negozio dove lavorava la madre di Amy. Era seduta su un elegante divanetto in pelle nera, accanto ad Angel, mentre Blaze ed Amy  si stavano rilassando fra le attenzioni delle ragazze che lavoravano lì: Amy stava scegliendo il fard, l'ombretto e il lucidalabbra adatti fra la moltitudine di trucchi se si trovavano sulla tavolata di marmo rosa nel fondo del Salone, mentre Blaze si stava preparando a farsi acconciare i lunghi capelli lillà mentre sceglieva qualche rivista da sfogliare così da intrattenersi.

- Ma va! Che dici? - fece Amy, mentre prendeva una piccola custodia di vetro contenente del fard rosa antico e un lucidalabbra rosso fragola, osservandoli da vicino. - Io credo che ti staranno benissimo alla festa, almeno sarai preparata a conoscere altri nostri amici. - “E sopratutto il nostro Caleb” la rosa evitò accuratamente di pensare tale concetto ad alta voce. 
- Sono d'accordo con te, Ames... - Angel adottò una posizione strana sul divanetto: si mise in testa in giù, le gambe appoggiati sullo schienale nero, mentre giocava a qualche gioco molto-probabilmente-violento alla sua PSVita nera.
Intanto Blaze si stava già facendo acconciare i capelli dalle mani esperte di Brenda, una giovane donna trentenne dagli originalissimi capelli rosso scarlatto stile afro, mentre tra le mani stringeva le pagine della famosa rivista scandalistica "Robotnik's Skandalistic News", mentre adocchiava disinteressata le notizie che trattavano di gossip che facevano il modo di distruggere le vite delle celebrità. 

Finchè non le si illuminarono gli occhi ambrati: - Angel...Forse questo articolo t'interesserà, sai? -
La corvina alzò gli occhi dal suo videogioco messo in pausa. - A si...? e come mai? -
Blaze sorrise ghignando. - Perchè parla della famiglia del tuo rapper seittleites! -

- Dammi qua!!! - Angel saltò giù dal divanetto nero con un'abilità innaturale, per poi correre in direzione dell'amica lillà e strapparle di mano la rivista scandalistica, per quanto la odiasse particolarmente.
Non le piaceva curiosare nella vita privata delle persone, tanto meno delle persone che erano nella sua condizione, cioè che erano famose e tutto il resto, ma se le notizie riguardavano il suo rapper-idolo, allora non ci capiva più niente; si ripromise che nel momento in cui avrebbe capito che erano notizie false -si, perchè lei sapeva tutto di lui, non a caso era una sua fan-, incriminatore e cose del genere, avrebbe chiuso la rivista e buttata nel primo bidone della spazzatura che avrebbe visto.

- Vediamovediamovediamo......Merda, devo comprarmi i biglietti del concerto che si terrà a Chicago a Gennaio. Minchia....Nuovo tour di Tom Haggerty e Claudia Nahum ad Agosto!................. - e a quel punto spalancò gli occhi color oro, mentre la sua bocca si apriva man mano in una smorfia. - O porca paletta!! - urlò alla fine, strabuzzando gli occhi.
- Cosa? - esclamarono all'unisono le altre, mentre piantavano gli occhi sulla amica corvina.
Quest'ultima, con le mani tremanti, cominciò a leggere l'articolo che l'aveva sconvolta fino a quel momento.
-“....Secondo le nostre fonti più fidate, Ben Haggerty, meglio conosciuto come Macklemore, e Ryan Lewis, si sono trasferiti per un tempo indeterminato nello Stato Federale della California, il famoso Stato situato nel sud degli Stati Uniti che si affaccia sull'Oceano Pacifico.
Nonostante ciò, le nostre fidate fonti non sono riuscite a intercettare la zone californiana in cui si sono insiediate insieme alle loro famiglie.
Molto probabilmente, le due famose celebrità che si sono messi primi in classifica in diversi Paesi grazie alla loro hit ‘Thrift Shop’, insieme al fratello maggiore Tom Haggerty del primo, insieme alla moglie Claudia Nahum, meglio conosciuta come Baby K e loro figlio... ”
-
- Ferma un momento! - Angel non finì di leggere l'articolo che Amy la interruppe, mentre scuoteva le mani a destra e manca, dopo aver poggiato i trucchi. - Vuoi dire che molto probabilmente, Macklemore, Ryan Lewis e i loro familiari....Sarebbero qui??! -
- Ehhh!!!?? - alla corvina venne un tic nervoso che s'imposessò del suo occhio destro. 

- Oh no...Ora comincia a sclerare... - fece Amy, mentre si nascondeva dietro la balconata in marmo rosa. Frankie prese uno dei cuscinetti rossi in pelle e se lo mise davanti e Blaze non poteva far altro che restare a guardare, mentre Brenda continuava a prendersi cura dei suoi capelli color lillà.
Tic....Pronti....Via....!

- PORCO JASHIN, DIO MIO SANTISSIMO ED ONNIPOTENTE, MACKLEMORE E RYAN LEWIS STANNO PER VENIRE QUI, ANZI NO, SONO QUIIIII! CAZZO, SONO QUI, IN CALIFORNIA E, MOLTO PROBABILMENTE A LOS ANGELES, MAGARI ANCHE A LINCOLN HEIGHTS, WAAAAAAAAH, AIUTO, DEVO ANDARE A PRENDERE L'ULTIMO ALBUM DI MACKLEMORE, SENNO' CHE RAZZA DI FAN NUMERO 1 SONO??????! MALEDETTI PAPARAZZI DI MERDA, PERCHE' NON ME L'HANNO DETTO PRIMA, BRUTTI STRONZI DELLA MALORAAA-AAAAAAAAAAAHHHHHHH... - e Frankie le tappò la bocca, frettolosa, riducendo così il rischio di qualche spaccamento dei timpani.

- Sai una cosa Frankie? Ti voglio tanto bene. - confessò alla fine Amy, mentre la sua testa rosa sbucava da dietro la balconata di marmo. Blaze si era messa i diti indici nelle orecchie, mentre Brenda, chissà come, aveva delle cuffie da Dj, e guardava tranquillamente la scena, mentre ridacchiava divertita.
La castana guardò la corvina con aria interrogativa. - Ma tu scleri sempre per Macklemore....? -
Angel la guardò in modo sarcastico agitando la testa con fare scherzoso, mentre si metteva entrambe le mani sui fianchi. Poi indicò la sua bocca sigillata dalla mano di Frankie. 
- Oops...Scusami... - e l'altra le tolse le mani, frettolosa.
- Finalmente. - sospirò la ragazza. - E comunque sì, sclero sempre se si tratta di lui, problem? -
- Nono. - si affrettò a rispondere Frankie, arrossendo violentemente.

- Io qui ho finito! - annunciò alla fine Brenda, trionfante, mentre le cuffie che aveva indossato prima erano sparite come per magia. - Ta daaa! - fece alla fine, con un sorriso a 32 denti, vittoriosa.
I capelli di Blaze erano fantastici: erano tutti legati in un elegante chignon stretto mantenuto fermo da una treccina che l'avvolgeva tutto, ad eccezione di piccole ciocche libere dallo chignon, della frangia scalata che copriva appena la fronte liscia e l'occhio sinistro di Blaze, e delle ciocche sfilate ai lati del suo viso ovale.
- Sei bellissima Blaze! - esultò Amy, mentre scendeva dalla piccola scalinata di legno che conduceva alla balconata di marmo rosa. - Ma ora dobbiamo andare!! - prese Blaze per la mano destra, per poi correre fuori, seguita a ruota da Frankie ed Angel che lasciò cadere la rivista a terra, mentre urlava “-Sul conto di sua madre!!!-”...
...
...
...
...Una pagina della rivista scandalistica si volse, e l'immagine principale era quella di un affascinante ragazzo dai capelli castani e i magnetici occhi verde smeraldo, che passeggiava per le via di San Francisco insieme a Tom Haggerty e Claudia Nahum....







ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ok....What the fuck! Sono una fottutissima bastarda, e sto' fresca! Lo so, lo so. Non preoccupatevi se alcuni oc non sono ancora apparsi (dopotutto stiamo solo nella prima parte >:->)
Cooomunque, il questo mio angolino non ci sarà nessuno, perchè voglio un pò di pace, sopratutto perchè ho appena postato una nuova storia (K- K for Kombact -, per chi è interessato) e sto pensando al primo cap. che dovrà essere un gran botto!
A proposito f9v5, anch'io ho paura di Alucard, mi preoccupa XD spero bene per Jaci!
Comunque c'è vedamm' belli mi! (scusate, è più forte di me, ultimamente... -_-")

 

 

  
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