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Autore: Kseniya    11/11/2013    6 recensioni
Mi fissa come un cretino, aspettando speranzoso una mia risposta.
Non è da lui comportarsi così e soprattutto chiedere un favore proprio a me.
Deve essere importante.
Sbuffo sempre più scocciato. “Che cosa vuoi?”
Mi onora di un sorrisone a trentadue denti. Boris solitamente non sorride, mostra i denti – o al massimo ghigna. Un po' come Yuri.
Dunque devo averlo fatto contento.
Volente o nolente.
… Sinceramente? Non me ne può fregar di meno!
[...]Vederlo disteso su un letto d'ospedale mi ha fatto crollare emotivamente.
Non potevo sopportare l'idea che il mio capitano, nonché compagno di una vita e di mille avventure, lottasse per la sua vita.
Andare a trovarlo per me è stato un vero patimento. L'orario di visita dell'ospedale non era mai abbastanza... Passavo ore e ore a parlare con lui, nella speranza che potesse sentirmi.
[...]Maledico me stesso sapendo che tutto questo l'ho voluto io, perché non sono stato capace di perdonarla.
Maledico me stesso mentre rimango fermo a guardarla andare via con l'amaro in bocca.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Saaalve, miei (?) cari lettori !
Torno alla carica con una nuova storiella di pochi capitoli, giusto per rimettermi un po' in carreggiata. Ad essere sincera, temo di essere un po' fuori allenamento; non sono più tanto sicura di riuscire a scrivere al meglio una storia. E visto che ho deciso di mettermi di impegno per concludere tutte le mie Fanfiction – che proseguono con la lentezza di un bradipo in prognosi riservata e in stato comatoso – voglio riscaldarmi un po', tenermi in allenamento.
Questa Fanfiction si può definire come “un fulmine al ciel sereno”; l'ho scritta di getto una sera, presa dalla noia e dell'apatia più totale di una comunissima domenica.
Era nata come one-shot, ma vista la lunghezza ho deciso di suddividerla in tre capitolo – o forse quattro, devo ancora valutare.
Bene, detto questo vi do qualche anticipazione: mi sono divertita ad immaginare come potrebbe essere la vita quotidiana dei componenti della Neo Borg – senza un perverso Vorkof tra i piedi. E' un genere un po' diverso da quello di cui mi occupo solitamente, quindi c'è stata un'elaborazione delle vicende differente che necessita assolutamente di un vostro parere.
C'è anche qualche accenno a “Incubo Bianco” o “Indietro” che sia. Chi ha letto queste due long lo noterà sicuramente arrivati ad un certo punto della storia! ;-D
Spero che sia di vostro gradimento. Non siate timidi, lasciate una recensione! Anche piccola, piccola... piccina picciò! Io non vi mangio, ve lo assicuro! :-D
Direi che è tutto... Vi auguro una buona lettura! <3

Vostra Pich.

 



E' pur sempre il nostro capitano.

~ Capitolo 1.

 

Yuri's point of view


Apro svogliatamente la dispensa di questa... cucina – se così si può definire questa sorta di sgabuzzino umido con qualche fornello, una mensola sul procinto di cadere in terra, un tavolo traballante e qualche sedia. “Fidatevi di me, so come montare una cucina!” aveva esordito tempo fa Boris, convinto e fiero delle sue grandi doti di muratore, idraulico, elettricista e persino carpentiere improvvisato. Gli abbiamo dato fiducia – sbagliando clamorosamente – e il risultato ancora adesso non so se definirlo pessimo o vergognoso...
Comunque, tornando al punto cruciale del discorso, come volevasi dimostrare, la dispensa è vuota.
Questo perché nessuno di noi ha voglia di andare a fare un po' di spesa.
E, ovviamente, la colpa ricade sempre su di me.
“Yuri, la dispensa è vuota!”, mi ha fatto notare Sergey questa mattina, senza neanche darmi il tempo di alzarmi dal letto.
“Che palle! Non c'è mai niente da mangiare in questo posto!”, ha urlato Boris dalla cucina poco dopo, imprecando e facendo sbattere la porta.
“Quasi mi manca Vorkof!”, ha rincarato la dose Ivan, non molto distante da Boris.
E poi c'è stata la frase pronunciata all'unisono che mi ha fatto balzare i nervi fuori da ogni controllo: “Quando vai a comprare qualcosa, Yuri?!”
In quel momento mi sono sentito come se avessi avuto a che fare con dei bambini della scuola materna...
“Non sono la vostra badante, dannazione!!!”
E, ovviamente, l'intervento di Kei non poteva mancare: “Se non vi decidete a fare silenzio e a lasciarmi riposare vi rompo il femore a tutti quanti!”
Questo non ha fatto altro che creare una vera e propria e alquanto patetica polemica.
“Ma sentitelo questo...!” ha cominciato Boris. “E' arrivato da due giorni e già pensa di poter dettare legge!”
“Infatti, sentitelo! Il grande Hiwatari ha espresso il suo volere!” gli ha dato man forte Ivan, con quel suo solito tono di voce acido.
Ho deciso di non interessarmi ulteriormente ai loro sproloqui, così sono sceso in cucina e ho appurato la verità sulle loro lamentele.
La dispensa è vuota e io non sono intenzionato di andare a fare la spesa.
Ok, che domani è Natale.
Ok, che sarebbe carino preparare qualcosa di diverso dal solito.
… ma proprio no!
Non mi sono neanche ancora ripreso da ieri sera, nonché sera del mio compleanno, visto che Boris ha avuto la splendida idea di farmi bere come una spugna.
Spero di non aver perso del tutto il mio famigerato autocontrollo e di non aver fatto brutte figure, perché non me lo perdonerei mai.
O meglio, non lo perdonerei mai a Boris.
Sarebbe la volta buona in cui si ritroverebbe vittima della mia spietata ira.
Accantono il pensiero, per il bene del mio già poco stabile equilibrio mentale.
Tuttavia il punto della situazione rimane sempre quello: la dispensa è vuota.
Più tardi costringerò Sergey ad accompagnarmi al supermercato, ma prima mi imbottisco di aspirine.
Questo mal di testa post-sbornia sembra non volermi dare tregua.
Maledetto me!
Anzi, maledetto Boris!
Ancora non mi capacito di come sia riuscito a convincermi a ridurmi così...
L'ultimo ricordo che ho è quello di Sergey che mi mette a letto, probabilmente dopo aver assistito al mio patetico tentativo di salire le case da sdraiato in terra.
Credo che in quel momento stessi strisciando, incapace di reggermi in piedi.
E credo anche di aver vomitato sulle scarpe di Kei, facendolo alterare parecchio.
Questo spiegherebbe il perché del mio occhio destro improvvisamente contornato di viola.
Dio, che vergogna!
Più ci penso e più la voglia di strangolare Boris si fa infrenabile!
La porta della cucina si apre, bruscamente; a momenti va a sbattere contro il muro.
Non ho bisogno di voltarmi per capire chi mi sta graziando della sua presenza.
I suoi modi sono inimitabili.
Sì, è proprio lui.
“Ancora qui? Vai a fare la spesa, cazzo!”
Sospiro, esasperato.
Mi accendo quella che sarebbe la prima sigaretta della giornata.
Poi, all'improvviso, mi si accende la fatidica lampadina: proprio lui si prende il lusso di dirmi cosa fare???
“Con che faccia tosta ti presenti a me con questa strafottenza dopo quello che mi hai fatto passare ieri sera?!”
Lo vedo assumere quell'aria di finta innocenza, rovinata dal suo solito sorrisetto furbo.
“Non ti ho obbligato a bere; sei capace di intendere e volere, no?”
Il suo discorso fila, lo so.
Ma non lo ammetterò mai, giuro.
Cascasse il mondo, non gli darò mai questa soddisfazione.
Inspiro del fumo e lo soffio fuori dal naso, lentamente.
“Oggi stammi lontano, Boris. Non ti sopporto!”
Mi siedo su una sedia e punto i gomiti sul tavolo.
Inizio a massaggiarmi le tempie doloranti, stanco ed esausto.
“Va bene, ma prima voglio svelarti un segreto...”
Si avvicina a me, con fare sinistro.
Sono già pronto a bruciarlo con la sigaretta nel caso mi giocasse uno dei suoi soliti tiri mancini o, peggio ancora, mi dicesse una delle sue solite cavolate.
“La spesa non si fa da sola!”
Ed eccolo fare un balzo felino per allontanarsi e scoppiare in una clamorosa risata.
Lo guardo con odio, mentre lo vedo tenersi la pancia e continuare a ridere.
Gli lancio il pacchetto di sigarette, intenzionato a colpirlo in viso, ma lo afferra prontamente e se lo infila in tasca.
“Grazie, dovevo giusto andarle a comprare!”
Esce di corsa dalla cucina, continuando a ridere e lasciandomi basito.
“Lo-odio.” sibilo a denti stretti e fissando il vuoto.



Kei's point of view


Mi metto a sedere e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi.
E' mattino presto, non sono riuscito a chiudere occhio nemmeno stanotte.
Quei maledetti sono così rumorosi...
Sbattono le porte, urlano e addirittura inciampano sui loro stessi piedi !
Non li sopporto.
Oggi voglio evitare in ogni modo possibile di avere a che fare con ognuno di loro.
Al diavolo la vigilia di Natale!
Esco dalla mia camera con fare circospetto, devo assolutamente andare in bagno.
Ho una certa urgenza...
Cammino furtivamente lungo il corridoio, stando bene attento a non fare il minimo rumore.
“Cazzo, Hiwatari! Eccoti finalmente!”
No. No. No.
Maledizione, no!
Faccio per allungare il passo.
Fra tutti quelli che potevo incontrare, proprio Boris devo beccare???
Non posso essere così sfigato, non può essere!
Inoltre vorrei sapere da dove accidenti è spuntato!
Razza di topo grigio gigante!
Maledetto lui e quel suo colore assurdo di capelli.
… Beh, forse sotto questo aspetto dovrei solo tacere.
Maledetto comunque!
“Aspetta un secondo!”
Ma perché? Perché proprio ora?
Perché proprio quando decido di ignorare tutto e tutti?!
Grugnisco e mi fermo.
Huznestov mi raggiunge, purtroppo. “Devo chiederti un favore!”
Incrocio le braccia al petto, scocciato. “Di qualsiasi cosa si tratti, la risposta è no!”
Sospira sconsolato, con la classica espressione di chi ormai mi conosce e si aspettava già in partenza una simile risposta da parte del sottoscritto.
“Eddaiii! Per una volta potresti venirmi in contro!”
Alzo un sopracciglio, stupito.
Mi fissa come un cretino, aspettando speranzoso una mia risposta.
Non è da lui comportarsi così e soprattutto chiedere un favore proprio a me.
Deve essere importante.
Sbuffo sempre più scocciato. “Che cosa vuoi?”
Mi onora di un sorrisone a trentadue denti. Boris solitamente non sorride, mostra i denti – o al massimo ghigna. Un po' come Yuri.
Dunque devo averlo fatto contento.
Volente o nolente.
… Sinceramente? Non me ne può fregar di meno!
Lo fisso serio senza dire niente: attendo spiegazioni.
Mi sta già facendo perdere fin troppo tempo.
“Io e gli altri pensavamo di fare un regalo di natale e di compleanno a Yuri!”
Alzo per l'ennesima volta il sopracciglio. “La sbornia di ieri sera non gli è bastata?”
Ho provveduto già a fargli un regalo di compleanno che sicuramente gli basterà anche per natale: un bel pugno dopo avermi vomitato sulle scarpe.
“Sarebbe carino fargli un regalo, è pur sempre il nostro capitano!”
Il vostro capitano, semmai.
Io non mi faccio comandare proprio da nessuno.
Né da Yuri, né da Takao.
“E' da quando siete così gentili nei confronti di Ivanov?”
“Yuri è nostro fratello, Kei.”
Curioso il modo con il quale ha sottolineato “nostro”...
Ma non sono interessato e tanto meno intenzionato ad affrontare il discorso o a chiedergli spiegazioni.
Prendo il portafoglio e lo apro, offrendogli un paio di banconote.
Meglio tagliere corto, almeno potrò liberarmi subito di questo scocciatore.
“Questi bastano?”
Boris mi strappa letteralmente di mano i soldi.
Le sue maniere... le detesto.
“Oh, sì! Ti restituirò il resto!”
Corre via, lasciandomi finalmente solo.
Come no, il resto lo sputtanerà in alcool...
Affari suoi.

   
 
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