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Autore: Kseniya    19/11/2013    5 recensioni
Mi fissa come un cretino, aspettando speranzoso una mia risposta.
Non è da lui comportarsi così e soprattutto chiedere un favore proprio a me.
Deve essere importante.
Sbuffo sempre più scocciato. “Che cosa vuoi?”
Mi onora di un sorrisone a trentadue denti. Boris solitamente non sorride, mostra i denti – o al massimo ghigna. Un po' come Yuri.
Dunque devo averlo fatto contento.
Volente o nolente.
… Sinceramente? Non me ne può fregar di meno!
[...]Vederlo disteso su un letto d'ospedale mi ha fatto crollare emotivamente.
Non potevo sopportare l'idea che il mio capitano, nonché compagno di una vita e di mille avventure, lottasse per la sua vita.
Andare a trovarlo per me è stato un vero patimento. L'orario di visita dell'ospedale non era mai abbastanza... Passavo ore e ore a parlare con lui, nella speranza che potesse sentirmi.
[...]Maledico me stesso sapendo che tutto questo l'ho voluto io, perché non sono stato capace di perdonarla.
Maledico me stesso mentre rimango fermo a guardarla andare via con l'amaro in bocca.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E' pur sempre il nostro capitano.

~ Capitolo 2.

 


Lista della spesa:
1. Tre pacchi di pasta;
2. Sugo;
3. Cereali di Boris;
4. Latte;
5. Confezione di patatine per Ivan;
6. Zabaione;
7. Ingredienti per Tiramisù;
8. Cassa d'acqua;
9. Vodka alla fragola e alla pesca;
10. Spumante
11. Panettone;
12. Frutta per Sergey;
13. Biscotti di Kei;
14. Altra vodka;
15. Altra vodka ancora...;
16. Shampoo e Bagnoschiuma
17. … un nuovo conto in banca!


Yuri's point of view


Leggo la lista della spesa.
Sto sentendomi male... visti i prezzi che ci sono al giorno d'oggi, il mio stipendio di un mese mi dirà presto “addio”.
Almeno avrebbero potuto darmi qualche soldo e spartire la spesa totale!
Che animali...
Sto aspettando Sergey in macchina per andare al supermercato.
Le aspirine non sono servite a placare il mal di testa.
Sto cominciando a sentire anche lo stomaco sotto-sopra.
Maledetto post sbornia!
Vorrei mettermi a letto e guardare un film, come ogni sacrosanta domenica, e invece mi tocca vagare come un morto-vivente per riempire quella maledetta dispensa!
E tutto questo perché gli altri sono degli sfaticati senza precedenti.
E ovviamente tocca sempre al sottoscritto alzare il culo e accontentare i loro capricci!
Sono come i bambini...
Anzi, sono peggio dei bambini.
Persino Sergey che lo si può definire come il “papà” della situazione spesso rientra in questa categoria.
Beh, almeno si è degnato di accompagnarmi.
A proposito, lo vedo entrare in macchina velocemente.
“Scusami, Boris oggi è meno taciturno del solito!”
Non ho voglia di domandargli il perché; sono troppo preso dal mio caro mal di testa.
Faccio per mettere in moto la macchina, ma...
Sbatto volontariamente la testa contro il volante, più volte.
“Signore onnipotente, perché ce l'hai così tanto con me?!”
Sergey mi guarda preoccupato, non posso biasimarlo: farebbe bene a chiudermi in psichiatria.
“Che cosa c'è, adesso?!”
Sospiro, rassegnato. “Ci mancava solo la benzina, Ser! Siamo a secco!”


Boris's point of view


“Quindi io e Ivan andremo a comprargli un pensierino, tu tienilo occupato!”
Spiego a Sergey il mio piano perfetto.
Filerà tutto liscio come l'olio, ne sono sicuro!
“Il nostro capitano non mi sembra molto incline a volersene stare in giro per molto. Anzi, tempo che gli prema tornare al monastero il prima possibile.” mi spiega il colosso biondo.
In effetti ha ragione: oggi è particolarmente isterico.
“Tranquillo, Ser! Cercheremo di fare in fretta!”
Annuisce non del tutto convinto e questo perché mi conosce come le sue tasche.
Forse meglio delle sue tasche.
“Ora vado, mi sta aspettando in macchina. Ci vediamo dopo!”
Mi volta le spalle e si dirige a passi spediti verso l'uscita.
Mi precipito al piano superiore, alla ricerca di Ivan.
Dovrebbe essere in quella che ora è diventata la nostra sala da pranzo.
Ci tengo a fargli questo regalo, se lo merita.
E' pur sempre il nostro capitano e lui si è sempre sacrificato per noi.
E questo fin da quando eravamo piccoli, fin da quando questo posto era gestito da Vorkof.
Si faceva punire lui per difendere tutti noi.
Si mostrava forte dinanzi ai nostri occhi, stringendo i denti e facendoci credere che niente è perduto per sempre, che il sole esiste per tutti.
Rideva per non piangere – e quando il crocchio che era costretto a sopportare si faceva troppo grande per lui, tirava fuori tutta la forza di cui era in possesso e ci spronava a tenere duro.
Yuri, nonostante quello che si possa dire sul suo conto, è un buon capitano e soprattutto è un amico speciale.
Entro in sala da pranzo e, come mi aspettavo, trovo Ivan.
“Allora? Sei pronto?”


Sergey's point of view


“Non dimenticare la vodka.”
Ricordo a Yuri, indaffarato a riporre nel carrello tutto quello scritto nella lista.
“Sì, me lo avete fatto scrivere tre volte... siete degli alcolizzati!” mi risponde acido, afferrando un pacco di pasta e lanciandolo nel carrello.
Lo vedo nervoso, forse anche un po' stressato.
Non si è mai sfogato in passato, ha sempre accusato e represso tutto quello che ha dovuto sopportare.
Forse è arrivato il fatidico momento in cui una persona si dichiara al limite.
Sta per esplodere.
Credo che provare a parlargli e dandogli modo di scaricarsi un po' lo farebbe sentire meglio.
“Siete sempre tutti pieni di pretese: compra la vodka, compra i cereali di Boris, cambia gli asciugamani in bagno... visto che ci siete chiedetemi di lavarvi il culo, no?”
Sì, sta decisamente arrivando al limite.
Non dico nulla, perché so che non ha ancora finito.
“E poi ogni volta vi lamentate per qualsiasi cosa! Non vi va mai bene niente! E la pasta scotta, e l'insalata scondita...”
Prende due cartoni di latte e dà una rapida riletta alla lista. “Sono stufo di farvi da balia!”
Sorrido, trovando piuttosto comico il grande Yuri Ivanov preda facile della vita domestica.
Lui, però, sembra irritarsi ancora di più. “Ti faccio ridere?” domanda adirato, infatti.
Scuoto la testa, deciso. “Al contrario... ti ammiro.”
Sembra apprezzare.
Riprendo il filo del discorso: “Ma penso che tutto questo nervosismo non sia dovuto solo a questo...”
Rimane qualche istante in silenzio.
Colpito ed affondato.
Sembra rifletterci su. Conoscendolo starà ponderando sulle parole più giuste con le quali esprimersi, senza sbottonarsi più di tanto.
“Mi manca El.”
Fallisce. Lo so per certo.
Ha annullato la sua impenetrabile autodifesa, scoprendo le sue debolezze.
El, quella strega...
“Meriti di meglio.”
Lo penso davvero.
Alza le spalle, cercando di mostrarsi indifferente. “Forse.”
“Se n'è andata appena ha potuto, Yu...”
“Se n'è andata perché gliel'ho ordinato io.” mi corregge.
Non aspettava altro. “Ma avrebbe potuto restare e cercare un modo per riconquistarti.”
Mi guarda severo, sembra quasi volermi comunicare i suoi pensieri attraverso lo sguardo.
“Sarebbe stato impossibile.”
Rimango in silenzio, rimanendo momentaneamente senza parole.
Non so bene come muovermi in questo argomento.
Opto per il banale, per una delle tante frasi fatte: “E allora non pensarci più. Sprechi del tempo e basta.”
Annuisce, convinto. “Lo farò.”
Lo vedo deciso, ottimo!
“Ora comincio a riconoscere il mio capitano!”
Accenna un piccolo sorriso, sincero.
Meglio che nient... oh, no!
Quelli sono proprio Ivan e Boris.
Mi stanno facendo segno di non fare girare Yuri, sembrano due cretini.
O forse due scimmie allo zoo, non saprei...
“Che cosa stai guardando?” Mi chiede Yuri, sbarrando gli occhi.
Merda.
Fa per girarsi.
Doppia merda.
“Lei ha bisogno di un abbraccio, signor Ivanov!”
Stringo fortemente Yuri, facendogli voltare la faccia contro il mio petto.
Mugugna qualcosa ma non ci faccio caso.
Faccio segno a Ivan e a Boris di andarsene, che – a scoppio ritardato – capiscono e filano via.
Tra tutti i centri commerciali che ci sono a Mosca proprio qui dovevano venire!
Sono proprio stupidi!
Yuri comincia a dimenarsi, senza smettere di mugugnare.
Lo libero dal mio abbraccio.
La sua faccia rossa quanto il colore dei suoi capelli parla da sé.
“Mi stavi soffocando!!!”
Ops, forse ho un po' esagerato...
“Scusa, capitano!”


Ivan's point of view


“Sei un imbecille! Te lo avevo detto che sarebbero venuti qui!”
Urlo all'ex Falborg Bleyder, guardandolo rabbioso.
Avevo ragione, ho sempre ragione. Non sbaglio mai!
“E poi perché insisti nel volergli comprare una torta confezionata?!”
Mi rivolge un'occhiata omicida, chiaro segno che sta perdendo la sua limitatissima pazienza.
“Trovami una pasticceria aperta il giorno della vigilia di Natale!”
Ha ragione, quando vuole sa essere intelligente.
Prende una torta al limone dallo scaffale, la preferita di Yuri.
Tira fuori dei soldi dal portafoglio e me li consegna. “Questi sono per il taxi del ritorno.”
Afferra un'altra banconota e me la porge, nuovamente.
“E questi invece sono per la cornice e la fotografia.”
Non capisco. “Perché li stai dando a me?”
Mi guarda con la classica espressione che usa per insinuare Ivan-è-scemo.
Lo detesto quando fa così.
Anzi, di rado e difficilmente riesco a sopportare Boris.
Fossi alto quanto lui, gli darei una testata.
Deve solo sperare che non mi capiti uno sgabello a portata di mano!
“Secondo te perché, nano?! Ho ancora delle cose da fare. Non tornerò con te.”
Non sono convinto: cos'ha in mente?
“E quando hai intenzione di tornare? Yuri si insospettirà se non ti troverà al monastero.”
“Yuri non sospetterà proprio niente. Comunque conto di tornare per cena.”
Guarda l'ora sul cellulare, poi torna a guardarmi con quei suoi occhi verdi. “Se ti chiede qualcosa, digli semplicemente che non lo sai.”
Yuri non crederà mai a questa scusa.
Ci vuole ben altro per fregarlo.
Ma se è quello che vuole... “D'accordo. Come vuoi.”


Boris's point of view


“Prossima fermata: San Pietroburgo stazione centrale”.
Finalmente sono arrivato. Odio i treni; troppo affollati e, tra le altre cose, puzzano anche!
Scendo dal treno, prendendo una boccata d'aria.
Mi stringo nel giubbotto: qui fa più freddo.
Destinazione: casa di El.
Voglio convincerla a venire a Mosca con me.
Impresa ardua, lo so.
Ma almeno per il compleanno di Yuri potrei riuscire a trascinarmela dietro.
So che gli farebbe piacere, esattamente come so che sente la sua mancanza.
Può mentire a chiunque, ma non a me.
In questi anni mi sono visto di nascosto con El.
L'ho fatto solo perché è stata lei a chiedermelo, quasi supplicandomi.
Fosse stato per me le avrei voltato le spalle, esattamente come hanno fatto tutti gli altri.
E' brutto da dire, ma è così.
Non ho mai condiviso la sua decisione e ammetto di non averla neanche mai rispettata; prendere e andarsene via così... neanche Hiwatari avrebbe avuto una simile faccia tosta.
Comunque resta una persona con la quale sono cresciuto; tagliare completamente i ponti non sarebbe stato affatto semplice.
Almeno per me.
Per mia fortuna, non abita molto distante dalla stazione.
“Numero cinque, interno otto...” ripeto tra me e me mentre leggo i numeri civici.
Trovato. Prendo un gran respiro e citofono.
La mia visita questa volta è stata improvvisata, spero solo di trovarla in casa.
“Sì?”
E' lei. “Sono Boris.”
Silenzio, sembra esitare. “E' successo qualcosa?”
“No. Posso salire?”
Non mi risponde, si limita ad aprire il portone.
Salgo le rampe di scale sino al quarto piano.
Trovo El sulla soglia della porta, in pigiama.
La felpa che indossa è la mia, la riconosco. E' di quattro taglie più grandi rispetto alla sua, infatti le sta enorme. Gliela avevo prestata anni fa.
“Hai riesumato la mia vecchia felpa?”
Nel porgerle quella domanda ho sorriso, ma lei non ha ricambiato.
E' rimasta seria, di pietra. Glaciale.
Alza le spalle, indifferente. “Fa parte della mia tenuta casalinga.”
“Una così bella felpa ridotta ad un indumento per dormire?”
Questa volta accenna un sorriso. “Entra.” dice, spalancando la porta.
Entro in casa, un bel appartamento.
Al contrario, penso che El non sia in splendida forma.
La trovo dimagrita ed emotivamente sembra essere triste, con quei suoi ventun anni portati male. Gli atteggiamenti di una signora piuttosto rozza, forse un po' volgare, e l'espressività di una bambina cresciuta prima del dovuto e del necessario.
“Come stai?” le chiedo, guardandola con fare indagatore.
Si accende una sigaretta e fa un tiro. “Cosa sei venuto a fare, Boris?”
Diretta. Lo è sempre stata.
Dritta al punto nell'immediato.
“Ieri era il suo compleanno.” decido di essere altrettanto diretto.
Annuisce, stancamente. “Lo so.”
“Quindi vorrei che venissi con me. So che gli farebbe piacere.”
Mi perfora con lo sguardo e mi fa capire le sue intenzioni: sapevo che sarebbe stata una causa persa in partenza.
Scoppia in una risata che ha tutta l'aria di essere più isterica che spontanea.
“Meglio per lui di no.”
Aggrotto la fronte, incapace di capire il motivo di tale risposta.
“Perché?”
Vorrei domandarle hai paura che ti prenda a ceffoni?
Ora mi guarda triste, abbattuta e rassegnata.
So che si butterebbe tra le braccia di Yuri se ne avesse l'occasione.
Tra di loro è sempre stato Yuri a tenere maggiormente la situazione in mano, era lui a tenere le redini del rapporto che avevano instaurato.
“Perché non sono la persona giusta per lui.” sorride sarcastica e prosegue: “Voglio dimenticarvi tutti, cazzo. Amnesia. Hai presente? Vorrei soffrirne.”
Ricambio il sorriso, senza dire nulla a riguardo.
Continuo con il mio tentativo di convincerla a passare il Natale con noi. “Ti perdonerebbe.”
Sinceramente? Non ne sono sicuro.
Scuote la testa, decisa. “Yuri non torna mai indietro, lo sai.”
Neanche se ti mettessi in ginocchio davanti a lui.
… Non ha tutti i torti, me ne rendo conto.
E in cuor mio lo sapevo, ma almeno ho tentato.
“Sono venuto qui da Mosca per niente, allora.”
Si stringe nelle spalle, cominciando a mordersi il labbro inferiore nervosamente. “Beh, sono contenta che tu sia qui...”
Il colore azzurro dei suoi occhi sparisce dietro le lacrime.
Le sorrido, intenerito da lei e da quel suo broncio triste degno di una bambina invecchiata precocemente.
“Abbracciami, Boris.”



Eccomi qui con il secondo capitolo! Come potete notare ho dato spazio ai pensieri solitamente poco gettonati come Ivan e Sergey. Volevo dare una parte importante nella storia anche loro, godendo di un "p.o.v" abbastanza originale - chi mi conosce sa quanto sono fissata con l'originalità! Per chi, invece, ha letto "Indietro" avrà sicuramente riconosciuto El. Ebbene, ho svelato le sorti del rapporto con Yuri. Non ho specificato il perché Yuri abbia deciso di mollarla, non voglio anticipare niente in quanto il remake di "Indietro" (Incubo Bianco) è ancora in fase di costruzione - vedesi soltanto i primi capitoli postati, nei quali non vi è alcun accenno sul rapporto che hanno El e Yuri. Si può intendere che la nostra sgradita bionda questa volta l'ha combinata grave... ed ora è costretta a pagarne le amare conseguenze! ..Come sono sadica! :-D Yeeeeeeee! <3 Comunque tengo a ringraziare i misteriosi 78 lettori che hanno preferito rimanere nell'ombra, ma lasciando ugualmente una piccola traccia del loro passaggio. Spero di ricevere anche un vostro parere, prima o poi! Ringrazio Elysabeth91, Ps I love You e Ivan per aver messo la storia tra i preferiti. E infine, ma non meno importanti, ringrazio Lex_5683, PerfectConcert e White_Phoenix per aver aggiunto la storia tra i seguiti. Siete fantastici, grazie! Spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento! Alla prossima, belli e brutti! 

Vostra Pich.

   
 
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