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Autore: IdaC91    18/11/2013    4 recensioni
Dopo la guerra, dopo la fine di tutto.
Un nuovo inizio. Di un nuovo amore, di una nuova speranza.
La promessa di una vita che continua.
"Se la mia mente è stata irrimediabilmente compromessa, il mio cuore non lo è mai stato. Batte. E continua a farlo. Solo per lei."
Peeta Mellark, il ragazzo del pane, tornato dall'inferno per salvare l'unica donna che abbia mai amato, l'unica persona al mondo che ha dato un senso alla sua esistenza.
"Per questa notte sono sicuro che questo è il mio posto. Per questa notte, nessuno, nemmeno io, mi porterà via da lei. Per questa notte, resto."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 7- Posso.
 
Ho terminato la mia opera. Tre quarti sono occupati dalla donna che sto riscoprendo. Nel resto c’è ancora quella che mi hanno indotto ad odiare. Katniss del dipinto mi guarda come se non volesse fare altro. Come se la sua vita dipendesse dalla mia presenza. E’ strano, perché è sempre stato il contrario. Invece, nel suo sguardo di ieri notte, in quello di stamattina, ho scorto qualcosa di nuovo. Prova qualcosa per me. Non so definire esattamente cosa, ma i suoi occhi non mentono. Non l’hanno mai fatto, non ci riescono. Neanche il grigio più nebbioso potrebbe oscurare la limpidezza dei suoi pensieri.

Per dipingerlo non ci ho messo molto, stavolta. Tutto quello che è accaduto nelle ultime ore mi ha molto aiutato. Le immagini di noi sono ancora vivide nella mia mente. Ho ancora addosso la sensazione del suo corpo caldo, dei suoi occhi grigi che mi implorano di restare, delle sue mani su di me. E’ qualcosa di indescrivibile. Voglio tornare da lei, voglio vederla, voglio stringerla tra le braccia. Devo fare qualcosa, altrimenti sento che impazzirò. Le preparo una torta, dei biscotti e qualche muffin. Mi rendo conto che potrei sfamare un esercito, ma sono troppo elettrico. Guardo l’orologio ogni attimo. Sembra quasi che si stia prendendo gioco di me. Ogni secondo dura un’ora. Finalmente, quella lancetta si posa sul numero giusto. Guardo il dipinto ancora una volta. Spero che sarà felice almeno quanto me. Lo prendo e, senza farmi notare, lo porto velocemente fuori casa sua e lo lascio poggiato al muro. Torno indietro e prendo i dolci.

Con una mano reggo una torta di mele con panna nel solito scatolo, mentre con l’altra porto biscotti e muffin in una busta di carta. Percorro il breve tratto di strada che ci separa per la seconda volta. Arrivo alla porta e busso. Subito, qualcuno mi apre.

E’ lei. E’ bellissima. Indossa una maglietta arancio, il mio colore preferito, e un pantaloncino bianco. Riesco a vedere le sue guance arrossire anche nella tenue luce della sera.

-Sei venuto.- Dice.

-Dubitavi di me, forse?- Le dico, facendole un gran sorriso. -Ho fatto un po’ di cose per te.- Le mostro i vari pacchi. Lei subito allunga le braccia per aiutarmi.

Nel fare questo gesto, inavvertitamente, la sua mano tocca la mia. E’ come se un fulmine mi stesse percorrendo da cima a fondo. Improvvisamente, quella voglia selvaggia di baciarla si impossessa di nuovo di me. Mi sento galleggiare. La guardo negli occhi. Anche lei, come me, è rimasta di sasso. Ci guardiamo per quello che mi sembra un tempo infinito, immobili in questo nostro contatto, fino a che Sae non ci riporta alla realtà.

-Ragazzi, che fate lì impalati? Vi decidete ad entrare?- Grida.

Mi riprendo, scuotendo la testa, e sorrido a Katniss.

-Dai, entriamo.- Le dico. Lei annuisce e si costa per farmi passare. Do un’occhiata rapida al quadro appoggiato alla parete, senza farmi vedere, ed entro dietro di lei.

Poggiamo i pacchi in cucina e, subito, la porta si spalanca dietro di noi. Un Haymitch sorridente e visibilmente sbronzo fa la sua degna comparsa.

-Sono in ritardo? Ooooh, quanto mi dispiace!- Esclama, per niente dispiaciuto. Guarda prima me, poi Katniss, senza smettere di ghignare. Se fosse venuto pochi secondi fa, avrebbe sicuramente fatto di peggio. Meglio così.

-Sono venuto a controllare che fosse tutto a posto. Sapete, dopo stamattina…- Continua, tutto allegro.

Me lo aspettavo. Prevedibilissimo. Katniss è rimasta immobile, lo sguardo basso.

-E’ tutto ok, Haymitch.- Dico subito, sorridendo. –Vuoi cenare con noi?-

A queste mie parole, Katniss si volta verso di me e mi fulmina con lo sguardo. Dura solo un attimo, perché poi mi guarda stupita e dispiaciuta. Forse crede che scatenerà l’ibrido che è in me. Stavolta, chissà perché, però, non accade nulla. Niente che mi tormenti o che mi renda un mostro. China nuovamente il capo e si chiude nel suo solito silenzio. Questa scenetta scatena ancora di più l’ilarità di Haymitch.

-Oooh, dolcezza, cos’è quel visino dispiaciuto? Hai paura che il tuo cucciolo si trasformi in una bestia? Non preoccuparti, si sa controllare benissimo. Tu, piuttosto, sai controllarti? Perché stamattina non sembrava…- Dice, e scoppia in una fragorosa risata.

L’aria estiva, già calda, sta raggiungendo una temperatura troppo alta. Sae rimane in silenzio, affaccendandosi in cucina per evitare l’imbarazzo. Katniss sembra sul punto di esplodere, ma mantiene il capo chino e non proferisce parola. Davvero si preoccupa per me?

-Deduco che la risposta è no.- Gli dico, senza giri di parole. –A domani, Haymitch.- Taglio corto.

-Calmati, biondino, ho afferrato! E’ una cena privata!- Dice, tutto allegro, soffermandosi particolarmente sull’ultima parola. –A domani, piccioncini!- Conclude, e se ne va, sbattendo la porta.

Guardo Katniss accanto a me. Non ho proprio idea di cosa le passi per la testa, ma una cosa mi ha davvero colpito. Non ha risposto alle provocazioni. Non ha reagito. Non è da lei. Che abbia pensato davvero a me? Che sia rimasta muta per evitare una mia reazione? L’ha fatto per lei, o no? Non vuole che me ne vada, come è accaduto oggi? Sicuramente, ma perché ha bisogno di me, non per altro. Ma perché non mi guarda, allora? C’è dell’altro? Ma che importa se c’è o non c’è! Lei mi vuole qui, adesso. Lei mi vuole qui. L’ha fatto per me. Confusione e speranza si impossessano del mio cuore, che inizia a palpitare senza freni. Senza trattenermi, senza pensare a nulla, le alzo il viso con una mano e le sorrido.

-Grazie.- Le dico, guardandola negli occhi.

Katniss non fa in tempo ad arrossire che la porta si riapre con gran fracasso.  La mia mano scivola velocemente lungo il mio fianco. Ci voltiamo tutti di scatto verso l’ingresso. E’ di nuovo Haymitch, che, a quanto pare, non ha finito con noi. Ha un’aria ancora più divertita di prima, se possibile. Mi basta un secondo per capire perché.

Ho lasciato il quadro fuori, vicino alla parete.

-Haymitch, ma cosa le prende?- Esclama Sae. –Ci farà venire un infarto!-

-Scusatemi, ma proprio non potevo resistere! Il biondino ha dimenticato qualcosa qui fuori e avevo pensato di portarglielo, per evitare che si rovini o altro…- Dice, sogghignando, e tenendo il dipinto stretto in una mano. –Credo sia per te, dolcezza! Ma solo con lui sei così carina?- Continua, ma non fa in tempo a mostrarlo che Katniss glielo strappa di mano, ancor prima che ci riesca io.

-Non sono affari tuoi.- Dice, a denti stretti, porgendomi la tela senza guardarla. Rimane ferma a fissarlo per quasi un minuto, fino a quando Haymitch ci stupisce.

-Voi due siete affari miei eccome! Più di quanto voi pensiate!- Dice, e, barcollando, si accascia verso il pavimento. Istintivamente, poggio il quadro al muro e scatto verso di lui. Riesco a sorreggerlo prima che tocchi terra. Katniss si scansa e chiama Sae. Haymitch ha quasi perso i sensi, ma riesce comunque a sussurrarmi una frase.

-Scommetto su di te, biondino. So che ce la farai.-  Sussurra, in modo che solo io possa sentirlo, per poi cedere all’oblio dell’alcol. Lo carico su una spalla e cerco di sostenerlo.

-Grazie.- Gli dico, anche se non può sentirmi.

Queste sue parole mi penetrano l’anima. E’ come se un padre mi avesse dato il permesso di sposare sua figlia. Crede in me. Crede in noi. Non ha mai smesso di essere il nostro mentore, e mai smetterà. So che tiene a noi più di quanto voglia dare a vedere, soprattutto a Katniss, ma questa sua fiducia mi rende davvero felice. Posso farlo. Posso amarla. Posso sperare in un futuro.

-Katniss, accompagno Haymitch a casa e torno subito.- Le dico e sorreggo il nostro mentore fin dentro casa sua. Lo adagio su una poltrona e provo a svegliarlo gentilmente. Riapre gli occhi con sforzo evidente e subito mi minaccia.

-Credevo di essere stato chiaro, biondino! Torna da lei! Di corsa!- Grugnisce, mentre si accascia sull’altro lato della poltrona e inizia a russare. Sento dei passi dietro di me e scopro Sae e Katniss che stanno per arrivare. L’anziana donna entra, mentre Katniss rimane sull’ingresso.

-Me ne occupo io.- Esclama Sae. –Ho avuto a che fare con diverse sue sbronze. Se la caverà. Tornate pure a casa.- Dice, mentre inizia ad affaccendarsi con un bollitore.

-Ripasso più tardi.- Le dico, mentre mi avvio verso la porta dove Katniss mi attende.

E’ visibilmente provata. Scossa e arrabbiata al tempo stesso. Se penso a tutto quello che stamattina ho pensato, mi vien da sorridere. Ora so davvero che posso farlo. Posso farlo perché posso reggere. Posso farlo perché credo davvero che anche lei lo voglia.

-Vieni con me.- Le dico, tendendole la mano.

Per un attimo, Katniss sembra indecisa, ma poi abbandona la sua mano nella mia. Camminiamo lentamente fino casa sua, senza dire nulla. Una volta entrati , sciolgo le nostre mani e la guardo, sorridendo.

-Credo che tu abbia capito che avevo una sorpresa per te.- Dico, e prendo la tela abbandonata al muro. -Ti vedo meglio, ora. Ti vedo di più per quella che sei davvero, per quella che sei per me. Stare con te mi rende tutto più facile. La tua vicinanza mi rende sì più vulnerabile, ma, allo stesso tempo, sono più forte. Posso affrontare tutto questo, ce la posso fare. Per te. Possiamo farlo insieme.-

Le indico la parte sinistra con la sua immagine reale e le porgo il quadro. Lo osserva, stupefatta. Il suo viso si accende di vergogna mentre i suoi occhi vagliano ogni centimetro della
sua figura.

-Non me l’aspettavo.- Dice. -E’ così che mi vedi, ora?-

-E’ così che sei, sempre.- Le dico, avvicinandomi.

Lei mi sorride, triste. Poggia la tela sul tavolo.

-E’ bellissima. Grazie.- Sussurra, con un filo di voce, abbassando il viso. Siamo distanti 20 centimetri, ma per me sono troppi, sono tanti. Si è accorta che sto fremendo ad ogni suo respiro? Si rende conto che sto trepidando?

Per un attimo, alza lo sguardo su di me. I suoi occhi si piantano nei miei. Capisco in un baleno perché non riusciva a guardarmi. Non c’è niente di gelido in quel grigio penetrante. C’è fuoco, lo stesso fuoco che sta infiammando me. Siamo in fiamme. So che adesso è il momento giusto. Lo so e basta. Anche lei lo sa. So per certo che posso.

In un attimo, senza pensare assolutamente a niente, le prendo il volto tra le mani a la bacio. La bacio per tutte le volte che ho voluto e non potevo. La bacio per tutto il male che ci hanno fatto. La bacio perché è l’unica cosa che voglio al mondo. Non esiste nessun ibrido, nessun depistaggio, nessun veleno, nessun tipo di arena, nessun morto, nessuna guerra.

Siamo solo noi.

Rimaniamo assorti per quelli che mi sembrano anni, per poi staccarci. La avvolgo in un abbraccio e la sento sussurrare:

-Puoi restare, se vuoi.-

-Certo che voglio.- Le rispondo subito.

Finalmente so che posso restare davvero, che posso prometterle un futuro. Che posso essere di nuovo Io.


Salve a tutti!
Lo so, sono imperdonabile! Sono scomparsa senza lasciare traccia! Vi chiedo immensamente scusa ma, tra l'università e avvenimenti vari, non ho avuto il tempo di fare nulla! Spero che questo capitolo possa evitarmi la morte! XD Scherzi a parte, spero davvero che vi piaccia, ci ho messo un bel po' a scriverlo. Spero anche che il riferimento a Cinna possa essere di vostro gradimento! Mi sembrava bello farlo rivivere nelle parole di Haymitch!
Anche voi non vedete l'ora di vedere Catching Fire? Io sto letteralmente impazzando! -9!!!
Ringrazio tutte le splendide persone che hanno recensito e tutte quelle che mi seguono (e che, spero, lo faranno ancora!).
Un abbraccio a tutti,
Ida.


 
  
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