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Autore: Benio Hanamura    21/11/2013    1 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
All'inizio dell'ultimo volume del manga di Haikara-san ga toru/Mademoiselle Anne Benio scopre che Tosei ha chiesto di cancellare l'ipoteca sul castello Ijuin dalla banca di suo padre e che sua madre gli ha posto come condizione che abbandoni la carriera giornalistica a cui tiene tanto per diventare direttore di banca secondo la tradizione della famiglia Aoe. Ovviamente Benio non può accettare che Tosei faccia un sacrificio così grande solo per amor suo, così prende una drastica decisione che sconvolgerà anche il suo futuro, per poter almeno essergli di conforto e ripagarlo in qualche modo: gli annuncia che lo sposerà e gli resterà sempre accanto, proprio come Shinobu ha deciso di restare con Larissa... Ma andrà proprio così? Si può davvero imparare ad amare? Benio e Shinobu soffocheranno dunque i loro veri sentimenti in nome della gratitudine? Chi ha letto il manga sa come sono andate le cose, ma voi siete rimasti davvero soddisfatti dalla conclusione della Yamato?
Io abbastanza, tranne che per qualcosina... Questa fanfiction è una mia versione alternativa del finale del mio manga preferito, in cui ho cercato appunto di modificare ciò che non mi convinceva del tutto...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shinobu e Benio si guardarono intorno. Uno spettacolo spaventoso: cumuli di macerie qua e là, fuochi sparsi che si alimentavano a causa dei banchi di legno… L’aria si faceva sempre più pesante e stava diffondendosi del fumo che pian piano riduceva la visibilità… Nonostante tutto Shinobu non si perdonava che Benio sarebbe finita così per lui, ma ormai si sentiva del tutto impotente, e Benio, consapevole del suo stato d’animo, continuava a rassicurarlo: “Una volta per tutte, smettila di tormentarti, va tutto bene, te l’ho detto, sono felice… Certo, avrei preferito restare con te in vita, ma pazienza, sarà per la prossima!”
   Sorrideva, si sforzava pure di scherzare pur di tirargli un po’ su il morale, era davvero unica la sua Benio! E lui si era deciso a tornare da lei troppo tardi, sprecando tanto tempo prezioso con quella donna che lo aveva pure ingannato, che sciocco!!! Avrebbe dovuto dare retta subito a Ranmaru ed a Shingo, anzi no, ancora prima, al nonno, che per un po’ di tempo aveva addirittura rifiutato di riaccoglierlo in casa se non avesse lasciato Larissa e che aveva ceduto solo per intercessione di Benio, poi aveva saputo anche questo… Perché invece di aspettare che proprio Benio lo aiutasse a restare con la donna che lo aveva portato via a lei non aveva obbedito, così come quando aveva accettato senza battere ciglio il fidanzamento con la figlia degli Hanamura senza conoscerla? I suoi cari nonni, non sapeva nemmeno se erano sopravvissuti al terremoto, e se fossero sopravvissuti ancora una volta da perfetto egoista avrebbe dato loro l’ennesimo grande dolore! Egoista e soprattutto stupido… uno stupido che dopo tanto tempo aveva avuto l’ occasione per essere felice e l’aveva sprecata, proprio come gli aveva detto Shingo… e vigliacco… un vigliacco che non sapeva fare altro che farsi trascinare passivamente dagli eventi, come gli aveva detto Ranmaru: tutto ciò che gli avevano detto i suoi amici ultimamente era proprio vero, quegli apprezzamenti li meritava tutti! Ora aveva capito davvero la lezione, avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimediare, per potersi riscattare agli occhi di Benio, dei suoi nonni, degli amici… ma soprattutto per una questione nei confronti di se stesso… Avrebbe davvero potuto riposare in pace accanto alla sua adorata Benio con la consapevolezza di così tante mancanze, prima fra tutte quella di aver provocato seppur involontariamente la sua morte? No, assolutamente! Perciò non poteva arrendersi, per quanto la situazione fosse disperata doveva lottare fino all’ultimo respiro, lui che l’aveva messa in quella situazione doveva assolutamente fare il possibile per salvarla.
“Benio, aiutami ad alzarmi, presto!!!” disse all’improvviso.
“Ma… Shinobu, cosa vorresti fare? Siamo in trappola, è troppo tardi ormai… ed infatti sento di respirare un po’ a fatica…”
“Un po’ a fatica, ma respiri! Ed anch’io, perciò siamo vivi! Finché c’è vita c’è speranza, ricordalo sempre, e comunque non abbiamo niente da perdere! Non posso assicurarti che ti condurrò fuori di qui sana e salva, ma permettimi almeno di provarci, ti prego!!!”
Benio lo guardò negli occhi inizialmente incredula, credeva che straparlasse, ma si rese conto che era più che convinto di ciò che diceva, così annuì e lo aiutò ad appoggiarsi a lei, ed entrambi in piedi si guardarono intorno in cerca di una nuova speranza di salvezza.
Iniziarono faticosamente a camminare, ma pareva che lo scenario non sarebbe mai cambiato, e poi si stavano avventurando pericolosamente sempre più lontani dalla porta d’ingresso… Ad un certo punto Shinobu inciampò su una pietra, e stava nuovamente per cedere al dolore ed allo sconforto, quando Benio sentì qualcosa…
“Shinobu, lo senti anche tu?”
“Che cosa, Benio? E’ il fuoco che brucia ed ogni tanto crolla qualcos’altro…”
“Ma no, non parlo di quello, sento abbaiare, c’è un cane qui?!?”
“Un cane? Non dire sciocchezze, hai le allucinazioni per il caldo ormai… Va bene, ora possiamo davvero rassegnarci… Aiutami a sedermi, sono stanco, ed ho davvero troppo dolore!”
“Non ci penso affatto, io voglio vederci più chiaro, e sono convinta che non siano allucinazioni! Finché c’è vita c’è speranza, lo hai detto tu, e non abbiamo nulla da perdere, perciò mi spiace, ma dovrai ancora farti forza… E poi se tutto va male avrai molto tempo per riposarti!” 
Sconfitto dalla determinazione di Benio, Shinobu si convinse una volta per tutte a resistere e continuarono a muoversi fra le fiamme: “Ecco, lo sento ancora, più vicino!” insistette Benio.
“Sì, lo sento anch’io!” rispose Shinobu, ora davvero più sollevato “Non c’erano cani, come potrebbero in Chiesa, perciò… sarà entrato dopo… da dove?”
“Shinobu, è lì!!!”
Shinobu e Benio non potevano credere ai loro occhi. Nella Chiesa c’era davvero un cagnolino, che cercava un varco fra le fiamme per avvicinarsi, e che abbaiava forte per la paura.
“Siamo qui… vieni da me, piccolo!” lo chiamò Benio, che aveva sempre avuto dimestichezza con gli animali.
Il cagnolino, vedendola attraverso una via che pareva abbastanza sicura, le corse velocissimo incontro, quindi tornò di poco indietro, sempre abbaiando, come se avesse voluto invitarla a seguirlo. Li condusse ad una porticina assai poco appariscente.
“Deve essere la sagrestia!” concluse Shinobu “Forse ci siamo, sai, ci sono piccole uscite secondarie attraverso le sagrestie!”
Ed infatti, aprendo la porta, si trovarono in una piccola stanza, che aveva tutta l’aria di essere quella del parroco. Era un po’ sottosopra anch’essa per via della scossa, ma era relativamente integra e c’era una porticina che dava all’esterno. Non era chiusa a chiave, perciò l’aprirono facilmente. Il cagnolino, vista la porta finalmente aperta, sparì subito velocemente, ma la porta era un po’ bassa per loro, perciò Benio dovette abbassarsi e Shinobu per via della gamba preferì mettersi carponi, ma finalmente riuscirono ad uscire. Si trovarono così in un piccolo giardino.  
  Intanto, non potendo minimamente sospettare di quel grande colpo di fortuna dell’ultimo momento capitato a Benio e Shinobu, gli amici erano stati costretti ad allontanarsi anche loro dalla Chiesa, che sembrava ormai sul punto di crollare del tutto, rassegnati a non vederli più. Invece il maggiore Hanamura, che era stato trascinato fino al quartiere delle geishe, aveva sentito disperate urla di aiuto proprio attorno ad un okiya che purtroppo conosceva bene.
 “Aiutatela, Kikiji è rimasta dentro!!!” lo supplicò un’anziana geisha. Era la okasan, l’aveva conosciuta una volta in cui si era fatto convincere dai suoi soldati ad una serata in allegria proprio nella speranza di incontrare Kikiji.  Kikiji, l’unica donna che era riuscita a riscaldare il suo cuore dopo tanti anni dalla prematura morte della moglie che aveva amato così tanto… Doveva salvarla, se non l’avesse fatto sarebbe stato come rivivere un po’ quel dolore che finalmente si era molto affievolito, e poi come avrebbe fatto ad andare avanti, ora che anche l’adorata figlia sembrava perduta per sempre? Così si lanciò coraggiosamente fra le fiamme che avevano avvolto quasi del tutto l’okiya, riuscendo fortunatamente a rintracciare Kikiji: era stesa sui tatami, ormai poco cosciente, ma tenendo sempre strette in mano delle tavolette mortuarie, davanti ad un altarino dedicato ad un giovane ufficiale… Quando si ritrovò davanti il padre di Benio, Kikiji alzò la testa appena: “Koji-san…” sussurrava appena, le forze le stavano venendo meno, non riusciva a distinguere le forme, e sicuramente quello era il nome di quell’ufficiale, il cui ruolo nella vita della geisha si capiva fin troppo bene. Senza perdere tempo il maggiore Hanamura prese Kikiji fra le braccia e la portò fuori in salvo ormai svenuta ma viva.
“Abbiate cura voi di lei” disse alla okasan, a cui consegnò anche le preziose tavolette che era riuscito a salvare. Quindi si allontanò, doveva assolutamente conoscere la verità, ciò che egli stesso aveva visto lasciava ben poche speranze, eppure gli pareva tutto troppo assurdo, che anche la figlia lo avesse lasciato così presto, e poi morire in quel modo così crudele… Non ci avrebbe mai creduto, a meno che non avesse trovato almeno il suo corpo esanime fra le macerie…
Gli altri invitati al matrimonio si erano sistemati in una zona che sembrava sicura anche per i feriti, ed aspettavano che la situazione si facesse più calma, pian piano la confusione pareva ridursi, dato che pareva che la terra non volesse tremare più. Tuttavia era meglio stare lontani dalle case, perciò se ne stavano lungo la riva del fiume.
Ranmaru si stava occupando di Sonoko, a cui era comunque andata molto bene, essendosela cavata abbastanza rispetto a molti altri, dato che semplicemente le si era gonfiata la caviglia, per cui aveva messo un po’ il piede nell’acqua fredda, aiutata da lui scendere fino alla riva. Praticamente erano isolati dal gruppo.
“Va un po’ meglio?”
“Certo… dopotutto sono stata fortunata… Chissà quanti feriti gravi e morti ci saranno stati, oltre alla povera Benio… Non posso proprio pensarci! Ed in fondo se non fosse stato per te… Siamo arrivati fuori giusto in tempo…  Ho rischiato grosso in modo così stupido, inciampando, da vera imbranata! E per aiutare me anche tu, come Benio, avresti potuto…” stava per piangere ancora.
“Eri spaventata, è normale… lo eravamo tutti!” la rassicurò subito lui, fermandole la prima lacrima con una carezza e cercando di sorriderle, anche se date le circostanze non gli riuscì molto bene, anche perché anche lui aveva ancora gli occhi un po’ arrossati.
“Beh, anche piangere è normale, date le circostanze…” gli rispose lei, più calma, prendendogli una mano fra le sue “Non sforzarti di essere forte per me, Benio era mia cugina, ma per te significava ancora di più, lo so… Se non avessi dovuto aiutare me anche tu saresti accorso in suo aiuto, insieme al signor Aoe  forse…”
“Ma che dici, io non avrei potuto fare nulla, e poi se non è riuscito nemmeno il signor Aoe… Insomma, sono troppo debole rispetto a lui e comunque… non voglio più perdermi in lacrime… non più…” le parlava come sempre con dolcezza, ma ora la guardava in modo diverso, più intensamente del solito.
“Ranmaru?”
“Sì… anche perché Benio non lo vorrebbe e comunque… la sua terribile sorte mi ha dato una lezione… Giorni fa ho detto a Shinobu che era un vigliacco che non sapeva fare altro che farsi trascinare passivamente dagli eventi, e per quanto riguarda lei ho cercato disperatamente di indurla a non sposare Tosei perché non sprecasse la sua vita e non perdesse per sempre colui che amava veramente… Ho fatto la predica ad entrambi, quando invece mi comportavo esattamente come loro: dopo essermi rassegnato a non poter essere contraccambiato da Benio ed ad amarla solo come una sorella mi sono lasciato andare del tutto, fra teatro e vita di tutti i giorni, rifiutandomi anche solo di accettare l’idea di poter pensare di provare lo stesso per un’altra, perché avevo troppa paura, di essere ancora respinto, ma più semplicemente di poter soffrire ancora così tanto…”
“Perché dici queste cose a me, cosa intendi dire? E perché proprio adesso?” si turbò Sonoko, vedendolo molto serio.
“Perché Benio ha perso per sempre l’occasione di essere felice con colui che amava, e lo stesso Shinobu… Ma io non voglio commettere lo stesso errore… Ho già rischiato troppo anch’io poco fa: quando ti ho vista cadere, in Chiesa, soffocata da tutta quella gente, ho avuto una paura terribile, più di quando ho visto Benio tornare indietro per salvare Shinobu… perché ho capito… ho accettato ciò che non avevo voluto accettare finora… fortunatamente prima che fosse troppo tardi… Perciò, anche perché non sappiamo se questa situazione del terremoto si risolverà bene o se ci saranno altre complicazioni, dovevo subito chiarire che…” si bloccò.
“… che???”
Lei intimidita dal suo sguardo avrebbe voluto abbassare la testa, ma non poté, era come calamitata, anche per l’ansia di sapere.
“… che anch’io…” continuò, sempre un po’ esitante “ …anch’io ti amo!”
A quelle parole Sonoko sentì il cuore batterle così forte che temette che lui potesse sentirlo, o che addirittura le potesse uscire dal petto. Si era appena verificata una terribile tragedia, sua cugina era appena morta in un modo orribile, eppure per qualche istante ogni pensiero a riguardo era magicamente sparito. Gli altri erano di sopra, lontani, erano praticamente soli… e lei… ricordatasi subito dopo tutto, si vergognò profondamente della gioia immensa che invece stava provando. Ma quanto aveva sognato che lui le dicesse certe cose, che la guardasse diversamente da una semplice amica con cui confidarsi, così tanto che ora quasi non le interessava di sapere come e quando lui avesse cambiato i propri sentimenti nei suoi confronti e non voleva più nemmeno lei perdere tempo in complicate spiegazioni! Ed in ogni caso non riusciva più a parlare, ma inconsapevolmente stava avvicinando lentamente il suo viso al suo, rendendosi conto che anche lui stava facendo altrettanto… finché le loro labbra si sfiorarono in un dolce bacio.



Note dell'autrice:
Scusate per il ritardo con cui aggiorno, non ho avuto molto tempo ultimamente ed anche se la storia è completa la sto rimaneggiando un po’, correggendo anche alcuni errori che non avevo notato nella prima stesura.
Com’era prevedibile, Shinobu e Benio non sono morti e trovano una via d’uscita. Il cagnolino spuntato da chissà dove potrebbe sembrare un espediente un po’ strano, ma in realtà non l’ho ideato io, c’è anche nel manga originale, solo ovviamente in diverso contesto. Ed anche lo scenario della Chiesa è più o meno quello, anche se nel manga vi resta Benio da sola,  poverina…
Quasi totalmente fedele all’originale  è  il salvataggio di Kikiji da parte del maggiore Hanamura, anche se ho voluto modificarlo in modo da richiamare maggiormente il dramma che Kikiji ha sempre serbato nell’animo, lo strazio per la perdita del suo primo amore, a cui ho dato un nome fittizio (Koji), dato che Kikiji non lo chiama mai per nome nel manga.
Invece ovviamente è inventata di sana pianta la scena fra Ranmaru e Sonoko, dato che in originale loro due si incontreranno almeno un annetto dopo questi eventi, o almeno, se lui la conosceva già, lei era soltanto una fan come tante altre. Purtroppo, essendo i veri protagonisti della fan fiction Benio e Shinobu, ho dovuto per forza di cose trascurare un po’ le altre coppie e quindi anche loro, perciò non so se sono riuscita a spiegare decentemente la situazione nelle loro pochissime apparizioni insieme, anche perché  mi rendo conto che non si comprende chiaramente quando Ranmaru abbia iniziato a considerare Sonoko qualcosa di più che una semplice amica e confidente, e forse nemmeno quando se ne sia davvero reso conto, considerando anche che la decisione di Benio aveva in qualche modo riaperto in lui la vecchia ferita, oltre ad accentuare la sua confusione.  Ma in fondo la trama principale della storia è un’altra, e  comunque credo di aver almeno spiegato che il rischio corso gli ha finalmente dato una bella svegliata, togliendogli anche quella ritrosia che gli veniva dal timore di soffrire ancora per amore (e chi ha letto il manga sa che Ranmaru ha sofferto davvero molto a causa di Benio)! Quando si è finalmente dichiarato a Sonoko in realtà è andato abbastanza a colpo sicuro, dato che lei gli aveva già detto chiaro e tondo che lo amava, ma questa è la sola cosa assolutamente fedele alla versione originale, in cui anche se è lui a farle per primo una dichiarazione esplicita  Sonoko entra in scena già come membro del suo fan club, perciò i suoi sentimenti per lui erano fin dall’inizio abbastanza evidenti. Forse avrei potuto fare in modo che fosse lui a dichiararsi esplicitamente per primo anche nella mia versione alternativa, ma non ho ritenuto questa ulteriore modifica necessaria (poi non so se sia stato meglio così o no!).  

  Tornando un attimo a Kikiji, dato che questo personaggio, che appare poco nella mia storia ma ancor meno nel manga, mi ha affascinata e commossa molto per la sua triste storia d’amore, ho deciso di renderla protagonista della mia nuova fan fiction Quella notte sotto la neve, di cui ho al momento inserito un solo capitolo perché è tuttora ancora in corso. Spero che prima o poi leggiate anche quella; intanto arrivederci al prossimo aggiornamento, ormai la conclusione è vicina!^^
  
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