Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Pureblood    29/11/2013    1 recensioni
Sesto anno per Draco, quarto per Astoria.
Voldermort è scomparso definitivamente il 31 Ottobre 1981.
Draco non è un romanticone che corre dietro alle sottane delle Sanguesporco.
Astoria non è la povera vittima, delicata e fragile, che ha un ruolo solo perchè deve essere tradita.
Daphne Greengrass non è un'algida regina di ghiaccio ma una It-Girl abbastanza allegra.
Blaise Zabini è Blaise Zabini: cinico e donnaiolo.
E Pansy rimane la stronza, innamorata di Draco che tutti noi conosciamo.
Una storia Slytherin per raccontare un amore Slytherin.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 22: I meravigliosi Greengrass

 

La mattina di Natale, Astoria si svegliò molto presto come ogni anno e secondo la tradizione rimase acciambellata sulla poltrona davanti alla grande finestra della sua stanza ad ammirare la nevicata. Il mondo era decisamente più bello bianco. La neve era delicata, silenziosa, elegante e dava speranza. Ci si sentiva sempre meravigliosamente bene quando nevicava. Aprì per un attimo la finestra per poter prendere un fiocco di neve, ma una raffica di vento gelido la travolse e si affrettò a richiuderla e a stringersi nella vestaglia. Quell’improvviso vento impetuoso riportò a galla le sensazioni della sera precedente. Era stata davvero una serata impegnativa, ma probabilmente la migliore della sua vita. Con un tocco della bacchetta ravvivò il fuoco nel camino e si perse nei suoi pensieri.

Era uscita incolume dall’incontro con i genitori di Draco, aveva danzato con Draco davanti a tutta la Società Purosangue, aveva visto il risentimento e l’invidia sul volto di Pansy che avrebbe dato qualunque cosa per trovarsi al suo posto e infine era salita nella camera di Draco. Gli orecchini che le aveva regalato erano a dir poco magnifici e non poteva non pensare a quello che era successo dopo con un sorriso soddisfatto e un brivido d’eccitazione, era proprio quello, che il vento le aveva fatto ricordare.

 Avevano iniziato a baciarsi sempre più avidamente, finché la mano di Draco non era scesa sotto il suo vestito ad accarezzare il suo interno coscia e poi sopra a slacciare il suo corpetto ed Astoria era rimasta impotente davanti alla determinazione mal celata di Draco, ma non era arrabbiata per la sua fretta, le piaceva l’idea che la desiderasse così tanto. Anche lei lo desiderava, lui era sempre bellissimo, ma quella sera incarnava un fascino semplicemente irresistibile. Le aveva fatto scivolare via il vestito lentamente e le aveva sfilato i collant con cura, lui, invece, si era spogliato con una rapidità sorprendente mentre Astoria gli accarezzava i capelli e gli baciava il volto. Erano rimasti avvinghiati per qualche secondo, ma a lei era sembrato un tempo interminabile e poi il solito vortice di emozioni confuse, il solito baratro in cui cadeva e non usciva prima della fine.

 Si crogiolò in quelle sensazioni ancora per qualche istante, poi prese gli indumenti che indossava la sera precedente e che l’elfa non aveva ancora ritirato, c’era ancora il profumo di Draco. Inebriava le sue narici e riempiva la stanza della sua presenza come se lui fosse lì, avrebbe voluto non separarsene mai.

 Ma l’elfa entrò proprio in quel momento per prendere la sua biancheria e sistemare la stanza, gli ospiti sarebbero arrivati da lì a poco e Astoria doveva ancora prepararsi. Ci sarebbe stata la solita ricca colazione, il solito scambio dei regali, il solito sontuoso pranzo, il solito tè e finalmente se ne sarebbero andati. Ovviamente sarebbero state sempre le solite persone, perché anche se c’era qualcuno di sconosciuto, era come se fosse sempre stato lì con il suo sguardo arcigno e la sua aria snob, quella gente non sapeva assolutamente cosa volesse dire eleganza, per questo i Malfoy le erano sempre piaciuti, loro erano sinonimo di eleganza. Ci sarebbero stati i parenti, o presunti tali visto che li vedevano una volta all’anno e le amiche di sua madre con le rispettive famiglie, compresa Pansy. La famiglia di Draco era stata invitata come ogni anno, ma loro preferivano trascorrere il Natale da soli, come dar loro torto.

 Scelse di indossare una semplice camicetta con le ruche con una gonna a pieghe, le sue immancabili ballerine e un cardigan di merletto finemente lavorato. Il dettaglio più importante erano ovviamente gli orecchini che Draco le aveva regalato. Sarebbe stato sicuramente piacevole vedere le facce dei presenti una volta notati gli orecchini, in particolare quelle di Pansy e sua madre.

 Quando scese, gli ospiti erano ormai arrivati quasi tutti. Per evitare che sua madre si accorgesse del ritardo, fece un rapido giro di saluti e si unì alla folla che si dirigeva nella sala da pranzo per la colazione.

 “Ma guarda un po’ chi ci degna della sua presenza! Astoria, hai fatto le ore piccole?” le chiese Daphne malignamente.

 “Sono tornata insieme a te. Ricordi?”

 “Si, ma non sei stata con me tutta la sera e avevi l’aria stanca”

 “Era molto tardi quando siamo andati via e se io ero stanca, tu eri fin troppo allegra”

 “E’ stata una splendida festa, è normale che lo fossi”

 “Com’è normale che avessi un papillon che usciva dalla tasca del tuo cappotto?”

 “Non ti sfugge niente, vedo”

 “Esattamente, faresti bene a ricordarlo”

 In quel momento arrivò anche Pansy, ovviamente salutò Daphne calorosamente e si limitò ad un secco “Astoria”.

 “Buon Natale, Pansy” le sorrise Astoria placidamente.

 Per tutta la giornata Pansy non fece altro che fare riferimenti al fatto che il bianco era un colore sciatto e banale, che certi vestiti non stavano bene a coloro che avevano un manico di scopa invece di un corpo da donna e che le ragazzine ultimamente sono senza ritegno, non hanno più senso del decoro. Astoria aveva riso a ognuno dei suoi deboli tentativi, ma era rimasta parecchio turbata dalla luce che brillava negli occhi di Pansy, sicuramente preparava qualcosa. L’avrebbe schiacciata di nuovo e avrebbe visto nuovamente la sua faccia umiliata come quella che aveva previsto che avrebbe fatto non appena Cordelia Greengrass tirò fuori l’argomento orecchini. E se lei aveva l’aria di voler sprofondare, sua madre aveva l’aria di voler mettersi a urlare. Astoria aveva sorriso compiaciuta.

 

Alle cinque e trenta, gli ospiti se ne erano finalmente andati e Astoria si era recata nello studio di suo padre per fare la loro consueta partita a scacchi.

 Raymond Greengrass aveva una sconfinata passione per il sapere, l’antichità, la tranquillità, gli agi e la riservatezza, quindi, il suo studio era specchio di tutto questo. Le pareti erano tappezzate di mastodontici volumi, molti dei quali di mitologia greca, alcuni incredibilmente rari e antichi, le librerie erano di legno massiccio e pregiato, le poltrone comode e signorili, gli oggetti antichi, fragili e preziosi, i mobili intarsiati d’oro e d’argento e  infine, in bella mostra, dietro l’imponente scrivania, figuravano, uno dopo l’altro, i vocabolari di rune antiche, il suo passatempo preferito insieme agli scacchi. Il signor Greengrass possedeva probabilmente la più grande collezione di scacchiere della Gran Bretagna.

Fin dalla più tenera età, Raymond Greengrass aveva insegnato ad Astoria a giocare a scacchi, ci aveva provato anche con Daphne, ma le fatiche erano state inutili e lui non era un uomo molto paziente. Non tollerava l’inettitudine al ragionamento, Astoria, invece, aveva subito dimostrato una predisposizione naturale, forse perché condivideva la natura di suo padre. Introversa, riservata, ma brillante.

 “Eccomi, padre” disse Astoria, dopo aver bussato ed aver ricevuto il permesso di entrare.

 “Siediti, Astoria. Ho già sistemato la scacchiera. Immagino di doverti cedere, come sempre, le pedine nere”

 “Si, padre, ti ringrazio. Sai che non gioco mai con quelle bianche”

 Raymond sorrise, anche lui prediligeva le pedine nere, ma le cedeva volentieri alla sua adorata figlia, la persona con cui in assoluto preferiva giocare.

 Durante la partita non parlavano mai, al massimo, sorseggiavano del tè mentre l’altro decideva la mossa successiva. Nel gioco degli scacchi il silenzio e la concentrazione erano basilari.

 Dopo quasi due ore, Astoria si preparò a compiere la mossa decisiva e a mettere fine a quel silenzio.

 “Scacco matto” decretò soddisfatta.

 “Mi duole dire che non è stata una sorpresa. Avevo capito di aver commesso qualche errore già mezz’ora fa. Ma se c’è una persona dalla quale non mi dispiace essere battuto, quella sei tu. L’allieva ha superato il maestro, me ne hai dato prova tante volte ormai”

 “Ogni volta, mi sembra quasi che sia stato tu a lasciarmi vincere”

 “Sai che non lo farei mai, è contrario a qualunque etica degli scacchi e dell’apprendimento”

 “Posso considerarmi soddisfatta allora”

 “Puoi eccome”

 “Grazie, padre”

 “Prima che tu te ne vada, c’è una cosa della quale vorrei parlarti”

 “Certo, dimmi pure”

 “Draco Malfoy. Sicura che sia la scelta giusta?”

 Astoria sgranò gli occhi stupita e rispose imbarazzata.

 “Io ne sono innamorata, padre”

 “E’ proprio questo che mi preoccupa. I sentimenti oscurano la ragione, ma stipulare un contratto di fidanzamento con la famiglia Malfoy è una scelta concreta. Sei sicura della tua decisione?”

 “Non sapevo che i Malfoy volessero ufficializzare il nostro fidanzamento”

 “Siete troppo giovani per un fidanzamento formale, ma le tue scelte attuali condizioneranno comunque il tuo futuro. Quindi, devi decidere adesso”

 “Si, sono sicura. Tu non lo sei, padre?”

 “A rigor di logica sono ovviamente più che favorevole a questo matrimonio. I Malfoy sono una famiglia antica, nobile, illustre, ricchissima e il loro è ormai il sangue più puro del Mondo Magico. Ma non sono sicuro che quel Draco sia adatto a te”

 “Spero ti basti la mia rassicurazione perché io ne sono sicura, padre”

 “Mi fido del tuo giudizio, ma temo che tu sia ancora troppo giovane. Mi dispiacerebbe se anche il tuo matrimonio finisse per essere una questione di affari”

 Astoria rabbrividì, sapeva che alludeva al suo matrimonio con sua madre, ma quelle parole l’avevano scossa profondamente, mettendole addosso una grande paura: anche la sua unione con Draco poteva diventare esclusivamente d’interesse.

 “Sono certa che non sarà così, padre” rispose Astoria, cercando di infondere sicurezza alle sue parole “Ora sono molto stanca, se non ti dispiace ne parliamo in un altro momento”

“Vai pure. Buona notte, Astoria”

 “Buona notte, padre” lo salutò Astoria, certa che per lei non sarebbe stata per niente una buona notte.

 

 

Angolo autrice: Eccomi di nuovo qui! Sono in partenza, andrò a Bologna per qualche giorno e non vedo l’ora! Qualcuna di voi abita lì? :) Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e attendo con le dita incrociate qualche recensione! Tanti baci :)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Pureblood