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Autore: Glox    04/05/2008    5 recensioni
[Questa fic è arrivata dodicesima al contest NaruHina indetto da Ferula_91 e Ayumi Yoshida.] "Naruto... n-non può essere vero. Io non ti voglio perdere, ti prego, rimani qui con me!" "Lo vorrei pure io, Hinata, ma non posso. Devo ubbidire agli ordini." "Naruto..." "Hinata, promettimi di essere felice, ok?" "Ok... sarò felice per te... anche se sarà difficile. Io, ti amo Naruto, sei il primo uomo di cui mi sia realmente innamorata e non voglio perderti." "Anche se non mi potrai vedere, io sarò sempre vicino a te, Hinata." "Naruto..." E pianse fra le braccia del suo amato."
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Don't Cry

Don't Cry

 


Naruto Uzumaki stava seduto davanti al bancone del locale gustandosi una birra. Osservava il lucido legno del tavolo bagnato da qualche goccia d'acqua. Beveva tranquillo la sua bibita, pensando. Ormai erano passati ben due anni dalla prima volta che mise piede lì dentro. E da ben due anni andava lì a bere ogni giorno. Fu proprio in quel locale che conobbe i suoi più cari amici.

Poggiò il bicchiere sul tavolo e girò gli occhi verso il muro alla sua destra.
Nessuno era appoggiato ad esso. Era vuoto.

Rimise lo sguardo sul bancone, un velo di tristezza si impresse sugli occhi azzurro cielo.

Esattamente quel due settembre di due anni prima, girando gli occhi verso il muro alla sua destra, vide un angelo che d'allora non dimenticò mai. Ogni giorno lei era appoggiata su quel muro e ogni giorno lui la guardava. Non riusciva a toglierle gli occhi da dosso. Era bellissima. Capelli neri lunghi fino a metà schiena, lisci come fili di seta;
occhi d'un bianco violaceo talmente intensi da togliere il fiato;
labbra rosse e carnose che nascondevano una fila di denti bianchi perfetti. Un sorriso meraviglioso. Era coperta da un kimono bianco e rosso. Attraverso esso riusciva a vedere il corpo snello, con  le curve al posto giusto.

Era veramente un angelo. 

Lui la osservava e lei, un pò imbarazzata, cercava di non farci caso. Poi arrivò quel giorno fatidico. Dal loro primo incontro passarono due settimane e Naruto, finalmente, decise di parlarle. Appena vide che il suo sguardo angelico gli fu addosso, la chiamò con un gesto della mano. Lei gli si avvicinò e s'inchinò per salutarlo. Naruto la fece sedere affianco a lui e le chiese il nome.

Due anni. Era passato tanto tempo da quell'incontro.
Naruto prese in mano il bicchiere e cominciò ad osservare il liquido giallastro al suo interno. Stava pensando a quel'angelo di nome Hinata Hyuga. Si era perdutamente innamorato di lei, cosa che non gli era mai successa prima.  Lui era un bell'uomo di ventidue anni. Capelli color dell'oro, occhi d'un azzurro da far invidiare il cielo, corpo longilineo, altezza media. Di donne, ne aveva avute quante voleva, ma le considerava solo avventure, non erano niente di serio. Invece lei, oh sì, di lei, era veramente innamorato. Bella e irraggiungibile. Le parole melense non servivano con lei, e questo lo fece ancora di più interessare. Non era una donna facile e superficiale come tutte quelle che aveva avuto, lei era intelligente, introversa, timida, ma spontanea. E quel suo arrossire quando sentiva complimenti, lo inteneriva moltissimo.
Naruto la desiderava con tutto sé stesso, ma non poteva averla. Nonostante gli sia vicino, era lontana mille miglia. E questo lo addolorava. Ogni volta che ci pensava, il cuore gli si stringeva e gli veniva da piangere. La voleva vicino a sé, voleva impossessarsi delle sue labbra, del suo corpo, del suo cuore, della sua anima. Ma non poteva.

 Hinata Hyuga era una geisha, il suo ruolo era quello di intrattenere gli uomini con danze, canti e il proprio corpo.
Ma per essere una geisha, le ragazze dovevano rispettare una regola fondamentale "mai innamorarsi dell'uomo a cui si cede il proprio corpo." Se succedeva, non era più degna di fare questo lavoro e doveva andarsene via.
Hinata era una donna bellissima, molti uomini la volevano e molti avevano provato a farla innamorare ma senza successo. Lei seguiva la regola come fosse la sua unica ragione di vita, infondo, lo era. Intrattenere gli uomini era il suo lavoro e con questo riusciva a mangiare e dormire in un buon letto. Nonostante la sua aria da ragazzina timida e insicura, davanti agli uomini si dimostrava fredda e dura. Lasciava uscire la parte più nascosta del suo carattere. Se non facesse così, finirebbe per essere troppo debole e alla fine, non riuscirebbe ad andare avanti.
Ma un biondino dal cuore buono riuscì a oltrepassare questa barriera di ghiaccio.

Naruto Uzumaki, questo era il suo nome. Un militare bello come il sole. Lo vide subito appena entrò nel locale ben due anni prima, ma Hinata non poteva avvicinarsi di sua spontanea volontà, doveva aspettare di essere chiamata. Passarono ben due settimane prima che successe, ma fu il giorno più bello della sua vita. Per la prima volta, un uomo, non le chiese di andare a letto ma di sedersi vicino a lui a bere e chiacchierare. E chiacchierarono e bevvero molto quella volta. Se lo ricorda bene. Si ubriacarono e alla fine andarono in una delle stanza del piano di sopra a soddisfare il loro bisogno primario. Ma comunque Hinata era contenta. Da quel giorno, ce ne furono altri identici, però la maggior parte delle volte chiacchieravano allegramente seduti sul letto, senza far niente.

Hinata Hyuga, per la prima volta, si sentì trattata come una persona dello stesso livello, e non inferiore. Per la prima volta si sentì capita e amata. Ma tutto questo, piano piano, portò la giovane donna a innamorarsi del militare e quindi a disobedire alla regola. Questo pensiero, portava Hinata in uno stato di sconforto. Lei voleva avere una vita come tutte le altre donne, ma aveva paura. Paura che lui, un giorno, l'abbandonasse; paura, che un giorno, le avrebbe rinfacciato il suo passato. Non gli disse nulla e continuò a chiacchierare e ad andare a letto con lui senza far traparire i suoi sentimenti. Se pur molto difficile, ci riuscì perfettamente.

Hinata quel giorno arrivò in sala più tardi perchè dovette intrattenere un cliente. Appena vide Naruto, solo, che beveva si avvicinò a lui e lo salutò. Il ragazzo appena sentì la sua voce soave si voltò di scatto e le sorrise. Uno dei suoi soliti sorrisi, ma sta volta non era solare, ma malinconico. Il corpo della geisha, a quel sorriso, divenne teso come una corda di violino e si preoccupò. Non sapeva il  perchè, ma era preoccupata per lui.


Una risatina stridula uscì dalla sua bocca. Qualcosa lo preoccupava, ma la ragazza non riusciva a capire cosa.


Udite quelle parole, Hinata si preoccupò ancora di più. Balbettò un sì e s'incaminarono verso la solita stanza al piano di sopra. Entrati, si sedettero sul letto. Hinata guardava il viso teso e triste di Naruto, mentre lui fissava il pavimento di legno. Cominciò a parlare.

Una lacrima gli cadde dagli occhi. Hinata lo abbracciò e Naruto si lasciò confortare, apponggiando testa sulle gambe della donna. Lei cominciò ad accarezzargli i capelli dorati.

A quelle parole, un tremore crebbe sulla schiena di Hinata e la preoccupazione crebbe a dismisura. No, non poteva essere vero. Tutto ma non quello. Se lui andava in guerra, erano molte le possibilità che morisse e così  non l'avrebbe più rivisto.
Gli occhi le diventarono umidi, a fatica riuscì a trattenere le lacrime. Lo guardò senza fiatare. Gli occhi di lui assenti, osservavano il muro davanti a sé.

Si rimise seduto sul letto, prese le mani di Hinata fra le sue e la fissò negli occhi.

Calde lacrime uscirono dagli occhi di Hinata e si buttò fra le braccia di Naruto, abbracciandolo forte. Il ragazzo la strinse forte a sé.
Silenzio.
Nessuno dei due osava fiatare in un simil momento. Poteva essere il loro ultimo abbraccio, e lo volevano far durare più allungo possibile.

Rimasero così per dieci minuti poi Hinata si staccò da lui.







E pianse fra le braccia del suo amato.

Il giorno dopo Naruto partì per la guerra. Hinata, pregava ogni giorno per lui e teneva stretto fra le mani l'anello che lui le regalò il giorno prima.
Passarono due anni, ormai era il 1944 e Naruto non era ancora tornato. Hinata era da un mese che non riceveva sue lettere, e cominciava a preoccuparsi. Aveva paura che fosse morto, ma nello stesso istante in cui lo pensava cancellava subito il pensiero. Cercava di essere ottimista e ogni notte sognava Naruto che entrata nel locale, col suo solito sorriso più luminoso del sole e l'abbracciava. Di giorno sperava che il suo sogno si avverasse, ma non era così. E la tristezza le cresceva dentro il cuore.

Passarono due mesi dall'ultima lettere che ricevette da lui. Era il quindici agosto. Hinata stava passeggiando lungo le vie di Tokyo quando vide per terra un giornale. Lo raccolse e lesse l'articolo di testa.

Appena lesse l'articolo, Hinata crollò sulle ginocchio e scoppiò in un pianto disperato. Naruto era morto. Il suo Naruto. Non era possibile. Non poteva essere morto. Le persone che giravano per la città le si misero attorno cercando di capire cos'era successo. Cercarono di aiutarla ma lei rifiutò e corse via. Aveva lo sguardo appannato per via delle lacrime e non riusciva a vedere la strada. Ma corse come una forsennata. Si fermò quando non aveva più fiato sui polmoni e si trovò sulla costa con davanti il sole che tramontava sul mare. Quello era il posto in cui Naruto andava per rilassarsi, glielo aveva detto ancora tempo addietro. Incosciamente la giovane donna era andata là. Si sedette per terra e osservò il sole rosse tramontare. Il viso di Naruto le apparve davanti gli occhi e allungò una mano per raggiungerlo ma l'immagine sparì. Allora si ricordò della realtà. Ormai Naruto era morto e non sarebbe più tornato da lei. Altre lacrime le caddero dagli occhi ma Hinata le asciugò subito e pensò alla promessa fatta al suo innamorato. D'ora in poi Hinata avrebbe vissuto come una donna normale, creandosi una famiglia ed essendo felice. Lo avrebbe fatto per lui, per il suo unico amore, che ora, la stava proteggendo dall'alto.

Sul cielo apparve una stella. Era calda e luminosa. Proprio come Naruto. Lui la stava osservando attraverso essa. Hinata a quel pensiero sorrise alla stella e una dolce lacrime le scese dagli occhi.

D'allora, Hinata Hyuga, avrebbe vissuto come una donna. Lo avrebbe fatto per lui.

 

-The End-

 

   
 
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