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Autore: Dreamhunter    07/05/2008    1 recensioni
Un au giallo rosa, con i personaggi tutti in versione umana (ma il più possibile in character). Sexy, divertente, avventuroso (almeno spero).
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Winifred Burkle
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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*CAPITOLO TRE*

Londra, Gran Bretagna
21 maggio

Gli incartamenti del caso erano arrivati sulla sua scrivania di Scotland Yard quella mattina presto e l'ispettore Wesley Wyndham-Price si stava domandando perché.
Si trattava di un semplice caso di scomparsa avvenuto quattro giorni prima nell'Eire, a Dublino. Certo, la giovane donna sparita era una cittadina americana, ma... come mai la polizia irlandese richiedeva la collaborazione di quella inglese?
Questa Winifred Burkle era forse una persona importante?
Sfogliò di nuovo i rapporti. Mmm... no, pareva di no. Ricercatrice di laboratorio, lavorava per l'università del Texas, figlia unica, nubile, una vita abbastanza anonima... Graziosa, un sorriso timido. Una brava ragazza che era stata vista l'ultima volta in compagnia di uno sconosciuto.
Probabilmente lo sconosciuto sbagliato.
Tipico. Succedeva spesso alle straniere in cerca di una notte differente. Specie se erano brave ragazze. L'ingenuità le spingeva su strade pericolose.
Nulla che alla Centrale di Dublino non fosse già capitato.
Si grattò la nuca, perplesso. Oltretutto, al momento, non aveva uomini da mandare laggiù e...
Bussarono. Virginia, la sua segretaria, si affacciò sulla porta. "Ispettore...".
"Sì?".
"Ci sono qui due federali che...".
"Federali?". Wesley si tolse gli occhiali. "Intendi dell'FBI?".
"Esatto, ispettore. Dagli Stati Uniti. Debbono parlarle del caso Burkle".
Questa poi... Pure l'FBI?
"Falli passare", sospirò, sistemandosi la cravatta e alzandosi per infilare la giacca appesa alla spalliera della poltroncina. La stava ancora indossando, quando i federali entrarono.
Un uomo e una donna. Lei era bellissima, lui con un'aria piuttosto arrogante.
"Signori...", li salutò Wesley. "Accomodatevi. Io sono l'ispettore Wyndham-Price".
"Agente speciale Cordelia Chase", si presentò la donna, quindi indicò il collega. "Agente speciale Lindsey McDonald". Sorrise, poi scostò una sedia e vi sedette accavallando le lunghe gambe perfette. "Abbiamo da raccontarle una storia interessante, ispettore".


Los Angeles, California
Lo stesso giorno, un diverso fuso orario

"Avrei dovuto capirlo", brontolò Lilah, camminando in tondo, le braccia conserte sul tailleur blu scuro. "E invece non mi sono accorta di niente, dannazione".
"Non colpevolizzarti, mia cara", le disse tranquillo Holland Manners, dal tavolo della sala riunioni. "Angelus non è un tipo comune".
"Voi accettate così passivamente di essere traditi dal vostro personale?", intervenne il Deputato Richard Wilkins, alla destra del signor Manners. "Credevo che pretendeste il massimo della lealtà. Mi ero fidato".
"Noi assumiamo il meglio", rispose Holland, sorridendo accondiscendente. "E Angelus è sempre stato tale, nel suo campo. Uno che fa le cose per bene. Persino se si tratta di far perdere le proprie tracce".
"Appunto!", esclamò la dottoressa Maggie Walsh, all'altro lato del tavolo. "Sembra quasi che tu lo ammiri. Ma, grazie all'improvviso colpo di testa del tuo prezioso Angelus, noi rischiamo di perdere tutto ciò per cui abbiamo lavorato ed investito quattrini negli ultimi cinque anni".
"Sì, lo ammiro, Maggie". Holland annuì, senza modificare la propria espressione serena. "E lo rivoglio. I contratti di lavoro con la Wolfram & Hart sono come i diamanti. Per sempre".
"E allora? Questo dovrebbe rassicurarci?". Wilkins sogghignò. "Questo Angelus è una sorta di genio, ma alla fine sarà abbastanza stupido da farsi ritrovare da voi?".
"No. Saremo noi ad essere più intelligenti".
Lilah distolse lo sguardo dai membri della riunione e lo spostò sui grattacieli di Los Angeles, scintillanti nel sole. Provava una disturbante inquietudine alla bocca dello stomaco e la calma del suo capo la irritava.
"Ridicolo". La dottoressa Walsh diede inconsapevolmente voce ai suoi pensieri. "E in che modo? Quali garanzie ci offrite?".
"Semplice. Ci serviremo di qualcuno in grado di prevedere le sue mosse".
"Oh, sì, lasciami indovinare...", ribatté Wilkins, "... qualcuno assunto dalla Wolfram & Hart. Il meglio. Per sempre". Si alzò bruscamente. "Sciocchezze, Holland. Lo conosco, il tuo stile. Negare e sorridere. Sorridere e negare. Soprattutto se stai affondando. Sono un politico. Certe tattiche non mi ingannano".
La Walsh lo imitò. "C'è troppo in ballo e la tua parola non mi basta. Per quanto mi riguarda, cercherò quel guastafeste e la piccola scienziata con le mie risorse. Non con le tue".
"Lo stesso vale per me", concordò Wilkins, mentre si avviavano entrambi alla porta.
Holland allargò le mani. "Come preferite...".
Non tentò di trattenerli, non si agitò. E per lunghi minuti, dopo che se ne furono andati, la sala fu silenziosa. Sino a che Lilah non si girò verso Holland.
"Qualcuno che può prevedere le mosse di Angelus?", chiese. "E chi sarebbe?".
Annunciate dal suono indolente dei loro tacchi a spillo, due donne apparvero sulla soglia dell'adiacente salotto privato di Holland. Una bionda, piccola e sensuale e una bruna pallida e magrissima. Erano sempre state lì, nella stanza accanto, ad ascoltare lo svolgimento della riunione.
"Chi gli ha insegnato tutto", proclamò la bionda. Scoccando un'occhiata carica di sfida a Lilah. "Prima di me, Angelus non esisteva".
"Ah, sì?", ribatté lei con pari sfacciataggine.
Non resisteva mai alle sfide...
"Lilah...". Holland si schiarì la gola. "... ti presento Darla e Drusilla. Anni fa lavoravano con Angelus. Darla è quella che gli ha rivelato i segreti del mestiere".
"Che lo ha fatto", sottolineò Darla. La bionda, naturalmente.
"E' un po' come se fosse sua madre", aggiunse Drusilla.
L'arroganza dell'altra si sgonfiò. "Adesso non esagerare", le sibilò offesa.
"Oh... credo di comprendere...", commentò Lilah. "Immaginavo già che Angelus fosse un figlio di puttana...".
Drusilla rise. Darla... no.
Ad Holland la stoccata non dispiacque. Apprezzava che i suoi dipendenti sapessero graffiare, all'occorrenza. Da principio, perlomeno. Dopo... era bene soprattutto che dimostrassero di saper pugnalare.
Per uccidere.
Come un genitore paziente batté le mani. "Ragazze... Siamo tutti dalla stessa parte, qui. E i nostri obbiettivi sono Angelus e la giovane scienziata". Guardò Darla. "Winifred Burkle deve morire. Angelus, invece, lo vogliamo...".
"... vivo", terminò la bionda, leccandosi le labbra.


"E' arrivata poco fa", gli annunciò il suo assistente, quando Richard Wilkins giunse nel proprio ufficio, un'ora più tardi. "La aspetta di là".
"Perfetto. Esistono ancora persone efficienti a questo mondo", sospirò lui, andando dritto nello studio. Alla scrivania sedeva una brunetta vestita di pelle, la bocca sfacciatamente lucida e rossa che succhiava un lecca-lecca.
"Dov'eri finito?", lo apostrò. "Il mio culo stava per mettere radici".
"C'era traffico", si scusò Richard. "Ciao, Faith. Il tuo viaggio? Gradevole?".
Lei addentò il lecca-lecca. "Una palla".
"Mmm... e hai letto la nota che ti ho inviato?".
"No. Troppi bla bla bla".
Benedetta ragazzina indisponente.
Avrebbe potuto essere sua figlia e Richard la adorava come se lo fosse, ma certe volte il desiderio di rivoltarla a testa in giù e rifilarle un sacco di frustate superava l'affetto.
La scrutò torvo. "E' una questione delicata, Faith, e se non ti ci impegni con serietà...".
"Troppi bla bla bla", ripeté Faith, oscillando sulla sedia. "E poi non ne avevo bisogno. Non dopo aver visto quel nome in cima alla pagina".
"Allora è vero", mormorò Richard, intrigato. "Tu hai già conosciuto questo famigerato Angelus...".
"Oh, sì...". Gli occhi neri di Faith brillarono di una sfumatura che assomigliava alla tinta del rancore. "E sono ansiosa di rinnovare la nostra conoscenza".


Non ricordava più com'era fatta casa sua.
Da anni viveva in laboratorio. Giorno e notte.
Senza nemmeno più il tempo per il parrucchiere...
Varcando la porta a vetri del Centro Sperimentale Iniziativa, Maggie Walsh si toccò una guancia. Sotto le dita la percepì secca, svuotata, sciupata.
Sono invecchiata precocemente, per via di questo progetto, e ora non posso permettere a quella nullità del Texas di rovinare il mio lavoro.
Il suo furore si calmò solo nello scorgere la figura alta e imponente di suo figlio Adam. Le stava venendo incontro lungo il corridoio. Un attimo e fu tra le sue braccia.
Caro, caro Adam... La ragione della sua esistenza.
"La riunione con Manners è stata fallimentare come supponevamo?".
"Purtroppo sì".
Adam le cinse le spalle. "Al contrario, io ho buone notizie. Lui è qui. Gli ho già spiegato tutto".
Svoltarono nella sala delle proiezioni. L'uomo di cui parlava suo figlio fumava pigramente una sigaretta, appoggiato alla parete con il cartello "Vietato fumare".
La Walsh lo studiò da capo a piedi, scettica."Spero che lei valga i soldi che le pagheremo".
"Assolutamente, signora, li valgo", la rassicurò lui, esalando un anello di fumo. "C'è un motivo se sono noto come William il Sanguinario".


Mi scuso per la lunga assenza, ma vari impegni e una brutta influenza mi hanno rallentato. Comunque rieccomi. Ringrazio Lilyjuve per il commento: non temere la continuo, i capitoli d'ora in poi arriveranno più in fretta e regolarmente. Darò senz'altro un'occhiata alla tua storia. ;) Grazie di leggermi!!


  
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