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Autore: Lauretta_36    07/12/2013    1 recensioni
caroline e klaus ormai separati, iniziano a comprendere i loro veri sentimenti, ma quando pensano che la distanza gli permetterà di dimenticare l'altro, ecco che il cattivo di turno, li porterà a intrecciare di nuovo le loro vite e questa volta anche a condividere la stessa casa.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta dello studio si apri silenziosamente, la figura umana vi entrò in cerca del libro più antico della biblioteca. Lo vide subito, era nei ripieni più alti, ma non ebbe nessuna difficoltà a prenderlo e poco dopo lo adagiò sulla scrivania. Immediatamente si accorse, che un foglio usciva dalle massicce pagine del volume, decise di aprirlo e vedere di cosa si trattava. Rimase senza parole, quando apprese, che era il ritratto di una giovane vampira bionda. Capì in quell’istante che Nicklaus teneva ancora a quella fanciulla, nonostante i mesi trascorsi lontano da lei. Un rumore gli fece pensare al pericolo che correva, stando in quella stanza senza permesso, era un tempio per Klaus, un luogo dove nascondere i suoi più intimi segreti. Richiuse subito il volume e sistemò il disegno, così come lo aveva trovato. A velocità vampiresca riposizionò nuovamente il libro sullo scaffale, questo movimento repentino però produsse un moto d’aria, che fece spostare alcuni dei fogli, della carta da lettere, poggiati li accanto.  Questo portò il visitatore ad una scoperta inattesa, sotto i primi fogli lasciati in bianco ve  ne erano altri già scritti. La curiosità fu più forte della riservatezza e si fermò a leggerli, il tutto iniziava con “My love, ci sono momenti che la mia mente è pervasa da un pensiero fisso, quel pensiero sei tu…….a volte vorrei solo cancellarti dalla mia memoria, ma l’idea di non riconoscerti  mi dilania di più, della mancanza stessa, del tuo ingenuo sorriso….. vorrei solo poterti rivedere, risentire il tuo profumo”. Finito di leggere le quattro pagine scritte, risistemò la carta da lettere in modo che nessuno potesse sospettare del suo passaggio e mentre si avviava fuori dallo studio, si ritrovò a pensare a come aveva fatto a non capire ciò che provava Nicklaus verso quella giovane ragazza, come aveva potuto non notare la potenza di quel sentimento. Alla fine la sua ricerca gli aveva fornito informazioni preziose, più utili di quelle che un libro poteva dargli.

Prov Caroline

Dopo essere uscita dalla villa, ero corsa a casa, per recuperare un po’ di pace e iniziare a preparare la valigia. Damon aveva già prenotato il volo, era sicuro che avrei ceduto per il bene di tutti, come ero prevedibile. Odiavo che avessero organizzato tutto prima del mio effettivo consenso. In un certo senso mi sentivo un giocattolo nelle loro mani, sapevo che le loro intenzioni non erano cattive, ma ciò che era appena accaduto mi faceva sentire, decisamente, un oggetto da usare quando necessario. Ero nella mia stanza seduta ai piedi del letto, con la valigia aperta e ancora vuota alle mie spalle, poche ore prima mi ero svegliata in quello stesso letto agitata e sudata, dopo aver sognato una, per niente dolce, Caroline che aveva messo fine alla mia vita, solo perché ero andata a New Orleans, perché ero andata da lui. Adesso, le persone che nel mio sogno mi avevano pugnalato, mi stavano spingendo a preparare le mie cose per andare esattamente nello stesso luogo, adesso il sogno più che un incubo sembrava una profezia. L’idea di partire mi spaventava, erano mesi che non lo vedevo, però una parte di me era eccitata e al pensiero di un nostro incontro, mi si disegno un sorriso sul volto. “ Car sono venuto appena ho saputo”, talmente presa dai miei pensieri, non avevo udito alcun rumore, nonostante i miei sensi acuiti da vampira, che mi avvisasse dell’arrivo di Tyler. Mi alzai e lui si misi di fronte a me, prendendomi il viso tra le mani e posando la sua fronte sulla mia “ Non devi andare, non è giusto quello che ti hanno chiesto. Perché non vanno loro da soli”, rimasi senza parole, era ovvio, non voleva che andassi da sola nella città dell’uomo che gli aveva ucciso la madre, lo aveva reso un ibrido, messo alla fuga e che, in tutto questo, ci aveva anche provato con la sua ragazza. Certo Caroline complimenti, dopo tutto questo tu gli dai anche il colpo di grazia con il ben servito, ma come fai a guardarti allo specchio. Lui mi guardava in cerca di una risposta, mi slegai dal suo vincolo e inizia a fare la valigia “ Ty non ti devi preoccupare, vado io perché sono l’unica a cui darebbe un minimo di retta e ci vado da sola, perché sono decisamente l’unica che non ucciderebbe e poi ” non mi fece finire la frase “ Bene se sei convinta di voler andare, allora vengo con te” sicuro, così lo avrebbe ucciso senza nemmeno darmi il tempo di dire ciao “ no Tyler è troppo rischioso per te e lo sai, non essere testardo, vado, chiedo e torno”. Speravo di averlo convinto, ma così non fu “ Caroline, so che lui aveva un interesse per te quando era qui, ma siamo realisti è un ibrido sanguinario, che adora passare il tempo ad uccidere le persone” il suo tono era serio e carico di rabbia repressa “ credi davvero tenesse a te? Eri solo il suo passatempo e forse lo eri solo per ferire me. Ora non pensi che si sia trovato una nuova bambolina con cui giocare a New Orleans. Non crederai stupidamente che sia rimasto a pensarti tutto il tempo, con il cuore spezzato per la tua assenza”. Le parole gli uscirono di getto, velenose. Non voleva ferirmi , questo lo sapevo, il rancore era tutto indirizzato a Klaus, ma in tutto ciò aveva appena detto che non ero una ragazza così speciale da far innamorare di me qualcuno. La cosa peggiore era, che proprio il mio ragazzo aveva pronunciato queste parole. Come per i miei amici, anche per Klaus ero un giocattolo. Gli occhi mi si spalancarono e divennero lucidi, usai tutte le miei forze per non piangere, per non pensare che forse quelle parole erano la verità. Tyler si rese conto di quello che aveva detto e cerco di rimediare “ Car non volevo dire che tu sei un giocattolo o solo un passatempo, solo che lui non ha cuore, lui non può amare” cercai di darmi un contegno “ Certo io non sono abbastanza per far innamorare qualcuno senza cuore giusto?!”, lui mi guardo senza sapere come risolvere al danno fatto “ Non sei tu Car è lui” sorrisi “ questo è un cliché fin troppo usato, anche per te. Sai Tyler ora credo tu debba andare” . “ Caroline è…tutto a posto..tra noi?”. Non lo sapevo e non era il caso di mentire “ non lo so Tyler, in fondo non lo è da molto.” Lui rimase perplesso “ ora scusa devo preparami e non sono in vena di compagnia” lo dissi con tono serio e non mi importava di nessuno, si poteva offendere, poteva rimanerci male, non aveva usato certo parole dolci per me prima. Chiusi la porta di casa mi avviai in camera mia e mi chiusi dentro. Appoggia la schiena e le mani alla porta, le lacrime iniziarono a sgorgare senza darmi il tempo di pensare a qualcosa che le potesse rimandare indietro, lentamente mi accasciai a terra portandomi le mani sul viso, lì sfogai tutto il dolore di quelle parole e di quella giornata, iniziata davvero male.

Prov Klaus

Ero giù in salone, con un bicchiere del vino più pregiato trovato in cantina e mi ritrovai a guardare perso la piantagione, dove secoli prima avevo aiutato un piccolo bambino a liberarsi dalla schiavitù. Ora quello stesso bambino mi aveva rubato la città, il mio pensiero fu interrotto da Elijah “ tutto bene fratello?” mi voltai verso di lui, vedevo che era ancora confuso per il bicchiere che avevo lanciato qualche ora fa, in quello stesso salone “ si tutto a posto ora” lui continuò a guardarmi “ stai pensando a Marcel o ad altro?” il tono che usò era privo di emozioni, ma i suoi occhi ero affamati di risposte“ Potrei dire entrambe. Pensavo che fare del bene non sempre è la cosa migliore, visto la nostra piccola guerra in atto. Se avessi, tempo or sono, fatto uccidere il piccolo Marcel, ora questa città sarebbe ancora nostra.” Elijah non distoglieva lo sguardo da me “ Già, ma questo ci ha fatto riunire e non mi sembra una cosa tanto negativa Nicklaus”. Nel dire queste parole entrò anche Rebeka” eccomi Elijah, come mai hai indetto una riunione di famiglia?”. Riunione di famiglia, era proprio da mia fratello, di sicuro voleva che decidessimo tutti insieme come muoverci. La mia piccola sorellina si mise seduta sulla poltrona di pelle in attesa di una risposta “ credo sia il caso di decidere come muoverci.” Come era prevedibile, tutti lo erano, tutti meno lei. C’erano momenti in cui i suoi occhi sembravano guardarmi come un ragazzo con cui poteva vedere un futuro, volte in cui sembrava vedere in me solo un ibrido sanguinario. Lei era imprevedibile, forse era proprio questo che mi stuzzicava di più, che non mi permetteva di metterci una pietra sopra, nonostante i miei sforzi. “ Ora che abbiamo un vantaggio su Marcel non voglio perderlo. Nicklaus hai qualche idea?”. La domanda di Elijah mi riportò a New Orleans, mi riportò nel mio salotto insieme ai miei fratelli, mi strappò dai suoi occhi e dal suo sorriso, che si era creato nella mia mente. Mi accorsi subito che Rebeka fu risentita, dal fatto che il primo ad essere interpellato fui io e non lei“ Per una volta fratello sono d’accordo con te, non bisogna sprecare il vantaggio acquisito, ma credo che non si possa parlare di vero vantaggio, non ancora almeno.” Per dare più enfasi alle mie parole mi allontanai dalla finestra ed iniziai a camminare per l’ampio salone “Insomma sappiamo come ha fatto ad avere il potere, ma la cosa che ancora ci sfugge è anche quella più importante. Chi gli ha dato tale potere e come possiamo distruggerla.” Arrivato al tavolino, dove era appoggiata la bottiglia di vino, mi accorsi che il mio drink era vuoto, allora mi versai un altro bicchiere di quel fragrante liquido rosato“ Non possiamo combattere senza essere adeguatamente armati, perché si rischia di perdere e io non perdo mai. Quindi nessuno farà nulla, continueremo le ricerche e la messa in scena di un’amicizia ritrovata.” Fu Rebeka a parlare questa volta “ Come facciamo a scoprire di che strega si tratta? Le sue sorelle non sono disposte a parlare, è già tanto quello che abbiamo saputo fino ad ora e i libri non ci diranno per magia il suo nome?” sorrisi e Elijah se ne accorse “ A cosa pensi fratello?”. Lo guardai “ di streghe potenti e antiche il mondo è pieno, basta cercare. Sono brava a nascondersi, ma più difficile è tenere segreto il potere. Dobbiamo prendere contatto con una di esse, che non risiede qui, che non è immischiata negli affari di Marcel e obbligarla a fare l’incantesimo, che ci svelerà il nome di colei che lo ha reso il mio peggior nemico.” Mio fratello sembrava d’accordo con me “ si è una buona idea, solo chiederemo con garbo di aiutarci, nessuno obbliga nessuno.” Il solito moralista, mi scolai le ultime gocce di quel nettare.  “Domani partirò con Hayle per Chigaco e cercherò la strega che ci aiuterà a riprenderci la città.” Ed ecco mio fratello che vuole fare il capo “ di grazia Elijah, perché vai a Chicago?” lo fissai con aria di sfida negli occhi” Perché tu dovresti contattare la strega?” sottolinea con foga quel tu “E da quando ti sei messo a fare il capo?” le parole vennero pronunciate in tono sempre crescente, la rabbia si era impossessata nuovamente di me. Questo non offusco, però,  la mia capacità di osservatore, vidi mia sorella guardare il telefono e rimanere immobile a fissare il nome di chi, sicuramente, la stava chiamando. Fingendo disinteresse per ciò che stava per succedere, si defilo dal salone, pronunciato poche parole “ io vado e vi lascio ai vostri stupidi e noiosi litigi”. Ci fu silenzio per un po’ nella stanza e prima che Elijah riprendesse il discorso, mi ritrovai a pensare a chi la stava chiamando , visto che i suoi unici fratelli, rimasti ancora in vita, erano qui.

Prov Rebeka

Perché mi stava chiamando, cosa voleva ora, il mio cuore era ancora legata a lui, ma lui non era più legato a me. Decisi di abbandonare la riunione familiare tanto nessuno dei miei fratelli mi dava mai ascolto, fingendo disinteresse li guardai e gli dissi “io vado e vi lascio ai vostri stupidi e noiosi litigi”. Andai così di corsa in camera mia e risposi “ Stefan spero sia importante perché ho molte cose da fare qui”. La voce all’altro capo del telefono però era di un altro Salvatore “ Già posso immaginare Rebeka” la sua voce bastava ad irritarmi “ cosa vuoi Damon?”. Lui sembro attendere qualche secondo, per me di troppo “ se hai chiamato per stare in silenzio, direi che posso mettere giù, ma tranquillo ti do il permesso di continuare a credere che ti stia aspettando o magari farlo credere a chi cerchi di far ingelosire”. Si decise quindi a parlare “ no Rebeka è una cosa seria, Stefan vuole parlarti” il mio cuore iniziò a battere “ solo devi sapere che ha avuto un inconveniente  di nome Silas di recente,  questo gli ha causato una piccola amnesia.” Lo fermai “ amnesia in che senso?” forse aveva dimenticato gli ultimi 90 anni e pensava di stare ancora con me “ si ecco ha dimenticato tutto l’ultimo anno. Lui ti vuole chiamare per chiederti un favore, io lo preceduto per chiederti di non dire nulla, perché a quanto dice la dottoressa Fell, se la verità gli viene detta in modo troppo scioccante, potrebbe andare in una specie di coma.” L’ultimo anno, non credeva di stare con me, ma ancora con Elena, la odiavo sempre di più “ capisco, per il suo bene non gli dirò nulla. Puoi anticiparmi anche ciò che mi vuole chiedere?”, ancora silenzio, mi stavo irritando “ ecco lui è decisamente più bravo nelle parole, quindi lascio a lui tutto il divertimento.” Detto questo chiuse la conversazione, senza un ciao o altro.

Prov Caroline

Ero intenta a fare la valigia, dopo aver sfogato tutto il dolore che la visita di Tyler aveva fatto uscire. Sembravo un automa senza vita, mentre mettevo via le ultime cose,  le parole pronunciate con tale rabbia mi risuonavano nella testa “….credi davvero tenesse a te? Eri solo il suo passatempo e forse lo eri solo per ferire me….” Non poteva essere vero, lui aveva tenuto a me, io lo avevo letto nei suoi occhi, o forse lo avevo solo creduto? “….Ora non pensi che si sia trovato una nuova bambolina con cui giocare a New Orleans.” Che sciocca che ero, pensare a lui con un’altra mi faceva sentire a pezzi “ Non crederai stupidamente che sia rimasto a pensarti tutto il tempo, con il cuore spezzato per la tua assenza”. No, non lo credo. Andrò lì e lui non si ricorderà nemmeno chi sono e mi ucciderà. Aprì il cassetto per prendere le ultime magliette e poi chiudere definitivamente la valigia e nel tirare su quella maglietta rossa, che adoravo tanto, le vidi, le lettere che in questi mesi mi aveva spedito. Posai sul letto le magliette e presi, con delicatezza, le lettere tra le mani. Le avvicinai alle labbra e al naso, sentivo ancora il suo profumo. No, non mi aveva dimenticato, se così fosse stato non mi avrebbe scritto e soprattutto non avrebbe scritto quelle cose. Ancora una volta distratta dai miei pensieri, non mi ero resa conto dell’arrivo di Matt ed Elena “ Car ci sei? Pronta per andare in aeroporto?” nascosi le lettere nella borsa e misi di corsa le magliette in valigia, la chiusi e loro entrarono in camera “ Si sono pronta”. Matt mise la valigia nel portabagagli e una volta che tutti fummo sul suo camioncino, partimmo alla volta dell’aeroporto che mi avrebbe portato a New Orleans, che mi avrebbe portata da lui.

Prov Rebeka

Mi ritrovai ad aspettare la sua chiamata, li seduta sul letto della mia camera, ad aspettare una telefonata senza importanza. Già senza importanza, eppure ero lì a trattenere il respiro. Il telefono sembrava muto, dall’ansia crescente, dovuta all’attesa, lo lancia dietro di me, dandomi della stupida per aver aspettato per più di mezz’ora inutilmente. Stavo per uscire quando il suono di quegli apparecchi, che negli anni ’20 non esistevano, mi vece fare capolino sul letto a baldacchino e mi fece rispondere con fin troppa foga “ Pronto Stefan?”. Il silenzio che segui duro pochi istante, che a me sembrarono infiniti “ Ciao Rebeka, scusa se ti disturbo”, la sua voce ero dolce come sempre “ il fatto è che ti devo chiedere un favore.” Come mi aveva preannunciato Damon “ si Stefan dimmi”, lui prosegui “ so che avrai mille cose da fare” , certo che era proprio diverso da suo fratello “ ma qui siamo in guai seri, vedi Silas ci sta rendendo la vita un vero inferno. Ci sta attaccando uno alla volta e il primo sono stato io. Fortunatamente i danni non sono permanenti e comunque riguarda solo una piccola amnesia.” piccola non direi, hai scordato che la tua ragazza ora se la spassa con tuo fratello “ il punto è che abbiamo bisogno di aiuto , in particolare dell’aiuto di tuo fratello Klaus. Per questo sta venendo lì Caroline” direi che non potevano fare scelta più azzeccata, tra tutti loro era l’unica che Klaus avrebbe lasciato vivere e magari, ascoltato le assurde richieste che si erano preparati. Lo fermai “ Esattamente Stefan qual è il favore?”, sembrò tentennare per qualche minuto, perso nei suoi pensieri, per poi parlare con il cuore in mano “ Caroline non conosce la città, si troverà da sola, ti prego aiutala. La potresti andare a prendere in aeroporto e poi fare in modo che parli con Klaus?” ancora silenzio “ Sai non ti so spiegare perché, ma non voglio che gli accada nulla di male”. Capì che aveva anche dimenticato la sua amicizia con la bionda vampira, ma ancora si preoccupava per lei “ Bene Stefan ti farò questo favore, ma sappi che sei in debito con me e che verrò a riscuotere” aspettai giusto il tempo di sentire un “ ok e grazie” per poi riattaccare.

Prov Caroline

Ero sull’aereo ad aspettare il decollo, il posto che Damon aveva prenotata ero vicino al finestrino, questo mi piaceva avrei avuto una buona vista della città dall’alto. Il pilota era molto bravo perché il decollo fu delicato. Eravamo in volo da un po’, quando decisi che era il caso di rilassarmi prima dell’arrivo, perché poi non ne avrei avuto più il tempo. Presi la borsa e cercai  il telefono per ascoltare qualche canzone, ma la mia mano trovo prima le lettere di Klaus, quelle che avevo nascosto con l’arrivo di Matt ed Elena. Presi la prima ed iniziai a leggerla “My love , sono davvero lieto che tu ti sia diplomata, è un traguardo importante nella vita e soprattutto è un rito di passaggio tra l’età più spensierata a quella in cui ogni decisione diventa per sempre. So che non vedi l’ora di vivere il college e spero per te che sarà come tu lo desideri, fai tutte le esperienze che il tuo cuore ti suggerisce, anche se ti sembrano rischiose, perché non avrai altre occasioni per farle e una volta perso il momento lo è per sempre. Ti scrivo perché volevo farti sapere che, appena avrai chiaro, di voler fuggire da Mystic falls, di volere qualcosa di più nella tua vita, qui c’è una casa che ti aspetta, una città da scoprire nei suo angoli più belli e intriganti. Sarò lieto di mostrarteli tutti, uno dopo l’altro. Per ora mi accontenterò di descriverti a  parole, ciò che non puoi vedere di persona e il primo di cui ti parlo è……” Adoravo questa lettere, perché era la prima e perché mi diceva che avrebbe atteso il suo momento, lasciandomi il mio spazio, ma senza lasciarmi sola, mai. Nel leggere le sue parole caddi in un sonno profondo, ma sereno. Al mio risveglio mi sarei resa conto che non ero più a Mystic fall, ma ero nella città del jazz. Ero arrivata nella sua città.

Prov Klaus

Elijah riprese a parlare “ so che sei arrabbiato fratello, che ti sembra di non avere il controllo, ma non voglio essere la tua valvola di sfogo, non più. Quindi ti conviene darti una calmata” mentre parlava si avvicinò a me, questo fu il suo primo errore. La rabbia per le sue parole mi accecò la vista, a velocità vampiro lo presi per il colletto e lo attaccai al muro “ tu credi di conoscermi fratello , ma non sai nulla di me.” Si intromise e questo fu il suo secondo errore “ è qui che ti sbagli Nicklaus io so di te più cose, di quante immagini” il uso volto ero serio “e in questo momento provo pena per te, ancora incapace di gestire le tue emozioni”. Lo guardai e solo per il passato che ci legava mi trattenni dall’ucciderlo“ sai è divertente che tu dia a me la tua pietà, quando io provo pena per te, ogni volta che incrocio il tuo sguardo. Da secoli fratello mangi i miei avanzi, prima la Petrova , ora la ragazza lupo, inizio a pensare che tu abbia una disfunzione nel trovare la tua strada e la tua ragazza.” I suoi occhi a queste parole mutarono “ si libero dalla mia presa e mi spinse con forza “ Hayle non è un tuo scarto, avete passato una sola notte insieme e sono certo che se potesse cambiarla…” non lo feci finire “ cosa credi che la passerebbe con te. Povero illuso tu sei solo un’altra delle sue pedine, appena avrà trovato di meglio ti lascerà.” In quel momento entrò Hayle “ ma che succede?” Elijah si voltò verso di lei  “ Andiamo è meglio cambiare aria per un po’”. Li vidi allontanarsi e vidi la tenerezza di lei verso colui, per cui provava qualcosa e non riuscì a frenare il mio pensiero, che volò subito a Caroline e a quanto avrei voluto averla lì. Odiavo non avere controllo su questi sentimenti, odiavo finire in balia di quello che mi suscitava quella giovane donna, volevo con tutto me stesso porvi fine e lo avrei fatto, in un modo o nell’altro.

Prov Caroline

Quando mi svegliai l’aereo stava atterrando, mi sbrigai a sistemare le lettere e a prepararmi, mentalmente e fisicamente, all’imminente incontro. Appena atterrata guardai il telefonino e , come se mi avesse letto nel pensiero Elena mi chiamò “ Car tutto bene?” sorrisi del suo tono preoccupato “ si Elena sono appena scesa dall’aereo e non c’era nessuno pronto ad uccidermi” il silenzio che segui mi preoccupò “ già ecco a questo proposito, Stefan ha pensato che da sola eri in pericolo, così ha chiesto ad un sua conoscenza di venirti a prendere” perché i miei amici non hanno fiducia in me e mi complicano la vita?? “ esattamente di chi stiamo parlando Elena?” altro silenzio, brutto, brutto segno “ Rebeka” scherzava vero “ cosaaaaa? Scherzi …” si affrettò a scusarsi” ho provato a dissuaderlo, ma lui dice che ci si può fidare”. Ora diamo retta a Stefan lo smemorato “ Non credi che avreste dovuto chiederlo a me prima.” Non mi contenevo più ero al limite della sopportazione “ prima fate le cose e poi sperate che le accetti di buon grado, ma certo tanto è solo Caroline.” Lei cerco di calmarmi ma non ebbe l’effetto sperato “ ora devo andare Elena, se avrò bisogno sarò io a farmi sentire.” Misi giù senza pensare , senza provare rimorso, per non aver aspettato una sua risposta. Spensi il telefono, lo buttai in borsa e mi avviai all’uscita. Non ci volle molto a inquadrare Rebeka, era una bella ragazza a guardarla bene e appena mi vidi mi fece cenno con la mano e una specie di sorriso, o almeno qualcosa che gli somigliasse. Arrivata davanti a lei ci fu imbarazzo, non sapevamo come salutarci, non avevamo un rapporto così amichevole, anzi non avevamo proprio un rapporto, a dire il vero. Fu lei a interrompere il silenzio “ Dai avviamoci alla macchina, ti porto a vedere la città e poi a parlare con Klaus, così prima finisci e prima puoi ripartire”. Decisamente un caloroso benvenuto del tipo, sbrigati che qui non ti ci voglio. Le feci cenno affermativo con la testa e la segui. In macchina scese di nuovo il silenzio, che veniva soffocato dalla musica che trasmetteva la radio. Appoggiai il capo al poggiatesta, inclinato verso l’aria calda che entrava dal finestrino abbassato per metà, chiusi gli occhi in cerca di pace. Pace dalla delusione avuta da quelle persone, che mi dovevano essere amiche e che non sembravano avere fiducia in me, pace per la mia storia con Tyler, ormai finita. Pace per avere la forza di rivedere Klaus e gestire tutto, nel migliore dei modi. Dovevo convincerlo e ripartire. Ma avevo davvero voglia di tornare, ad essere così lontana da casa mi sentivo così libera di essere Caroline Forbes al cento per cento,  senza dover nascondere nulla di me, perché nessuno poteva dirmi che non andava bene. Adoravo l’aria e il sole che accarezzavano il mio viso. Rebeka interruppe il vortice dei miei pensieri “Stefano come sta?”, la guardai e sembrava davvero interessata al suo stato “ Non ti so dire molto, appena mi hanno informato di tutto , mi hanno messo sull’aereo e spedito qui. Però fisicamente sta bene, solo non ricorda le cose successe nell’ultimo anno.” La guardai nuovamente e vide tristezza nei suoi occhi, a pensarci bene lei era sola, davvero sola e come me aveva dei fratelli che per secoli le avevano detto cosa fare “ appena so qualcosa ti informo, promesso”. Si volto e mostrò incredulità mista a gratitudine per le mie parole, le sorrisi e lei ricambiò, strano ma non sembrava poi così cattiva. Mi rimisi a  guardare fuori dal finestrino e pensai, ecco un altro originale in cui vedevo umanità, no decisamente avevo qualcosa che non andava.

Prov Klaus

Dopo la litigata con mio fratello avevo bisogno di stare da solo, di allontanarmi da tutto e da tutti, l’unica compagnia che volevo era quella di un buon whisky. Mi girai verso le vetrate del bar, che mostravano tutti quegli stupidi umani felici e divertiti. In questo momento li odiavo e li avrei volentieri uccisi tutti, anche quella bionda che somigliava tanto a Caroline. Sorrisi dal dolore, ora avevo anche le allucinazioni. Forse avrei dovuto avvertire i giovani ragazzi di Mystic Falls, non avvicinatevi a Caroline Forbes, perché se non potete averla vi renderà la vita un inferno, come uccidere un cacciatore. Risi di gusto, la gente mi guardava, pensando che fossi impazzito. Curioso mettere in rapporto l’ingenua Caroline, con uno spietato cacciatore.

Prov Caroline

All’inizio avevo rifiutato l’invito a visitare la città, ma le lettere di Klaus mi avevano fatto innamorare di quello, che New Orleans, poteva offrire, così accettai. Avevo fatto bene era una città in festa piena di colori e la compagnia non era poi così male, mi raccontava aneddoti del presente e del passato e mi sembrava quasi di conoscere le vie, come se non avessi fatto altro che viverle tutti i giorni della mia vita, che risultava decisamente breve, rispetto a quella di Rebeka.

Prov Klaus

Riguardai fuori e lei era ancora lì, poi comparve Rebeka e li mi resi conto che forse non era un’allucinazione, corsi fuori e lei era davvero lì, davanti a me che guardava la mia città estasiata. Si giro verso di me e i nostri occhi si incatenarono, nulla poteva scioglierli. Lei eri li con me, finalmente. Uscì dal bar e dissi il suo nome “ Caroline” lei, al suo della mia voce, si giro e dopo qualche istante di incertezza rispose “ Klaus”.

Prov Rebeka

Erano immobili l’uno difronte all’altro, il silenzio a farla da padrone, eppure i loro occhi sembravano confessare i loro sentimenti, gli stessi che avrebbero negato entrambi con la foga più ardente. Mentre intorno a noi i musicisti jazz sfilavano e la musica diventava la colonna sonora del loro segreto incontro. Erano distanti qualche metro, ma non li avevo visti mai più vicini di allora, la gente di New Orleans, del tutto ignara di ciò che stava accadendo gli passava in mezzo, eppure era chiaro che per loro il resto aveva smesso di esistere già da un po’.
Quell’incanto si spense quando comparve Marcel dietro Klaus “ Ma che bello incontrare i miei due originali preferiti” gli occhi di mio fratello mutarono velocemente “ e dimmi Rebeka chi è la tua bellissima amica?”. I suoi occhi fiammeggiarono, Klaus intervenne “ stupidi rimasugli del passato, che di tanto in tanto ci vengono a trovare Marcel”. Il nostro nemico si volto verso Klaus per scrutare il suo sguardo e capire il reale significato di quelle parole. Mi voltai verso Caroline che, a quelle parole, sembrò perdere colore, sempre che per un vampiro fosse possibile. Klaus sostenne lo sguardo che il nemico uscito dal nostro passato gli stava riservando “ ora che ne dici vecchio amico di bere insieme qualcosa, mi stavo davvero annoiando”. Marcel rise e poi si giro nuovamente verso di noi, dove per fortuna Caroline aveva ripreso un po’ di controllo, dopo le parole pungenti di mio fratello, stampandosi uno dei suoi sorrisi di circostanza.  La bionda fissava il nuovo arrivato, senza sapere bene chi avesse davanti, “ti devo ringraziare uomo senza nome, ci hai liberato da un peso. Girare la città con Klaus deve essere decisamente un’esperienza spiacevole” non lo dava a vedere, ma mio fratello rimase ferito da quelle parole e la rabbia che lessi nei suoi occhi ne era la prova. Caroline mi prese sotto braccio, per quanto io e lei non avessimo mai stretto, quel gesto mi fece piacere, perché non avevo mai avuto un’amica e le ragazze di adesso spesso si tenevano a braccetto “ ora vi salutiamo” per tutto il tempo la bionda guardò Marcel, fino all’ultima frase, quando il suo sguardo incrociò nuovamente quello di Nicklaus “ devo scoprire gli angoli più belli e intriganti di questa città”.
 
Angolo dell’autrice ( o almeno ci provo :) )
Scusate infinitamente per l’attesa, ma in questi giorni non sono stata molto bene. Spero di farmi perdonare con il capitolo, che è più lungo rispetto agli altri. Lo so l’incontro è solo alla fine e dura poco, ma non volevo far accadere tutto subito. Comunque da adesso in poi le interazioni tra loro saranno dirette e a poco a poco si scoprirà tutto. Spero vi piaccia questo capitolo e se volete recensire a me fa solo piacere, tanto piacere :) ….. ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito,  messo tra le seguite o preferite e anche tutti i lettori silenziosi… ora vi lascio, un abbraccio miei cari lettori dalla vostra Lauretta… al prossimo capitolo ;)
 
  
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