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Autore: Infinity19    14/05/2008    6 recensioni
Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo Harry e il principe Draco 2 2  CAPITOLO

Una volta fuori Draco fu subito raggiunto dai suoi amici e dal preside che li invitò a seguirli nel suo studio, probabilmente per confermare la sua espulsione e punire Pansy e Blaise per essere stati trovati in infermeria, dopo che era stato severamente vietato a tutti.
Trovarono ad attenderli nella presidenza il professor Piton e la professoressa McGranitt, ma c’erano anche Weasley e la Granger.
Perfetto! Pensò la bionda Serpe. E così il preside voleva cacciarlo con quell’ ultima umiliazione avanti al Pezzente e alla Zannuta, meno male che non aveva radunato tutta la maledettissima scuola!
“Bastardo, cosa hai fatto ad Harry! Mia sorella è ancora sotto shock!!!” Lo aggredì immediatamente appena lo vide il rosso Grifondoro.
Draco fece finta di niente e continuò a guardare dritto, preferendo rimanere in silenzio: voleva che quella storia finisse il prima possibile e poi aveva un appuntamento importante da rispettare.
“Signor Weasley, si calmi o sarò costretto a metterla in punizione.” Ghignò Severus. “E dieci punti tolti a Grifondoro per aver offeso un suo compagno.”
“Ma…” Il ragazzo avrebbe voluto replicare ma non lo fece grazie ad Hermione, che riuscì a bloccarlo sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
Il preside si accomodò dietro la scrivania e invitò a fare lo stesso anche ai tre Serpeverdi sulle tre sedie libere, poste accanto a quelle dei due Grifondoro.
“Bene, direi di cominciare da quanto accaduto oggi al Signor Potter.” Iniziò Silente ottenendo così la completa attenzione dei presenti.
“Di norma gli incantesimi non interagiscono direttamente con gli elementi naturali, a meno che non si usino determinate formule, tipo Agumenti per far apparire l’acqua, Incendio per il fuoco e così via. Ma ci sono particolari giorni dell’ anno, nello specifico quattro, in cui questa tesi per rare eccezioni non sempre vale: i Solstizi di Inverno ed Estate e gli Equinozi di Autunno e Primavera. E guarda caso oggi è il 23 di Settembre, Equinozio d’ Autunno. Se il mago è potente, e nessuno può mettere in dubbio che lei non lo sia Draco, e lo stato d’animo nel momento in cui si lancia la magia in qualche modo ha delle caratteristiche simili all’elemento della natura predominante, può succedere che le due forze si attraggano l’un l’altra e divengano una sol cosa. Nella storia i casi in cui ciò è accaduto sono molto pochi, però si sa che ogni volta in cui è avvenuta questa unione tra la Magia e la Natura, le conseguenze sono sempre state qualcosa di magicamente e naturalmente impossibile. Esattamente come è accaduto oggi al giovane Harry.”
Il preside fece una piccola pausa ed osservò con quanta intensità Draco fosse concentrato per non perdersi il significato delle sue parole.  
“Ho spedito una lettera alla zia babbana del signor Potter e dalla sua riluttante risposta ho avuto conferma della mia ipotesi. Sembra che undici anni fa Harry, dopo essere stato per parecchie ore sotto la pioggia di una tempesta molto simile a quella che c’è oggi qui, sia inspiegabilmente entrato in coma per circa una settimana. Ma una volta uscitone aveva cominciato a parlare di un mondo fantastico dove gli oggetti volavano e i quadri parlavano, ma soprattutto continuava a ripetere di aver incontrato un bellissimo principe biondo.” Concluse guardando con sguardo sornione verso il biondo Serpeverde, il cui viso era tornato a tingersi di rosso.
“Ma quindi l’Harry che sta in infermeria è il bambino di undici anni fa o è l’Harry di adesso però tornato bambino?” Chiese confusa al massimo Hermione.
“Mmm… Direi entrambi, signorina Granger. È come se l’incantesimo lanciato dal signor Malfoy unito al fulmine abbia creato uno squarcio spazio-temporale, per cui l’Harry di adesso è diventato quel bambino che undici anni fa è entrato in coma.”
Ma visto lo sguardo smarrito della maggior parte degli astanti, aggiunse: “Il bambino che sta nella nostra infermeria non è altri che il corpo del nostro Harry tornato ad avere sei anni, a causa dell’incantesimo Reducto, anche se ben sappiamo che non è questo il risultato comune di tale magia. Ma la sua anima, la sua essenza, il suo spirito è proprio quella dell’ Harry bambino che ha varcato i cancelli del tempo e dello spazio fino a giungere a noi. Dato che sua zia ci ha confermato che dopo cinque, sei giorni, il nipote si svegliò, suppongo che tra una settimana avremo di nuovo tra noi l’Harry diciassettenne.”
“Mi scusi, ma quindi l’anima del nostro Potter, cioè…” si corresse imbarazzato il giovane Draco, “…del Potter adulto, in questo momento si trova nel bambino in coma di undici anni fa?”    
“Esattamente. Diciamo che il Salvatore del nostro mondo, si sta finalmente prendendo quella pausa tanto agognata, dopo la sconfitta di Voldemort avvenuta appena il mese scorso.”
“Quindi Albus, mi confermi che tutto si sistemerà per il meglio?” Domandò apprensiva la professoressa di Trasfigurazione.
“Sì Minerva, ne sono convinto al cento per cento.” La rassicurò, notando il viso adesso rilassato del biondo Serpeverde.
“Però ora penso sia il caso di passare alla sua punizione signor Malfoy. Come sa per un’azione tanto grave meriterebbe l’espulsione, come le ha già annunciato la professoressa McGranitt, ma io ho preferito diversamente. Lei, insieme al signor Zabini e alla signorina Parkinson, è stato di grande aiuto nella guerra contro Voldemort, e non posso dimenticare i suoi innumerevoli sforzi per convincere e portare la Casa di Serpeverde dalla nostra parte. L’unica cosa che ahimé proprio non le riesce è andare d’accordo col signor Potter. Quindi è decisione mia e dei professori Piton e McGranitt di darle una seconda opportunità, che lei comunque è liberissimo di non accettare, ma in tal caso sappia che sarà costretto ad abbandonare per sempre la scuola e a rinunciare a sostenere i suoi M.A.G.O.”
Malfoy annuì sollevato di avere una chance per restare, pronto ad affrontare qualsiasi punizione.
“Lei dovrà prendere sotto custodia il piccolo Harry per tutto il tempo necessario fino a quando non ritornerà l’ Harry adulto.”
‘Ok, rettifichiamo, non proprio qualsiasi punizione!’ Pensò sconvolto il Serpeverde. Ma a Silente gli aveva dato di volta il cervello? Lui non poteva assolutamente restare tutto quel tempo col piccolo Grifondoro, altrimenti c’era il rischio che… che non riuscisse più a controllare quel marasma di emozioni contrastanti che da mesi si agitavano furiose nella sua mente e… e nel suo cuore.
“Cosa???” Esclamarono sbalorditi all’unisono la Granger e Weasley.
“Ma preside, nelle mani di Malfoy, Harry sarà in costante pericolo, per di più adesso che è un bambino e ancora non è padrone della propria magia! Non avrà alcun mezzo per difendersi contro la spietatezza di quella lurida Serpe!” Insorse infuriato Ron.
“E poi Malfoy non ci sa fare con i bambini. Harry vivrebbe in continua soggezione e paura, mentre se stesse con noi sarebbe costantemente coccolato e amato, cosa che con un qualsiasi freddo Serpeverde non è possibile!” Esclamò sprezzante Hermione.
Blaise e Pansy si sentirono tirati in causa e cominciarono ad attaccarsi con i due Grifondoro.
Nel frattempo invece Draco si era estraniato dallo scambio di insulti e, mentre guardava la piccola Fanny pulirsi le ali con il becco, gli tornò prepotente alla mente il ricordo del sorriso luminoso del piccolo Potter appena sveglio e quel suo no sussurrato ad indicare che non voleva lasciarlo andare.
Chiuse gli occhi e sospirò: aveva deciso.
“D’ accordo. Accetto!”   
Sperava solo di non star combinando l’ errore più grande della sua vita.

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Dopo un tempo che gli era sembrato interminabile, il preside aveva costretto di mala voglia ad accettare la sua scelta ai due Grifondoro e aveva sciolto la piccola riunione, invitandolo ad andare insieme in infermeria per chiedere a Madama Chips se il bambino poteva uscirne.
In caso affermativo Draco era obbligato a prenderlo con sé per i giorni a seguire.
Ma Silente sembrava una lentissima lumaca e ogni due passi trovava sempre qualcuno da salutare o con cui scambiare quattro chiacchiere e il Serpeverde, non capiva perché, ma si stava rodendo il fegato per l’impazienza, desideroso di arrivare il prima possibile da quel bimbo dagli occhi di smeraldo.
Eppure Malfoy proprio non si spiegava il motivo di tanta agitazione, visto che quel bambino non rappresentava nient’altro se non la peggiore punizione possibile per evitare l’espulsione.
O almeno così credeva, ma appena ebbe varcata la soglia dell’infermeria il dubbio cominciò ad intaccare le fondamenta di tale teoria, quando trovò ad attenderlo il sorriso raggiante del piccolo Potter.
“Oh Principe sei tornato!” Esultò dalla gioia il bambino.
Il biondino annuì, incapace di rispondere perché improvvisamente gli si era seccata la gola.
“Come si sente Harry?” Domandò il preside.
Ma non ottenne risposta perché il piccino era troppo intento a rimirare l’effettiva bellezza di quel ragazzo biondo, ora che indossava gli occhiali.
“Sta bene Albus e la cosa è sconvolgente data la straordinaria potenza dell’incantesimo. Volendo può uscire, solo che è molto denutrito e deve mangiare assolutamente e in modo abbondante.” Intervenne l’infermiera.
“D’accordo Poppy. Signor Malfoy ha capito?”
“Sì preside.” Rispose strascicata la Serpe.
“Harry le ho già detto che questa scuola in realtà è un antico castello scozzese? Le va di visitarlo?” Domandò frapponendosi tra lui e il Serpeverde in modo da ottenere un po’ di attenzione.
“Sì, certamente signor preside.” Fece il bimbo voltando la testa a destra e a sinistra, provando così ad oltrepassare l’ostacolo con lo sguardo.
“E mi dica, preferirebbe che l’ accompagnassi io o il mio alunno Draco Malfoy?”
“Draco Malfoy? Ma chi è preside?” Chiese dubbioso Harry che avrebbe invece voluto stare un po’ con quel Principe tanto bello e dolce.
“Potter, sono io Draco Malfoy.” Rispose il Serpeverde incrociando le braccia, stufo di tanta venerazione da parte sua. E pensare che da grande quel moccioso l’odiava a morte.
“Oh, allora voglio andare con il Principe Draco!” Affermò sicuro mentre si alzava velocemente dal lettino in cerca dei suoi vestiti, che purtroppo non trovò.
“Harry, non abbia tanta fretta che il suo Principe non scappa.” Sorrise Silente guardando apertamente la bionda Serpe che non riuscì ad impedire di arrossire ancora, maledicendo quel vecchiaccio dal profondo del cuore.
“Prima di andare le devo spiegare una cosa molto importante. Vede, come le avevo accennato prima, questa è una scuola molto speciale, in cui vengono insegnate cose straordinarie che non troverà mai nei suoi libri di testo, perché in questo castello si insegna la Magia!”
“La Magia?” Chiese sbalordito il piccino a bocca aperta, ma poi, resosi conto della parola appena pronunciata, subito spaventato si mise una mano avanti alla bocca.
“Cosa c’è Harry?”
Il piccolo Potter abbassò il capo mortificato. “È che zio Vernon mi ha proibito di usare questa parola e a casa nostra è proibita. Quando mi scappa di dirla lui… lui…” Ma non terminò la frase e anzi strinse forte gli occhi e racchiuse stretto il suo corpicino tremante tra le esili braccia, quasi a volersi proteggere da un nemico immaginario.
Draco era letteralmente fuori di sé. Quegli stronzi babbani picchiavano Potter? Maledetti figli di puttana!!! Li avrebbe ammazzati con le sue stesse mani e al diavolo Azkaban o il bacio dei dissennatori! Merlino, neanche suo padre si era mai permesso di alzare un solo dito su di lui quando era bambino.     
Non capiva da dove gli usciva tutta quella rabbia ma al momento, di fronte a quel bambino terrorizzato, neanche gli importava, perché adesso l’unica cosa che veramente desiderava era rivederlo sorridere.
Incurante della presenza del preside, si sedette sulla sponda del letto e con delicatezza gli prese le piccole spalle ossute tra le mani. A quel tocco gentile Harry alzò il viso e riaprì gli occhi arrossati.
“Potty, qui nessuno ti farà del male!” Lo rassicurò Malfoy con quanta convinzione aveva in corpo e poi un po’ balbettante aggiunse: “Io non… non lo permetterò!”
“Oh, grazie tante Principe Draco!” Esultò grato Harry abbracciandolo di slancio.
Draco si lasciò circondare impotente dalle piccole braccia, ma non riuscì a ricambiare quell’ abbraccio né tanto meno ad allontanarsi, perché il suo corpo si era irrigidito come un pezzo di ghiaccio, anche se al contrario nel petto sentì diffondersi un tenue e lieve calore che gli scaldò il cuore.
“E un’altra cosa,” disse il biondino mentre se lo staccava di dosso non troppo brutalmente, “qui sarai liberissimo di usare la parola magia quanto vorrai.”
“Ma esiste veramente?” Il piccino chiese con gli occhi pieni di speranza e aspettativa.
“Mmm! Vuoi che te ne faccia una? Guarda attentamente che ora te lo dimostro.”
La Serpe prese dal mantello la sua bacchetta e la puntò contro il viso del bambino e poi pronunciò la formula “Oculus Reparo” e i suoi occhiali tornarono come nuovi.
Harry era al settimo cielo per la felicità. Aveva appena ricevuto la prova evidente che la magia esisteva davvero, proprio come nel profondo del suo cuore aveva sempre creduto.
E poi il Principe Draco era così bello, buono e meraviglioso, esattamente come i protagonisti delle fiabe che zia Petunia leggeva a Dudley ogni sera prima di andare a dormire.
Forse non era un angelo, ma gli somigliava tantissimo, e ogni minuto che passava gli piaceva sempre di più. Sperava davvero con tutto se stesso di poter un giorno diventare suo amico.    

Il preside aveva assistito con commozione a quel gesto di generosità da parte del giovane Draco nei confronti del piccolo Harry.
Albus sapeva delle brutali condizioni in cui era cresciuto quel bambino tanto dolce e desideroso unicamente di un po’ d’affetto, ma purtroppo l’aveva scoperto solamente al suo arrivo ad Hogwarts, quando ormai era troppo tardi. E a nulla serviva il sapere che la scelta di farlo vivere con i suoi parenti babbani, era stata presa unicamente per proteggerlo dal pericolo del ritorno di Voldemort, perché nessun bambino al mondo meritava di crescere nel disprezzo e nella solitudine, nell’indifferenza e nella totale mancanza d’ Amore.
Eppure mentre osservava, con gli occhi offuscati da lacrime mai versate, l’altero e freddo Draco Malfoy abbassare le proprie difese e togliersi un po’ alla volta la maschera di superbia e presunzione che indossava ogni giorno, per trasmettere calore e conforto a quel bimbo smarrito e impaurito, una lieve consolazione attenuò quel dolore che da sette anni portava nel cuore.
Nel mare della sofferenza della sua triste infanzia il piccolo Harry aveva trovato e afferrato con forza la fune dell’ Amore del suo Principe Draco.




N.A.: Salve! Spero di esser riuscita a rendere comprensibile il passaggio in cui spiego la dinamica dell’incidente di Harry e del perché e del per come è tornato bambino, in caso contrario fatemelo sapere e magari proverò a riscriverlo in modo diverso. A volte purtroppo mi vengono delle idee un po' tortuose e il mio modo di renderle non è da meno, per cui mi capita che riesca a capirmi solo io ^___^
Se invece il tutto è abbastanza chiaro, anche un semplice commento al capitolo mi farebbe piacere.
Grazie infinite a quanti già lo hanno fatto, alle tante persone che hanno letto la storia e a chi addirittura l'ha messa tra i preferiti.
Baci, Infinity19









  
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