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Autore: Sisko31    17/12/2013    2 recensioni
Una ragazza innocente. Un fratello possessivo. Un ragazzo misterioso. Sono legati da un segreto.. Un segreto che, se svelato, porterà solo guai..
Prima storia che scrivo.. Qualsiasi recensione è gradita.
Genere: Dark, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Mi fiondai alla porta. Era chiusa. Cercai freneticamente le chiavi sull’antico mobiletto che tenevamo in ingresso. Non le trovai.
La porta sul retro! Pensai. Era socchiusa. La spalancai con forza e cominciai a correre.
“Janne!” gridavo mentre le foglie secche del sottobosco si polverizzavano sotto i miei piedi. Ero spaventata a morte. Cos’era successo a mio fratello? E che cos’era quella figura?
La foresta brulicava di vita. Gli animali correvano da tutte le parti. Erano spaventati da qualcosa. Poi tutto tacque, improvvisamente.
Mi fermai. Ancora quella sensazione. Qualcosa mi stava osservando. Mi girai lentamente. Non c’era nessuno. Sentii dei rami spezzarsi.
Diventai di pietra. I miei occhi erano sgranati, pronti a captare anche il più piccolo movimento.
Altri rami si spezzarono. Sempre più vicini. Qualcosa si stava a avvicinando e mi osservava.
Istintivamente ripresi a correre. I polmoni mi bruciavano. Non sentivo più le gambe. Non osavo guardare dietro.
Inciampai e ruzzolai per qualche metro e andai a sbattere contro un albero. La testa mi pulsava.
Mi passai una mano fra i capelli. Erano bagnati. Mi guardai la mano. Sangue. Ero ferita.
Intanto qualcosa si stava avvicinando sempre più. Provai ad alzarmi ma la testa mi girava.
D’un tratto qualcosa sbucò dagli alberi davanti a me. Un lupo. “Ecco, ora sono spacciata” dissi sottovoce. Rimasi immobile.
Ero ferita, non potevo muovermi. Ero una facile preda. Si avvicinò. “E’ finita”. Si fermò  a un palmo da me.
Il suo manto era grigio con sfumature nere. Ma la cosa che più m’impressionavano erano i suoi occhi. Verdi screziati di blu.
Ero attratta da quegli occhi. Avevano un non so ché di innaturale. Mi fissava. La paura aveva lasciato il posto alla curiosità.
Non avevo mai visto un lupo con simili occhi. Un rumore. Passi. Sono salva, pensai. Il lupo si girò di scatto verso il rumore, annusò l’aria e sparì tra gli alberi. Mi alzai per vedere che direzione aveva preso. Dovetti sorreggermi all’albero per non cadere. “Eril” una voce mi chiamò.
Non credevo ai miei occhi. Johannes stava lì, in piedi davanti a me.
“Ehi sorellina, che ti è successo?” mi chiese sorridendo. “Janne sei.. tutto intero. Credevo che stessi male o peggio”.
Cominciai a tremare. Ad un tratto mi trovai tra le sue braccia. “Va tutto bene Eril. Va tutto bene”.
Cominciò ad accarezzarmi i capelli. Mi baciò sulla fronte. Ci abbracciammo per un po’. Le sue braccia per me erano il più bel rifugio del mondo. Quando avevo paura o avevo bisogno di lui, c’era. Il suo cuore batteva lentamente. Tum. Tum. Tum.
Era una dolce ninnananna per me. Andammo a casa.

Arrivata stramazzai sul divano. Le schegge di vetro erano ancora sul pavimento.
“Come mai tutta questa stanchezza?” si sedette accanto a me. “Niente di ché. Qualcosa ha fatto irruzione a casa nostra, tu sei sparito, hai urlato, mi sono precipitata a cercarti, sono caduta e..” non ero sicura di volergli raccontare del mio strano incontro. “E..?” mi chiese con insistenza. “..e tu mi hai trovato”. Per la prima volta mentii a mio fratello. Mi sentii un verme.
Mangiai silenziosamente e cominciai a salire le scale quando Johannes mi richiamò.
“Stasera lavoro quindi non uscire di casa e non fare entrare nessuno, capito?”. “Certo, mica sono stupida”.
Mi stesi sul letto a ripensare al mio strano incontro. C’era qualcosa in quell’animale che non mi convinceva.
Non riuscendo a dormire aprii la finestra e mi sedetti sul davanzale. La luna era alta in cielo.
La foresta di notte aveva qualcosa di magico e misterioso. Decisi di scendere e andare nel mio posticino.
Lo facevo sempre quando Janne non c’era.
Lasciai ancora una volta la porta del retro socchiusa. Il posto non era molto lontano ma era ben nascosto.
Era una piccola radura circondata da pini. Era il posto dove mi ero risvegliata alla mattina. Mi sedetti.
L’erba era fresca e i grilli cantavano al chiaro di luna. Le lucciole illuminavano tenuamente il sottobosco.
Tutto era tranquillo. Chiusi gli occhi. Passi. Spalancai gli occhi. Il cuore cominciò a battermi forte. Di fronte a me vidi una figura. Non era di certo Johannes. Si avvicinò con lentezza guardandosi attorno. Era un ragazzo.
Il chiaro di luna gli illuminava una parte del viso.  I suoi lineamenti erano definiti e affusolati.
Gli zigomi sembravano scolpiti nel marmo. Mi alzai e gli andai in contro. Lentamente. Lo guardai negli occhi.
Non riuscivo a distinguerne il colore.  Ora eravamo così vicini. Aveva uno sguardo magnetico. Mi prese una mano.
Ricevetti una scossa e immediatamente qualcosa in me si accese. Il mio cuore impazzì. Intrecciò le sue dita con le mie.
Mi tirò a se e mi baciò. Le sue labbra erano calde e morbide. In quel bacio mi sciolsi. Mi cinse la vita e io mi avvinghiai a lui.
Quel bacio aveva fatto sbocciare in me una passione travolgente. Lui mi strinse ancora di più.
I nostri respiri si fecero sempre più accelerati. Mi passò le mani tra i capelli.
Quando ci staccammo stavamo ansimando tutti e due. Lo guardai dritto negli occhi. Lo volevo. E lui voleva me.
Lo potevo percepire. Ci tenevamo per mano. “Chi sei?” gli chiesi. Non disse nulla. Si avvicinò di nuovo.
Le nostre labbra stavolta si sfiorarono soltanto. Lasciò la mia mano e se ne andò. Lasciandomi sola. “Aspetta!” gli gridai.
Lui non si girò. Continuò a camminare. E sparì tra gli alberi.
  
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