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Autore: Sweet Destiny    19/12/2013    0 recensioni
Oh yeah, oh yeah baby here we are again
I can see it in your eyes, you want a good time
You wanna put your body on mine
Alright but dont change your mind, dont you change it, oh no
Niente sarebbe mai successo se non avessi avuto la fortuna di essere stata l'unica ad essere in aereoporto anche quando tutti dicevano che fosse già nella sua limusin diretto verso l'hotel.
Non è la solita storia d'amore che tutti si immaginano; nulla è come voi pensate perchè il vero amore è improvviso e spontaneo nulla è programmato e non ha bisogno di conoscere per capire se è veramente innamorato.
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È la mia prima fanfiction su un cantante, spero vi piaccia. Se vi piace recensite facendomi sapere s continuare.
E se volete passate per il mio profilo e leggete le altre mie storie.
Adoro scrivere e so che poso piacervi! Grazie!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Tornai di sopra con Bruno, per sistemare le mie cose.
Non riuscivo a vederlo così dovevo assolutamente sapere cosa gli succedeva. << Che cosa succede Bruno? >>
Era sdraiato sul letto a guardare il soffitto, mi sedetti di fianco appoggiò la testa sulle mie gambe e iniziai ad accarezzargliela.
<< La notizia positiva è che ieri sentendoti al mio concerto qualcuno è rimasto molto colpito e vuole offrirti un contratto discografico. >>, mi disse.
<< Cosa?!?! Non ci credo!! >>, ero abbastanza esterefatta era il sogno della mia vita, non sapevo se ridere o piangere, ero rimasta lì immobi le con le mani sul viso e gli occhi spalancati dallo stupore.
Bruno si alzò per vedere la mia aspressione del viso. Si mise a ridere e mi saltò a dosso facendomi il solletico per farmi reagire.
<< Qual è quella negativa. >>, gli chiesi.
Si trovava faccaia a faccia sdraiato su di me. << Non importa. >>. E mi baciò
.





Non ci credevo ma lasciai perdere. << Dio mio Bruno, io grazie a te posso realizzare il sogno della mia vita. >>, dissi prendendogli il viso, avevo il magone. << Bruno, come è possibile che tutto questo sia vero? Che io sia qui con te, che io ti conosca, che tu mi conosca e che tu... >>, stavo piangendo.
<< Che io prova qialcosa per te... >>, disse sedendosi di fianco a me e asciugandomi le lacrime. 
<< Se la gente pensa che ho approffittato di te, della tua fama?! >>
Mi fece mettere in mezzo alle sue gambe e mi abbracciò, avevo la testa sulla sua pancia ed era dura ma confortevole.
<< Tu non hai approfittato di me, è stato un caso che ci siamo incontrati in bagno, ed è stata una mia volontà volerti sul palco a cantare con me e lo ripeterò a tutte le persone, a tutti i giornalisti e paparazzi che me lo chiederanno se sarà nevessario. >>
<< Ma se non ti crederanno? Se tutte le altre fans mi odieranno? >>, ero preoccupata perchè tutto questo non poteva essere vero, ma non dovevo agitarmi perchè avevo problemi a respire e se mi innervosivo o mi agitavo poteva venirmi l'asma o potevo andare in iperventilazione; ed era quello che mi stava per succedere.
<< Dai, calmati, respira tu sei una persona fantastica, io so come sei veramente non importa ciò che pensano gli altri. >>, mi disse. Quelle parole mi fecero star bene moralmente ma fisicamente stavo facendo ancora fatica a respirare.
 << Bruno... Chiama le mie.... Amiche... Digli che sto male... Che non riesco a respirare... >>, gli dissi, facendo fatica.
Corse subito, e pochissimo tempo dopo tornò con le mie amiche e un medico, il suo medico.
Il dottore si avvicinò subito vicimo a me e cercò di tranquilizzarmi, monitorò le funzioni vitali.
<< È in iperventilazione ma è cosciente, non ho qui l'occorrente quindi datemi quel sacchetto di carta per farla respirare. >>, disse il dottore.
Perchè a me? Perchè adesso? Perchè davanti a Bruno?
Giardai Bruno mentre respiravo con il sacchetto, vedevo che era preoccupato, non sapevo cosa dirgli, non sapevo che che fare. 
<< Vi lasciamo da soli. >>, disse Natalie.
Si sedette ancora nella stessa posizione di prime, ero appoggiata tra le sue gambe con la testa sulla sua pancia. Continuai a respirare con quel saccetto.
<< Scusa, non volevo è colpa mia. >>
Mi accarezzò. << Non può essere colpa tua. Anzi è colpa mia ti ho messo troppa pressione. >>
<< No! Non è colpa di nessuno, è colpa della mia paura. >>. Mi girai verso di lui. << Tranquillo non capiterà più, non mi capita quasi mai. >>, lo baciai. Mi baciò con tutta la passione che aveva, come se quello fosse il bacio più importante che mi dovesse dare, come se in quel bacio ci fosse stata la pura di avermi potuto perdere. Infine mi abbracciò forte a se. Che bella sensazione sentirsi amata, desiderata, voluta bene, sensazioni che non avevo mai provato.
<< Ho avuto paura, my sweetie. >>, mi baciò la testa e mi strinse ancora più a se, lo abbracciai anche io.
Era un momento dolcissimo, uno abbracciato l'altro, e non sapevo se ci saremmo mai stancati. Mi sentivo suo, appertenevo a lui, eravamo come un'unica persona.
<< Questo momento è da immortalare. >>, disse prendendo il telefono dal comodino.
Dopodiché scattò la foto.
La mise su twitter scrivendo: Don't tuch my sweetie because she is mine.
<< Tender. >>, gli dissi sorridendogli
Le mie amiche entrarono di colpo abbastanza agitate. 
I nostri genitori non credevano a ciò che ci era successo, e allora Federica e Natalie avevano deciso di dimostrarglielo portandogli Bruno a casa mia, erano tutti lì c'era persino mia zia anche se dubbiosa cercava di convincerli.
<< Scusa Bruno se ti abbiamo messo in mezzo. >>, gli disse Federica.
<< Non è un problema, verrò ci prepariamo tutti e andiamo. >>
Poco dopo eravamo tutti pronti, entrammo in limusindal retro dell'Hotel e a dammo verso casa mia.
Chiamai mia madre per rassicurarla ma sapevo che appena artivata a casa avrei ricevuto una ramanzina lunghissima.
Ma quando arrivammo davanti a casa mia e i nostri parwnti uscirono fuori per il rumore della macchina  rimasero a bocca aperta, sbalorditi che stessimo dicendo la verità.
Federica e Natalie scesero per prime.
<< Conoscerò i tuoi genitori. >>, mi disse Bruno.
<< Eh si, ma non farti intimidire. >>, gli dissi accarezzandogli il viso.
<< Ovvio, non bisogna mai farsi intimidire dai genitori della propria ragazzz per lo meno quasi ragazza, mi farebbe perdere il rispetto, la dignita. >>, disse.
Le uniche parole che avevo sentito nel suo discorso erano: della propria ragazz.
<< Propria ragazza?!? >>.
<< Certo, scendiamo se no si preoccupano. >>, mi disse. Sorrisi dalla felicità. << Breack a leg. >>, era un buona foryuna i  inglese. Mi diede un bacio e scese, mi porse una mano per farmi scendere.
Quando videro scendere Bruno dalla limusin rimasero ancora più stupiti. Lo invitarono ad entrare nella mia villetta. Quel quartieri era proprio nello stile americano e anche la mia casa lo era; grande, spaziosa e bella.
<< Volete un caffè? >>, chiese mia madre a Bruno, a Philip e agli altri due ragazzi.
<< Certo. >>, risposero.
<< È proprio una bella casa. >>, si complimentò Bruno.
Mia madre adorava i complimenti sulla casa e detto da un personaggio famoso che sicuramente viveva in ville mega galattiche era un onore.
<< Non abbiamo mai visto le nostre ragazze così contente. >>, disse il padre di Natalie.
<< E guardate Vanessa sprizza di felicità! >>, aggiunse la madre di federica.
<< Tra me e lui c'è qualcosa. >>, dissi con fatica e prendendo per mano Bruno.
In quel momengo entrò moa sorella, il mio fratellastro più grande di me e figlio del nuovo marito italiano di mia madre, e l'altra mia zia con i nostri cugini.
<< Ooh Dio Bruno Mars è qui e c'è anche Philip!? >>, esclamò il mio fratellastro.
Gli altri appena entrati si entusiasmarono.
<< E a quanto pare è il fidanzato della tua sorella. >>, lo informò la madre di Natalie.
<< Oh cazzo. >>, disse contento.
Spieggammo tutto quello che era successo sorvolando sulle  istre notti nella camera d'albergo con i ragazzi. Non li guardavano male, anche perchè con tutte le belle cose che gli avevamo raccontato sul loro conto non potevano altro che guardarli con ammirazione.
Ci diedero il permesso do stare con loro e nel frattempo che io e le mie amiche ci vestissimo i nostri parenti parlavano con loro, sualla loro carriera musicale visto che erano venuti a conoscenza  del mio contratto discografico che sarebbe avvenuto a giorni.
Prestai alle mie ami he dei miei vestiti. Non ci vestimmo appariscenti, perchè dopo tutto eravamo ragazze normali; ci misimo un paio di jeans, una canottiera un felpone pesante.
Scesimo velocemente, non volevamo farli stare altro tempo con i nostri parenti, i miei era simpaticissimi ma non volevo che raccontassero cose imbarazzanti su di me.
<< Vanessa il mettiti il cappello o starai mala, sai anche te quanto sei cagionevole. >>, disse mia madre.
<< Ci sarò io a proteggerla. >>, disse Bruno mentre prendevo il cappello.
<< Mi raccomando, usate delle precauzioni sapete a cosa ci riferiamo. >>, disse mia zia, quella che non aveva figli e dhe era già lì  a casa mia per convincere i nostri genitori.
Mi si spalancarono gli occhi per l'imbarazzo ma anche per lo spavento.
Uscimmo di casa. << Bruno, noi non abbiamo preso alcuna precauzione, te non hai usato il preservativo. >>
<< Lo so! Cosa avevo in mente?!?! >>, disse.
Non era un problema, bastava vedere se mi arrivava il ciclo.
Eravamo in giro in via Paolo Sarpi, ero mano per mano cin Bruno, la gente guardava e scattava foto.
<< Cosa vuol dire cagionevole? Lo aveva detto tua madre prima. >>, mi chiese Bruno.
<< Vuol dire che una persona si ammala o si fa male facilmente, per esempio che potrebbe bastarmin un po' di vento freddo a farimi venire l'influenza. >>. Era una cosa dolce spiegare il significato di una parola italiana a Bruno.
 Passammo davanti a una vetrina di vestiti da sposa, io li adoravo. Ho sempre voluto sposarmi come una principessa di una favola.
<< Vuoi provarne qualcuno? >>, mi chiese.
Gli sorrisi dalla contentezza.
La boutique era molto bella, e il personale era molto gentile anche perchè avevano una star famosa come cliente.
Addocchiai subito il vestito che mi piaceva e quando lo provai me ne innamorai.
<< Ma porta sfortuna far vedere il vestito allo sposo prima di sposarsi. >>, disse la ragazza cinese con l'accento orientale.
<< Ma noi non ci dobbiamo sposare. >>, le dissi sorridendogli.
<< Ti piace molto? >>, mi chiese Bruno.
<< Lo prendo. >>, disse Bruno.
Cosa?! Era impazzito, però era una cosa anche dolce.
<< Sei pazzo? >>,gli dissi.
<< No, lo terrai di ricordo e magari lo userai per un video musicale. >>, disse. Si avvicinò e mi sussurrò, << Se un giormo ci sposeremo il vero vestito lo prenderemo da un'altra parte. >>
Lo guardai con occhi innamorata, lo amavo, se avessi potuto me lo sarei sposata in quel preciso istante.
Tornammo in hotel e decisimo di ordinarlo il cibo messicano, perchè in ristorante avremmo avuto qualche problema.
Solo adesso mentre ero in camera di Bruno e guardavo le foto del concerto realizzai che domani mattina lui sarebbe partito per continuare il suo tour. Forse era questo il motivo del perchè non capivo il perchè che anche lui fosse triste e preoccupato.
   
 
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