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Autore: Valvonauta_    19/12/2013    0 recensioni
Estratto al 1° capitolo:
«Erano seduti sull'erba curata del parco di Hogwarts a godersi il primo tiepido sole dell’anno. Lei giochicchiava timida con un fiorellino che aveva reciso, una margherita. Una delle prime. La primavera era ancora lontana e di fiori se ne trovavano davvero pochi....»
Dal 4° capitolo:
«Tesoro. La felicità le diede così le vertigini che venne presa da un impeto che non aveva mai provato prima di allora e che la spinse a saltargli praticamente addosso e baciarlo appassionatamente con la lingua, cingendogli il collo con le braccia.»
«Perdonami Ginny ma non sono abituato ad avere qualcuno di cui preoccuparmi per le mie azioni. In queste relazioni amorose... non so come comportarmi e ci sto mettendo tutto me stesso ma sono sicuro di fare qualche sbaglio, ne ho già fatti e ne farò…” Prese fiato. “Vorrei dedicarmi a te... a noi tutto il tempo ma non mi è possibile perché ci sono delle vite in gioco."»
La storia tratterà di una coppia molto rara da trovare nelle ff: Blaise/Ginny.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise, Zabini, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista | Coppie: Harry/Ginny
Note: Lime, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Ho una cicatrice sul cuore con sopra il tuo nome.

 

Capitolo 5 - Disastro

 

Si sentiva strana in quei giorni. Da una parte quasi euforica, dall’altra… l’opposto e presumibilmente ciò la faceva apparire agli altri un poco lunatica. Beh, se ne rendeva conto anche lei: era diventata quasi intrattabile ma cosa poteva farci?
Da un lato non riusciva a fare a meno di pensare a quello che era successo con lui... gli abbracci, i baci... non avrebbe mai dimenticato neanche uno di quei dolcissimi momenti di tenerezza. Mai. Li avrebbe preservati nel cuore come un tesoro, nascosto al mondo, fragile e troppo prezioso per essere rivelato. Non ne aveva parlato con nessuno, neanche con Hermione.
La Rossa dal canto suo anche avesse voluto rendere partecipe l'amica di quella vicenda, che le avrebbe potuto dire ma soprattutto come? Solo a pensarci arrossiva, figuriamoci a raccontarli!
Ma dall’altro lato… beh, in quei giorni Harry quasi non si vide in giro, al di fuori delle classiche ore di lezione (di cui ne saltava almeno la metà), e Ginny, non più gelosa, era invece sinceramente preoccupata. 
Non aveva idea di quello che stava combinando ma l'assenza contemporanea di Silente voleva dire che qualcosa di grosso stava per accadere, qualcosa che come al solito avrebbe fatto rischiare la vita al ragazzo che amava sopra ogni cosa, da tanto, troppo tempo.

E ora che... finalmente... se gli fosse successo qualcosa... 
Scrollò la testa per levarsi quei pensieri di mente.
"Hey, sorellina, che succede?" sentì bofonchiare una voce familiare accanto a lei.
Ritornò improvvisamente alla realtà.
Girò la testa verso George che, quella mattina, sedutole accanto in Sala Grande, aveva la bocca piena di Piperille.
"Niente, niente" rispose con aria dimessa. Osservò sconsolata suo fratello che, proprio allora, si mise a giocare con il fumo che gli usciva dalla bocca. Era uno dei suoi divertimenti preferiti l’”effetto collaterale” di quelle stupide caramelle.
Si intromise anche Fred che si sporse addirittura per parlarle, a due posti di distanza, accanto al gemello: "Sei preoccupata per il tuo Harriccuccio?"
Non rispose e guardò il toast al burro davanti a sé.
‘Harriccuccio. Perché lo deve chiamare Harriccuccio? Si chiama Harry, per Merlino... Harry! Solo perché è il mio fidanzato? Non ci si crede...’
Questi erano i suoi pensieri ma non osò replicare. In fondo voleva bene ai suoi maneschi fratelloni e non voleva rovinare anche la loro giornata con le sue questioni. 
George, che nel frattempo era riuscito a buttare giù quattro o cinque di quelle caramelle in un sol colpo, cosa che gli fece uscire fumo persino dalle narici, parlò: "Guarda che quello lì c'ha nove vite come i gatti, se la cava sempre, vedrai che lo farà anche questa volta."
Era difficile prendere per serie le parole di un fratello che sembra un camino vivente ma comunque pregò con tutta se stessa che avesse ragione e, preso il toast in mano, gli diede un bel morso, sperando che a stomaco pieno, i pensieri si facessero più leggeri.


***

Vide Harry solo due pomeriggi dopo in Sala Grande, a mensa, mentre parlottava con Angelina Johnson, che lui ascoltava rapito, già tutto imbardato nella Tenuta da Quidditch.
Era un suo vizio. Infatti avrebbe potuto benissimo vestirsi come tutti gli altri, con un colpo di bacchetta nello spogliatoio ma era scaramantico (nonostante affermasse convinto il contrario) e quel suo vestirsi d'anticipo, a detta sua, lo metteva a suo agio, lo faceva entrare nella parte aiutandolo nella concentrazione.
Angelina girò la testa per la stanza, alzandosi sulle punte, quasi cercasse qualcuno, poi quando notò la piccola Wesley si fermò su di lei e fece un cenno della testa nella sua direzione a Harry il quale si girò.
Le riserbò il più bel sorriso del mondo. Il Grifondoro si rivolse di nuovo al suo Capitano, le disse qualcosa e la ragazza fece per uscire dalla Sala Grande e, dando le spalle ad Harry, le fece l'occhiolino e quando le passò accanto le disse bisbigliando: "Visto che è ancora vivo?" dandole una pacca leggera sulla spalla . Lei e Angelina non è che fossero chissà quanto amiche. Si limitavano il più delle volte a un 'ciao, come va?' e poi tre parole buttate lì tanto per dir qualcosa e non essere scortesi.
‘Come ha fatto a capirlo? E' così evidente?’, si chiese Ginny. 

Gli si avvicinò lentamente, quasi fosse un Thestral e lui rimase dal canto suo imbabolato.
"Come va?" le chiese Harry dopo un minuto in silenzio a guardarsi reciprocamente.
Lei si strinse nelle spalle e abbassò lo sguardo sui piedi di lui, che intuì tutto ma non osò né fare né dire nulla. 
Solo il silenzio prolungato che si instaurò tra loro due per l'ennesima volta lo sbloccò.
"Gin, sono qui, davanti a te" la rassicurò con voce quasi impaurita.
Sentì gli occhi quasi diventarle lucidi ma riuscì a fermare il processo imponendosi di non pensarci.
"Io... Sto bene" disse sorridendo e alzando lo sguardo.
"Gin, vuoi... no?" le chiese incomprensibilmente Harry portando una mano sulla fronte per grattarsi la cicatrice.
Lo faceva sempre quando era agitato o in preda all'imbarazzo o l'indecisione e la cosa bella è che lui neanche se ne accorgeva.
La domanda di Harry era: Gin, vuoi parlarne in privato? 
C'aveva messo anni di studio da lontano per iniziare a comprendere i suoi sottointesi.
Ad Hogwarts oltre ad Aritmanzia e tutte le altre materie studiava da privatista anche "Comportamenti di Harry Potter: come studiarli, comprenderli e rispondervi" 
"Si, grazie" rispose. Il sorriso finto di prima lo tenne sulla bocca.
In fondo mentire per il bene altrui non è un qualcosa che giustifica i mezzi?
Lei si voltò, con la sua chioma ondeggiante, con Harry che la seguiva in stile Nargillo.

***

Andarono in giardino, in prossimità del Platano Picchiatore.
Blaise Zabini passando le fece un cenno di saluto, mostrandole il suo sorriso curato. Lei ricambiò poi rivolse tutte le sue attenzioni ad Harry, che seguì con lo sguardo il ragazzo Serpeverde per un po'.
In qualsiasi altra occasione lo avrebbe rimproverato dei pregiudizi che aveva verso certi Serpeverde ma in quell'occasione tacque.
"Allora? Di cosa vuoi parlare?" gli chiese.
Quella domanda catturò tutta l'attenzione del Cercatore infatti ad Harry vennero quasi gli occhi a pesce palla, nel panico: "Io... Ti ho chiesto se tu volessi  parlare... Parla, parla tu!"
"Ah, ok. Sto bene Harry, davvero, non ti devi preoccupare."
“Davvero Ginny?” le chiese.
“Si” rispose col tono più convincente che riuscì a trovare nel proprio breve repertorio di recitazione.
Harry guardò dietro di lei pensoso e triste, poi riposò i suoi bellissimi occhi verde smeraldo sul suo viso: "Per favore, ho bisogno di saperti vicina a me. Non riesco a...." Sospirò. "Devo sapere che tu approvi."
Sarà stato lo stress, l'ansia, la paura, l'insonnia ma proprio quel "che tu approvi" le erose l'anima a tal punto che perse le staffe e non riuscì più a trattenersi e quasi si mise ad urlargli conto tutto il suo malessere: "Che io approvo, Harry? Approvare cosa?” Agitò le mani in modo convulso in preda ad una crisi d’ira. “COSA, me lo spieghi? Hai detto di non fare domande? Io non ne faccio! Mi hai detto di lasciarti fare? Io ti lascio fare ma no, approvare questo NO! Come puoi chiedermi una cosa del genere? Poi approvare... Che sono, quella scema di tua madre morta?"
Si rese subito conto, addirittura prima di pronunciarle che le ultime due parole erano sbagliate, assolutamente fuori luogo, troppo fuori luogo e soprattutto cattive ma ormai le aveva già pensate e la troppa foga nel parlare non le diede il tempo di poterle ricacciarle indietro.
Vide il volto di Harry, da stupito per la reazione di lei così accalorata, farsi livido e proprio in quel momento Ginny desiderò strapparsi la lingua e gettarla nel Lago Nero.


Scusatemi. Tiratemi in testa uova marce, sangue di capra, ombrelli... quello che volete, vi capirò.
Questo capitolo dato i… (quanti mesi? troppi comunque) è stato davvero un parto complicato e ho dovuto letteralmente usare il cesareo per riuscire a ricavarne qualcosa.
Non veniva fuori. Ho avuto un blocco assurdo che non riesco a spiegarmi. So benissimo cosa vuol dire dover attendere tantissimo tempo, come in questo caso, per un capitolo e ho sempre tollerato davvero male gli scrittori di efp che fanno così ma ora che mi trovo dal lato opposto li capisco troppo bene.
Avevo 3/4 storyline in testa, il problema è che non riuscivo a decidermi su quale scegliere e avrò riscritto questo capitolo una decina di volte. Poi metteteci esami, università, l'adsl balenga e la cosa è diventata disastrosa, tempisticamente parlando.
Fatemi sapere ciò che ne pensate. Tengo molto ai vostri commenti, di qualunque tenore essi siano. E continuerò sempre a dirvi: non importa se vi è piaciuto o meno, commentate. Sentiatevi liberi di dare il vostro giudizio. 
Ora potete andare in pace.
Amen.

Francisca

   
 
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