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Autore: masterteo89    22/12/2013    0 recensioni
Ayame x OC. Il destino, sommo artefice, traccia il percorso della nostra vita. Ma sta al singolo uomo il compito di deviare nei momenti opportuni, forgiando il proprio futuro.
Questa è una storia che mostra come due individui apparentemente diversi tra loro riusciranno a superare le loro differenze, forgiando un legame indissolubile che resisterà persino all'oblio imposto dallo scorrere del tempo.
Di sfondo, in tre differenti archi avremo ambienti e quant'altro inerenti a Deathtrap Dungeon, Inuyasha e Parasite Eve 2.
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ayame, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il circo dei baroni dell'inferno - parte 1 Il circo dei baroni dell'inferno - parte 1

Dopo essersi lasciati alle spalle gli Alchimisti ed il loro tetro covo, i due compagni erano finalmente giunti ad una nuova tappa del loro percorso.

Entrambi erano consapevoli di essere solo all'inizio del loro viaggio, ma preferirono distogliere la mente da tale pensiero avvilente.

E così, ben presto emersero in una grotta di notevole dimensioni, fiocamente illuminata da torce poste ai lati di un lungo ponte di pietra che pareva affacciarsi su di un oscuro abisso infinito.

-- Ma che sorpresa.-- Mormorò pacatamente David, digrignando i denti -- Un ponte che collega i due lati opposti di una grotta. Dov'è che l'avevo già visto?--

Ayame a tali parole represse a stento un risolino divertito, cogliendo l'ironia che letteralmente trasudava dalle labbra del giovane umano.

-- Ora ricordo!-- Esclamò David, fingendo stupore e schioccando le dita per enfatizzare le sue parole -- Mancano solo due belle armature arrugginite. Quali deliziose sorprese ci riserverà questo prodigio architettonico?--

E mentre il giovane procedeva con circospezione, Ayame pareva prestare estrema attenzione alla superficie irregolare e polverosa del pavimento di pietra scheggiato.

Certamente la lupa aveva imparato un'utile lezione : in un luogo sconosciuto e pieno di trappole può essere una saggia decisione osservare minuziosamente l'ambiente circostante.

In effetti una trappola c'era : un sottile filo all'altezza della caviglia e legato dietro a due delle fiaccole che illuminavano il ponte. La corda era così sottile da risultare quasi invisibile all'occhio umano, simile al filo utilizzato dai pescatori.

Tuttavia nulla pareva sfuggire all'occhio vigile della ragazza (se non si distraeva!) e Ayame non perse tempo a segnalare la presenza della trappola al giovane, emettendo un debole ringhio ed indicando con la mano il punto in cui era stato teso il filo.

Era incredibile quanto gesti, contatti e versi potevano essere eloquenti ed efficaci in mancanza di una comunicazione verbale : tuttavia, David faticava ancora a comprendere il motivo per il quale di tanto in tanto Ayame tentava di mormorargli qualcosa.

Se si aspettava che David in meno di un giorno imparasse quella strana lingua, era un'ingenua. Però era dolce a tentare, per quanto futile potesse essere. Dopotutto, la solitudine era un peso opprimente per entrambi : non è piacevole ritrovarsi da soli in un labirinto buio e silenzioso, in compagnia di creature leggendarie o fiabesche che non desideravano altro che banchettare della loro carne.

E David non poteva fare altro che domandarsi quanto del loro labile rapporto d'intesa fosse genuino e quanto dettato da solitudine e claustrofobia.

Se solo si fossero incontrati un un luogo differente, in altre circostanze e senza lo scoglio della differenza linguistica! Forse sarebbero potuti diventare buoni amici. E non era detto che non lo sarebbero diventati anche ora, ma al momento sopravvivere era prioritario.

In breve superarono il ponte di pietra e si ritrovarono all'altro lato dello strapiombo.

Il silenzio tombale, l'aria umida e stagnante, l'odore di muffa e licheni che impregnava l'ambiente : tutto contribuiva ad abbassare l'umore dei due malcapitati avventurieri.

Si trovavano in un piccolo spiazzo di pietra : dietro di loro l'abisso infinito, davanti a loro uno spesso portone di legno.

Per terra, appoggiato con apparente cura sul pavimento di gelida roccia si trovava un tomo : David sospettava di cosa si trattava, infatti espese subito le sue opinioni al riguardo.

-- Secondo il mio modesto ed umile parere, il generoso barone Sukumvit ci delizierà nuovamente con un breve sommario di ciò che ci attenderà varcato questo portone.--

E mentre pronunciava tali parole, Ayame si era chinata ed aveva delicatamente preso il libro tra le sue mani. Lentamente incominciò a sfogliarlo, facendo attenzione a non lacerare le pagine vecchie e ingiallite con i suoi artigli affilati come rasoi.

Ma in cuor suo un dubbio affiorava nel petto del giovane umano. Infatti la lupa pareva leggermente frustrata : si umettava le labbra frequentemente e le sue dita solcavano le pagine con nervosismo e impazienza.

Infine, sbuffando scocciata, rifilò il volume al giovane che la osservò perplesso.

Senza scomporsi la lupa si limitò a voltargli le spalle, stranamente interessata ad osservare una stalattite in lontananza nei meandri della grotta.

Forse che...non sapeva leggere? David stranamente non ne fu stupito : dopotutto, l'abito primitivo di pelliccia d'animale doveva far presagire una cultura estremamente semplice e arretrata.

Naturalmente David era molto affezionato alla sua testa e non desiderava vederla rotolare giù per il dirupo : decise dunque che qualsiasi commento, anche incoraggiante o delicato, poteva portare a esiti inattesi e pericolosi.

Quindi fece la cosa più ovvia : recitò ad alta voce le parole del tomo in modo tale che anche Ayame potesse comprendere. E dato che era una sua iniziativa, Ayame non doveva sentirsi imbarazzata ad ammettere di non essere capace di leggere.

 Recitò dunque :
 
" Valoroso avventuriero che intrepido ti ostini a sfidare la sorte, bada!
Ti trovi dinanzi ai cancelli del Cerchio dei Dannati, dove dimorano
le anime nere degli umani che in vita condussero un esistenza malvagia.
Distorti, generati ad una nuova e turpe esistenza, non sono più umani. Votati a servire ed intrattenere le creature che abitano i recessi dell'inferno, celebrano la morte e la sofferenza con il sorriso sulle labbra.
 Avventuriero, bada!
Oltre questo portale dovrai affrontare orde di malvagi giullari e giocolieri infernali, folli creazioni dei duchi dell'abisso profondo che non esiteranno a ridurti in fin di vita.
E tutto ciò senza mai cessare di ridere.
Se vuoi sopravvivere, supera la via del serpente e preparati infine alla più grande delle sfide.
A guardia dell'uscita del Cerchio dei Dannati vi è, in eterna attesa, una creatura leggendaria : la Stirpe dell'Abisso.
Distruggila e la via diventerà chiara e ben delineata."

-- Confortante.-- Commentò mestò David. 

-- éç@è+! -- Aggiunse risoluta Ayame.

-- Concordo. Ignoro cosa tu abbia detto, ma ti do ragione a priori.--

E mentre Ayame piegava il capo di lato, indecisa se seccarsi o riderci sopra, il giovane umano spinse il portone.

Cigolando sui vecchi cardini arrugginiti, la porta non oppose resistenza alla pressione del ragazzo. E così i due compagni penetrarono nel Cerchio dei Dannati.

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Dire che il luogo fosse bizzarro era un eufemismo.

C'era un che di tragi-comico e humor nero nell'ambiente : lunghi drappi colorati e macchiati di sangue decoravano le pareti di pietra dei locali e nell'aria si sentiva il suono costante e lontano di un motivetto a tratti inquietante e lamentoso, a tratti allegro e festoso.

 Più di una volta avevano trovato attrezzi da circo quali grossi palloni colorati o parrucche e cappelli buffi e vistosi : tuttavia, miste a queste buffe decorazioni si trovavano pure resti umani e attrezzi di tortura.

Ma soprattutto, i due impararono l'importanza di procedere cauti e circospetti poichè il pericolo poteva giungere da ogni angolo di quei locali.

L'unica nota positiva era che il luogo era ben illuminato, illuminato a festa come si suol dire.

Strampalato. Paradossale. Illogico. Queste tre parole chissà perchè si affacciavano di sovente alla mente del giovane umano.

David, dopo aver aggirato una trave simile a quella normalmente utilizzata in ginnastica artistica, arrestò il passo improvvisamente.

Ayame, che pareva aver intuito il motivo per il quale l'umano si era fermato, tese le orecchie : i loro sospetti erano fondati.

Un inconfondibile rumore di passi si faceva sempre più forte e rumoroso, prodotto da ciò che all'apparenza pareva essere più di un'ignota creatura.

Senza indugiare oltre, Ayame fece un rapido cenno al giovane ed i due si celarono dietro ad una pila di casse vecchie e polverose, in attesa di vedere cosa sarebbe sbucato fuori da quel corridoio.

Non dovettero attendere a lungo, poichè in breve comparvero tre figure che avevano ben poco di umano.

Vestiti con un completo di un rosso e verde sgargiante, tre creature antropomorfe avevano fatto il loro ingresso nella stanza.

Se erano calvi non era facile stabilirlo, poichè indossavano un largo copricapo da giullare, completo di piccoli sonagli che tintinnavano sommessi ad ogni movimento del capo.

Il viso era umano, tuttavia di un pallore malsano : il colore cadaverico del loro volto metteva in risalto il rosso dei loro occhi. E nel loro sguardo si poteva scorgere un barlume folle e malizioso.

Le labbra parevano congelate in un mezzo sorriso, rendendo l'immagine complessiva di quei giullari veramente inquietante.

Senza contare che impugnavano una staffa dall'apparenza solida e macchiata di sangue fresco. Terminava in fondo con una lama affilata, mentre il pomello metallico raffigurava un teschio finemente lavorato.

Ma non c'era tempo per osservare quelle creature : dovevano rimanere perfettamente in silenzio e attendere che quei mostri se ne andassero.

Ma evidentemente la sorte era loro avversa : David scelse proprio quel momento per starnutrire.

-- Dannazione!-- Mormorò a fior di labbra mentre i tre giullari si voltarono simultaneamente verso la loro posizione.

Ayame si limitò a lanciargli un'occhiata penetrante e a ringhiare sommessa, quasi a dire " guarda che guaio hai combinato".

E dato che oramai erano stati scoperti, non c'era più ragione per rimanere nascosti.

Ma David non attese che quelle creature potessero organizzarsi : mentre sbucava fuori dal suo nascondiglio estrasse un Arcanum e con voce chiara e ferma invocò una palla di fuoco simile a quella che l'aveva salvato in precedenza.

L'azione colse di sorpresa il trio : infatti uno di loro venne colpito in pieno petto, trasformandosi così in un tizzone ardente e urlante che crollò in breve al suolo, morto.

Gli altri due giullari strabuzzarono gli occhi, in preda all'incredulità, poi iniziarono ad indicare il cadavere e a battere le mani fragorosamente, ridendo incessantemente cose se avessero appena assistito ad uno spettacolo entusiasmante.

In breve però parvero ricordarsi cosa si supponeva dovessero fare : si avventarono così contro i due avventurieri : il tutto però senza mai smettere di ridere.

-- Ma questi sono completamente folli -- Fu l'unico commento attonito del ragazzo prima di accorgersi che un giullare era diretto contro di lui ed egli non aveva tempo di estrarre e recitare un Arcanum.

David si rese conto di essere veramente nei guai.

Quel malvagio commediante era veloce! Arretrando David scansò malamente un fendente della staffa del giullare, andando poi a ripararsi dietro a una pila di casse.

-- Dannazione...ritornatene nel romanzo di Stephen King!--

Non fece in tempo a riprendere fiato che il muso del giullare fece capolino da un lato della pila, osservandolo in maniera buffa per poi sparire da dove era comparso.

La stessa scena si ripetè più volte, e ogni volta che il volto della creatura sbucava da un lato o dall'altro della pila l'espressione era sempre diversa.

Differente ma costantemente stupida.

Considerando poi che all'espressione abbinava versi e linguacce, David aveva il forte dubbio che quel giullare lo stesse schernendo.

E talvolta, apparentemente a caso, "Pennywise" accompagnava l'espressione da buffone ad un affondo della staffa mirato verso il petto del ragazzo.

Più di una volta si era sporto da dietro le casse e David aveva temuto che avesse finito di giocare. Pensava : adesso aggira l'ostacolo e mi ammazza.

E invece... si prendeva scherzosamente a bastonate sul capo, per poi ridacchiare e tornare a rifugiarsi dietro ale scatole.

Lentamente David avvampò di rabbia, e l'ira a poco a poco si fece più acuta della paura. Quel buffone! Come osava giocare con la sua vita? Con che coraggio rideva e gioiva nel farlo trasalire dal terrore?
   
David, reso impavido dal cieco furore, non ci mise molto a comprendere il modo più ovvio per cavarsela in quella situazione : infatti la successiva volta che il giullare fece il suo spettacolino, David gli sferrò un pugno in pieno volto.

-- Con il naso rotto sei molto più bello. Se vuoi continuare a ridere, ridi di te stesso buffone!--

Ma detto ciò, David non rimase immobile ad osservare se il suo gesto era stato più o meno efficace : mentre quella creatura era impegnata a riprendersi dal colpo il giovane corse via.

E mentre correva, David estrasse un Arcanum a caso. A differenza di poco prima, non aveva più il tempo di cercarne uno con l'incantesimo "ignis" che oramai aveva già testato : doveva affidarsi al caso.

E il rischio di usare magie sconosciute stà nel fatto che non puoi comprendere e prevedere l'effetto della tua azione.

David pregò di non farsi tramutare in un rospo o roba simile non appena avesse recitato l'incantesimo dell'Arcanum casuale che stava estraendo dalla borsa.

-- Lapis! -- Esclamò volgendosi repentinamente verso il suo avversario. Solo dopo si ricordò che in latino significa pietra.

Fu un attimo : numerose rocce di mutevoli dimensioni comparvero dal nulla dinanzi al giovane e si scagliarono a folle velocità verso il giullare.

L'effetto fu devastante, le pietre fracassarono con spietata ferocia il corpo della vittima. Tuttavia molte di queste pietre proseguirono il loro cammino, apparentemente desiderose di altra carneficina : e in linea d'aria a breve distanza incontrarono Ayame e l'altro giullare impegnati in un feroce combattimento.

Questi solo all'ultimo si accorsero del pericolo incombente

Ayame riuscì a scansarsi appena in tempo, ma il mostro non fu così fortunato. Nell'aria risuonò lo schiocco fragoroso delle rocce e l'urlo di sorpresa della lupa.

Quando l'incantesimo cessò, un silenzio tombale piombò nella sala.

E se da una parte David era immobile e attonito a bocca aperta, dall'altra parte... Ayame era ancora accucciata dietro ad una palla da circo e solo i suoi occhi facevano capolino da quel nascondiglio improvvisato.

Ma lo sguardo infuriato che stava scoccando al giovane era abbastanza eloquente e intenso da far raggelare il sangue.

La lupa gridò qualcosa ma David, seppur consapevole di averla quasi ammazzata involontariamente, non comprese le sue parole.

-- çàé. #é*. ç°é. **é!!!--  ( Traduzione : non. farlo. mai. più!!!)  

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E con questo sono a posto. Storia sospesa a tempo indefinito per ovvi motivi. L'avevo detto che osavo troppo, e infatti non accoglie gradimento poichè nessuno recensisce.
  
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