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Autore: lyy223    24/12/2013    1 recensioni
"Nome dopo nome, la lista andava esaurendosi. Poche anime ancora e sarei stato libero. Mi sarei liberato di quel patto fatto più di un secolo fa. Per amore si è capaci di far tutto."
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Prima storia della serie "Soul"
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul'
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"Sai, io e te Dev abbiamo un'anima in comune.."
Quella frase risuonava nella mia testa come se ci fosse l'eco. Quale nome avevamo in comune? Fissavo quella lista senza avere risposta. Tanti nomi, tutti uguali ai miei occhi, e nessuno di questi che attirasse la mia attenzione: Andy, Betty, Ben, Lucy.. tutti nomi comuni che a me non dicevano assolutamente nulla. Quale tra questi mi avrebbe assicurato la salvezza?
-Non pensarci-. mi ripeteva Ctonie, visibilmente preoccupata per il mio malumore che si era accentuato con quella brutta notizia. Pensare di non potermi più liberare di quella natura mi avrebbe portato alla rovina. Avrebbe portato alla rovina l'intera umanità. Ctonie sa benissimo infatti che quando sono triste, arrabbiato e deluso oltre ogni musira immaginabile, sono capace di far tutto, anche di strappare l'anima ad ogni essere innocente che io incontri sulla mia strada. Posso essere un tipo tranquillo a cui affidare i proprio figli, ma posso anche Diventare l'incubo peggiore di una persona.
"Bello e Dannato", così diceva una giornalista in tv mentre intervistava il solito attore di turno. Ogni volta che sentivo quella frase, sul mio volto compariva un sorriso. Magari gli altri sapessero cosa fosse la dannazione. Magari sapessero cosa si prova a sottostare ad una forza talmente potente, il male, da cui nessuno può scappare. Anche se girano voci che un tizio abbia trovato una soluzione per divincolarsi dal patto di sangue, anima e corpo a cui tutti della mia specie siamo stati sottoposti.
Ricordo ancora il rituale a cui abbiamo preso parte. Una stanza triangolare, al centro della quale vi era un fuoco nero da cui di tanto in tanto comparivano delle lingue rosse. Quel fuoco non era caldo, bensì freddo. Non illuminava, anzi portava il buio. L'unica luce che illuminava la stanza quella sera era quella della luna che entrava dalle grandi vetrate che davano sulla piccola cittadina dell'Alabama, ignara di ciò che stava accadendo. La maggior parte della luce veniva risucchiata dal quel fuoco che era come un buco nero, da cui nulla poteva uscire. Quel po' di luce che riusciva a contrastare la forza di quel fuoco, si rifletteva sui mantelli di seta lucente rossa dei Signori. Era come se incredibilmente ai nostri occhi in quella suggestiva e spaventosa atmosfera, loro fossero con quei mantelli lucenti, l'unica via per la salvezza. Reclutavano soprattutto ragazzi disperati, ed io ero davvero disperato. Ero solo al mondo. Avevo perso la ragione della mia vita, ero orfano e Pensavo che Ctonie fosse sparita.
Quando pensavo al rituale, la ferita sul mio polso sinistro tornava a far male. Il mio sangue che poco a poco viene risucchiato così come la luce da quel fuoco freddo. Goccia a goccia. Lento. Mentre io pativo le cosiddette "Pene dell'inferno". Spasmi per tutto il corpo. Un dolore allucinante che partiva dal polso e si propagava in tutto il corpo. Il cuore che si ferma. *tum tum. Gli ultimi battiti. La vita umana che volgeva al termine. La vita da mostro aveva inizio.
-Basta, ti prego.. Non posso vederti così...- Ctonie continuava a fissarmi. Lei con me non aveva bisogno di usare i suoi poteri. Le bastava guardarmi negli occhi, le bastava un piccolo mutamento nel mio sguardo per capire cosa stessi pensando.
-Di cosa hai paura? Sei il migliore, ti salverai-. Mi prese il viso tra le mani morbide e rugose.- Ne sono sicura caro!-.
-E se decisessi di trovarla? e se torvassi per primo quell'anima in comune?-.
-No, devi seguire la sequenza dei numeri. Lo sai, non puoi fare lo strappo alla regola. Se lo farai, dovrai iniziare tutto daccapo.. e non credo che tu ne abbia molta voglia-.
Aveva ragione. Dovevo seguire la lista. Non potevo saltare nemmeno un nome. Nemmeno un fottutissimo nome. "Maledette regole!".

Dopo un paio di ore, Salì in camera mia a prepararmi.
Dovevo iniziare il mio crudele "lavoro".
i nomi dei numeri 100, 99 e 98 diventarono rossi. Significava che in qualche modo erano collgati. Nella mia mente iniziarono ad accavallarsi le informazioni per raggiungere il luogo in cui si sarebbero trovate quelle persone da lì a qualche ora. Ero come un computer che prevedeva il futuro.
Quelle persone sarebbero andate in una discoteca. Jeans neri aderenti, Camicia bianca e giacca. Non mi appliccai molto a scegliere i vestiti, presi i primi abiti che mi sembravano un po' più eleganti, di certo non sarei andato lì per fare conquiste.
-Che eleganza! Che portamento! Che sedere! Complimenti, era da un bel po' che non ti vedevo così in tiro!- la fulminai.
Ctonie incredibilmente riusciva a sdrammatizzare qualunque situazione sgradevole. Mentre diceva quella frase, riusciva con difficoltà a trattenere le risate. Le piaceva stuzzicarmi. Le piaceva vedermi arrabbiato, perchè sapeva che in fondo lei poteva dirmi tutto. Sapeva che le volevo così bene da perdonarle qualunque battutina.
Dopo averle ripetuto di non asoettarmi sveglia, la salutai con un bacio sulla guancia.
Lentamente Mi avviai verso il locale che si trovava al centro di Atlanta. Speravo solamente che quelle persone non avrebbero fatto tante storie nel darmi cio' che volevo.


   
 
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