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Autore: Infinity19    19/05/2008    8 recensioni
Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo Harry e il principe Draco CAPITOLO 3

“Avanti Potter, sbrigati o ti lascio qui!” Lo minacciò Draco per l’ennesima volta.
Merlino, quel bambino non faceva che stupirsi per ogni minima cosa. Erano usciti dall’infermeria da meno di una decina di minuti, ma non avevano fatto che pochi metri, perché il piccolo Potter non faceva che fermarsi ogni due passi, guardando affascinato i quadri le cui figure si muovevano e parlavano. E probabilmente se non era per lui che tornava indietro e gli intimava di spicciarsi, sarebbero rimasti nello stesso corridoio per ore. E quante risate si era fatto mentre guardava con occhi estasiati le grandi scale del castello spostarsi e cambiare direzione o le maestose armature luccicanti che imponenti erano poste a guardia dei lunghi corridoi.
Harry non faceva che correre di qua e di là curioso di scoprire le meraviglie che celava il castello incantato per poi, quando Draco lo richiamava, tornare dal suo Principe e prendergli la mano.
E Malfoy non allontanava mai quella manina che si aggrappava con tanta energia alla sua, perché, anche se non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura, era dal giorno stesso in cui il Grifondoro gliela aveva rifiutata, insieme all’opportunità di diventare amici, che aveva desiderato quel contatto con tutto se stesso.
Erano le cinque del pomeriggio e un tiepido sole aveva fatto breccia tra le grigie nuvole della tempesta, che continuava a minacciare all’orizzonte. Il piccolo Harry adesso si era affacciato da uno dei finestroni che davano sul parco e stava guardando con gli occhioni spalancati le immense distese verdi e il placido lago in lontananza, beandosi del calore della luce pomeridiana.
I suoi occhi brillavano come Draco non gli aveva mai visto da quando lo conosceva, e più lo osservava e più gli sembrava di vedere un uccellino spaurito, costretto per anni in una misera e stretta gabbia, desideroso adesso di spalancare le ali e assaporare quella libertà che la malvagità di altri gli aveva precluso. Per questo, quando con un dolcissimo sorriso il bimbo gli chiese se potevano uscire fuori all’aperto, non ebbe il coraggio di dire di no, consapevole che quella libertà non sarebbe durata che pochi giorni e quei sorrisi, più luminosi del sole stesso, sarebbero volati via con lei.
Si stavano dirigendo verso il portone della scuola quando due persone glielo impedirono.
“Ciao Harry, come stai?” Domandò Hermione chinandosi a terra per stare alla sua altezza.
Il piccino si avvicinò ancora di più a Draco e mentre gli stringeva una mano, con quella libera gli afferrò con forza un lembo del mantello.
“Bene.” Sussurrò timido.
“Cosa c’è Harry? Perché sembra che tu abbia paura di noi? Che ti ha fatto Malfoy? Ti ha forse minacciato o fatto del male?” Domandò Ron, estraendo la bacchetta e puntandola sul biondino, che dal canto suo si stava invece chiedendo che cosa cazzo gli avessero mai fatto quei maledetti babbani, per rendere Potter così insicuro e timoroso. Quel bambino non assomigliava affatto a quel ragazzo dallo sguardo determinato e sicuro, che aveva incontrato alla sartoria di Madama Mc.Clain sette anni prima.
Il bambino alzò il viso verso quello del suo Principe e gli sorrise radioso, poi tornò a guardare quello dello strano ragazzo dai capelli rossi, che chissà perché adesso sembrava avesse visto un fantasma, e rispose con fervore: “No! No! Il Principe Draco è tanto buono e gentile! Mi ha fatto anche una bella magia, sai? Mi ha aggiustato gli occhiali? Vuoi vedere?” Fece tutto contento Harry. “E poi è così bello, dolce, simpa…” Ma Malfoy gli tappò la bocca con una mano, con un leggero rossore sul viso che non sfuggì all’attenzione della riccia Grifondoro.
“Ok, Potter ora basta! Andiamo? O vuoi che ti lasci qui con loro?” Domandò ghignando apertamente verso Weasley, che probabilmente in quel momento si stava rodendo il fegato per la bile.
“No, Principe, vengo con te!” Disse Harry salutando sbrigativamente i due ragazzi e seguendo Malfoy che non fece nulla per nascondere le loro mani unite, godendo di soddisfazione di fronte alla faccia ormai verde del Pezzente e a quella sconcertata della Granger. E maggior piacere fu, quando si furono allontanati ma non abbastanza per il suo udito, sentire la voce strozzata di Weasley chiedere attonito: “Ma che ha detto Harry? Malfoy bello e gentile? Non è possibile! Vuoi vedere che gli ha lanciato un Confundus, quello stronzo? E Poi…” Aggiunse con voce stridula: “…lo ha chiamato Principe!”
Draco ghignò divertito: forse quella storia gli sarebbe servita per togliersi un bel po’ di pietrine dalle scarpe, anche se aveva la netta sensazione che chi ci avrebbe realmente rimesso alla fine era proprio lui.
“Sei felice, Principe?” Domandò il piccolino contento di avergli visto quell’ espressione sul viso.
Malfoy inarcò un sopracciglio: era felicità quella? Osservò di sfuggita le loro mani unite, percependo con intensità che una strana ma piacevole sensazione si irradiava nel suo corpo da quella piccola del futuro Grifondoro, e quegli occhi luminosi che lo guardavano con tanta fiducia e… qualcos’ altro che non riusciva, o più probabilmente non voleva riuscire, proprio ad identificare.
Forse non era vera e propria felicità, ma ci andava veramente vicina.
“Non direi, ma soddisfatto sì. I due ragazzi di prima sono miei acerrimi nemici sin dal primo anno di scuola e prima ho ottenuto inaspettatamente una piccola rivincita.” Sorrise ferino il Serpeverde.
“Oh ma allora sono maghi cattivi!” Si stupì il bimbo voltandosi indietro, aspettandosi di vederli ancora. Eppure non l’avrebbe mai detto: infondo quella ragazza dai capelli ricci e castani sembrava simpatica, anche se, sbagliava o il ragazzo con i capelli rossi aveva estratto la bacchetta puntandola contro il suo Principe?
Draco si fermò: “E chi ti dice che non lo sia io invece?” Domandò leggermente teso.
Il piccolo Potter alzò il viso e lo studiò attentamente per qualche minuto, quasi a voler trovare traccia di malvagità su quel volto così bello eppure tanto serio, poi scosse la testa e con sincerità rispose: “Tu non puoi essere cattivo Principe Draco!”
Il biondino rise scettico: “Potter, non mi conosci che da un paio d’ore, come fai ad affermarlo con tanta sicurezza?”
“I tuoi occhi me lo dicono Principe. Sono grigi, proprio come il colore della tempesta che mi fa tanta paura, però di te non ne ho neanche un po’, perché se guardo bene vedo anche dei riflessi azzurri, come quelli del cielo sereno che mi rassicura dopo ogni temporale.” Gli sorrise raggiante.
Draco, col cuore che batteva a mille, si chinò in modo da avere il suo viso avanti al proprio, facendo l’espressione più crudele e maligna che avesse e che era in grado di terrorizzare a morte anche i primini più coraggiosi, se non addirittura anche qualcuno del settimo anno.
“Beh, ti consiglio di guardare meglio, Potter, perché io non sono affatto buono!” Strascicò cattivo.
Ma il piccino non si spaventò affatto, anzi prese tra le mani quel volto così delicato e avvicinandosi ulteriormente a lui, sorrise di cuore.
“Principe, sei così divertente! Mi fai ridere un sacco!”
Malfoy arrossì furiosamente quando avvertì il tocco gentile del piccolo Potter, il cui volto ora era a pochi centimetri dal suo, e senza riuscire ad opporsi rimase del tutto abbagliato e incatenato dal suo sguardo limpido e innocente, eppure così magnetico e attraente, e da quel suo sorriso tanto dolce e tenero.
Non era mai stato a così stretta vicinanza con il vero Potter, o almeno quando era capitato, era sempre stato troppo occupato a sferrare pugni per soffermarsi a riflettere sulla delicatezza e bellezza dei suoi lineamenti, come invece poteva fare adesso con quel piccoletto.
E con prepotenza non poté negare che quel bambino era davvero splendido… proprio come l’ Harry adulto!
“Beh ti sbagli Potter! E per dimostrartelo ho deciso che non andremo più fuori.” Ghignò deciso a fargli un dispetto, ma il bambino non sembrò affatto turbato e il suo sorriso non scomparve.
“Arg! E smettila con questi sorrisi, sei irritante!” Ordinò, incapace di sostenere ulteriormente lo scombussolamento interiore che gli provocavano.  
Il bimbo ubbidì, ma le sue manine erano posate ancora sulle pelle liscia e bianca del suo volto, i loro occhi erano uniti da uno strano legame che Draco non riusciva a spezzare, e i loro visi erano sempre più vicini. Harry inclinò di poco il capo di lato e chiuse gli occhi, avvicinandosi lentamente al suo Principe per dargli un bacio sulla guancia. Ma il Serpeverde, quando capì cosa stava per accadere, fu colto da un puro e sano terrore e con grande sforzo riuscì a vincere quella forza ipnotizzante che lo teneva bloccato e si spinse all’indietro, finendo col sedere per terra e lasciando il moretto con le braccia tese nel vuoto e gli occhi spalancati colmi di tristezza.
A quello sguardo deluso e sofferente, il giovane Malfoy provò una fitta al cuore, ma il suo volto rimase impassibile mentre si rialzava e si scuoteva i pantaloni dalla polvere. Era convinto d’aver fatto la cosa giusta: non avrebbe mai permesso a Potter, bambino o adulto che fosse, di baciarlo, pensò arrossendo, eppure di fronte all’ espressione affranta di quel bambino si sentì un verme.
Lo afferrò per un braccio: “Vieni Potter, ho deciso che invece adesso ti porto nelle cucine.” Sbottò trascinandoselo dietro, convinto di condurlo in un luogo dove avrebbe ritrovato il buon umore, dato che se non sbagliava al Grifondoro piacevano un sacco gli elfi domestici e poi, così, gli avrebbe fatto mangiare qualcosa di buono, magari un budino al cioccolato, di cui sapeva il moretto andava pazzo. Non vide però che adesso gli occhi del piccino erano gonfi di silenziose lacrime.
Era troppo bello per essere vero, pensò sconfortato Harry mentre seguiva mesto il Principe. Glielo ripeteva sempre zio Vernon che lui era un buon a nulla e che mai nessuno gli avrebbe voluto bene, perché portava in sé qualcosa di cattivo e malvagio. Era davvero fortunato che lui l’avesse accolto in casa sua, continuava a dirgli ogni giorno, però se non voleva rischiare di finire in un orribile orfanotrofio o in mezzo ad una strada, come tutti i bambini orfani e inutili come lui, doveva meritarsi la sua generosità facendo le faticose faccende di casa e preparando la colazione, svegliandosi all’alba ogni mattina.
Evidentemente non era degno neanche di stare in quel bel castello fatato e anche lì avrebbe dovuto guadagnarsi la possibilità di restarci lavorando nelle cucine. Eppure… eppure aveva creduto, si era illuso, che il suo Principe fosse diverso, che almeno lui non lo detestasse come la sua famiglia e che forse... forse avrebbe potuto donargli un po’ di quell’ affetto che mai nessuno gli aveva dato, a parte i suoi genitori di cui però non aveva alcun ricordo. Ma era solo uno sciocco che mai nessuno avrebbe voluto accanto, neanche il bel Principe dagli occhi di cielo.
Il piccolo Harry scoppiò in un pianto dirotto e lasciò la mano di Draco.
Il Serpeverde rimase di sasso ascoltando inorridito l’eco di quelle lacrime che gli risuonavano nel cuore come potenti esplosioni di dolore. Merlino ma che aveva fatto? Perché aveva permesso che quel bambino piangesse in un modo così disperato?
Si voltò a rallentatore e rimase del tutto sconvolto nel vedergli il faccino arrossato bagnato di lacrime, le manine chiuse a pugno a sfregarsi gli occhi e il piccolo corpicino scosso da violenti singulti.  
Lui non desiderava che soffrisse, non voleva che Potter provasse dolore.
Guidato da quella nuova consapevolezza gli si inginocchiò davanti e per prima cosa gli allontanò le mani dal volto rivelando gli occhioni verdissimi e profondi, contornati dal rosso acceso delle guance sotto le lenti ormai appannate degli occhiali. Raccolse il proprio fazzoletto di seta dalle tasche del mantello e gli asciugò quelle lacrime che imperterrite continuavano a scendere su quel viso bellissimo.
Con tutta la delicatezza e dolcezza di cui era capace, senza alcuna sfumatura di arroganza o strafottenza, chiese poi al piccolo e meraviglioso tesoro che aveva dinanzi: “Perché all’ improvviso stai piangendo così, Potty? Sei triste perché non ti porto più fuori sul prato?”
Harry fece no con la testa.
“E allora perché voglio portarti nelle cucine?”
Il bimbo continuò a non rispondere con le parole, ma questa volta annuì facendo capire alla Serpe che quello era il motivo, poi tra i singhiozzi e la voce arrochita per il pianto, sussurrò fievole: “Ti prego Principe, non voglio andare a lavorare nelle cucine!”
Draco credette di aver frainteso: “Lavorare, Potty? Ma perché dovrei volerti far lavorare o perché mai dovresti lavorare in generale? Tu sei solo un bambino!”
Il piccino lo stava osservando con sguardo perplesso, come se avesse appena sentito tutte cose che non avevano alcun senso, e il biondo Serpeverde finalmente comprese.
Il suo cuore fu pervaso da due contrastanti emozioni: l’odio feroce per la famiglia babbana di quel bambino tanto fragile e indifeso e una profonda tenerezza nei suoi confronti, sentimento questo che scoprì di star provando per la prima volta in vita sua.
Avrebbe voluto stringerlo a sé per proteggerlo da qualsiasi minaccia e donargli quel calore che un destino crudele gli aveva impedito di sentire. Ma ne era in grado proprio lui che per anni si era impegnato per costruire un muro insormontabile di chiusura e indifferenza intorno al proprio cuore? Non lo sapeva, ma mentre di slancio prese il piccolo Potter e lo abbracciò forte al petto, sentì che le lacrime di quel bimbo e i suoi sorrisi e quel bacio mancato, avevano già creato delle profonde crepe in quella barriera di orgoglio e superbia che portava dentro sé, e che sarebbe bastato un semplice soffio di vento per abbatterla definitivamente: il vento impetuoso e travolgente dell’ Amore.
E forse era solo un’ impressione, ma mentre il moretto si aggrappava con forza a lui e posava il capo sulla sua spalla smettendo di piangere e anzi cominciando di nuovo a sorridere, gli parve di udirne il sibilo.    
“Meglio così! Se non vuoi andare nelle cucine, vorrà dire che ci andrò da solo e gli elfi domestici prepareranno solo a me un gustosissimo budino al cioccolato.” Affermò il Serpeverde con finta indifferenza, con l’unico scopo però di ricreare quel clima di allegria e spensieratezza che aleggiava solo pochi minuti prima intorno al piccolo Harry.
“Elfi domestici? Budino al cioccolato?” Domandò il bimbo allontanandosi di poco dall’ abbraccio per poter vedere il Principe negli occhi e accertarsi che non stesse scherzando.
“Ah, ah!” Confermò Draco. “Gli elfi domestici sono degli esserini bruttissimi e vestiti di stracci, con orecchie a punta e bassini quanto te, ma in compenso sanno cucinare divinamente ogni tipo di pietanza o dolce desideri.”
“Anche il gelato?” Chiese eccitato il piccoletto.
“Mmm… sì, suppongo di sì. Anzi, buona idea, sai che ti dico insieme al budino mi faccio preparare anche un bel cono di gelato con panna e cioccolata. Mmm… delizioso!” Fece languido mentre si rialzava e guardava con piacere l’espressione estasiata del piccino. “Però visto che non vuoi venire, aspettami qui e non ti muovere.” Ordinò avviandosi, ma con un ghigno stampato sul viso.  
Non passarono che pochi secondi che si ritrovò il bambino accanto.
“Ehi, ti avevo ordinato di non muoverti Potty! E a me non piace chi mi disubbidisce!”
“Ma Principe, penso che sia meglio che venga con te. Devo controllare che non mangi troppa cioccolata, altrimenti rischi di diventare come mio cugino Dudley!” Questa volta fu il piccolo Harry a ghignare.
Malfoy non capì subito che volesse dire, poi si ricordò di aver visto una volta il cugino di Potter alla stazione di Londra e fu colpito da una profonda indignazione e sdegno.
“Tu, piccola peste! Come osi insinuare che io possa diventare un ciccione come quell’ enorme pachiderma di tuo cugino?”
Il bambino scoppiò a ridere, pensando che probabilmente il Principe avesse visto Dudley quando i suoi zii l’avevano condotto svenuto al castello, e poi cominciò a correre sempre ridendo per sfuggirgli, visto il suo sguardo oltraggiato e minaccioso, anche se ben sapeva che il suo Principe non gli avrebbe mai fatto del male: ora ne era sicuro!   
“Potty è inutile che scappi! Appena ti acchiappo, nella cioccolata ti ci faccio affogare!” Gridò Draco, mentre lo inseguiva felice per aver udito di nuovo l’ allegra risata del suo piccolo Potter.

Hermione a stento riuscì a trattenere un sussulto.
Per la barba di Merlino, quello non era Malfoy!
Non poteva essere lui, lo stesso arrogante e presuntuoso ragazzo che conosceva da ben sette anni, pensò scioccata la ragazza mentre lo vedeva correre sorridendo dietro Harry e afferrarlo per fargli il solletico!
Dopo aver rassicurato Ron, la Grifoncina aveva deciso di seguire il Serpeverde e il loro piccolo amico con il mantello dell’ invisibilità di Harry, e aveva assistito sia alla scena del bacio mancato sia a quella del pianto del piccolo Potter con il seguente abbraccio rassicurante del biondino, e l’unica conclusione sensata a cui era pervenuta era che probabilmente il Confundus era stato Harry a lanciarlo a Malfoy.
Come era stato possibile non lo sapeva, ma quella era la soluzione meno paradossale a cui era arrivata, perché l’altra superava davvero i limiti dello spazio e del tempo per l’assurdità: Malfoy non poteva essersi affezionato ad Harry! No, davvero non poteva…


N.A.: Mi scuso davvero per quanto piccolo fosse il carattere della storia nei due capitoli precedenti: sinceramente non me ne ero proprio accorta, ma quando sono andata a leggerli mi è venuto il mal di testa nonostante io porti gli occhiali. Ringrazio quindi immensamente Ginny W e Metis per avermelo fatto notare e spero che ora la lettura vi sia più agevolata e che continuate numerosi a seguirma e, se vi va, anche di commentare. #____#
P.S. Ho provveduto sia ad ingrandire il carattere nei cap 1 e 2, sia nell'altra fanfiction che ho scritto "IL BOCCINO DI CIOCCOLATA", quindi se per caso vi va di rileggerli con più calma e senza cecarvi gli occhi come una talpa, adesso non dovreste più incontrare problemi.
Vi abbraccio, Infinity19

  
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