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Autore: lyy223    31/12/2013    2 recensioni
"Nome dopo nome, la lista andava esaurendosi. Poche anime ancora e sarei stato libero. Mi sarei liberato di quel patto fatto più di un secolo fa. Per amore si è capaci di far tutto."
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Prima storia della serie "Soul"
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul'
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Decisi di raggiungere Montpelier in treno. Mentre mi avvicinavo alla stazione, vidi una figura familiare. Lo Sguardo di quella figura seguiva ogni mio movimento . Era molto lontana da me, non riuscivo a capire chi fosse, ma avvicinandomi di poco riconobbi i capelli lunghi e rossi che si illuminavano alla luce del sole. Il suo sguardo era duro, freddo, ma  poco dopo su quel volto così delicato e serio comparve un ghigno soddisfatto. Sapevo che da un momento all’altro si sarebbe avvicinata a me e come sempre mi avrebbe trafitto il cuore con le sue parole taglienti. Feci finta di nulla, continuai a camminare restando indifferente, avvicinandomi all’entrata. Lei era seduta, a pochi metri dall’entrata, su una panchina di un verde rovinato posta sotto un albero spoglio. Guardando quella scena, Sembrava quasi che quell’albero avesse perso la sua vitalità e le sue foglie nel momento in cui lei si era seduta sotto quell’albero. Sembrava quasi che quella ragazza avesse la capacità di rendere triste e morto tutto ciò a cui si avvicinasse. Quando stavo quasi per poggiare il piede sul primo scalino di marmo dell’entrata, qualcuno poggiò sulla mia spalla destra delicatamente una mano facendomi voltare. Guardai per qualche istante la persona che mi era di fronte.
-E tu che ci fai qui?- dissi incredulo.
-Hai dimenticato questo.. sei stato troppo frettoloso e impulsivo, ci mancava solo che dimenticassi anche la testa!- Disse Ctonie.
 Quella signora dalla veste vivace Mi aveva seguito fino a lì. Avevo dimenticato il Wraith e lei me l’aveva riportato. Senza di lei non sarei sopravvissuto al mondo.
-Dev, devo darti un’altra cosa.. guarda, ne è arrivato un altro-. Vidi che tra le mani aveva un altro Wraith.
-Cosa?! Com’è possibile? Tu non ce l’hai già?!-
-Sì, infatti.. questo non è mio… guarda è ancora bianco… Non so di chi sia, portalo con te-. Confuso presi anche il secondo libro e li infilai nella tasca più interna del giubbotto. Ctonie aveva cucito una tasca apposta per il libro. Probabilmente sapeva che mi sarebbe servito.
-Sicuramente ci sarà una risposta a tutto ciò-.
-Anche io lo credo Dev, vediamo un po’ cosa succederà! Dai, è meglio che tu adesso vada, Άδωνης! (Adone)-. Con quelle sue parole, ogni volta mi metteva in imbarazzo.
-Sempre la solita..-
-Sì!- rispose lei fiera.
- Comunque Grazie di tutto! Ci vediamo quando torno!- Le sorrisi e la abbracciai. Mentre la abbracciavo, essendo io più alto di lei, come sempre, ero costretto ad abbassarmi e il mio orecchio si trovava all’altezza della sua bocca. Lei colse l’attimo per sussurrarmi alcune parole:- Dev, tieni gli occhi aperti. Non fidarti di nessuno. Sai bene Quella cosa è capace di fare. Confido in te, non mollare-. Pronunciò questa frase con un tono così basso, sembrava quasi un sussurro, che anche io con il mio udito sviluppato, avevo avuto difficoltà a capirlo.
 Dopo averla salutata, si allontanò veloce. Mi voltai per vedere se Jessie era ancora nel punto in cui l’avevo vista poco prima. Non c’era. “Dove sarà finita?”
Entrato nella stazione incredibilmente affollata, mi informai sugli orari del treno al box informazioni in cui c’era una giovane ragazza che appena mi vide, mi squadrò dalla testa ai piedi. Addirittura con il mio fascino ero riuscito ad acquistare sempre da questa donna dei biglietti in offerta, riservati  solo ai clienti che alloggiassero presso un determinato albergo. “Che fortuna!”
-Il treno per Montpelier che parte alle 3.30 è sul binario 2-.
“Devo muovermi, mancano solo dieci minuti”.
Mentre mi dirigevo veloce verso il binario 2 e mi facevo strada tra la folla, avevo l’impressione che qualcuno mi seguisse. Inizialmente non diedi più di tanto peso a questa sensazione. Ma quando quella sensazione acquisto forza e diventò quasi una certezza, decisi allora di fermarmi. Mi guardai attorno e notai che una delle lastre di metallo su cui di solito venivano posti i cartelloni pubblicitari, era vuota. Grazie a quel pezzo gigantesco di metallo lucido, riuscii a vedere il riflesso della grande folla. Notai di nuovo quella chioma rossa. Jessie mi stava seguendo. Questo significava che lei non aveva alcuna informazione, non sapeva dove cercare l’anima in comune. All’inizio ero soddisfatto di questo, ma questa soddisfazione scomparve all’improvviso. Non sapevo cosa fare, non sapevo come far perdere le mie tracce. Lei sarebbe riuscita comunque a trovarmi, bastava che ascoltasse i pensieri delle donne che mi passavano accanto per capire dove fossi. Per lei incredibilmente ciò non accadeva. Riusciva a sfuggire velocemente allo sguardo curioso degli uomini.
“Dev!Dev! Ti serve una mano?”. Una vocina iniziò a parlarmi. Quella voce era familiare.
 “Ma che…”.
“Sono Ctonie. Non ho mai utilizzato questo potere, sentivo che eri in pericolo.. però adesso l’ho utilizzato per te, visto? Ti sono vicina anche quando sono lontana!”.
“ Cosa devo fare?”.
“Lo sai bene.. Ci stavi pensando prima”.
“Non lo farò mai, lo sai”.
“Provaci, cosa ti costa?”.
Non potevo. Non potevo usare il Quinto Potere. Non l’avevo mai fatto, avevo timore di usarlo.  In pratica dovevo trasformarmi in una sorta di nube che gli uomini chiamano spettri. Ma io non avendo l’anima, mi sarei trasformato in una nube nera, essendo un demone non poteva essere altrimenti. Il male era entrato in me e non mi avrebbe più abbandonato.
“Provaci. Come dice il proverbio: tentar non nuoce! Forza Dev, hai affrontato prove più difficili!”. Cercai l’insegna per raggiungere il bagno degli uomini. Dovevo muovermi, mancavano solo cinque minuti alla partenza. Sapevo benissimo che Jessie mi stava ancora seguendo. Raggiunsi il bagnoi. Era vuoto. Non potevo crederci, con tutta la stazione piena, nessuno aveva voglia di fare i proprio bisogni. Non era possibile.”Che fortuna che ho! Hanno anche via libera, guarda un po’!”
 Velocemente Mi chiusi subito in uno dei bagni.  Mi concentrai sulla trasformazione. Non ci riuscivo. Ero nel panico. Non mi era mai successa una cosa del genere, per la prima volta nella mia vita mi trovavo in difficoltà.
“Riprovaci! Fai in fretta! I cagnolini da compagnia di Jessie stanno per entrare!”.
-Deeev! Dove sei?  Noi siamo tuoi amici! Vogliamo salutarti!- la voce nasale di uno dei cagnolini, che io personalmente odiavo con tutto me stesso, rimbombò in tutto il bagno. “Sei solo da prendere a schiaffi, stupido essere inutile e senza personalità..”.
BOOM! Un rumore fortissimo mi fece sobbalzare.
BOOM! Di nuovo quel rumore. Capii cos’era. I due stavano aprendo le porte del bagno con la forza. Sentivo che si stavano avvicinando. Porta dopo porta, erano arrivati alla porta del bagno di fianco al mio. “Davvero mi ero ridotto a nascondermi come un ladro in un fetido bagno della stazione?”. L’istinto di sopravvivenza e un pizzico la rabbia, fecero si che riuscissi a trasformarmi poco prima che uno dei due soldatini di Jessie aprisse con forza la porta. Di nuovo istintivamente, Con la forza del pensiero, cercai di far spegnere la luce, così che quei due non mi vedessero sottoforma di spettro. Ci riuscii. Buio Totale.
 “Adesso riesco anche a manipolare gli oggetti elettronici? Interessante..”.
Era strano muoversi in quella strana forma. Agli occhi degli uomini apparivo come una nuvola di fumo. Non sentivo più nulla. Tre dei cinque sensi principali non c’erano più. Era come se stessi volando, mi piaceva molto essere in quella forma. Mi disgregavo e aggregavo ogni volta che andassi contro un oggetto. Ma purtroppo non essendo abituato dovevo tornare normale al più presto, non sapevo quanto tempo ancora avrei resistito in quella forma. Ci voleva molto allenamento per restare in quella forma a lungo.
 Uscito dal bagno vidi Jessie impaziente ma soddisfatta. Era fiera di essere riuscita a bloccarmi nel bagno. Era fiera di aver messo con le spalle al muro l’unico demone che l’aveva rifiutata. Quando vide però che i suoi scagnozzi non erano ancora usciti dal bagno, decise di entrarci.
“Perfetto! Via libera!”.
-Treno per Montpelier, in partenza sul binario 2!-
“Maledizione! Devo muovermi!”.

 
   
 
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