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Autore: Placebogirl_Black Stones    05/01/2014    8 recensioni
Quegli occhi…
Era quasi impossibile sostenerli.
Solo pochi prediletti vi riuscivano.
Era un uomo cupo, silente e poco amichevole.
Tutto il contrario del suo Rufy.
Eppure…non riusciva a non incrociare il suo sguardo freddo…
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock, Drakul, Mihawk
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let Me Break The Ice'
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2. CAPITOLO

- Devo parlarti. Possiamo salire sulla mia nave?-

 

Sollevò di poco lo sguardo a quelle parole, fissandola dritto negli occhi.

Era stupito da quell’insolita richiesta, ma rimase serio e impassibile, impedendo a qualsiasi emozione di scalfire il suo volto.

Perché quella donna, che mai in tutti quegli anni gli aveva rivolto la parola, ora gli stava addirittura chiedendo di salire a bordo della sua nave, destinata alle sole donne?

 

- A cosa devo questa richiesta?- proferì, il tono di voce calmo e al tempo stesso profondo, tanto da mettere sull’attenti chiunque.

 

Vide il suo volto teso, chiaro segno di quanto fosse nervosa.

Dov’era finita la sua spavalderia?

 

 

 

Deglutì a vuoto, cercando di calmarsi.

Perché quell’uomo riusciva a renderla inerme con un solo sguardo?

La sua domanda non fece altro che aumentare il senso di ansia che già l’attanagliava.

Cosa poteva rispondergli?

Non riusciva lei stessa ad ammettere che il suo era puro e semplice interesse nei suoi confronti.

Un interesse che sino a quel momento aveva provato solo per Rufy.

 

- Vorrei parlarti della riunione di due giorni fa-

 

Cercò di sembrare il più naturale possibile, mentre pronunciava quelle parole, ma il tono tremolante della sua voce la tradiva.

Teneva la testa alta, il corpo perfettamente eretto, come a fargli capire che non aveva paura di lui.

 

- Onestamente, la questione non mi interessa- rispose freddamente.

 

Che sciocca!

Come aveva anche solo potuto pensare che Occhi di Falco si interessasse alle questioni riguardanti la Flotta dei Sette?

Averlo visto prendere parte alla battaglia di Marineford poteva essere considerato un vero miracolo.

 

- Già, figuriamoci!- lo snobbò, incrociando le braccia.

 

Perché provava un così forte interesse per un uomo del genere?

Monotono, scorbutico, insensibile.

Eppure…così attraente…

 

- Perché tanto interesse?- domandò a bruciapelo, cogliendola alla sprovvista.

- C’è una cosa che mi sta a cuore- mentì.

 

In tutta onestà, nemmeno a lei importava nulla di quella stupida riunione.

Cercava solo un pretesto per parlare con lui.

 

- Parla allora-

- Non qui…non voglio che qualcuno ci senta-

- Non c’è nessuno. È un luogo isolato-

- Preferisco non correre rischi. Non voglio che qualche impiccione rubi informazioni. Potremmo pagarne le conseguenze…-

 

Convincerlo si stava rivelando più difficile del previsto.

Il silenzio era nuovamente calato fra loro.

L’attesa divenne imbarazzo, e l’imbarazzo nervosismo.

Fino a quando l’uomo dagli Occhi di Falco si alzò in piedi, tornando a calarsi il cappello sugli occhi.

Lentamente, s’incamminò verso l’imponente veliero rosso.

Lo studiò, quasi incredula di averlo convinto, per poi avviarsi dietro a lui.

Giunti sul ponte, gli fece cenno di entrare all’interno.

La regola era stata violata.

 

 

 

Scrutava ogni angolo della stanza, che doveva essere quella in cui l’Imperatrice Serpente riposava durante i viaggi.

Adornata con arazzi barocchi, ricoperta di ninnoli d’oro e pietre preziose.

Troppo vezzo, troppo lusso.

Rispecchiava perfettamente la sua personalità egocentrica.

Si appoggiò con la schiena alla parete, incrociando le braccia.

 

- Allora? Cosa dovevi dirmi di così urgente?- la incitò.

 

Non ricevette nessuna risposta.

L’Imperatrice se ne stava ferma al centro della stanza, torturandosi nervosamente le mani, con lo sguardo basso.

Un comportamento piuttosto sospetto, per una donna altezzosa come lei.

Ma lui non era di certo uno di quelli che perdeva tempo a chiedersi il perché o il percome di certi atteggiamenti.

Non ne aveva il minimo interesse.

Odiava chi gli faceva perdere tempo.

E lei lo stava facendo.

 

- Se non hai nulla da dire, allora posso anche andarmene. Non sopporto chi mi fa sprecare tempo a questo modo- proferì spietato, muovendo i primi passi verso la porta.

- Aspetta!- avanzò di un passo, protendendo in avanti una mano.

- Ti decidi a parlare?!- si voltò iracondo verso di lei.

 

La vide sussultare al tono duro della sua voce, portandosi le mani al petto e stringendole.

 

- Io…-

 

Di nuovo restò in silenzio, mordendosi il labbro inferiore.

Era come se volesse dire qualcosa che non poteva essere rivelato.

Ma a lui non interessavano i segreti, e quella situazione stava iniziando a dargli sui nervi.

Ormai al limite della sopportazione, riprese a camminare, per andarsene al più presto da quella stanza.

E lo avrebbe fatto, se non avesse sentito dei passi veloci (quasi una corsa) dietro alle sue spalle, avanzare verso di lui.

Difficile non notare il ticchettio di scarpe col tacco sulle assi di legno di una nave.

Poi, una lieve presa sulla sua spalla destra.

Girò di poco la testa, giusto in tempo per vedere la mano della principessa posarsi sulla sua spalla.

 

 

 

 

Un istinto incontrollabile si era impossessato di lei.

Il suo corpo, irrigidito dalla tensione e dal timore che lo spadaccino le incuteva, si era sbloccato quando lo aveva visto andarsene.

Non voleva che lasciasse quella stanza.

Dentro di lei, un turbine di emozioni e sentimenti continuava a vorticare incessantemente, confondendola.

Perché era così attratta da lui?

Cos’era quella sensazione che provava alla bocca dello stomaco ogni volta che lui la guardava?

Perché cercava con tutte le sue forze di pensare a Rufy, ma l’unica immagine che la sua mente proiettava era quella di Mihawk?

Non trovava risposta a quelle domande.

Sapeva solo che voleva che restasse.

Quando vide i suoi occhi gialli voltarsi lentamente verso di lei, ritrasse la mano, temendo di averlo infastidito.

Con sua grande sorpresa, si girò completamente verso di lei, restando a fissarla.

Ipnotizzata da quello sguardo, senza accorgersene, fece scorrere la mano sul suo petto vigoroso, puntando i suoi occhi azzurri in quelli di lui.

E in un istante, le loro labbra si incontrarono.

Un bacio delicato, uno sfioramento di labbra.

Dischiuse le sue, morbide e rosee, per approfondirlo.

Ma quelle dello spadaccino rimasero serrate, fredde, proprio come lui.

Accorgendosi di quella resistenza, si discostò, sentendosi in colpa per il suo gesto avventato.

Avrebbe potuto ucciderla per una cosa simile.

Arretrò di qualche passo, abbassando lo sguardo e stringendosi nuovamente le mani al petto.

Si vergognava del suo stesso atteggiamento.

Lei, Boa Hancock, che da sempre sottometteva ogni uomo con la sua disarmante bellezza e il suo carisma, se ne stava lì come un cucciolo smarrito, di fronte a quell’uomo che aveva il potere di renderla inerme.

Sussultò, quando sentì la mano di lui afferrarle con forza il polso, tirando verso di sé.

Non c’era grazia in quel gesto, ma solo dimostrazione di potenza.

Il suo florido petto sbatté con violenza contro quello marmoreo di lui, mentre i loro occhi non smettevano per un attimo di scrutarsi.

E quel bacio che prima non era stato ricambiato, si trasformò in una passionale ricerca delle labbra dell’altro.

Le loro lingue si intrecciavano, le labbra si divoravano mai sazie.

 

 

 

 

Stesi sul letto, avvinghiati, sudati e ansanti.

Le mani ripercorrevano il corpo nudo dell’amante, soffermandosi sulle zone sensibili.

Lui le palpava rudemente i seni, facendola gemere di piacere.

Lei si aggrappava alle sue spalle possenti, discendendo di tanto in tanto lungo la sua schiena scultorea.

Lui spingeva con violenza in lei.

Lei stringeva le gambe intorno al bacino di lui, assecondandolo.

Lui in lei, lei in lui.

Il falco e il serpente.

Ad ogni spinta, il piacere aumentava, impossessandosi delle loro membra.

Il serpente sentiva di non avere più timore del falco.

E il sangue che si ghiacciava nelle vene, ora scorreva come un torrente in piena, bruciando il suo corpo.

E il respiro che si mozzava, ora si era affannato.

E gli arti immobilizzati, ora si muovevano frenetici.

Quegli occhi gialli e freddi, erano diventati improvvisamente caldi.

Quello sguardo che non riusciva a sostenere, ora poteva ricambiarlo con tutta se stessa.

Aveva violato la regola più importante di Amazon Lily, ma in quel momento l’unica cosa a cui riusciva a pensare era il piacere che il corpo del migliore spadaccino al mondo le stava dando.

Il corpo di un uomo maturo, che nonostante avesse superato la giovinezza, non aveva nulla da invidiare a quello di un ragazzo nel fiore degli anni.

Capovolse le posizioni, trovandosi sopra di lui.

Si chinò a baciare quel torace possente, mentre continuava a muovere la sua femminilità contro l’asta del suo membro, seguendo quel ritmo frenetico.

Lei in lui, lui in lei.

Il serpente e il falco.

La passione consumava i loro corpi, dando sfogo al loro lato selvaggio.

Il falco cacciatore aveva fatto sua la preda.

Quel serpente che non gli faceva né caldo né freddo, ora infiammava il suo corpo, portando alla luce una parte di lui nascosta nell’ombra.

Continuava a tenere gli occhi fissi nei suoi, azzurri e glaciali, che lo imploravano di continuare.

Si era tolta la maschera della principessa intoccabile, lasciandosi andare completamente a lui.

La vittima si era consegnata al suo carnefice.

Le strinse forte i glutei, mentre accompagnava i suoi movimenti, costringendola ad accelerare il ritmo.

I gemiti, sempre più sonori, aumentarono.

E insieme raggiunsero l’apice, toccando la vetta di quel vortice di passione.

 

 

 

Stremata, si accasciò sul suo petto, ansando pesantemente.

Poteva sentire i loro cuori scalpitare.

Anche il respiro di Mihawk era ancora affannato.

La sua mente era combattuta fra le sensazioni appena provate e i sensi di colpa.

Aveva tradito il codice dell’isola delle donne, aveva tradito i suoi sentimenti per Rufy.

Ma il ricordo delle mani dello spadaccino sul suo corpo, la faceva sentire viva come non mai.

Non sapeva ancora dare un nome a quello che provava per lui, era difficile descriverlo.

Tuttavia, non aveva importanza.

Non le era concesso avere rapporti con gli uomini.

Interruppe i suoi pensieri, quando Occhi di Falco scostò il suo corpo, per potersi alzare.

Lo guardò rivestirsi in silenzio, un velo di tristezza negli occhi.

Sapeva che non sarebbe rimasto, ma non voleva vederlo andare via.

Si chiedeva se avrebbero mai più avuto incontri di quel genere, e se fra loro qualcosa sarebbe cambiato.

Quando lo vide avviarsi verso l’uscita, senza dire una parola, si voltò dalla parte opposta, stringendo forte le lenzuola.

 

 

 

Si sentiva ancora il profumo dolciastro di lei addosso.

Un odore che prima lo avrebbe nauseato, ma che ora gli ricordava quell’atto di passione che avevano appena consumato.

Salì sulla sua imbarcazione, pronto a salpare.

Guardò un’ultima volta la grande nave dell’Imperatrice, prima di prendere nuovamente il mare.

Forse, tutto sommato, non era stata una perdita di tempo andare a quella riunione.

Da quel giorno in avanti, ci sarebbe andato più spesso.

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Eccomi in ritardo come al solito! Allora, vi è piaciuto questo esperimento? Una coppia strana, ma per me ci stanno bene insieme! Devo assolutamente ringraziare colei che mi ha “convertito” a questa coppia, ovvero la mitica Rolochan! A lei dedico questo esperimento! E grazie a tutti voi che avete letto, recensito, seguito e messo fra i preferiti questa storia!
Bacioni
Place

 

 

 

 

   
 
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