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Autore: Frytty    27/05/2008    8 recensioni
Novembre.
Una giornata come tante.
Una notte come tante.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi di nuovo qui, ad aggiornare, più in fretta e con più voglia del previsto ^^.
Che dire?! Finalmente la scuola sta per finire e non vedo l'ora di respirare un po' di aria di sana libertà *_*! Nel frattempo, ringrazio vivamente tutte colore che hanno letto, inserito tra i preferiti e commentato la mia storia:

zukkyna: Ehilà bella! Sono felicissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto! Stranamente sono sempre più esterrefatta per come sta venendo su questa mia piccola "opera" (autostima alle stelle oggi ^^) e sono oltremodo contenta che tutte voi l'apprezziate! Un bacio e spero che questo capitolo ti soddisfi come il precedente! *_*!

ninny: Grazie anche a te! Un bacione!

germana: Grazie per aver commentato ovviamente e per i complimenti! Un bacione!

Ed ora, ENJOY!

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13. Silente Non Dorme Mai

Che noia! James sbadigliò per quella che era forse la centesima volta durante la serata.
Svolto il suo compito di Caposcuola e cioè quello di pattugliare i corridoi, era rientrato in Sala Comune, trovandola completamente deserta, aveva augurato una buona notte a Lily baciandola sulla fronte, come ormai era solito fare, e stava pensando anche lui di andarsene a nanna, quando si accorse di aver dimenticato sulla sua poltrona preferita il libro della Biblioteca sugli Specchi e allora aveva pensato di continuare a leggere.
Il sonno era scomparso. Scompariva sempre quando si trattava di risolvere quel mistero.
Purtroppo per lui però, la lettura era più che noiosa. Erano passate circa due ore da quando aveva iniziato a leggere e non aveva ancora trovato nulla di interessante.
Il sonno ovviamente se ne era andato a quel paese.
Chiuse il libro di botto, sbuffando di nuovo mentre reclinava la testa all'indietro sulla poltrona, quando si accorse di una figura silenziosa sulle scale, nell'intento di scendere l'ultimo gradino. Si era bloccata di botto, notando lo sguardo del ragazzo posato su di lei.
< Lily?? > Chiese incerto il ragazzo < Che ci fai qui a quest'ora? > Aveva rialzato la testa e adesso la guardava con curiosità.
Lily dal canto suo, era avvampata, apparentemente senza motivo. Era in vestaglia, la sua orrida vestaglia rosa con gli orsacchiotti che portava da secoli e che le aveva regalato la nonna, ed era convintissima di non trovare nessuno in Sala Comune a quell'ora, invece...
< Non sapevo fossi qui... pensavo fossi salito in dormitorio... > Rispose avanzando e andandosi a sedere sulla poltrona accanto a quella del ragazzo.
< Non ho sonno. Speravo di trovare qualcosa di interessante da fare ma... > Sbuffò per poi indicare il libro che teneva posato sulle ginocchia.
< Tu? Non riuscivi a dormire? > Le chiese osservandola.
< In realtà no. >
< Di nuovo l'incubo? >
< No, no... pensieri immagino. > Rispose di getto lei.
< Pensieri, e su cosa? > James ora la fissava con uno strano sorrisetto divertito.
Lily arrossì.
< Non penso ti interessi. > Mormorò abbassando la testa, osservando le sue mani che si torturavano a vicenda.
< Perché no? > Il ragazzo appoggiò la testa nel palmo della mano sinistra, il gomito che poggiava sul bracciolo della poltrona e se possibile la guardava ancora più divertito.
< Beh... non so... >
< Dai! Avanti! > La esortò lui.
< No, non mi va. Non siamo così in confidenza, non posso dirti tutto quello che penso così, senza pensarci. >
< Pensavo che fossimo amici... > James si finse offeso, offrendole uno sguardo da cucciolo indifeso che Sirius aveva testato parecchie volte: funzionava eccome!
Come faceva a dirgli che era a lui che pensava?
Come faceva a dirgli che aveva una gran confusione in testa?
Come faceva a spiegargli che cosa le stava succedendo dentro?
Non è così complicato pensò. In fondo cosa ci vuole, sono solo tre parole: pensavo a te.
Invece era complicato eccome.
Lo guardò, riabbassò di nuovo lo sguardo, si torturò le mani... alla fine decise di rispondere: diamine era una Grifondoro lei! Non poteva mica avere paura di affrontare James Potter, l'arrogante ragazzino che godeva nel vederla arrabbiarsi e sfogare la sua rabbia su di lei.
Non è più così si disse è cambiato.
Ed era vero.
James Potter non era più lo stesso.
< Pensavo... a te. > Tirò un sospiro di sollievo una volta pronunciate quelle parole. Si sentiva più leggera adesso: si era tolta un peso scomodo dalle spalle.
James rimase piuttosto spiazziato da quella risposta, tanto che il suo sorriso si sciolse.
< Ah... e come... mai? > Le chiese, accennando ad un piccolo sorrisetto.
Lily emise un versetto a metà tra un sospiro e uno sbuffo, accasciandosi contro lo schienale della poltrona.
< Non lo so... > Ammise.
< In che senso non lo sai? Pensavi a me in senso negativo o positivo? >
< Non so... positivo... cioè... non ci capisco più niente... > La ragazza si prese la testa tra le mani, scostandosi poi i capelli rossi dal viso portandoseli indietro con le mani.
< Perché devi essere così? > Gli chiese, in tono quasi disperato.
< Così come? > Sorrise divertito James.
< Così... contrastante, ecco. > Rispose lei sempre nello stesso tono disperato di prima.
< Contrastante?! Giuro, mi hanno detto proprio di tutto, ma questo mai! > Rise il ragazzo.
Lily lo guardò sorpresa.
Non era un'accusa la sua, ma non pensava di certo che James si fosse messo a ridere.
< Beh? Che ho detto? > Smise di ridere tutto d'un tratto, accorgendosi dello sguardo di Lily.
< Nulla. Pensavo ti saresti offeso. >
< Offeso?! Ma scherziamo! Me ne dicono di peggio tutti i giorni... >
< Assolutamente non ti credo! > Sentenziò Lily, raccogliendo le ginocchia al petto.
< Perché? > James aveva spalancato gli occhi per la sorpresa.
< Scherzi?! Il grande James Potter che viene preso in giro? E da chi, di grazia? >
< Beh, ad esempio dalle ragazze che ho lasciato secoli fa... sono alquanto irritanti in effetti. Non capisco perché non vogliano lasciarmi in pace. Ci sono centinaia di ragazzi in tutta Hogwarts! E anche i Serpeverde fanno la loro parte, non c'è dubbio! > Rispose il ragazzo contando sulle dita.
Lily nascose una risatina con la mano.
Se lo immaginava proprio James Potter seguito dappertutto da un gruppetto di ragazzine isteriche che gli urlavano dietro insulti di ogni genere, e lui che cercava di tenerle a bada.
< Ehi! Stai ridendo di me? >
Lily quasi non ce la faceva più. Aveva preso a ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi ed osservare la faccia di James, a metà tra lo sbalordito e l'offeso, di certo non l'aiutava a smettere.
< Si può sapere cos'hai da ridere? >
< Nulla, scusa, è che... forse non vuoi saperlo... > Soppesò la ragazza, asciugandosi gli angoli degli occhi.
< Ma davvero?! Vediamo se riesco a tirartelo fuori... >
James le saltò praticamente addosso, incominciando a farle il solletico dappertutto.
Lily aveva ripreso a ridere, cercando di divincolarsi dalla presa di James, ovviamente troppo forte per lei.
< Ti prego... smettila... non ce la faccio più! > Lo implorava da ormai un quarto d'ora.
< Allora, confessi? >
< Niente. Solo che mi immaginavo te nei corridoi, tronfio come sempre, con un gruppetto di ragazzine isteriche dietro che ti lanciavano insulti di ogni tipo e tu che cercavi di liberartene. Tutto qui. > Le scappò un'altra mezza risatina a ricordarlo.
< E quindi io sarei tronfio?! Interessante osservazione, signorina Evans. > Riprese a farle il solletico.
< Basta ti scongiuro! Scherzavo, scherzavo... > Si affrettò ad aggiungere. Pur di farlo smettere in quel momento avrebbe dato di tutto.
Aveva la pancia che le bruciava per il troppo ridere e quasi non ci vedeva più per le lacrime che le avevano offuscato la vista.
James riprese fiato, sorridendo. Quel suo sorriso timido che Lily aveva l'occasione di vedere raramente su di lui. Si sosteneva con le braccia su di lei per non schiacciarla e forse era imbarazzato, più di lei.

Si osservarono;
Si scrutarono;
Le gote arrossate;
Il fiatone come dopo una lunga corsa;
I cuori che sbattevano nel petto, frenetici, sembrava quasi sentirli nel silenzio della stanza;

James si avvicinò lentamente.
Aveva paura della sua reazione.
Aveva paura che fosse tutto un sogno.

< Ehi! Si può sapere cosa ci fate qui a quest'ora? > Sirius era apparso ai piedi delle scale, con la sua vestaglia a righe azzurre, a piedi nudi, i capelli un groviglio di nodi e la faccia assonnata.
James ruzzolò giù dal divano per lo spavento, Lily invece, si rialzò immediatamente, volgendo lo sguardo verso la finestra.
< Sirius, ma dico, sei diventato matto?? Mi hai fatto morire di paura! > James si rialzò a fatica, accasciandosi successivamente sul divano accanto a Lily.
< Oh, andiamo! Quanto la fai tragica! Piuttosto... che stavate combinando, voi due? > Chiese, lo sguardo malizioso.
< Assolutamente nulla. > Rispose James prima che Lily potesse aprir bocca.
< Oh, su! Confessatevi allo zio Sirius... che combinavate? >
< Nulla, Sirius, nulla! E comunque non ti riguarderebbe perciò... potresti anche evitare queste domande imbarazzanti. > Rispose James a braccia conserte e davvero, davvero arrabbiato, offeso e frustrato. E deluso.
< Ma insomma, io sono il tuo migliore amico! Lo vedi che ho ragione? L'amore non ti fa bene, caro il mio Ramoso! >
Sirius si accomodò sulla poltrona accanto al fuoco, ormai prossimo allo spegnimento. < Piuttosto tu, che diamine ci fai quaggiù, a quest'ora? >
< Beh, Ramoso, credo che i tuoi incubi mi abbiano contagiato e parecchio anche... > Rispose quest'ultimo, osservandolo.
< In che senso? > Chiese precipitosa Lily.
< In che senso? Beh... sinceramente non ne ho idea. > Sirius volse il suo sguardo scuro verso di lei.
< Cosa vedi? >
< Io credo di essere in piedi, e di osservare una casa distrutta, sento qualcuno piangere, un bambino forse e poi mi sveglio. Non so dirvi altro. > Rispose.
< E da quanto fai questa sorta di incubo? > Chiese ancora Lily.
< Non so, una settimana forse. >Il ragazzo alzò le spalle.
James osservò Lily. La ragazza ricambiò lo sguardo.
< Tu pensi, che possano essere uno la continuazione dell'altro? > Chiese James.
Lily annuì.
< Forse dovremmo andare da Silente... > Propose James.
< No! Scherzi?! Ci prenderebbe per matti! > Protestò Sirius.
< E perché scusa? Non abbiamo fatto nulla di male e comunque queste... visioni non dipendono da noi. Se tentiamo di risolvere la cosa possiamo cacciarci in guai ancora più seri. >
< Forse James ha ragione. > Intervenne Lily.
< E cosa gli diciamo? > Chiese Sirius.
< La verità. Quello che vediamo. > Rispose l'amico.
< E secondo voi ci crederebbe? >
< Beh... perché no? Silente è la persona più saggia in assoluto, perché non dovrebbe crederci? > Intervenne Lily.
< E' così inverosimile tutta quanta la faccenda, che quasi non ci credo nemmeno io... > Sussurrò Sirius poggiando i gomiti sulle ginocchia, i capelli che gli ricadevano scomposti ai lati del viso perfetto.
< Se ci andassimo adesso? > Chiese James, i palmi delle mani sui braccioli della poltrona, pronti a sollevarlo.
< Scherzi?! Ci caccerebbe a pedate! > Lily sembra scandalizzata. Osservò James negli occhi e per un attimo si perse in quel lago di cioccolato scuro. Arrossì e distolse lo sguardo.
< Magari dorme... > Tentò di dissuaderlo anche Sirius.
< Silente non dorme mai, è scientificamente provato. E comunque la sua mente lavora anche da dormiente. > James alla fine si alzò lo stesso.
Non aveva seriamente intenzione di andare a parlare al Preside, almeno non a quell'ora di notte, ma era come se non riuscisse a starsene con le mani in mano.
Sirius lo guardò scettico, poi spostò lo sguardo al legno del caminetto che ardeva debolmente, ridotto in cenere.
Lily sembrava persa nei suoi pensieri: si torturava le mani e osservava un punto imprecisato del pavimento.
James si diresse alla finestra.
Il Natale era alle porte ormai.
Lo si sentiva nell'aria.
Lo si respirava ogni singolo giorno.
Eppure era come se tutto procedesse al rallentatore.
Il 25 dicembre sembrava non arrivare mai.
Alzò gli occhi al cielo: grigio.
Sembrava quasi trattenersi.
Lasciò andare la tenda e si diresse verso la poltrona sprofondandocisi dentro.
Sirius dormiva già della grossa.
- Tipico - pensò James sorridendo. Sapeva bene quanto Sirius riuscisse ad annoiarsi facilmente.
Lily sembrava concentrata ancora sul pavimento.
Gli occhi immobili.
< Tutto bene? > Le posò una mano sul braccio, sussurrando.
Lily parve risvegliarsi.
Annuì.
< Pensavo... non lo so. > Sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona rossa.
< Cosa? > La incitò James.
Lei scosse la testa.
Non si era mai sentita più confusa che in quel momento.
Le sembrava tutto dannatamente innaturale.
Le sembrava tutto come in un sogno.

E fa dannatamente freddo nella sua mente,
intorno a lei,
c'è il ghiaccio.
Gli occhi le si chiudono.
Non ce la fa a resistere.
Si abbandona.
Ma non può,
non deve sognare.
Eppure non ce la fa.

< Lily! Santo cielo Lily! Rispondi! >

COMMENTATE?!? ^^!

   
 
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