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Autore: miaomimi    08/01/2014    4 recensioni
Mancavano due settimane a Natale e Gareth Eldrige, il Duca della Chiave, aveva sancito che le Feriae Matricularum si svolgessero proprio in quel periodo; questo a loro poco importava poiché terminati i festeggiamenti, se tutto fosse andato secondo i loro piani, sarebbero partiti ...
Cosa riserva il futura per Sophia Blackmore e Gabriel Stuart?
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel Stuart, Sophia Lord
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava per le strade della Cittadella insieme a due dei suoi cugini, era una giornata come le altre anche se qualcosa intorno a lui rendeva tutto come un déjà vu o un sogno.
Le case del borgo erano circondate da una strana nebbia, non come quella del Presidio, ma come se il sole non riuscisse a penetrarvi. Le stradine erano ricoperte di una soffice neve bianca, che rendeva tutto desolato e silenzioso; quando svoltò in un vicolo, lì vide.
Davanti a lui, tre matricole scherzavano e giocavano allegramente. Uno di loro accompagnava a braccetto la ragazza dai lunghi capelli neri che più attirava la sua attenzione.
Sarebbe stato in grado di riconoscerli anche ad occhi chiusi quei tre; due orfanelli che si spacciavano per fratello e sorella ma che non sì assomigliavano affatto, ed il loro amico, il pulcino dei Vandemberg.
Questa volta quei tre avrebbero ricevuto una lezione: non solo perché erano delle insignificanti matricole, non solo per la loro unione, ma per lei.
I suoi cugini avrebbero potuto divertirsi quanto volevano con i due marmocchi, ma la ragazza sarebbe stata un suo esclusivo diletto. Le avrebbe insegnato la differenza tra un nessuno, un principino e uno Stuart.
Guardò i suoi cugini e indicò loro con un cenno di colpire i ragazzi, solo loro, la fanciulla era sua.

Un attimo dopo aveva la voce di lei nelle orecchie che urlava il nome del suo presunto fratello. Nella mano ne stringeva polso, percependo sotto le dita il battito pulsante del cuore.
Lord e il piccolo Vandemberg erano piegati in due, a terra, ricoperti dal loro stesso sangue.
Con un gesto rabbioso le scostò i lunghi capelli di lato, lasciando in vista la piega del suo collo e la mandibola.
Era forte la tentazione che provava di coprire quella candida pelle con i propri baci, ma per quello avrebbe dovuto attendere dopo; anche se lo allettava l’idea che la vista delle proprie attenzioni non sarebbe stata certamente gradita al “fratellino” che dimostrava una grande gelosia verso di lei.
No, rifletté, al momento era già abbastanza disonorevole vedersi inermi e non in grado di difendere la loro amica.
Con la mano libera le percorse la linea del collo fino ad arrivare al viso fermandoglielo per obbligarla a guardare davanti a sé i suoi amici umiliati.
- Hai visto con quali buoni a nulla vai in giro? Adesso verrai con me, con le tue gambe oppure sulla mia spalla. Tu non sei nessuno e dovrai ubbidire a tutti i miei ordini, soprattutto... in camera da letto.
Parlò con voce fredda e calcolata.
Era certo di percepire la sua paura senza aver bisogno di guardarla, quando le fece voltare la testa per incontrare i suoi occhi era evidente l'odio che lei provava per lui. Il viso rigato di lacrime, e quegli occhi blu che fino a poco prima erano sorridenti per i suoi amici, adesso dimostravano solo odio ma nessuna paura.
A quella rivelazione il cuore cominciò a battergli forte, come pronto a esplodere. Tutto il mondo divenne nero, mentre un urlo e un forte vento lo colpivano.

Gabriel aprì gli occhi e comprese che questa volta non era stata Sophia ad urlare, ma lui.
Sophia lo guardava con occhi tranquilli, illuminati dalla leggera luce che filtrava dalle tende. Il corpo di lei vicino al proprio, il suo profumo che gli riempiva i polmoni affannati.
Era stato solo un sogno, un ricordo distorto e confuso, di “quel giorno” quando tutto era cominciato.

- Moen rois, era solo un sogno. - Sussurrò dolcemente, mentre gli accarezzava la guancia per tranquillizzarlo.

Rimase in silenzio ancora per qualche momento, prima di avvicinarsi a lei per baciarla possessivo. La strinse più saldamente al suo corpo, per assicurarsi che quella fosse la realtà e non l'incubo di poco prima.
Ricordava perfettamente quel giorno e i giorni a seguire. I sentimenti contrastanti verso di lei e la verità che aveva cercato di nascondere anche a se stesso.

- Fortunatamente sì, mia principessa. Ora dormi. - Si staccò leggermente dalle sue labbra per rispondere e subito dopo riprese a baciarla, più dolcemente questa volta per farsi perdonare la prepotenza del bacio precedente.
- Gabriel, cosa stavi sognando?

Rimase in silenzio per qualche momento, cercando le parole giuste da dire o valutando se fosse il caso di non risponderle affatto.
- Tu che mi odiavi.

- Ma io ti odio! - Rispose Sophia in tono giocoso, nascondendo il viso contro il suo collo e cingendogli la vita con un braccio per diminuire ancora di più la distanza tra i loro corpi.
- Non riesco più a ricordare come facevo ad odiarti o se l’ho mai realmente fatto.- Aggiunse prima che lui potesse risponderle.

- Spero di non fartelo mai ricordare. Ora dormi moen treseur, domani una lunga battaglia per Altieres, ci attende.

Sorrise al pensiero dei giorni successivi. Mancavano due settimane a Natale e Gareth Eldrige, il Duca della Chiave, aveva sancito che le Feriae Matricularum si svolgessero proprio in quel periodo; questo a loro poco importava poiché terminati i festeggiamenti, se tutto fosse andato secondo i loro piani, sarebbero partiti per Altieres.
Depose un bacio sulla testa della sua fidanzata e ascoltando il suo respiro rilassato, scivolò nuovamente nel sonno.
 
   
 
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