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Autore: michaelgosling    25/01/2014    1 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1111 CAPITOLO 32. ADDII

Non si toglieva quasi mai la giacca.
Era qualcosa di indispensabile da portare per lui.
Portare la giacca significava distacco, eleganza e un modo di fare pulito.
Certe volte, la portava anche quando andava a letto.
Era come una parte di lui.
Ma le cose erano cambiate.
Ora la sua giacca se ne stava su una sedia non tanto distante di lui, mentre il suo proprietario era steso nel letto in cui un tempo dormivano i suoi genitori, e con lui c'era Henny.
La sua camicia era leggermente sgualcita e la cravatta più lenta, come se fosse immerso in un momento fatto esclusivamente di relax.
E lo era.
Fino a qualche mese prima non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in una situazione simile.
Steso sul letto dei suoi genitori, un letto di una casa in cui non riusciva ad entrare da anni.
E invece era lì.
Con lei.
Henny Dekker era quel genere di donna che lui a primo impatto non sopportava.
Non si curava.
Si trovava sempre nei guai.
Cavolo, si mangiava persino le unghie!
Il vecchio Colton non sarebbe mai stato così vicino ad un essere umano così sporco, così disordiato, così ostinato.
Eppure c'era.
Non riusciva a pensare razionalmente, lo aveva fatto per troppo tempo.
Con le mani sfiorò le sue dita, ma sebbene lo sporco fosse evidente, non lo notò minimamente.
I suoi occhi chiari erano chiari come non lo erano mai stati.
Prima sembravano scuri perchè erano sempre cupi e arrabbiati, mentre ora erano così chiari che la ragazza, che era davanti a lui, si stava chiedendo se fossero azzurri o verdi, come inondati da una nuova luce.
Colton non smetteva né di accarezzarle le mani né di guardarla intensamente, in un modo in cui non aveva mai guardato nessuno in tutta la sua vita.
Fino a qualche tempo prima avrebbe dato qualsiasi cosa per levarsi quella ragazzina dai piedi, e invece ora non riusciva ad immaginare la sua vita senza di lei.
Non riusciva più a ricordarsi di quale motivo avesse prima per svegliarsi e affrontare giorno dopo giorno.
Non riusciva più ad immaginare sé stesso in una vita di cui lei non faceva parte.
Non riusciva più a staccare il suo sguardo dai suoi occhi e le mani dalle sue.
E non riusciva a credere che prima o poi se ne sarebbe dovuto andare.
Non riusciva a credere che avrebbe dovuto lasciarla, un giorno, per tornare da una donna che non lo conosceva, che non lo amava.
Lei invece...
Lui sapeva che lei lo amava.
Lo sentiva dentro di sé.
Lo sentiva dal modo in cui lei lo abbracciava e lo faceva sentire.
E per quanto lui fosse inesperto in quel genere di sentimento, sapeva che, in fondo, anche lui la amava.
Da morire.
La amava come non aveva mai amato nessuno e come probabilmente nessuno l'avrebbe mai amata.
Voleva stringerla.
Voleva abbracciarla.
Voleva baciarla.
Lo desiderava da tanto tempo.
Troppo.
Non voleva andare lontano da lei.
Non voleva lasciarla.
Al diavolo il lavoro, la sua fredda fidanzata.
Al diavolo tutto e tutti.
"Stringimi." sussurrò il detective, guardando la ragazza con uno sguardo perso.
Lei non aspettava altro, e strinse a sé l'uomo, che quando appoggiò la testa sul petto della ragazza sentì lei che gli accarezzava i capelli.
Non faceva toccare a nessuno i suoi capelli perchè li voleva sempre in ordine, ma al diavolo i capelli.
Gli piaceva sentire che lei lo accarezzava.
Chiuse dolcemente gli occhi, addormentandosi.

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"Ti sento molto contento." mormorò Danny all'euforico Harvey.
"Ci siamo vicini."
"A cosa?"
"A scoprire cosa nascondono quei bastardi. Ho analizzato il codice."
"Fantastico!"
"Avrei dovuto arrivarci prima!"
"Come hai fatto?"
"Qual'è il posto migliore in cui nascondere un'attività criminale segreta?"
"Beh non saprei... un covo?"
"La casa di un giudice corrotto. Essendo giudice nessuno sospetterà nulla, e essendo corrotto avrà i soldi per comprarsi una bella casa grande e sai.. più grande è la casa in cui si nasconde un'attività criminale più è sporca la faccenda."
"Ma il codice non è P S 452?"
"E infatti il giudice Donald Crimball vive a Pirkus Square, numero 452."
"Io non ci sarei mai arrivato."
"Non è stato così difficile. E' bastato collegare qualche puntino."
"Quindi... quindi adesso devi andare..?"
"Vuoi che resti?"
Danny non rispose, ma mise una mano sulla gamba sinistra del killer.
"Dan... Non sono la persona giusta per te."
"Perchè sono cieco?"
"Perchè non sai chi sono. Iniziare una storia con me significa decidere di precipitare nell'abisso."
"Credo di essere abbastanza maturo da prendere da solo le mie decisioni. Sei un uomo brillante... e buono."
"Dan tu non... non sai cosa ho fatto.. se solo lo sapessi."
"Non mi interessa chi eri prima. Mi interessa chi sei."
"Se ti raccontassi chi sono davvero... rimpiangeresti di avermi salvato la vita. Avresti preferito lasciarmi morire... in quel vicolo."
"Nessuno merita di morire. Tantomeno tu."
Harvey non seppe cosa fare.
Era evidente che Danny ci stava provando.
Non era mai stato innamorato, ma d'altro canto, nessuno si era curato di lui quanto aveva fatto lui.
Si avvicinò all'ignaro Dan e lo baciò sulle labbra, per poi mettersi sopra di lui e iniziare a togliergi - e togliersi - i vestiti.
"Non ti farò del male, te lo prometto."
"Lo so."
"Cerca... cerca solo di tenere gli occhi chiusi e di stare fermo come se fossi... svenuto. Al resto penserò io."
"Ok."

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Henny andava avanti e indietro per il soggiorno, quando Colton aprì la porta e le andò incontro.
Era felice di vederla, ma si accorse subito che qualcosa non andava: la giovane non smetteva di muoversi e di mangiarsi le unghie.
Lo faceva solo quando era nervosa.
L'umore del detective cambiò improvvisamente.
"Che succede?"
"Dobbiamo parlare."
Brutto segno quelle due parole.
Davvero brutto.
"A proposito..?"
"Noi. Io non... non ce la faccio."
"A fare cosa?"
"Ad andare avanti in questo modo. Non posso."
"E' per qualcosa che ho fatto o detto? Se è così mi dispiace, non me ne sono accorto. Scusami tanto.."
La ragazza lo interruppe immediatamente.
"NO! No tu non... non hai fatto niente... solo... penso.."
"Cosa?"
"Pensochesarebbemegliononvedercipiù." mormorò in fretta lei.
"Come? Non ho sentito."
"Penso che sarebbe meglio non vederci più."
Colton sentì il mondo crollargli addosso.
"Cosa?"
"Perdonami Colton, ti scongiuro."
"Cosa ho fatto? Perchè non vuoi più vedermi?"
"Credo tu lo sappia." mormorò lei in tono drammatico.
Colton aveva appena avuto la conferma che lei lo amava, ma non si sentiva meglio.
Affatto.
"Avresti dovuto pensarci prima."
"Io non l'avevo previsto!"
"Perchè secondo te io sì?!?"
"Tu sei fidanzato.."
"Lo sai che non c'è niente. Lo sai che stiamo insieme solo per convenienza."
"Non avrebbe mai funzionato comunque. Siamo troppo diversi."
Colton fece una fatica enorme a trattenere le lacrime.
Non poteva finire così.
Henny poteva scegliere tra far esplodere la passione o la rottura nella speranza che si dimenticassero l'uno dell'altro.
Aveva scelto la seconda.
Scelta che faceva stare Colton a pezzi.
"Forse... forse è solo una cotta e passerà." mormorò Colton, come se dirlo e ripeterlo a sé stesso lo aiutasse a convincersi che le cose stessero realmente così.
Entrambi sapevano bene che quella di certo non era una cotta, ma che si trattava di amore, ma tutti e due, forse per paura di intraprendere una relazione che non sarebbe stata facile, scelsero di mentire a sé stessi e all'altro.
"Non odiarmi." mormorò infine Henny.
"Credimi, ci ho provato, ma non ci sono mai riuscito. Come potrei riuscirci ora?" sussurrò Colton, uscendo dall'abitazione per poter sfogarsi e piangere.

ALLORAAAAAAA VISTO? VE L'AVEVO CHE SAREBBE STATO UN CAPITOLO "SCOTTANTE" ANCHE SE FORSE E' UN PO TROPPO LUNGO >.<
AD OGNI MODO, SPERO VI PIACCIA E... FATEMI SAPERE :D

  
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