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Autore: Infinity19    08/06/2008    11 recensioni
Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo Harry e il principe Draco N.A. Scusatemi davvero se vi ho fatto aspettare ben 10 giorni per aggiornare, ma vi assicuro che ho trascorso una settimana davvero impossibile, in cui non ho trovato un attimo per scrivere. Per farmi perdonare ho passato però l’intero Sabato per la stesura del sesto Capitolo, che addirittura è uscito anche più lungo dei precedenti.
Ringrazio davvero col cuore tutti/e voi che mi seguite così numerosi/e e un abbraccio speciale va a chi decide di farmi l’ inesplicabile dono di lasciarmi un commento, che vi assicuro attendo e apprezzo davvero con gioia. Io personalmente, non l’ho mai lasciato, anche per storie che amo e adoro quanto e più della saga di Harry Potter scritto dalla Rowling, però grazie a voi mi sono resa conto di quanto sia importante per chi pubblica un racconto. Per meritarmi il prezioso regalo che è una recensione (positiva/negativa non importa!) mi impegno quindi a fare del mio meglio per scrivere storie originali e nell’ italiano più corretto possibile: sempre e solo Draco-Harry, naturalmente ^___^
Vi abbraccio davvero con tanto affetto! infinity19


Il piccolo Harry e il principe Draco



CAPITOLO 6


“Tu, Principe Draco!”
Piaceva a quel bambino, no peggio… o meglio sarebbe stato più giusto dire date le sensazioni travolgenti che si agitavano furiose al centro del suo petto… piaceva a Potter!
E Potter voleva un suo bacio! E anche se quello che glielo aveva chiesto era solo il Potter bambino e il bacio non sarebbe stato che un semplice sfiorarsi delle sue labbra con la guancia del piccino, alla sola prospettiva il cuore di Draco fu pervaso da un’ emozione così intensa, che non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva provato quando aveva dato il suo primo bacio a chi, in quel momento, non ricordava neanche il nome.
Ma la cosa più assurda, rifletté il biondino mentre si lasciava dolcemente cullare da quell’ idea, era che non ne era affatto né aborrito né disgustato, come per logica sarebbe dovuto essere, la stessa logica che lo aveva spinto per sette anni a cercare lo scontro e la lite con il Golden Boy di Grifondoro, ma al contrario ne era affascinato e irrazionalmente e al contempo irresistibilmente attratto.
Era inspiegabilmente tentato ad accondiscendere all’ innocente richiesta del fanciullo.
Non si accorse comunque, mentre era perso nei suoi pensieri, d’esser giunto alla tavolata Serpeverde, ma un insolito baccano proveniente proprio da questa lo fece riscuotere e tornare alla realtà.
Il bimbo che era in attesa del suo bacio, fu anch’ esso distratto dal vociare e dalle risate che provenivano dagli alunni seduti all’ultima tavolata nella Sala, dalla quale sentì distintamente più volte pronunciato il suo nome. A veder meglio si accorse poi che tutti quei ragazzi stavano guardando proprio lui e dalle loro facce allegre sembravano tutti contenti per la sua presenza lì con loro.
“Principe! Principe! Ma questi sono i Serpeverde?” Domandò elettrizzato il bambino.
“Sì!” Rispose confuso Malfoy che stentava a credere che quella fosse proprio la sua Casa, dato che raramente i suoi compagni, così come lui, si abbandonavano a slanci di sincera ilarità al di fuori della propria Sala Comune, non era l’unico infatti a portare una maschera. Ma dai vari commenti o esclamazioni che stava sentendo, sembrava che l’intera Casa delle Serpi fosse rimasta piacevolmente colpita dal comportamento del piccolo Potter, che chiaro aveva dichiarato all’intera Sala Grande la sua preferenza per i Serpeverde e ostilità verso i Grifondoro.
Ma la cosa non gli quadrava e sperava solo che quel clima di benevola accoglienza non celasse invece qualche subdolo piano per far del male al bambino. Inconsapevolmente Draco se lo strinse più forte al petto e, quando se ne rese conto, quasi si spaventò per la violenza con cui percepì il bisogno incontenibile che sentiva di proteggere Potter, quel bimbo dolce e indifeso che aveva affrontato un’ infanzia terribile, che desiderava solo un po’ d’affetto e che ora sorrideva, convinto di poterne trovare proprio tra i Serpeverde e con lui, che al contrario gli avrebbero reso un inferno l’ adolescenza.
Per la prima volta, da quando conosceva il Golden Boy di Grifondoro, Malfoy provò la cupa e asfissiante sensazione del rimorso.
“Principe, ma perché ti sei fermato? Dai, dai! Andiamo a sederci tra i Serpeverde.” Pretese emozionato il piccino che non vedeva l’ora di conoscere i sudditi del suo Principe, che, dal caloroso benvenuto che gli stavano riservando, immaginava essere buoni e gentili proprio come lui.
Draco represse a stento un sorriso amaro, nato dalla delusione che il piccolo Potter si fosse già dimenticato del suo bacio… ma forse era meglio… peggio… così, cercò invano di convincersi mentre si dirigeva verso i suoi compagni del settimo anno.
Come era prassi ormai dal primo anno il suo posto, che era spalle al muro e permetteva un ottima visuale sull’ intera Sala Grande, era libero, ma diversamente dal solito si ritrovò affiancato a sinistra da Pansy, che aveva a sua volta accanto Blaise, e a destra da Vincent, seduto invece vicino Gregory. L’ elemento inconsueto era proprio la Parkinson che per tutti quegli anni gli si era sempre seduta di fronte insieme a Zabini, il quale però era dall’inizio di Settembre che aveva cominciato invece a preferire il suo lato della tavolata, dalla quale poteva avere un’ indisturbata visione di un certo Grifondoro di cui, orrore degli orrori, l’amico sembrava essere innamorato perso.
Ma come potesse un Serpeverde innamorarsi di un Grifondoro, Malfoy proprio non se lo spiegava.
Perché ogni volta che il biondino sentiva la parola Grifondoro, la prima immagine che la sua mente gli associava era il volto di Potter, e nessuno, e con nessuno intendeva proprio nessuno, doveva permettersi… ehm, no voleva dire, poteva avere il coraggio, di innamorarsi di quel decelerato con gli occhi più belli… ehm, brutti, che avesse mai visto in tutta la sua vita. E non ne comprendeva il motivo, ma ogni volta che provava a pensare all’assurda situazione di Blaise, finiva sempre con un gran mal di testa, il desiderio spasmodico di cruciare il mondo intero, un odio atavico per Potter e un intenso rossore che gli imporporava il viso, accompagnato dal battito furioso del suo cuore.
Comunque tornando con l’attenzione alla Sala Grande, l’ aver trovato la compagna ad occupare il posto accanto al suo provò a Draco che effettivamente i suoi sospetti sulle vere intenzioni delle Serpi erano fondate e, ulteriore conferma, fu notare un posto isolato lasciato libero proprio a capotavola, che era parecchio distante da dove sedeva solitamente lui.
Ma qualsiasi cosa stessero escogitando a discapito del piccino, Malfoy glielo avrebbe impedito e non avrebbe permesso loro di sfiorare il piccolo Potter neanche con un dito.
Con voce melliflua e sguardo minaccioso, che il piccoletto non stava guardando ma che i suoi compagni potevano invece vedere benissimo interpretando con chiarezza la serietà delle sue parole, Draco affermò perentorio e in modo che tutti avessero ben precisa la situazione: “Vi presento Harry Potter, mio personale ed esclusivo elfo domestico.” Il bambino gongolò contento, perché si era convinto che essere elfo domestico nel mondo della magia equivalesse ad essere lo scudiero e aiutante personale del suo Principe Draco, ma, diversamente dal biondino, non si accorse dei ghigni malevoli che erano spuntati sui volti di parecchi Serpeverde.
“E con mio,” Malfoy strascicò in tono possessivo “intendo che nessun altro potrà assumersi il diritto di trattarlo come tale.” Sottolineò quest’ ultima parola ad indicare che nessuno di loro doveva osare dare ordini o peggio ancora maltrattare il piccino.
“Il piccolo Potter sarà, per tutto il tempo della sua permanenza ad Hogwarts, ospite di riguardo della Casa di Serpeverde e se mai qualcuno di voi non dovesse trattarlo col dovuto rispetto, la riterrò un’ offesa personale.” Concluse, specificando che quello che stava dicendo riguardava unicamente il periodo in cui l’ inconsapevole Grifondoro restava bambino e che, chiunque avesse disubbidito ai suoi ordini, gliel’ avrebbe fatta pagare molto cara.
Dai volti seri e spaventati e privi di qualsiasi voglia anche solo di ridere dell’ intera tavolata, sembrava che il messaggio fosse stato chiaro e soprattutto recepito: Tiger e Goyle avevano grugnito un “Sì, Capo!”, anche se Draco non era propriamente convinto che avessero afferrato tutti i sottintesi; Blaise invece aveva assunto un’ espressione decisamente ironica che sembrava indicare di aver compreso più di quanto il biondino avesse detto o sottinteso; Pansy al contrario aveva ancora sul viso un ghigno sprezzante e, dal suo sguardo malevolo nei confronti del bambino, sembrava proprio non avesse capito un cazzo del suo discorso.
Ma ciò che gli fece perdere qualche battito, fu il sorriso radioso del piccolo Potter che si era voltato di nuovo verso di lui e gli aveva stretto le braccine al collo, sussurrandogli dolce: “Oh, sei così generoso con me Principe Draco!”
“Sì, sì! Però ora scendi e andiamo a sederci.” Disse la bionda Serpe, con le gote tinte da un leggero rossore.
“Oh, ma questo è il tuo posto?” Harry domandò mesto quando vide che i posti accanto a quelli del suo Principe erano già occupati. Quando intravide poi che l’ unico altro spazio lasciato libero era a capotavola, il suo faccino si fece ancora più triste e le sue manine si strinsero forte sulla stoffa del mantello del biondino.
“Principe, devo andarmi a sedere a quel posto tanto lontano?” Pigolò mogio mogio.
“Esatto, Potter!” Rispose ghignante la Parkinson. “In qualità di ospite importante della nostra Casa, noi Serpeverde abbiamo voluto riservarti un posto davvero speciale.” Ma l’ espressione preoccupata e seria di Blaise rese a Draco una precisa idea, di cosa la sua perfida amica intendesse con quel ‘speciale’.
Il bimbo invece sussurrò fievole: “Grazie tante, davvero! Però io…” e rivolse ancora una volta i suoi occhi supplichevoli verso il suo Principe.
Draco ricambiò con dolcezza quello sguardo e senza distogliere l’attenzione dai quei profondi e preziosi smeraldi, che quel piccino aveva al posto degli occhi, ordinò alla Parkinson di alzarsi.
“Cosa?” Protestò indignata la ragazza. “Ma Draco stai scherzando, vero?”
“No, Pansy! Ho promesso a Potty che si sarebbe seduto sempre al mio fianco, quindi ora alzati che stai occupando il suo posto.” Rispose con un’ innaturale calma il biondino.
“Ma sei impazzito, Draco? Lui è Sfregiato!” Esclamò esterrefatta la mora Serpeverde.
Il biondino si voltò a guardarla con sguardo truce e si chinò per parlarle all’ orecchio, in modo che il bambino non potesse sentirlo.
“Prova a ripeterlo ancora o a torcere un solo capello a Potter e giuro che ti farò passare il resto dei tuoi giorni al San Mungo, Pansy! E ora alzati prima che mi incazzi veramente!”
Il piccino che non sapeva cosa il suo Principe e quella Pansy si stessero dicendo, nel guardarli così vicini, scoprì di provare una strana sensazione che assomigliava tanto alla rabbia ma anche alla tristezza: non gli piaceva che il suo Principe Draco stesse così attaccato a quella ragazza.
Ma quella brutta sensazione scomparve nel momento in cui vide la moretta alzarsi e il suo Principe invitarlo con un piccolo sorriso a sederglisi accanto.
Gli occhi del piccolo Potter si spalancarono per la sorpresa quando finalmente vide le meraviglie culinarie che celava l’ immenso tavolo dei Serpeverde, tra piatti e calici dorati e cibi e bevande di ogni tipo, che dai profumi speziati e inebrianti sembravano tutti ottimi e gustosi.
“Ciao Potter!” Lo salutò il ragazzo che era seduto alla sua sinistra e che se non sbagliava aveva già incontrato quel pomeriggio in infermeria. “Io, sono Blaise!” Si presentò Zabini.
Diversamente che con i ragazzi che aveva conosciuto dei Grifondoro, Harry si sentiva più sicuro e meno impacciato con i Serpeverde, merito del fatto che fossero amici del suo Principe, quindi con entusiasmo ricambiò il saluto.
“Io, invece sono Daphne! E ti trovo davvero tanto carino, Harry!” Cinguettò la bionda Serpeverde che gli era seduta di fronte.
“Oh, grazie Daphne! Anche tu sei molto carina.” Rispose un po’ impacciato e rosso in viso il bimbo, senza notare gli occhi stretti a due fessure di Draco, che all’improvviso avrebbe tanto voluto incenerire la Greengrass con lo sguardo.      
“Però il più bello di tutti è il Principe Draco!” Volle precisare con fervore il piccino, anche se poi non capì il perché ma i ragazzi che lo avevano ascoltato scoppiarono improvvisamente a ridere, tutti tranne il Principe che era invece diventato tutto rosso.
“Oh, sei proprio un amore, piccolo Harry! Vorrei strapazzarti di coccole!” Fece la biondina allungandosi sul tavolo per fargli una carezza, ma la sua mano fu intercettata da Malfoy che la invitò gentilmente a tornarsene a sedere, ed Harry non comprese molto bene che intendesse dire, ma il Principe le aggiunse anche di tenere apposto le mani, borbottando qualcosa del tipo che lui non fosse un peluche ma il suo elfo domestico… suo e basta, ma quest’ ultima parta la sentì soltanto il piccino e il suo cuore cominciò a battergli forte per la felicità.
“Non l’avrei detto, ma sembri più sveglio adesso!” Esclamò la voce di un altro ragazzo, che stava seduto vicino a Daphne.
“Adesso?” Chiese confuso il bambino.
“Non gli dar retta Potter! Theo a volte straparla quando ha fame. Comunque piacere, io sono Millicent!” Si presentò una ragazza davvero molto alta, seduta anch’ ella al lato della bionda Serpeverde. “Ma è vero che non ti piacciono i Grifondoro?” Domandò poi un tantino incredula.
“Non conosco tutti i Grifondoro, però se sono tutti come Ron e Ginny Lenticchia, allora no, non mi piacciono!” Rispose sinceramente il bambino, ricordandosi tutte le cose cattive che quei due avevano detto sul suo Principe Draco, però ripensandoci non aveva conosciuto solo loro.
“Anche se Neville sembra simpatico!” Aggiunse innocentemente.
A sentir quelle parole, a Zabini andò di traverso il succo di zucca che stava bevendo e scoppiò in una tosse convulsa, mentre il suo viso si imporporava di un intenso rossore e i suoi compagni scoppiavano in una nuova e più fragorosa risata.
Harry fu l’unico a non capire che avesse detto di così strano e si spaventò tantissimo quando sentì Blaise tossire così forte.
“Non preoccuparti, Potty!” Gli sussurrò dolce Draco, avendo notato la sua preoccupazione. “Blaise sta bene, solo che è un po’ imbarazzato perché trova anche lui molto simpatico Paciock.”  
“Oh!” Fece stupito il piccino. “Ma Neville è un Grifondoro e i Grifondoro non sono i nemici dei Sepeverde?”
“Già è quello che penso anch’io, ma per Blaise, Paciock è una persona davvero speciale e non gli interessa che sia un Grifondoro.”
E senza sapere il turbamento che avrebbe scatenato all’interno del cuore di Draco, Harry chiese ingenuamente: “E anche per te c’è una persona speciale tra i Grifondoro, Principe Draco?”
Il biondino chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì il piccino vi scorse di nuovo quello sguardo freddo che non gli piaceva per niente.
“No, Potter! Nessuno.” Ma ad Harry quella risposta parve tanto una bugia.
“Ora però ti finisco di presentare i miei amici e poi iniziamo a mangiare!” Propose il biondino e il piccolino fu sollevato di rivedere i suoi occhi tornati normali.
“Questi due qui sono Vincent e Gregory.” Disse indicando Tiger e Goyle, ma di fronte al faccino impaurito del piccino, che dalla loro stazza aveva immediatamente pensato a suo zio Vernon e a Dudley, aggiunse rassicurante: “Lo so fanno impressione, ma non temere: non ti faranno alcun male.”
“E io sono Pansy, la regina dei Serpeverde!” Esclamò altezzosa la Parkinson, che si era seduta di forza tra Nott e la Greengrass, lasciando vuoto quel posto a capotavola, che il biondo Serpeverde immaginò essere stregato per fare sortilegi crudeli a chiunque ci si sedesse.
“Non si dicono le bugie!” Replicò indispettito Harry, che non riusciva proprio a farsi trovare simpatica quella ragazza. “Hai i capelli neri e poi non sei bella come il Principe Draco e non gli assomigli neanche un po’. Non puoi essere tu la sua mamma!”
Ancora una volta l’ intera tavolata verde-argento cominciò a ridere come mai le altre tre Case o Piton l’ avessero mai sentita, e in tutti l’ unica domanda che sorgeva spontanea era: ‘Ma che diamine stava succedendo tra i Serpeverde?’
“Potty, sei uno spasso!” Fece Blaise.
“Hai sentito Pansy? Sei troppo brutta per essere una regina!” Esclamò ghignante Daphne.
“O per essere la madre di Draco o dei suoi figli.” Replicò invece Theo, che, così come i suoi compagni, conosceva a cosa realmente mirasse da una vita la mora Serpeverde.
Pansy non ci vide più dalla rabbia: non sopportava di essere presa in giro! Prese quindi la bacchetta per punire quel moccioso insolente, ma si ritrovò le braccia bloccate, da un lato dalla presa ferrea di Nott e dall’ altro da quella della Greengrass e della Bullstrode, e in più le bacchette di Zabini, Malfoy, Tiger e Goyle puntate contro.
“Questo è il mio ultimo avvertimento Parkinson! Un solo graffio sul piccolo Potter e sai già come andrà a finire!” La minacciò Draco, che istintivamente aveva stretto a sé il bambino per proteggerlo. Non si era aspettato comunque l’appoggio e l’ aiuto dei suoi amici, e ancora una volta si chiese quale grande potere possedesse quel piccino, in grado di spezzare con la sua ingenua dolcezza le maschere create dall’ animo umano e penetrare con tanta facilità nei cuori delle persone.
“Ma che succede Principe?” Domandò spaventato il bimbo.
“Nulla Potty, questo è un gioco che facciamo ogni tanto noi Serpeverde.” Rispose Draco carezzandolo gentilmente fra i capelli. “Ora però non ci pensare e mangiamo. Ti va il pollo con le patate?” Provò a distrarlo.
“Sì, Principe! E posso avere anche i piselli con le carote?” Domandò entusiasta il piccino.
“Potty, qui puoi mangiare tutto ciò che desideri.” Spiegò Malfoy mentre si adoperava, sotto gli occhi stupiti dei suoi compagni, a riempire il piatto del bambino.
Harry tutto contento afferrò con le manine la sua bella coscia di pollo e cominciò a mangiare, sporcandosi così tutta la faccia e i vestiti. Quando il biondino se ne accorse il suo “Potteeeeeer!!!!!!!!” rimbombò lungo tutta la Sala Grande, con il conseguente sgomento dei Grifondoro che tutta la serata non avevano toccato cibo, immaginandosi chissà quali grandi sofferenze stesse patendo il loro piccolo e inconsapevole amico, senza sapere però che quel piccoletto si stava invece divertendo come un matto, mentre il suo Principe gli puliva il pollo con forchetta e coltello, sotto lo sguardo attonito e allibito della sua intera Casa Serpeverde, che non riusciva a credere ai propri occhi.

Il piccolo Harry non aveva mai mangiato così tanto in tutta la sua vita né aveva mai trascorso una serata così bella e piacevole come quella passata insieme ai Serpeverde, ma soprattutto al suo bellissimo Principe Draco.
Incurante che gli fosse permesso o meno, il piccino si mise seduto sulle gambe del biondino e poggiò mollemente la testa sul suo torace cominciando a sbadigliare.
“Sei stanco, Potty?” Sussurrò Draco che, dopo l’iniziale sorpresa, aveva stretto le braccia intorno al corpicino del bimbo.
“Sì, un po’ Principe.” Rispose lievemente Harry. “Sai, Principe? Sono davvero simpatici i Serpeverde!” Aggiunse poi il piccoletto tra i continui sbadigli, senza notare lo stupore sui visi dei verde-argento.
“Ma stanotte dormiremo insieme, vero Principe?”
Draco per l’ ennesima volta avvampò, quando vide i suoi compagni ghignare.
“Non lo so, Potty.” Rispose il biondino, che non ci aveva affatto pensato.
Il bambino cominciò ad inquietarsi.
“Non preoccuparti, Harry! Puoi dormire con me: il mio letto è tanto grande!” Fece innocentemente Daphne, provocando l’ilarità delle Serpi, tranne naturalmente quella di Malfoy.
“Non essere sciocca, Daphne!” La riprese la Parkinson. “Potter non è un Serpeverde e non può dormire con noi!” Esclamò maligna la moretta, invidiosa di tutte le attenzioni che il marmocchio stava ricevendo da Draco. “Probabilmente stanotte starà in uno dei letti dell’ infermeria e credo che Silente stia venendo qui proprio per prenderselo.”
Harry vide che in effetti il preside si stava dirigendo proprio nella loro direzione e, travolto da un improvviso panico, con tutte le forze che gli erano rimaste, dopo quella fantastica ma spossante giornata, si aggrappò al collo del biondino e scoppiò a piangere disperato.
“No, Principe… ti prego… ti prego… non voglio andare… non sono stanco… ti prego… voglio restare con te… per piacere… per piacere… non farmi andare via… non lasciarmi da solo… io… io… voglio stare sempre con te… Principe Draco…”
“Shh, Potty! Calmati! Non piangere. Andrà tutto bene: ci parlo io col preside. Non ti faccio andare via.” Malfoy aveva sentito una morsa allo stomaco nell’ avvertire con quanta disperazione quel piccino si stesse stringendo a lui per impedire che qualcuno li separasse e, con la stessa intensità, percepì nel suo cuore che neanche lui lo voleva.
Gli sguardi dei verde-argento del settimo anno che accolsero Silente al tavolo Serpeverde furono ostili e minacciosi, a parte quello di Pansy che era decisamente soddisfatto.
“Harry sono qui…” Cominciò Silente.
“Non mi interessa!” Draco si alzò stringendo con energia il piccolo Harry tra le braccia e non permise al preside di continuare, convinto che volesse portarglielo via.
“Ha detto che Potter è affidato alla mia custodia per tutto il tempo che rimarrà qui ad Hogwarts, e questo implica anche le notti. Quindi, vuole o non vuole, stanotte, così come nelle prossime, Potty resterà con me!” Dichiarò deciso e risoluto il biondino, pronto a sfidare chiunque avesse provato anche solo ad avvicinarsi al bimbo in quel momento.
“… per augurarle la buona notte!” Concluse pacato il preside, con sguardo commosso. “Avevo comunque già predisposto un secondo letto, nella sua stanza signor Malfoy.” Aggiunse prima di lasciare col cuore colmo di gioia quell’ immagine bellissima che era il piccolo Harry abbracciato dall’ Amore del giovane Draco.
“Potty hai sentito? Dormi con me!” Malfoy gli sussurrò dolce all’ orecchio, ma il piccino provato dalle troppe emozioni non riusciva a smettere di piangere, né tanto meno a sciogliere la morsa con cui era aggrappato al suo Principe.
Draco affondò il viso nella massa di soffici capelli del piccino e continuando a sussurrare dolci parole di conforto si avviò alle sue stanze, incurante degli sguardi attoniti e basiti dell’ intera Sala Grande.

“Non avrei mai creduto che Draco potesse rendersi così ridicolo pur di evitare l’espulsione.” Affermò irritata e indignata Pansy.
“Pansy, a volte mi chiedo proprio dove hai il cervello. Ma non lo hai capito neanche stasera? Per Salazar, mi sa che ci sono arrivati persino Tiger e Goyle!” Esclamò esterrefatto Blaise, incapace di credere che l’amica fosse così ottusa. “Draco, se stai morendo di sete, non ti passa la brocca di acqua che gli sta vicina, neanche se lo preghi in ginocchio e stasera invece quasi lo imboccava Potter! E poi non hai visto con che occhi guarda quel bambino, Pansy? Lo ha addirittura protetto col suo corpo, quando ha pensato che volessi fargli del male!”
“Tutta scena, Blaise, per convincere Silente a lasciarglielo e non avere problemi con i Grifondoro.”
“Pansy, apri gli occhi!” Le gridò Zabini sbattendo i pugni sul tavolo, per poi continuare a voce più bassa, ma volgendo uno sguardo triste verso Neville.
“Non sono l’ unico Serpeverde a soffrire d’ Amore per un Grifondoro, solo che io, a differenza di Draco, ne sono consapevole.”



N.A. Spero non vogliate linciarmi per la scena del bacio mancato, ma vi assicuro che ho pensato di scriverla per un momento più bello e speciale, ma soprattutto più intimo e non con l’intera scuola come testimone!
Kiss! Infinity19
 
  
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