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Autore: rainicornsan    29/01/2014    3 recensioni
Prequel di 'Lollipop!'.
Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'.
Dal testo:
Comunque, Michael odiava stare in casa da solo, così si constrinse a 'muovere il culo', come lo rimproverava allegramente Anna, e ad uscire.
Passeggiò a lungo, stringendosi in un leggero cappotto contro la brezzolina già gelidamente sferzante di settembre e beandosi della vista delle foglie secche a terra, del loro scricchiolio familiare al suo passaggio.
Gli piaceva l'autunno. Era qualcosa di vecchio e saggio.
(...)
E subito notò un ragazzo che sfrecciava con le dita sui tasti di un pc, interrompendosi a tratti per bere un sorso dalla tazza che reggeva con una mano.
Era appollaiato sulla sedia di due tavoli alla sua destra.
Michael quasi spalancò la bocca.
Era semplicemente meraviglioso.
(...)
Anna gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
"Ti porto a casa ora e mi faccio anche dare una mano.
Sai com'è, prima che diventi peggio. Non vorrei spaccarmi le ossa sotto la tua fanciullescamente gracile corporatura.".
"Non voglio te. Voglio lui." piagnucolò Michael.
_____________________________________________________________
Non c'è niente di più devastante di un ragazzo testardo curioso e un po' innamorato.
|preferita da 3|seguita da 8|
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'
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Ciao ❤
Eccomi qui con un altro capitolo... Buona lettura ❤


Mark uscì dal suo bar preferito, particolarmente inquieto.
Quello strano, altissimo, magrissimo e ricciolosissimo ragazzo non aveva smesso un attimo di fissarlo.
Lui odiava quando gli sconosciuti si concentravano su di lui in quel modo.
Così era uscito un'ora prima del normale.
Aveva salvato il suo libro e se ne era andato.
Persino Bobby era rimasto stupito dal suo comportamento, ma lui non se ne era curato più di tanto.

Michael uscì dal locale un paio di minuti dopo, sotto lo sguardo attento del barista che evidentemente stava decidendo
se considerarlo uno stalker maniaco che voleva uccidere il suo cliente preferito oppure no.
Risalì quei fatidici tre gradini.
Il suo istinto romantico gli suggeriva un pedinamento in pieno stile 007, ma quello meno animale lo fece rimanere buono al suo posto.
Se ne tornò a casa, insoddisfatto e un po' deluso.
Tirò fuori il telefono, scrisse ad Anna se veniva a fargli un pò di compagnia, e preparò delle carote e una fonduta al cioccolato.
Anna era strana, ok. Ma doveva ammettere che le carote e il cioccolato stavano bene insieme.
Una ventina di minuti dopo, il campanello suonò.
Lui aprì la porta, e gli occhi grigi e allegri di Anna fecero capolino insieme al resto della sua proprietaria.
Lei lo travolse in un abbraccio stritola-polmoni e lo mollò di scatto, subito dopo.
"Mikie... Guarda cosa ti ho portato!" ghignò, mostrandogli la custodia del cd de 'La Fabbrica di Cioccolato'
Michael rimase a fissare il film, in silenzio.
Dopo un minuto in cui Anna si chiese se avesse fatto o detto qualcosa di sbagliato, fece un salto e supplicò, con lo sguardo da cucciolo bastonato:
"Lo guardiamo?? Ti prego ti prego ti prego??".
Lei rise sguaiatamente per poi scompigliargli i ricci: "Solo se mi hai preparato... Oh, bravo!".
I suoi occhi si erano illuminati alla vista delle carote e del cioccolato.
Michael corse ad accendere la televisione ed il lettore, tutto contento.

Mancavano giusto dieci minuti alla fine del film e Johnny Depp stava dando il suo meglio, quando un terribile dubbio assalì Michael.
Guardò di profilo Anna e pensò a quel ragazzo. Capelli rossi e lisci.
Occhi molto grandi e pelle bianchissima. Tutti e due in quella città.
Cominciava a venirgli un sospetto.
Quando il film fu bell'è finito, chiese: 
"Anna... Quante persone della tua famiglia, maschi, con circa la mia età e con i capelli rossi vivono in questa città e dintorni?".
"Cos'è, un interrogatorio?" rise lei.
"No." disse serio lui.
"Beh, c'è solo mio fratello George.".
"Nessuno che si chiami... Mark?".
Anna lo guardò stranita, quasi sospettosa e inclinando la testa, ma infine rispose di no.
Michael tirò un sospiro di sollievo.
"Ora mi dici perchè me lo chiedi, però!" tornò a sorridere lei.
"Niente, è solo che in un bar ho visto un ragazzo simile a te, e allora...".
Non fece in tempo a finire la frase, che Anna saltò letteralmente sul divano e iniziò a strillare acutamente, mentre rideva:
"MIKIE SI E' INNAMORATO! MICHAEL HOLBROOK PENNIMAN JR SI E' INNAMORATO! MIKIE-POOH AMA MARK-QUALCOSA!".
"Non è vero!" piagnucolò Michael tentando di difendersi, "E poi non sono neanche omosessuale!".
"Mmmmmh... Ho dei forti dubbi..." lo canzonò lei.
"Ma comunque" riprese, "Meglio che non sia mio parente. Almeno non ti dovrò sopportare a tutti i cenoni di Natale!".
"Stupida!" borbottò lui.
Ma un attimo dopo stava già ridendo, e l'argomento fu appallottolato.

Michael osservò l'orologio. Le undici e tre quarti.
Anna osservò lungamente la sua aria stanca e lo prese in giro: "Mikie! Non vorrai dormire di già!
La notte è appena iniziata! Andiamo da qualche parte!".
Vedendo il suo stato comatoso ancora, e capendo che non intendeva rispondere, ridacchiò ancora:
"Mikie... Dai, fammi giocare alle bambole per un'altra volta! Ti scelgo io i vestiti e torniamo prima dell'una. Promesso??".
Alla sua domanda, Michael alzò semplicemente gli occhi al cielo e rispose: 
"Sei una bambina. Ok. Ma prima dell'una, o non vivrai abbastanza per raccontarlo.".
Anna sorrise sorniona, correndo verso la camera del ragazzo.

"STAI SCHERZANDO?" l'esclamazione di Michael fece voltare alcuni passanti.
"No, Mikie. Vedrai, è un posto molto carino, ci sono molti drink, dentro è grande e il barista è la persona più cordiale del mondo."
cinguettò Anna, guidandolo verso l'entrata di Heat of the moments.
Michael sbuffò leggermente, pregando tutti i santi in Paradiso.
Ma evidentemente nessuno lo stava ascoltando.
Il salone era gremito di gente. Ma ovviamente, al bancone, dove Anna lo stava letteralmente trascinando per un polso, ci doveva essere per forza lui.
E. E. E una. E una ragazza. Michael faticò ad articolare la parola 'ragazza' nella sua testa.
Non era triste, solo leggermente scocciato.
Ok, era tanto scocciato. Beh, cosa poteva dire.
Fortunella, pensò squadrando da capo a piedi la sua bassa statura e la rotondità del volto magro e sensuale.
Non sapeva se gli desse più fastidio il fatto che fosse una troietta bionda, la furia distruttiva dei propri pensieri su quella oppure il fatto che fosse seduta in braccio a Mark.
Proprio non riusciva a decidere.
Da aggiungere alla lista che Anna gli avesse appena porto un flute colmo di un sospettoso liquido rosato che aveva l'aria di essere
una vera e propria bomba alcolica oppure che lei stesse allegramente sorseggiando il suo e chiacchierando con la puttanella e il suo Splendore.
Osservò com'era vestito. Jeans e una normalissima t-shirt.
Sperò di non risultare ridicolo con quella giacca lucida e con quegli eccentrici pantaloni bianchi oppure antipatico perchè era rimasto in silenzio.

"Vedi, è l'una in punto!" disse allegramente -più del solito, se possibile- buttando dentro casa Michael.
"E io sono sbronzo marcio. E tu di più. E ti sei fatta dare il numero di due che non conosciamo neanche.".
Michael aggiunse cupo l'ultima frase.
"Ma cos'hai in questi giorni? Peggio di mia zia zitella mestruata! 
Un giorno ti porterò a far controllare il tuo apparato riproduttore per controllare che tu non sia una femmina!".
"Sei da rinchiudere." rise sconfitto Michael, passandosi il palmo di una mano sulla faccia.
"Ah, giusto... Muoio dalla voglia di chiedertelo da prima... E' lui la donzella di cui sei innamorato?".
"Lui. Quella puttana no di sicuro." borbottò burbero lui, un po' perchè era ubriaco ed un po' perchè non vedeva l'ora di dirglielo.
"Cavolo. Non senti le vibrazioni pagane e maligne1 che provengono da lei?" ironizzò Anna.
Vedendo il suo tetro silenzio, rise ancora e gli baciò la guancia, dicendogli: "Va' tranquillo nella notte, giovane stallone...2".
Michael alzò gli occhi al cielo, chiedendosi cosa avesse fatto di male, e rispose: 
"Prima ti cerco un taxi.".

1= Supernatural, Dean Winchester a Sam Winchester, 3x08
2= Supernatural, Ghostfacers, 3x13
   
 
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