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Autore: Lisaralin    05/03/2014    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Shar-Teel




Personaggio: Shar-Teel Dosan
Genere: Introspettivo, Azione, Missing Moments
Rating: giallo virante sull'arancione
Avvertimenti: "If it bleeds, I can kill it."


The Kinslayer

Il grande teschio dorato inciso sul pavimento sembra prendersi gioco di loro con il suo ghigno spettrale. È il sorriso superiore e sprezzante di un dio per il quale il combattimento all'ultimo sangue che si sta consumando nel tempio sotterraneo non è altro che un gioco, un semplice tassello in un disegno ben più vasto e imperscrutabile di tutti loro.
Chiunque prevalga quel giorno, lui ha vinto. Il più forte tra i suoi figli distruggerà l'altro e accrescerà il proprio potere, compiendo un altro passo sulla strada verso la resurrezione del suo divino padre.
Appoggiata alla spada puntata sul terreno, Shar-Teel riprende fiato. Porta una mano al viso per scostare i capelli madidi di sudore dalla fronte, e la ritira umida di sangue appiccicoso. Non si era nemmeno accorta di essere ferita.
Il suo avversario è a pochi passi da lei, la mano premuta contro lo squarcio sul fianco da cui sgorga un abbondante fiotto di sangue. Lo stesso sangue che arrossa la lama della guerriera, gocciolando lentamente lungo il metallo per poi colare sul pavimento. Lo stesso, e Shar-Teel non riesce a reprimere un brivido al pensiero, che scorre anche nelle sue stesse vene.
Il giovane elfo figlio di Bhaal non è l'unico ad avere un conto in sospeso con la sua famiglia, quel giorno. Con la coda dell'occhio Shar-Teel lo vede scattare con agilità per evitare i mostruosi fendenti del gigante in armatura completa, le mani illuminate dal potere della magia. Continua a gridare al fratellastro le sue frasi patetiche, come se fosse possibile tornare indietro, risolvere tutto con un abbraccio riconciliatore e un bel pianto generale. No. A volte l'unico modo per aggiustare le cose è una bella spada piantata nel petto. Quasi sempre, a dire la verità.
Torna a concentrarsi sul proprio avversario, sollevando la spada e inclinandola in diagonale rispetto al corpo. Le è indifferente chi trionfi tra i due Figli di Bhaal: lei è scesa laggiù solo e unicamente per regolare il suo conto in sospeso.
Il bastardo si rende conto di essere spacciato, glielo legge negli occhi scuri dilatati dal dolore e così disgustosamente simili ai suoi. Vigliacco come al solito ha preferito tenersi a distanza nelle prime battute del combattimento, scagliando frecce incendiarie sotto la protezione del suo maledetto anello dell'invisibilità. Ma un incantesimo della maga selvaggia ha dissipato le sue difese magiche, e un fendente della spada di Shar-Teel gli ha spezzato il dannato arco in due, aprendogli la ferita sul fianco. I suoi compagni, impegnati a fronteggiare il resto del gruppo dall'altro lato della grande sala, non possono aiutarlo in alcun modo.
La preda è tutta sua. Un sorriso feroce le deforma il viso ricoperto dai tatuaggi mentre divora in due falcate lo spazio che li divide, pronta a vibrare il colpo fatale.
“Shar... Shar-Teel... “
La nota supplice nella voce del bastardo le fa venire i conati di vomito, e sentirlo pronunciare il suo nome ancora di più.
“Come, non fai più la voce grossa ora?” lo deride, sprezzante.
Certo, è facile prendersela con una bambina. Strapparle di mano la spada con cui si allena di nascosto, stordirla a forza di schiaffi. Segregarla in camera per settimane intere perché non è in grado di comportarsi come “una fanciulla perbene”.
Ma la bambina ora è diventata donna, e domanda vendetta.
“Io... io vi ho lasciati andare... “ balbetta ancora lui, il corpo scosso da un tremito. “In nome del nostro legame di sangue... ho chiuso un occhio, vi ho fatti fuggire dalle prigioni... “
“E hai commesso un errore.” taglia corto lei. “L'ultimo della tua vita.”
Il dardo incantato erompe debole dalle dita del bastardo, un tentativo di difesa patetico quanto inutile. Non è più doloroso dell'ultima puntura di un insetto morente.
La mano che ha lanciato l'incantesimo viene tranciata per prima, lasciandosi dietro un urlo disumano e una scia di sangue che le schizza sul viso e sugli abiti. Il bastardo crolla in ginocchio, e Shar-Teel gli pianta la spada dritta in mezzo alle costole, trapassandolo da parte a parte.
Lo guarda negli occhi mentre la vita fluisce via dal suo corpo insieme a un fiume di sangue, assapora ogni istante dell'agonia incisa nei lineamenti del suo viso stravolti dal terrore. Persino nell'abbraccio della morte il bastardo non smette di fissarla con il suo ridicolo sguardo supplichevole.
Gli uomini sono patetici, e suo padre lo è più di chiunque altro.
  
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