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Autore: _Nikita_    18/03/2014    0 recensioni
Michela è una ragazza frequentante il liceo linguistico, inutile dire che ama viaggiare. Il suo primo viaggio all'estero senza la famiglia si rivelerà straordinario non solo per il viaggio in sè ma anche per le persone che incontrerà, una in particolare decisa a rubargli il cuore...
"Non ci abbracciamo. Non camminiamo per mano. Non incrociamo i nostri sguardi. Osserviamo ciò che ci sta intorno. Siamo l'ombra l'una dell'altro anche se non camminiamo vicini. La distanza è quella giusta. Sono i nostri corpi a parlare per noi. I fianchi e le spalle condividono l'attrazione che ci unisce, ma le mani tradiscono una certa timidezza. Non sappiamo cosa siamo. Due anime immerse nella luminosità delle loro vite che si sono incontrate, per caso o per destino. Non sanno neanche loro che succederà. Camminano insieme, nè vicine nè lontane. Forse sono una coppia, forse lo saranno, ma ora non importa. Ciò che importa è che ora sono insieme, due anime accecate dalla luce dei loro giorni migliori. Sì, ora l'ho capito: non importa quello che succederà -che sia tra un minuto, domani o tra una vita- la cosa importante è essere insieme, ora."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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"Molto di più
Dura l'eco di
Piccole sorprese"
Anonimo

"A volte il 
Destino ha più
Fantasia di noi."
Anonimo
 
Alla piccola Sally che ora corre libera, sulle alte spiagge infinite, oltre le nuvole.

Sonia porta il te in tavola e l'aroma dell'infuso si estende, portando con se racconti di altre vite. Storie lontane e diverse, che sanno di cannella e fiori, di colori accesi e musiche di tamburi, di libertà e voglia di vivere. 
Sonia continua a parlarmi di come vorrebbe che disegnassi i muri della mansarda, il suo regno. Dice che si fida di me, del mio buon gusto e della mia creatività. Ho solo limiti nei colori: niente rosa e simili. Per il resto ho carta bianca. 
-Allora userò il mio metodo di lavoro preferito- rialzo il naso dalla tazza -Accendere la musica, chiudere gli occhi, riaprirli e vedere che succede! -
-Mi piace già un mondo! -
-Comunque non è giusto! Sono gelosa! Voglio qualcosina anche io! -
La madre di Sonia ci interrompe, portando con se il profumo dell'incenso che è perennemente acceso in camera sua.
-Mettiti in fila, ma! -
La riprende la figlia con tono serio. 
-Tutto quello che vuoi Ava-
-Ma ci sono prima io! -
Ci ricorda ancora una volta Sonia.
-Che noia! -
Al gesto eloquente di Ava mi scappa una risata, e Sonia mi guarda e poi alza gli occhi al cielo. 
-Comunque senza fretta, Michi e ovviamente tutto a pagamento! -
-Non scherziamo! Non voglio vedere neanche una lira! -
Ribadisco convinta.
-Diciamo davvero-
-Almeno i materiali! -
Continuano madre e figlia.
Il discorso va avanti per un po', finchè Ava non sbianca.
-Accidenti! E' tardissimo! Sono in ritardo come al solito- sbuffa posando la tazza nel lavandino -Un bacio gioie mie! A dopo cuore di mamma! -
Ci saluta correndo fuori di casa. 
Sonia e sua mamma si assomigliano in ogni cosa, tranne che nell'aspetto -Sonia deve aver preso da suo padre che non ha mai conosciuto e di cui Ava non le parla mai. Sembrano essere due amiche, da quanto si divertono insieme. Mi piace stare con loro, sono travolgenti. 
-Come stai piccolina? -
Sonia mi guarda con aria dolce e capisco subito che questo 'come stai?' è rivolto al mio cuore. 
Anche se i miei pensieri vorticavano da tutt'altra parte, penso immediatamente a lui. E' troppo facile tornare a pensargli. Talmente semplice che anche quando sto pensando ad altro, certe volte, il suo viso si affaccia tra quei altri pensieri che svaniscono immediamente, per fare posto a lui. E' come se fosse entrato in una stanza della mia mente, sprovvista di porta e con i muri di vetro, contro cui vado a sbattere quando vago tra i miei pensieri. 
-Io bene. Alla fin fine, dopo sabato non è cambiato nulla-
Rispondo tranquilla. 
-Domenica Samu è venuto qui e abbiamo chiacchierato un po'- Non è un avvenimento che Samu sia venuto qui, anzi, la casa di Sonia è un po' la nostra casa base. Anche che abbiano chiacchierato è del tutto normale, sono amici molto intimi. Quello che mi lascia così in sospeso è il peso che Sonia ha dato a tutto ciò. Ha soppesato le parole una per una. Ed è proprio per il peso di queste parole che ora non riesco ad aprir bocca. -Mi ha parlato di sabato-
Continuo ad ascoltarla. Voglio che prosegua, ma non riesco a dirglielo.
-Intanto hai detto davvero delle cose bellissime-
Sorride. Anche io sorrido. Anche Samu aveva sorriso.
-Samu è rimasto sorpreso, me ne ha parlato per delle ore... mi ha detto molte cose- Sonia sembra mettere a posto tutte quelle parole, sceglierne alcune e lasciarne altre nascoste. -Forse non dovrei dirti niente o forse dovrei dirti tutto, non so. Vi voglio troppo bene a entrambi! Ma una cosa te la ripeto: Michi, tu hai molte possibilità, più di quante tu creda. Io ci avevo visto lungo da subito, l'hai colpito davvero...-
-Sì, ma lui non crede ai colpi di fulmine-
Sospiro incrinando la superficie rossastra del te, che ora sembra mossa dai brividi di una leggera brezza.
-Sì, ma lascia perdere sta cosa. Tu ora puoi dimostrargli cosa il colpo di fulmine gli ha illuminato, fagli vedere come sei, in fondo lo sa già, ti ha già vista, deve solo esserne sicuro. - 
-Sì, va bene. Ma lui cos'è che ti ha detto? -
-Vedi Michi, Samu è un gran bravo ragazzo, ma ha le sue idee ed è più testardo di un mulo su certe cose. Talmente tanto che non riesce quasi mai a capire quello che vuole, finchè non lo perde. Ma io lo conosco abbastanza da capire tutto prima di lui e beh... voi due sareste perfetti! -
-...ma? -
C'è sempre un 'ma' e i 'ma' sono sempre quelli che ti fregano.
-Ma è un momento particolare, di cambiamenti e decisioni difficili. So che tu saresti disposta ad aiutarlo e lo accompagneresti per la sua strada, ma lui non sa manco cosa vuole da se stesso, figuriamoci da una ragazza... -
Le parole di Sonia mi attraversano, lasciandomi notevolmente confusa. Se ci sono tutti sti problemi io come faccio ad avere un briciolo di possibilità?
-Comunque, ripeto, io conosco il suo cuore ed il tuo seme, come l'hai chiamato tu sabato, sta maturando. Fidati. Samu è così, dagli tempo. Può anche decidere di mandare tutto all'aria e invece che seguire la ragione, torni ad ascoltare un po' di più il cuore. Sarebbe quasi ora. Tu continua così, gioia-


-.-.-.-.-.-


Il mare è mosso, furioso. Divora la costa con la sua forza innarestabile. La sabbia è umida, compatta. Si attacca ai jeans, inumidendoli appena. 
Holly continua a correre avanti e indietro, poco lontano da dove siedo io. Gioca con le onde. Più si spinge avanti, ad ogni ritirata dle mare, più corre veloce per scappare al nuovo attacco. 
Il vento grida, la spiaggia è deserta. Si notano solo due aquiloni, lontani, in balia del cielo grigio. 
Delle note malinconiche escono dalla finestra di uno dei palazzi, che si affacciano sulla spiaggia. E danzano con le urla del mare e i brontolii del vento. 
Un altro cane ci raggiunge di corsa, menando la coda per aria in segno di saluto. I due labrador si annusano, mentre mi alzo raccogliendo il guinzaglio. Sembrano andare d'accordo, ma è meglio avvicinarsi. Sono dello stesso colore, un bel miele chiaro e caldo e hanno lo stesso musetto dolce da bambina. Ho come la sensazione di aver già visto quel cane. Un fischio lungo e ben definito richiama l'attenzione del labrador ed anche la mia. Mi volto per seguire la corsa del cane, ma il vento dispettoso mi butta i capelli in faccia. Quando finalmente scorgo la figura, ancora lontana, del padrone il mio cuore trema senza un motivo. Solo quando è più vicino, comprendo ciò che il mio cuore, da solo, aveva già intuito. Il suo profumo fresco come la neve ma intenso come il mare, che sa di pino e muschio, lo precede sul vento, che mi porta la sua voce allegra di un saluto che è come una carezza. 
Ci sediamo sulla sabbia fredda. Restiamo in silenzio ad osservare il mare che abbraccia cielo e terra, scatenando le urla di gelosia del vento. L'imbarazzo riempe i nostri sguardi, persi sullo stesso orizzonte. Nessuno dei due aveva pensato di incontrarci così, è stata una soprpresa dle destino. Chissà se stava già pensando a me. Io sì, pensavo a lui e all'oceano che in Irlanda ci fermavamo ad ammirare insieme, come ora. 
Il silenzio persiste, addolcito dalla stessa malinconica melodia che già prima, mi faceva compagnia. 
Devo buttarmi alle spalle le parole di sabato, i discorsi di Sonia ed essere solo me stessa. 
-Forse i miei per Natale mi regalano una chiatarra nuova. Almeno Pippo non si lamenterà più di come è malridotta quella che ho ora- Gioca con un bastoncino, disegna svogliatamente dei ghirigori sulla superficie scura della sabbia. Di tanto in tanto sorride con leggerezza. -Dice sempre che non posso continuare a suonare con una chitarra del genere e in effetti non ha tutti i torti... specialmente in vista dei live-
So che dovrei prendere la palla al balzo, per crearmi la mia possibilità di passare del tempo con lui. Ma la mia timidezza non mi lascia scampo. Ecco che il vento sembra leggermi l'anima ed abbandona la sua lotta col mare, per cercare di darmi una spinta e infondermi il suo coraggio e donarmi la sua voce, in grado di entrare nella carne e nelle ossa di chi l'ascolta. 
-mi piacerebbe vederti suonare, una volta... -
Il vento trasporta le mie parole, nate così, da un pensiero. 
Torno mentalmente alla sera di Halloween. Avrebbe dovuto suonare come ad ogni festa, ma quella volta ha dato forfait. 
-Vedermi o sentirmi? -
Scherza con un sorriso furbo e ammicante che mi getta nel panico. 
-Io... beh... mi piacerebbe sentirti suonare, ma se mentre suoni ti vedessi anche non mi dispiacerebbe-
Azzardo senza guardarlo, per cadere nell'erba dei suoi occhi. 
Lui sorride e per guardarmi meglio piega la testa da un lato.
-Simpatica- Sussurra continuando a sorridere, muovendo appena le labbra. -Ma lo intendi come un appuntamento? -
Colgo il riferimento al discorso di sabato sera e ricado nel panico. Cosa posso rispondere? Certo che vorrei avere un vero appuntamento con lui, però non vorrei fare il passo più lungo della gamba e poi da cosa si decide se è un 'vero appuntamento' o solo un'uscita? Se lui non volesse? 
-Non è che non voglia, eh! - Si affretta ad aggiungere. -Solo che devo prepararmi psicologicamente- 
-Psicologicamente? E che sono, una psicopatica? Così mi offendi! -
Sto al suo gioco, mentre tutta la pressione si scioglie. 
-Ahahah! Ma va'! Ma non ti credere che la timidezza sia solo un problema tuo-
Samuele torna serio, ma mi guarda con il sorriso sulle labbra. Un sorriso che sì, nasconde un velo di timidezza. Una timidezza che non avevo ancora notato perchè ben nascosta dalla sua spontaneità. 
-Beh che ne dici di domani alle quattro? Potresti venire in saletta, così puoi sia vedermi che sentirmi-
Aggiunge con un occhiolino.
-Direi che mi sembra perfetto! -
-Cosa preferisci fare poi? Passeggiata o cinema? -
-Ma come, non vengo a sentirti suonare? Non ti seguo-
-Sì, ma dopo usciamo! -
Afferma con un sorriso convinto.
-Quindi devo intenderlo come un appuntamento? Sai, devo preparami psicologicamente! -
Lo prendo in giro a cuor leggero.
-Come un appuntamento dici? Perchè no! -
Quest'ultima affermazione mi coglie di sorpresa, come il tuono che ha preceduto il lampo, che ora squarcia il cielo sulle nostre teste.
-Mi sa che è meglio correre al riparo, qui la doccia è assicurata! -
Esclama Samu alzandosi e prendendomi per mano. 
Le due cagnette ci guardano, spaventate dal tuonoche col suo forte fragore ha interrotto i loro giochi. 
-Sally, andiamo! -
Samuele richiama il labrador senza ottenere risultati. Mentre la mia piccola mia corre incontro sculettando.
-La solita testona-
Si lamenta.
-Sally! Dai, vieni qui! -
Urla mentre inizia a piovere.
-Se vuoi ho dei biscottini in borsa, magari funziona...-
-Speriamo! Quando piove, non c'è verso di farla stare in casa! -
-Sally! Vieni, ho una cosa per te! -
Grido, frugando nella borsa. 
Quando tiro fuori il biscottino, Sally è seduta davanti ai miei piedi con aria furba. 
-Mettile il guinzaglio- 
-Farabutta! -
L'ammonisce Samu, mentre lei si rosicchia il suo buon biscotto. 
-Siamo donne, ci comprendiamo a vicenda! -
Un nuovo tuono scuote il cielo e la pioggia si fa più serrata. 
Alzo la testa e Samu mi prende per mano.
-Corri! -
Lo seguo fin nell'androne di un portone lì vicino, dove ci fermiamo. In poco tempo ci siamo infradiciati completamente.
Samu mi guarda e ride, ravvivandosi i capelli bagnati. 
-Che c'è? -
-Sei zuppa! -
-Anche tu, sai? -
Ridiamo insieme, scuotendo la testa. 
-E ora? -
Chiedo stupidamente.
-Ora saliamo, ci asciughiamo per bene e quando spiove ti accompagno a casa.-
Mi guardo intorno. E così abita in questo palazzo, a cui passo davanti quasi tutti i giorni. Chi poteva saperlo? 
-Ma no, dai, non voglio aprofittarne-
-Ma sei scema? Di cosa, poi! Dai, entra! - 
Mi invita con un sorriso.
-Grazie- 
Rispondo a bassa voce. 


 
Perdonate questa lentezza infinita nell'aggiornare, ma sono agli sgoccioli con la fanfiction sui Guns'n Roses (se qualcuno fosse interessato si intitola Juliette's Roses e la può trovare sulla mia pagina), che mi sta prendendo un sacco di tempo ed energia! Quindi per avere degli aggiornamenti più decenti, mi spiace, ma dovrete aspettare che concluda quella, dato che sta procedendo più spedita. 
Spero che nostante ciò ci sia qualcuno che continuerà a leggere questa piccola storia.
Questo capitolo ha una dedica speciale, è per la piccola Sally che è scomparsa qualche mese fa e che amava tanto correre in spiaggia sotto la pioggia! 
Spero vi sia piaciuto, a presto Nikita ;)
  
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