Arrivai di fronte all'appartamento che avevo preso in affitto con i soldi guadagnati al lavoro, all'appartamento accanto stavano facendo una festa, odio le feste, spero che non ne facciano di frequente.
Presi le chiavi e aprii la porta, era un piccolo appartamento, ma molto carino, entrai lasciando la borsa all'entrata, chiusi la porta a chiave per stare il più lontano possibile da tutto quel baccano.
Entrai nella camera da letto, mi sedetti sulla panca che stava sotto la finestra e mi levai le scarpe, per un momento girai la testa guardando fuori dalla finestra, i miei occhi vennero attratti dalla finestra di fronte, mi incuriosiva vedere quello che facevano i ragazzi della mia età, mi piaceva pensare che un giorno anche io avrei fatto quello che facevano loro, magari non in quel modo. C'era gente che limonava ovunque, pensai che magari, il giorno seguente quelle persone non si sarebbero neanche salutate. Guardai tutta quella gente sudata strusciarsi tra di loro, lo chiamavano ballare, ma non assomigliava minimamente ad un ballo.
Mi strinsi le gambe al petto appoggiando la testa sulle ginocchia, chiudendomi a riccio. Nessuno si accorse di me, d'altronde ci ero abituata. Vidi un biondino incrociare il mio sguardo, avvampai immediatamente, si avvicino alla finestra di fronte la mia e alzò la mano in segno di saluto. Mi guardai attorno per vedere se c'era qualcun'altro nel mio appartamento che lui stava saluando. No, ero sola. Arrossii più di quanto non avevo già fatto. Ridacchiò di poco per la mia reazione, mentre io alzai la mano per salutarlo. Con un gran sorriso mi fece segno di andare da lui alla festa, feci segno di no con la testa abbassando lo sguardo, lui insistette e scossi di nuovo la testa alzandomi dalla panca e prendendo in braccio Oreste, il mio gatto, il mio migliore amico. Mi sedetti sul letto salutandolo di nuovo, lui mi sorrise e alzò le spalle per un instante, poi scomparve tra la folla. Mi stesi sul letto coprendomi con una coperta, mi addormentai poco dopo abbracciando Oreste.
Mi svegliai qualche ora dopo a causa del forte rumore alla porta, qualcuno bussava in modo violento, nel cuore della notte . Mi alzai velocemente andando ad aprire e mi ritrovai faccia a faccia con Trevor.
« Oh, no »
Sussurrai preoccupata.
Mi prese per un braccio entrando e chiudendo la porta dietro di se.
« Già, fai bene a preoccuparti. »
Chiuse la porta a chiave, poi si girò verso di me e mi spinse un paio di volte fino a farmi incampare nello scalino. Avevo paura, ma ormai ero un pezzo di ghiaccio, solo un oggetto da prendere a pugni quando si è nervosi. Iniziò a picchiarmi con un paio di schiaffi, e ormai non potevo più scappare.
« Perchè non mi hai detto che te ne saresti andata ? Eh !? »
Iniziò a gridarmi contro e a darmi calci. Ero a terra con le gambe la petto e la testa fra le braccia per alleviare la botta.
« S-Scusa, non volevo, mi dispiace tanto »
Dissi piano, lui mi tirò i capelli scomponendo la mia posizione protettiva. Mi diede un calcio e si fermò. Si avvicino al mio orecchio.
« Puttana »
Mi sussurrò in modo aspro, per poi alzarsi e andandosene sbattendo la porta.
Rimasi stesa a terra e mi rannicchiai dondolandomi cantando una ninna nanna che mi cantava sempre mia madre, amavo quella canzone, mi rassicurava.
Ciao a tutte, lettrici !
Premetto che questa è la prima FanFiction che metto su EFP
e lo so che inizialmente è tutto molto confuso, ma capirete di più nei prossimi capitoli.
Non mi apetto che la storia faccia successo, ma spero che piaccia a qualcuna.
XoXo
- Francesca.