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Autore: Summer11    24/03/2014    4 recensioni
Dai vari episodi..
[..]"E' una zingara, peggio per lei che sta qua in mezzo alla strada." Stavo per rispondere di malo modo quando quell'uomo mi riconobbe. "Ma tu sei Justin Bieber" Subito lo guardai "No si sbaglia! Ci cascano tutti, gli assomiglio e basta. Non credo che il vero Justin Bieber passi per queste strade" [...] Nessuno doveva sapere delle mie uscite private. Mi voltai verso la bambina e mi inchinai alla sua altezza "Tutto bene?" Lei mi guardò un po' spaesata e impaurita [...]
[...] Parcheggiai la macchina in garage e mi avviai all'entrata di casa quando vidi la mia regina seduta sugli scalini con la schiena poggiata al muro. Subito corsi da lei "Sel, tesoro, cosa è successo?" [...]
[...] Justin: E' FORSE SBAGLIATO? E' FORSE SBAGLIATO AMARE UNA PERSONA PIU' DELLA TUA STESSA VITA SELENA?
[...] Selena: Starai meglio senza di me! Te lo assicuro. Ciao Justin[...]
[...] Guardai mia madre abbastanza perplesso "Quando arriverà e come si chiama?" "Arriva dopodomani e si chiama Chantal. Arriva dalla Francia" "Sia chiaro mamma, lo faccio solo per te!" Lei sorrise "Sarà per poco tempo, non preoccuparti, non interferirà con il tuo lavoro."
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=vcwHeE4kDxk
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Selena Gomez, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Everything’s gonna be alright
Capitolo 2



Decisi di indossare una felpa larga, dei jeans e delle adidas rosse. Avevo solo l’imbarazzo della scelta. Comunque tornai in salotto e con mamma trovai David, la mia controfigura. Mentre lui usciva circondato dalle mie guardie del corpo per attirare l'attenzione dei paparazzi, io sarei uscito dal cancello secondario sulla mia favolosa moto. David mi guardò. "Sai, è cool interpretarti" lo guardai sorridendo "E' cool anche essere me, però a volte mi sento soffocare." Mamma s'intromise "E ha bisogno di uscire per conto suo". David ci guardò "Posso solo immaginarlo. Allora che roba mi devo mettere?" guardai mia madre "Mamma lo aiuti tu?". Lei annuì io salutai e andai in garage, mi misi il casco e aspettai il segnale della mamma. Io e David dovevamo uscire nello stesso momento altrimenti tutti avrebbero capito il trucco. Non avevo mai frequentato la periferia di Los Angeles, in un certo senso ero anche curioso. Sentii il cellulare suonare, era il segnale, saltai sopra la moto e partii. Uscito da casa mi voltai velocemente e vidi la folla ammucchiarsi sulle mie guardie del corpo. In quel momento ero felice di non essere là. Feci chilometri, mi piaceva la velocità, mi piaceva la sensazione di libertà che provavo quando acceleravo. Arrivai in periferia e in quella strada in particolare non c'era anima viva. Parcheggiai, mi tolsi il casco e misi il cappuccio. Distrattamente entrai in un locale che cadeva letteralmente a pezzi. L'insegna penzolava da un lato, se si fosse staccata avrebbe ucciso qualcuno. Meglio entrare velocemente, non volevo essere il tizio tanto sfortunato. Da fuori non si riusciva a vedere ciò che c'era dentro seppur porte e finestre erano di vetro, infatti erano coperte di fango, polvere e altra roba a me sconosciuta. Entrando il panorama non migliorava, continuava ad essere sporco e buio. Funzionavano solo due lampadine che non erano neanche potenti. Subito la mia attenzione fu catturata da degli ubriaconi sdraiati sui tavoli. Ma in che razza di posto ero finito? Sicuramente non mi avrebbero mai trovato lì, perciò non era poi tanto male. Il mio volto a quella vista e a quell'odore si trasformò in smorfie schifate. Il barista mi vide entrare e mi salutò. "Salve ragazzo" "Salve" risposi semplicemente. Ero veramente sorpreso. Quell' uomo sapeva chi ero? Sembrava non conoscermi. Mi sedetti al bancone e lui continuò a fissarmi. "Cosa prendi?" "Una Red Bull". Non ci pensai molto, era da tanto che non ne bevevo una. Lui mi servì. Era un vecchio, avrà avuto più o meno 75 anni. Mi versò la Red Bull in un bicchiere col ghiaccio, poi riprese a fissarmi, il che mi fece innervosire. Aveva capito chi ero? Se si, perchè non me lo diceva e basta?! La sua voce ricatturò la mia attenzione. "Che cosa ci fa un bel giovanotto come te da queste parti?" Feci spallucce. "Non so. Volevo stare lontano dal resto del mondo" "Ci sei riuscito direi. Questo è un posto dimenticato da Dio" Non capivo perchè parlasse così. "Ma questo è il suo locale?" "Purtroppo lo è." Lo disse con un tono sprezzante, continuavo a non capire. "Come ha fatto a ridurlo in questo stato? Insomma è pietoso!" Lui rise probabilmente apprezzando la mia sincerità. "Non posso darti torto". Bevetti un sorso di Red Bull e lo guardai "Ma qui è sempre così? Cioè ogni giorno?" Io e il vecchio ci guardammo intorno, poi lui rispose "Si, a tutte le ore ragazzo" Che tristezza, pensai poi continuai " E lei non può fare qualcosa per migliorarlo?" "A quale scopo?" Rispose lasciandomi spiazzato e continuò "Qui non viene mai nessuno, non ne varrebbe la pena. Sarebbe soltanto un grosso spreco di tempo e di denaro." In quel momento mentre io bevevo un altro sorso di Red Bull qualcosa catturò l'attenzione del vecchio che guardò verso l'entrata, così mi voltai anche io. La porta faticava ad aprirsi ma dopo un ultimo sforzo si spalancò. Fu in quel momento che la vidi e per la prima volta vidi quei suoi occhioni celesti. Sembravano così tristi e arrabbiati allo stesso tempo. Il vecchio sorrise "Ciao girasole, il bagno è libero". Non era più alta di un metro e i capelli ricci color biondo cenere le arrivavano alle spalle ossute, come tutto il suo corpicino del resto. Non capii da dove prese la forza per aprire quella porta pesante. La bambina lo guardò senza sorridere e senza mostrare emozioni. Senza dire una parola si avviò verso quello che molto probabilmente doveva essere il bagno. Io guardai il barista senza dire nulla e lui mi spiegò "Non chiedermi chi sia ragazzo perchè non ne ho la minima idea. So solo che da circa un mese qualcuno la molla all'angolo della strada in modo che chieda le elemosina. Qui entra raramente, non cerca niente. Penso che venga qua dentro quando è al limite e le scappa. Entra senza dire una parola, va in bagno e riesce come un fantasma. Ho provato tante volte a parlare con lei, ma mi ignora!" Lo guardai "Dici che è una zingara?" "Probabilmente. Non so nemmeno quanti anni possa avere". Secondo me aveva un'età molto vicina a quella di Jazzy e Jaxon. Bevetti l'ultimo sorso di Red Bull e diedi il bicchiere al barista quando poi vedemmo la bambina uscire dal bagno e poi uscire dal locale. Mi passò più vicina e notai la sua carnagione un po' più scura della mia e i capelli non erano tanto puliti. Notai anche la sua pelle d'oca. Doveva congelarsi là fuori. Indossava solo una maglietta a maniche corte blu da uomo troppo grande per lei, infatti le arrivava alle ginocchia e poi dei leggings viola strappati sul ginocchio destro e al contrario della maglietta sembravano troppo piccoli per lei, infatti le arrivavano a fine polpaccio tenendo scoperte le caviglie e ai piedi portava delle infradito scolorite e piene di terra e sporcizia come i suoi piedini. Mi faceva una tenerezza incredibile, è proprio vero a volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati. Il vecchio ricatturò la mia attenzione. "La lasciano in questa strada ogni giorno dalle 7:00 del mattino alle 21:00 di sera." Lo guardai "Mi fa una pena" "La fa a tutti" rispose lui guardando gli ubriaconi nel suo locale. Erano in tre, uno in ogni tavolo poi continuò cambiando argomento “Quanti anni hai ragazzo?” “Venti” risposi. “Sei nel pieno della tua giovinezza. Studia e divertiti altrimenti finisci per diventare come me!” Soffocai una risata, lui non aveva la minima idea di chi io fossi e la cosa mi elettrizzava molto. Sarà stato pure un vecchio ma almeno potevo parlarci come una persona normale. Tutto sommato mi piaceva stare lì, togliendo il brutto odore e la scarsa pulizia. Pensavo proprio che ci sarei tornato. Lo guardai “Certo, lo farò. Lei però deve fare un’altra cosa” Mi guardò curioso. “Cosa?” “Si affretti a riparare quell’insegna. Potrebbe cadere in testa a qualcuno.” Risi e rise anche lui “Aspetterò che cada. Io sono troppo vecchio per ripararla e non ho un soldo per pagare qualcuno.” Ok, la mia bocca non era collegata al mio cervello in quel momento. Parlai senza pensare. “Gliel’aggiusto io se vuole!” Mi guardò. “Sei sicuro? Io non posso pagarti” No, non ero sicuro per niente, non sapevo nulla sul come riparare un’insegna. Mi diedi immediatamente dell’idiota, ma ormai il danno lo avevo fatto. Avrei trovato una soluzione. Sorrisi, i suoi occhi speranzosi mi fecero pena. “Non si preoccupi, non c’è bisogno di pagarmi. Lo prenda come un favore.” Lui sorrise “Grazie ragazzo!” “Si figuri” risposi. "Vuoi qualcos'altro da bere?" "No grazie, credo tornerò a casa ora. Ci vediamo presto." Mi alzai e presi il casco. "Arrivederci." Mi salutò il vecchio dalla barba bianca e gli occhi grigi. Uscii dal locale e vidi la bambina all'angolo della strada che seguiva un tizio alto che portava a spasso il cane che non era proprio buono. Lo vidi ringhiare alla bambina e corsi lì. Mi misi tra la bimba e il cane e urlai "VUOLE STARE ATTENTO AL SUO CANE?! C'E' UNA BAMBINA QUI." Il tizio si voltò scocciato "E' una zingara, peggio per lei che sta qua in mezzo alla strada." Stavo per rispondere di malo modo quando lui mi riconobbe. "Ma tu sei Justin Bieber" Subito lo guardai "No si sbaglia! Ci cascano tutti, gli assomiglio e basta. Non credo che il vero Justin Bieber passi per queste strade" Lui mi guardò riflettendoci un po'. "Beh allora fatti gli affari tuoi ragazzino, torna a fare i compiti." Decisi che non ne valeva la pena e lo lasciai andare via con il suo stupidissimo cane. Non potevo espormi di più, avrei rischiato troppo. Nessuno doveva sapere delle mie uscite private. Mi voltai verso la bambina e mi inchinai alla sua altezza "Tutto bene?" Lei mi guardò un po' spaesata e impaurita, indietreggiò fino a sbattere al muro di una casa. Si sentì in trappola i suoi occhi dicevano che voleva scappare. La vidi tremare. "Hai freddo? Vuoi la mia felpa?" La levai e mi avvicinai a lei. Pessima mossa. Lei completamente presa dal panico cercò di spingermi e corse via. La seguii dietro l'angolo ma non la vidi più, era sparita nel nulla. Mi rimisi la felpa, indossai il casco e tornai alla moto, ci salii e tornai a casa pensando ancora a quella bambina.
 

Heiii genteee :)
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Che ne pensate? Adoro la premura di Justin. Ve lo dicevo che era una storia particolare :P
Scrivere questa storia è un po' difficile per me, ma mi ci sto abituando almeno un po'.
 Comunque so che è solo il secondo capitolo e magari avete un po' le idee confuse ma potreste lasciare qualche recensione? Che faccio la continuo questa storia? Ora mi dileguo, spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
 Un bacio Sum <3 <3 <3

  
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