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Autore: kingblade    25/03/2014    1 recensioni
Un' esplosione. Un ragazzo. Un gruppo di ribelli. Una minaccia per l'umanità.
Prima di leggere , vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto questa storia . Sono riuscito ad arrivare a 100 visite , veramente tante ! Quindi volevo dirvi : grazie , grazie mille. Mi sono iscritto anche ad un altro sito di scrittura (link :http://it.20lines.com/profile/79944). Pubblicherò anche lì i miei racconti, tuttavia potrei scrivere più racconti singoli su questo sito che su EFP. Beh, che dire, ancora grazie mille ! Ci vediamo al prossimo testo ! ;)
ancora una cosa , la serie non è ancora finita ma , viste le visite e le recensioni , dopo Ride for a fall pensavo di scrivere una serie su Dope ! Non siate delusi se non pubblicherò costantemente i capitoli ma la scuola in questo periodo è veramente..una scocciatura T.T e devo pensare prima al dovere che al piacere (purtroppo T^T) . Scusate per questo piccolo inconveniente e ancora grazie mille ! Ciao !
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Silenzio. Ogni cosa era inghiottita dal silenzio. Poi una nuova sensazione . Rumore . Era lieve ma , col tempo, andava aumentando.  Due voci andavano distinguendosi. Un uomo e una donna stavano discutendo animatamente. Erano agitati, spaventati. Passi. Quei due erano scappati .
Ma da cosa ?  Chi erano quelle persone ? E dove era finito ? Era ancora vivo ?


Jack si svegliò. O almeno aprì leggermente gli occhi. La luce lo investì in pieno. Gli bruciarono gli occhi . Quando riuscì a vedere nitidamente , si accorse di essere in una stanza d’ospedale. Circa.  Era disteso su un lettino . La stanza era piccola, ma ben illuminata. Però non c’erano macchinari. Si girò verso la finestra . Fuori il giorno andava scemando , lasciando posto alla notte. C’era uno scaffale alla sua destra . Vi erano una sveglia , un pacchetto di medicinali . La sveglia indicava le 18:20. Guardò la scatola. Sopra c’era scritto “Roipnol”.  Era leggermente stordito. Ma la cosa più preoccupante era che non sapeva né dove si trovava né perché si trovava in quel luogo. Guardò fuori dalla porta a vetro della stanza . Un’infermiera stava camminando. Gli cadde il telefono dalla tasca dei pantaloni e si chinò per raccoglierlo. Nell’alzarsi sollevò leggermente lo sguardo verso di lui. Fu un istante. Il telefono gli ricadde nuovamente di mano. Aveva gli occhi sbarrati dalla paura. Si portò le mani alla bocca. Si girò alla sua sinistra e premette un pulsante sul muro. Si accese una sirena nella sua stanza  e un suono  terribilmente acuto risuonò in tutto l’edificio. Era un allarme.  Jack era confuso e spaventato. Che cosa stava succedendo ? Perché quella donna era tanto spaventata da lui ? Che motivo c’era di dare l’allarme ? Si alzò dal letto e poggiò i piedi per terra. Era allungato parecchio. Almeno  5  cm. Si guardò intorno . Non c’era il bagno. Per fortuna  trovò  sul  comodino  di prima uno specchietto. Rimase shockato. Per poco non gli cadeva di mano lo specchietto. Non si era solo allungato. Era cresciuto. Solo che a lui pareva di aver dormito una, due orette massimo. I capelli erano corti : qualcuno doveva averglieli tagliati mentre era addormentato. Sul mento aveva già una barbetta precoce.
Ma ciò che lo colpì di più era l’occhio sinistro. Sopra di esso vi era una cicatrice abbastanza lunga da attraversare l’intero occhio verticalmente. Saranno stati 2 cm e qualcosa di lunghezza. Sembrava profonda ma l’occhio era intatto. Notò qualcosa di strano  nell’iride . Questa volta gli cadde veramente lo specchietto di mano. L’iride dell’occhio sinistro era completamente rossa. La cosa lo spaventò a morte stava per svenire. Ma non ne ebbe il tempo. La porta dell’edificio venne sfondata e un gruppo di uomini armati fece irruzione. Doveva andarsene di lì e alla svelta. Uscì dalla stanza . Il corridoio era deserto . “Sono scappati tutti” pensò.  Jack notò una piantina dell’edificio. La struttura era alta tre piani, piano terra escluso. Si trovava al terzo. Sentì i soldati salire le scale. Doveva escogitare qualcosa. Molto frettolosamente aprì la prima stanza che trovò in giro e ci si infilò. Era piena di scope, medicinali e altri arnesi inutili. “E’ uno sgabuzzino. Beh, meglio di niente” . Si nascose in un angolo della stanza , rannicchiato. Appoggiò l’orecchio al muro e affinò l’udito. I soldati erano già arrivati al piano. Una  voce tuonò “Perlustrate tutte le stanze del piano ! Che tutte le forme di vita su questo piano vengano sterminate ! Ordine: 5!”
Ordine:5 ? Cosa voleva dire ? Era forse una specie di messaggio in codice ?
Un soldato rispose :”Avete sentito il comandante ? Cerchiamo e distruggiamo!”
Un brivido freddo salì lungo la schiena di Jack.
Si ricordò di quando aveva studiato l’esercito americano a scuola. Gli Ordini erano dei messaggi in codice. Ce ne erano 5. Rispettivamente erano assaltare, difendere, mantenere la posizione, coprire qualcuno e l’ultimo …. cercare e distruggere. E ciò che i soldati cercavano era proprio Jack. Un secchio cadde da uno scaffale. I soldati percepirono il rumore metallico e si precipitarono a sfondare la porta. Non aveva via di scampo.  Jack era intrappolato. E peggio ancora sapeva cosa gli avrebbero fatto i soldati una volta entrati.  Di sicuro non erano armati per divertimento. Immaginò se stesso. Morto. Steso per  terra in una pozza di sangue. Un moto di rabbia lo percorse. No, non voleva accettare l’idea di dover  aspettare di morire. Guardò intorno e trovò sul soffitto una botola, bloccata da uno scaffale. I soldati stavano per fare irruzione nella stanza . Jack ebbe un’idea. Fece cadere lo scaffale in modo da bloccare la porta. I soldati andarono per aprire ma non ci riuscirono. Nel frattempo Jack salì sullo scaffale , aprì la botola e fuggì dallo stanzino grazie ad una scaletta. Qualunque posto sarebbe stato meglio di quell’inferno. Richiuse la botola . Cinque secondi dopo i soldati buttarono giù la porta. Jack salì la scaletta e si ritrovò sul tetto dell’edificio. La luce esterna lo stordì un po’ . A poco a poco gli tornò la vista. Sarebbe stato meglio se non gli fosse tornata. Il cielo era plumbeo, nuvole cariche di pioggia arrivavano da est , per non parlare del paesaggio. C ‘ era qualche palazzo qui e là, ma il resto era macerie. Era terrorizzato. Metà del paesaggio era macerie e prati. La distruzione e la rovina regnavano sovrane in quel abisso di cemento. Non c’era più nulla dei vecchi edifici che conosceva. Su ogni palazzo compariva la scritta E.G.A. Cosa voleva dire ? Perché la città era ridotta in quel modo ? Che cosa era successo ?
“Bel panorama, vero ?” tuonò una voce alle sue spalle. Si voltò di scatto e vide il comandante del plotone davanti a sé. Era un uomo adulto di almeno una 40ina d’anni, calvo, occhi azzurro ghiaccio , alto e robusto.
Indossava una sottospecie di tuta protettiva color giallo fluorescente. “Mi spiace , ma temo che sarà l’ultimo che vedrai.” Tirò fuori una pistola. Jack tentò di fermarlo. “ Aspetta ! Perché mi date la caccia ? E cos è successo alla città ?” “Bella domanda. La città è ridotta così a causa di quelli come te. Quindi puoi capire perché ti diamo la caccia.” Jack non capiva . Quelli come lui ? Cosa voleva dire ? Cosa era successo a tutto, anzi a tutti ? I suoi pensieri  vennero  interrotti. Un rivolo di sangue gli cadde dall’alto in mezzo agli occhi. Fu un attimo. Tutto diventò nero e Jack cadde per  terra. Il comandante chiamò il plotone. Una volta arrivati i soldati raccolsero il cadavere di Jack e andarono per trasportarlo via di lì. Ma non ci riuscirono. Il proiettile che era conficcato nella sua testa cadde per terra. Il buco nella testa si rimarginò. Il corpo di Jack si alzò e rimase sospeso da terra qualche secondo. E poi …
Fumo. Dei fili di fumo uscirono dalle sue braccia. Prima due o tre , poi aumentarono col tempo.
“Ma che caz-“ il comandante non fece in tempo neanche a finire la frase che un vortice di fumo  sollevò in aria tutto quanto. Tutti i soldati vennero scagliati a metri e metri di distanza. Un tornado di fumo si era generato nel punto dove poco prima c’era  Jack. L’intero edificio venne letteralmente sbriciolato dal vortice. Dopo di che, così come si era generato il vortice scomparve. E Jack precipitò nel vuoto.
  
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