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Autore: Uptrand    26/03/2014    20 recensioni
Questo racconto trae ispirazione da Mass Effect la lega degli eletti da me precedentemente pubblicato. Post Mass Effect 3 con Shepard che ha salvato il consiglio, distrutto la base dei collettori, curato la genofagia, fermato la guerra tra geth e quarian e distrutto i razziatori.
Contiene descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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L'uomo stava guardando fuori dalla stazione Anderson sorridendo per le ultime notizie, la Normandy SR3 era in loro possesso.
Contemplò l'oggetto che aveva reso possibile il loro piano e che presto avrebbe cambiato la galassia, una piccola sfera metallica che poteva essere tenuta nel palmo di una mano, a vederla chiunque avrebbe pensato a uno strumento antistress o a un soprammobile come nel suo caso. La teneva infatti esposta in bella vista sulla sua scrivania, per chi non aveva ricevuto il “dono di Shepard” era solo metallo.
Per ironia della sorte tutto era stato reso possibile proprio dal comandante che aveva distrutto i razziatori.
Presto il lavoro di anni sarebbe giunto al termine. Avendo tempo si mise a ripensare alla sua vita e alle scelte fatte a partire dal 2186 l'anno del “risveglio”, come veniva chiamato da quelli come lui.
Nell'immediato dopo guerra sorse un problema che nessuno aveva previsto.
Il crucibolo aveva distrutto i Razziatori e la loro tecnologia, ma non aveva avuto effetto su chi era solo indottrinato. Costoro erano sotto il loro controllo ma senza avere in corpo la loro tecnologia e quando furono distrutti per molti di loro fu un autentico shock.
Non essendo semplicemente macchine, il crucibolo causò nei razziatori un dolore e un trauma non differente da quello di un qualsiasi essere vivente colpito a morte.
Questi, come l'ultimo spasmo di creature morenti, trasmisero qualcosa di loro alle persone da essi indottrinate con effetti diversi a seconda del livello d'indottrinamento.
Quelli su cui avevano un controllo superficiale poterono tornare a una vita normale e solo una parte ebbe problemi psichici di media gravità , gli altri con un livello d'indottrinamento maggiore andarono in buona parte incontro a una morte dolorosa ma un certo numero riuscì a sopravvivere, di questi un numero ancora più esiguo aveva ricevuto il “dono di Shepard”.
Nei primi mesi da quell'evento aveva creduto d'impazzire, sentiva voci e la notte era peggio per via dei sogni poi, guidato dal fato o dalla disperazione, partì nello spazio per cercare altri come lui e gli ci volle quasi un anno per trovare la prima persona.
Continuando nella ricerca trovò molte altre persone nel suo stato, che però avevano subito gravi danni mentali e che ora vivevano solo in attesa della morte, altri che invece avevano avuto la sua stessa intuizione e si erano messi a vagare nello spazio. Alla fine formarono un gruppo di una quarantina di persone composte da molte razze diverse anche se non tutte.
Per cinque anni vissero in una comunità isolata nei sistemi Terminus, cercando di capire cosa era cambiato in loro, riuscendoci grazie alle doti mentali delle asari della loro comunità.
In un esperimento queste collegarono tra loro le menti di tutti i presenti, come in un puzzle in cui un singolo pezzo può non avere senso o trarre in inganno, cosi quello che era nelle menti d'ognuno andò a completare quello di un altro. Erano informazioni sulla tecnologia dei razziatori.
L'esperimento venne condotto più volte, ottenendo ogni volta nuove informazioni, un'attenuazione del senso di malessere, di stordimento delle loro menti svaniva.
Quando riuscirono a dare un senso a quel sapere che avevano forzatamente ricevuto, scomparvero anche i loro mali. Per tale motivo molti della piccola comunità decisero d'andarsene, unitisi per risolvere il loro problema ora desideravano solo un ritorno a una vita normale.
Rimasero una quindicina di persone, tra cui lui, curiose di sapere cosa sarebbe stato possibile fare con le conoscenze acquisite. Molte si rivelarono inutili perché parziali, altri si ritenne meglio lasciar perdere o erano conoscenze di posti e luoghi famigliari e altri sconosciuti, solo una diede pieno risultato e il suo sviluppo portò a una piccola sfera legata al processo d'indottrinamento.
Ci vollero mesi per usarla correttamente, alla fine ne capirono potere e limiti. La prima cosa imparata usando la tecnologia dei razziatori era che il preconcetto secondo cui più grande uguale a più forte era sbagliato. La sfera era piccola ma poteva fare grandi cose.
La prima scoperta fu che due persone precedentemente indottrinate, tenendola in mano potevano comunicare mentalmente tra loro anche trovandosi su pianeti differenti.
La capacità della sfera di rivelare all'utilizzatore la presenza e numero di chi in passato aveva subito l'indottrinamento, su tutta la superficie del pianeta.
La possibilità d'influenzare i pensieri delle persone, anche a enorme distanza ma questa capacità risentiva della forza di volontà dei soggetti coinvolti. Una volontà forte avrebbe richiesto più tempo per accettare un ordine e se entrambe le persone possedevano la sfera la più forte avrebbe avuto la meglio su l'altra. Ma, allora,su quella via si decise di non proseguire.
Avevano anche un potere che funzionava solo a distanza ravvicinata. Chi si trovava nel loro raggio d'azione sarebbe caduto completamente sotto il controllo di chi deteneva la sfera, incapace di rifiutare qualsiasi ordine.
Tuttavia nessuna di queste abilità avrebbe funzionato su una persona che al tempo della guerra non fosse stata anche se solo in minima parte indottrinata, la sfera non aveva potere su chi non era stato sotto il controllo dei razziatori.
Queste capacità ad ampio raggio della sfera, ad eccezione di quella telepatica più simile a quella di un trasmettitore quantico, erano date da quella che si poteva definire una facoltà parassitaria della sfera. Era in grado di utilizzare qualsiasi cosa in cui scorresse energia per trasferire la propria usando quella presente per nutrirsi, un comportamento non diverso da quella di una pianta parassita che usa la linfa della pianta ospite. Era quindi utile in aree popolate, ma in pianeti privi di una civiltà tecnologica o in zone prive di energia diventava quasi inutile.
Qui sulla stazione Anderson il suo effetto arrivava ovunque, ma sarebbe bastato lasciare la sua stanza senza energia per far diventare quella sfera veramente un soprammobile.
Come dice il proverbio “i guai cercano chi non li vuole”, cosi giunsero anche da loro e si manifestarono in una banda di mercenari del branco sanguinario in cerca di saccheggio.
L'Agenzia N7 di Shepard aveva costretto queste bande a spingersi lontano dai sistemi che erano solite frequentare, giungendo nei punti più isolati dei Sistemi Terminus.
Quando se ne andarono portarono via tutto quello che poterono, ma non le sfere ritenute prive di valore lasciando dietro di loro solo una decina di superstiti.
Fu allora che elaborarono il piano che stava finalmente prendendo forma, la cui riuscita avrebbe portato alla scomparsa di ogni crimine dalla galassia.
Si erano però dati due regole, non apparire più del necessario evitando ruoli pubblici e se necessario provocare il numero minimo di morti.
Con l'uso delle sfere non fu difficile entrare in politica e farsi eleggere, facendo votare a loro volta persone un tempo indottrinate, ma di debole volontà facili da manipolare. In quel periodo si ebbero un gran numero di persone sconosciute che decisero di darsi alla politica, riuscendo a raggiungere una discreta posizione.
Infiltrando uomini in tutti gli schieramenti politici e organizzazioni, ne influenzò elezioni e piani.
Fu così che lui riuscì a farsi eleggere come capo della commissione che supervisionava il progetto della Normandy SR3.
Sul terminale del suo ufficio vide apparire la schermata delle chiamate d'emergenza.
Si prese un attimo per rispondere, sapeva cos'era ma la sua ignoranza doveva apparire sincera.


 *****


Olivia era nel letto dell'infermeria a fissarsi le mani e le braccia bendate, inorridita per quello che era successo solo poche ora prima e preoccupata per il fratello.
Rivivendo con la mente gli eventi si ricordò che era incominciato tutto la sera prima quando  insieme ad Arturus si stava dirigendo dagli altri, quando avvertirono un tremore nel suolo e un'enorme sagoma schizzò fuori dal terreno urlando.
Ricordava la corsa verso il riparo, il suono degli allarmi e gli spari, fedele alla regola di  fidarsi solo delle armi a portata di mano estrasse la pistola che portava con se da quando era al campo. Da dietro un riparo lei e Arturus si sporsero per vedere e per un attimo a entrambi mancò il coraggio, un divoratore di una trentina di metri era emerso dentro al campo.
Creature carnivore, enormi e violente che sbucavano dal suolo senza preavviso per divorare qualsiasi cosa, era in pratica la sola cosa che facevano per tutta la loro esistenza. Un divoratore adulto era in grado di arrivare fino a novanta metri di lunghezza totale del proprio corpo, in genere la porzione che si innalza sulla superficie quando attacca non supera i due terzi della lunghezza complessiva.
Capaci di sopravvivere in ambienti estremi anche privi di atmosfera, riescono a nutrirsi anche di radiazioni solari e di minerali dal terreno.
In grado di aggredire le loro prede con un potente acido, a distanza ravvicinata possono usare tentacoli che fuoriescono dalla bocca o schiacciare la preda sotto il proprio corpo.
Sopra il divoratore, ben visibile in cielo, passò la Normandy SR3.
Non poterono però perdere tempo a chiedersi cosa accadesse, saltarono fuori dalla copertura in direzioni opposte quando il corpo del divoratore ricadde schiacciando il loro riparo.
Olivia perse di vista Arturus ma continuò a muoversi sparando contro la bestia, suo padre le aveva parlato di quelle creature e sapeva che affrontarne uno privo di armatura e scudi era troppo pericoloso, per gli attacchi di acido che lanciavano.
Mentre intorno a lei risuonava il rumore di centinaia di armi in azione, il caos raggiunse il suo apice quando altri due divoratori uscirono dal terreno.
Fu in quel momento che vide una scena impossibile da dimenticare. A una decina di metri di distanza dalla sua posizione sbucò da una curva Lydia che venne colpita da un attacco di acido, la vide crollare e li rimanere.
Lydia rimase cosi, in quella pozza, con lo sguardo verso l'alto e urlando per il dolore, Olivia, sconvolta dall'orrore, vide in pochi istanti la pelle del amica sciogliersi letteralmente, insieme ai vestiti, mostrando i muscoli sottostanti.
Quello che rimaneva del viso di Lydia si inclinò nella direzione di un Olivia impietrita e sconvolta che fissava immobile l'amica.
Urlando per farsi forza Olivia scattò verso di lei, indifferente a quello che le capitava intorno, prese Lydia in braccio urlando per il dolore quando l'acido le toccò le braccia, la sensazione di bruciore era di un dolore indescrivibile, riuscì a raggiungere un locale docce li vicino e usò l'acqua per lavare via il liquido corrosivo da loro.
Trasportò Lydia in infermeria, mentre rimandava giù conati di vomito per la vista che quest'ultima rappresentava, aveva gravi ustioni di acido sull'intero corpo. Quando vi giunse affidò Lydia ai medici in un'infermeria ancora stranamente vuota, mentre qualcuno provvedeva alle sue ferite.
Quando fece per andarsene il medico glielo impedì «Cosa pensa di fare Tenente? Con quelli mani sarà solo un inutile peso fuori di qui.»
Olivia lo ignorò scostandolo bruscamente e sentì una lieve puntura al collo «Scusi tenente, non ho tempo da perdere.» e la addormentò.
Al suo risveglio al mattino la vista era offuscata e le ci volle un attimo per riconoscere la madre e Arturus.
«Ehi! Ciao tesoro.» Disse Ashley
« Mamma....mmhh....i divoratori che fine hanno fatto?»
« Sono morti tranquilla, c'è tempo per i particolari per ora ti dico solo che la Normandy ha contribuito a farli fuori. Tuo padre era qui fino a poco fa.»
Non ne era sicura per lo stordimento che sentiva in corpo, ma le pareva che sua madre avesse un tono che non le aveva mai sentito. Non le sembrava di percepire la solita decisione che usava anche quando le cose andavano male.
Una terza persona le si avvicinò e guardandola si ricordò di Lydia
 « Mila, Lydia come sta?»
« Olivia faresti meglio a riposare.» Suggerì il turian
«Arturus non interferire con la mia squadra. Mila rispondimi!»
«E' morta, anche Eren.»
A quella notizia il suo volto sbiancò, furiosa con se stessa si tirò su con le mani nonostante le ferite «Dimmi tutto!»
«Da quello che hanno detto i medici è morta poco dopo che l'hai portata qui,non hanno potuto fare niente tranne dare antidolorifici per evitarle inutili dolori. Eren non lo so, pare che nessuno abbia visto come sia successo. Aveva la parte inferiore del corpo come schiacciata da una pressa, probabilmente è deceduto a causa di uno di quegli attacchi che fanno i divoratori quando colpiscono il suolo con il proprio corpo.»
«Mi voglio alzare!» Dichiarò lei.
Si mise a sedere, nonostante le proteste di chi la circondava « Sto bene, questo letto serve ad altri. Dov'è Steve? Quell'associale non degna sua sorella di una visita!!» Non era arrabbiata con lui, ma al momento l'avrebbe voluto vicino, per sfogare con qualcuno quella rabbia cieca che sentiva in corpo.
Vedendo le loro espressioni nacque in Lei un'angoscia che si sostituì alla rabbia. Fu Arturus a farsi avanti « Steve e Ilary sono scomparsi, li stiamo cercando ma non abbiamo trovato ancora niente.»
Incrociò lo sguardo della madre e fu sufficiente per cogliere il dubbio che le albergava nell'animo, la paura che quella possibilità che nessuno osava dire, potesse essere vera.
   
 
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