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Autore: JiuJiu91    06/07/2008    2 recensioni
Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. Quando guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda dentro di te. [Friedrich Nietzsche]
Le gemelle Spencer vivono su binari paralleli: Maggie è esuberante, goffa e maldestra, perennemente intenta a collezionare figuracce, mentre la riservata Therese è una studentessa modello, saggia dispensatrice di consigli e ottima strega. Destinate a non incontrarsi mai, se non si fossero trovate intrappolate, assieme, in un piano molto più grande di loro, divise tra Bene e Male. Sempre che Bene e Male esistano ancora, quando i Buoni sono pronti a tutto pur di vincere la guerra e i Cattivi non sembrano poi così cattivi.
In un Mondo Magico in cui non è più tutto bianco o tutto nero si intrecciano storie d'amore e di guerra, d'amicizia e di fratellanza, di alleanze e di tradimenti. In tutte le sfumature che preferite.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Ah…saldi!

Adoro questo periodo…mi piace vedere la scritta “saldi” sulle vetrine e ancora più orgamische sono le intriganti varianti di..

Tezenis (“tutto al 50%”)

Pinko (“saldi dal 20 al 70”)

H&M (“saldi fino a 70% e oltre”)

Ho già fatto razzia di un po’ di tutto. Sapete, non si sa mai cosa possa servire dall’altra parte del mondo.

Vi lascio a questo capitolo, baciottolonzi

ATTENTATO AL POTERE

Q

uando frequentavo il quinto anno, Hogwarts era divisa in caste. Come in India c’erano i nostri Brahmani, ovvero quelli che venivano adorati da tutti e io appartenevo a questa privilegiata casta. Seguivano gli Khsatriya che non erano altro che i Purosangue come Draco e quelli che occupavano posizioni di prestigio, ad esempio i Caposcuola. Il Vaishya era lo studente medio: instancabile lavoratore, diviso tra studio e sopravvivenza. Hermione per intenderci. Gli Shudra erano quelli che vivacchiavano cercando di rendere servizio a qualche Khsatriya o addirittura a qualche Brahmano, servetti dei più popolari, come Tiger e Goyle. E infine, come in India c’erano i Candala, anche da noi c’erano gli intoccabili, quelli che non erano abbastanza importanti da appartenere ad una casta. Allontanati e denigrati dalla società di Hogwarts. Luna Lovegood era una di questi.

Quella mattina mi venne incontro sorridendo beata, con un paio di vistosissimi cerchi alle orecchie dove aveva infilato fiorellini e foglie e camminando come se il resto del mondo non la interessasse minimamente.

Doveva essere dura vivere in quel modo, pensava Magnolia.

- Maggie! Stavo cercando proprio te! – urlò Luna facendo sobbalzare i sonnacchiosi studenti che attraversavano stancamente la Sala d’Ingresso

- Buongiorno, Luna – la salutai cercando di farle capire che se avesse abbassato leggermente il tono della voce l’avrei ascoltata lo stesso

- Cosa sono io? – mi chiese lei

- Una stupida quindicenne con i capelli grigio topo e particolarmente psicolabile? – propose Pansy, raggiungendoci da dietro

Sembrerà stupido, ma ogni tanto invidiavo Pansy per come riusciva ad essere sofisticata pur essendo così semplice. Indossava la divisa e aveva un banale caschetto, ma era una delle ragazze più in vista di Hogwarts nonostante non osasse mai un abito sfizioso o un’acconciatura diversa.

- No! Un genio! – replicò Luna convinta

- Non esagerare…quegli orecchini non sono proprio da sfilata a Parigi – ammise Magnolia

- Non per questi! Per quello che ho sentito prima nella Sala Comune di Corvonero – Luna abbassò finalmente il volume della voce e mi si avvicinò con fare circospetto – Maggie sei in pericolo –

Pansy e Magnolia trasalirono. Io la guardai perplessa.

- Di morte? – chiesi sorridendo

- Tramano contro di te – sussurrò ancora lei

- Hai ragione…dev’essere colpa dell’FBI…non ti era alle calcagna da un po’, Maggie? – ironizzò Magnolia

- E se fosse vero? – sibilò Pansy – Sapete, l’invidia serpeggia come non mai ad Hogwarts –

- E noi siamo un facile bersaglio delle invidiose. Tutte vorrebbero essere Maggie – proclamò Magnolia, orgogliosa come se io fossi la sua figlioletta

- Che cosa state complottando? – Daphne Greengrass, con i suoi finissimi capelli biondi e il fisico scheletrico comparve alle spalle di Pansy e ci guardò dubbiosa

- Stavamo pensando di andare a fare colazione – le rispose tranquillamente Pansy

- Non dev’essere una cattiva idea – osservò Daphne ridacchiando

Pansy seguì Daphne al tavolo dei Serpeverde e io rimasi un po’ indietro con Luna.

- E, così tanto per sapere, chi è che tramerebbe contro di me? – domandai incuriosita

- Cho Chang e il suo club di sfigate – rispose Luna con un’aria di superiorità che non le avevo mai vista

- Ti sta sul culo Cho? – le chiesi

- Va in giro a raccontare che io sono pazza. Forse io sarò anche pazza, ma lei è una sfigata totale – decretò Luna

- Hai perfettamente ragione – sorrisi

Non mi preoccupai di Cho. Era una vita ormai che non mi preoccupavo di Cho.

Cho quel po’ di popolarità che aveva se l’era fatta con la tragedia di Cedric Diggory e ora mirava a inserire Harry nel suo personalino. A quel punto si sarebbe fatta la fama di femme fatale. Naturalmente, la sottoscritta gliel’aveva impedito già una volta, e lei da quel momento aveva deciso che avrebbe cercato di risplendere offuscando la luce di Maggie Spencer. Dura la vita per gli illusi cronici.

Lunedì 22 Maggio Hogwarts era avvolta dalla nebbia. Non sembrava affatto fine Maggio. Se qualcuno avesse scattato una foto in quel momento avrebbe benissimo potuto dire di trovarsi nella brughiera a Novembre.

E zia Tracie, al telefono, sembrava avere anche lei la mente molto annebbiata.

- Abbiamo pranzato assieme, capisci? – sussurrò sorseggiando qualcosa che intuii essere qualcosa di molto alcolico

- Non è una cosa così strana – le feci notare – Avete due figli assieme e vivete nella stessa casa, accidenti, dovreste pranzare assieme tutti i giorni –

- Dovremmo – precisò la zia

- Forse c’è qualcosa che non funziona in questa storia – provai a suggerirle

- Siamo due spiriti liberi – rumore di vetri che si toccano – Siamo entrambi troppo immaturi per una relazione seria –

La gomma che stavo masticando mi andò di traverso.

- Merda – imprecai

- Tutto bene? – fece la zia

- Insomma. Spero solo che la Big Bubble non mi resti abbarbicata alle pareti dell’esofago – sbottai – Comunque…volevo dirti solo che non siete troppo immaturi. Tuo fratello e tua sorella non ci sono arrivati a trentasei anni eppure erano tutti e due sposati e con figli. E non erano sicuramente immaturi per una relazione seria –

- Erano altri tempi. E poi eravamo nel Bronx. Le ragazzine della tua età avevano già figli nel Bronx – protestò la zia

- Se non eravate pronti a una cosa seria non dovevate avere figli – le ricordai

- Non avevamo programmato di avere i Cuccioli – ribattè zia Tracie

- Quello che voglio dire è… - prima che riuscissi a trovare un modo carino per suggerire alla zia di mandare Lupin a pescare le carpe nel Tamigi, qualcuno bussò alla porta – è che stanno bussando alla porta –

- Beh, vai ad aprire – commentò zia Tracie

- La nostra chiacchierata non finisce qui. Ti richiamo stasera – misi giù mentre l’ospite sembrava aver intenzione di sfondare la porta – Arrivo…arrivo –

Cho Chang con un ciuffo di capelli davanti all’occhio destro e una sciarpetta di seta blu attorno al collo sorrise esitante.

- Chi stai cercando? – le domandai ignorando le regole dell’ospitalità

- Te – rispose lei

- Me? – ripetei dubbiosa

- Sì, proprio te. Non sei forse Maggie Spencer? – sorrise Cho

- No, sono una sua copia atterrata or ora con una navicella spaziale. La vera Maggie è stata rapita dagli alieni mentre raccoglieva margherite nel giardino – replicai freddamente

- Oddio – sussurrò Cho colpita

- Guarda che sto scherzando – l’avvertii

- Davvero? – fece lei

- Sì – annuii energicamente

- Quindi questa è una battuta? – chiese

- In teoria sì – ammisi

- Ah! Allora devo ridere! Hihihi – ridacchiò Cho

Non potei che provare compassione per lei. In fondo, io avevo così tante fortune rispetto a quella povera sfigata.

- Dunque…entra – la invitai a sedersi sul mio letto e io mi appoggiai alla scrivania giocherellando con una pallina anti-stress gommosa

- Volevo chiederti scusa, Maggie – annunciò con tono melenso

- Ah, grazie. Meglio tardi che mai – sorrisi incoraggiante

- Insomma, sono stata cattiva con te – decretò

- Molto – convenni

- E poi mi sono resa conto che tu Potter non lo caghi neanche di striscio – osservò Cho

- Sai…se n’erano resi conto un po’ tutti tranne te. Io ho altre aspirazioni nella vita che sbavare dietro uno come Harry – sorrisi beata

- Benissimo. E ci credo, lui non ha proprio niente da invidiare a Potter – sussurrò Cho interessata guardando la foto di Mark sul mio comodino

- Credi? Eh…sì…Mark White è proprio un gran bel figo. E siamo assieme da due anni. Venticinque mesi, per l’esattezza – feci un sorrisetto perfido come a ricordarle che lei, invece, era una single senza speranze

- Sono contenta che tu mi abbia perdonata – Cho cambiò rapidamente argomento

- Davvero? – ridacchiai “mi sono persa la parte in cui ti ho perdonata, cara” pensai ma dissi solo – Tra ragazze bisogna sempre aiutarsi –

Bella frase. Molto da cheer-leader bionda e slavata. Molto da telefilm melenso di Disney Channel. Molto poco credibile, se vogliamo essere sinceri.

- Allora è tutto chiarito, no? – volle sapere Cho

- Ma certo! – esclamai con trasporto – Io ti perdono, tu mi perdoni, Dio ci perdona…amiche come prima! –

- Perché, siamo mai state amiche noi due? – chiese lei perplessa

Appunto

- Ehm…no…ma c’è sempre una prima volta – le ricordai

Decisamente, se mi fossi rivista in televisione avrei pensato di essere davvero un pessimo spettacolo. Maggie Spencer che si abbassava a fare la carina con Cho Chang la reginetta dei Kleenex. Da suicidio.

- Giusto! Che bello! Ora che siamo amiche, cara, potremmo andare a fare shopping ad Hosgmeade – suggerì Cho

- Certo, cara. Dev’essere una cosa entusiasmante – sorrisi

- Beh, allora ciao, Maggie…vado a studiare Trasfigurazione – mi salutò Cho

Therese mi fissò perplessa entrando in camera.

Appoggiò il libro di Divinazione sulla scrivania e rimase con gli occhi puntati su di me come ad indagare.

- Hai tirato su di coca? – domandò dopo un po’

- Ehm…no – risposi dopo un’attimo di esitazione

- Ah…perché mi sembrava l’unica soluzione plausibile – ammise Therese

- So che la cosa potrebbe sembrarti scioccante – sorrisi dubbiosa

Therese si mordicchiò un’unghia gustandosela a fondo. Poi si piazzò davanti alle mie fotografie e scosse la testa.

- Cho Chang - sibilò

- Cho Chang – ripetei

- Se mai qualcuno mi avesse detto che tu saresti diventata sua amica avrei riso per ore – borbottò lei – E invece… -

- E invece nulla – tagliai corto

- Come nulla? Cara…andiamo ad Hogsmeade… - mi scimmiottò Therese

- Dai, si capisce che è una presa per il culo – ridacchiai nervosamente

- Allora vedi di spiegarglielo perché non mi pare che Cho abbia proprio capito – ammise lei

- Credo che facesse finta – brontolai

- Tu credi? – sorrise Therese – Io non credo proprio –

- Non si può essere così coglioni da non capire – decretai

- Si può, si può. È di Cho Chang che stiamo parlando – mi ricordò lei – la stessa Chang che ha baciato Harry sotto il vischio –

- E quindi? – non riuscivo a carpire il significato intrinseco della sua frase

- Beh…insomma…una ragazza che si fa Harry deve avere qualche problema psicologico, no? – mi fece notare Therese

- In effetti non hai tutti i torti – mi appoggiai alla finestra. La pioggia continuava a scrosciare senza sosta. In qualche modo mi ritrovai a pensare che il mondo sarebbe stato molto più equilibrato se l’Inghilterra avesse diviso le sue piogge con l’Africa

- Io ho sempre ragione – precisò Therese

- Adesso non esagerare – l’ammonii – Ho solo detto che non hai tutti i torti –

- In realtà il tuo subconscio voleva dirmi che credi che io sia molto più ragionevole di te – replicò lei

- Essere ragionevole e avere ragione non sono la stessa cosa – ribattei

- Non siamo qui a cercare il pelo nell’uovo – osservò Therese – E, comunque, ti suggerisco di stare attenta a quella Cho –

- Sarà stupida, ma non pericolosa – ridacchiai

- Ti ha odiato troppo e per troppo tempo per diventare tua amica all’improvviso un piovoso Lunedì di Maggio, non trovi? – sibilò lei

- Non me ne importa – risposi freddamente – Non ho intenzione di diventare sua amica –

- Spero tu non abbia nemmeno intenzione di credere alle sue scuse – soggiunse Therese

- Perché non dovrei? – sbottai – Una volta tanto che qualcuno si scusa con me e non sono io a scusarmi con qualcuno… -

- Nonostante abbia sempre pensato che per essere cattivi bisogna essere almeno un tantino intelligenti, potrebbe darsi che quello di Cho sia semplicemente un bluff – sussurrò mia sorella – Con ciò non voglio disilluderti, ma solo avvertirti perché io non mi sarei scusata con te per averti chiamata troia. E così un sacco di altre ragazze di Hogwarts non l’avrebbero fatto. Non vedo perché con Cho dovrebbe funzionare diversamente –

Quello che non vedevo io, invece, era il motivo per cui qualcuno avrebbe dovuto definirmi troia. Sì, certo, avevo tradito Mark un paio di volte e d’Estate non disprezzavo certo l’idea di indossare vestitini succinti, ma ero lungi dall’essere una troia.

- Le troie non sono quelle che si comportano come tali, bensì quelle che dicono di non sopportarle – annunciò Luna Lovegood

Io, lei, Pansy e Magnolia eravamo sedute intorno ad uno dei tavolinetti bassi circondati da poltroncine di pelle nera della Sala Comune di Serpeverde e stavo raccontando loro del mio incontro con Cho della sera prima.

- Credo di non aver afferrato bene – ammise Magnolia

- Prendiamo Maggie e Ginny. Maggie viene additata come troia perché è gentile con quelli delle altre Case e perché va in giro con la camicetta della divisa sbottonata. Ginny invece è una brava ragazza, una banale e semplice Weasley. Però Maggie non la dà in giro come se fosse una caramella – spiegò Luna

- Quella Weasley è una delle ragazze più disgustose di Hogwarts – sibilò Pansy – E sono quasi certa che ci provi con Draco –

Tutte e tre ci voltammo sconvolte verso di lei.

- Stai scherzando, spero – sussurrai

- Si vede lontano un miglio che si odiano – precisò Magnolia

- O quantomeno, lui la odia – convenne Luna sospettosa

- E poi…usa il reggiseno gonfiabile – sorrise Pansy

- E non sa giocare a Quidditch – soggiunsi

- Certo…ma mi hanno detto che negli spogliatoi la fa vedere ai nuovi Battitori – ridacchiò Magnolia

Lo Spettegolamento era, per noi di Gossipschool, un irrinunciabile momento in cui condividevamo notizie e dicerie su tutti gli studenti più conosciuti di Hogwarts. Era al nostro tavolo che i gossip più succosi venivano analizzati fino all’osso e quindi messi a tacere o alimentati.

Quando eravamo io o Pansy a mettere in giro una voce, Quella voce era la legge.

- E così Cho Chang ha deciso che vuol’essere tua amica – sospirò Pansy rigirandosi in bocca quelle parole come se fossero un boccone di pizza che scotta

- Piuttosto diventa amica di un Thestral – suggerì Luna

- O di Ginny Weasley – continuò Magnolia

- Ma mai, nemmeno per scherzo, devi dare retta a Cho Chang – decretò Pansy concludendo

- Tranquille, ragazze, non stavo pensando di farlo – le rassicurai

Tutte e tre tirarono un sospiro di sollievo.

- Bene, e ora, sistemati questi dettagli, pensiamo un po’ alla copertina del numero di Giugno – annunciò Pansy

Con queste parole, un gruppo di ragazzine del quarto di Serpeverde tirò un sospiro di sollievo. Anche per questa volta, la minaccia dello Spettegolamento era passata senza lasciare danni.

- Quelle non hanno ancora capito che essere sputtanati nello Spettegolamento è una cosa da pochi. Solo i più in vista ci riescono. E solo quelli che ci riescono sono in vista – sorrise Pansy soddisfatta

Indubbiamente la società di Hogwarts ai tempi girava intorno ad ipocrisie e scale sociali che non avevano nulla da invidiare a quelle delle altre scuole. Di scuole come la London Academy, per esempio, dove l’ipocrisia era la legge su cui si basava la vita scolastica.

JJ, infatti, finse di non vedermi fuori da scuola il pomeriggio di Giovedì 25 Maggio, ma continuò tranquillamente a ridere con un gruppetto di bionde fotomodelle. Solo quando la maggior parte di loro fu sparita nelle lussuose macchine con autista che circondavano la zona, la mia amica mi raggiunse sorridendo.

- Ciao JJ – la salutai – Devo ammettere che non ci speravo più –

- Scusa tantissimo Maggie…dovevo finire un discorso molto importante con Helga e… - cominciò JJ

- Non preoccuparti. Lo so che i discorsi della London Academy sono sempre più importanti di me – sorrisi amaramente

- Non dire stronzate! – mi rimbeccò JJ – è solo che non posso abbandonare il Club delle Oche Giulive senza un motivo –

La cosa non mi rallegrò affatto. Credevo di essere un bel motivo per abbandonare il Club delle Oche Giulive, ma a quanto pare mi sbagliavo.

- Indovina chi è? – due mani calde e profumate mi si misero davanti agli occhi

- Uhm…non so davvero chi possa essere. Sei…Andrew? Paul? Jason? – ridacchiai

- Vediamo se così ti sovviene – sempre tenendo le mani davanti agli occhi mi diede un bacio, poi un altro e alla fine ci ritrovammo stretti in un bacio che non sembrava finire

- Toc toc – fece la voce di Dan alle mie spalle – Possiamo interrompervi? –

Aprii gli occhi e lasciai la presa di Mark. Lui e Dan con la divisa della London mi lasciavano sempre un attimino scioccata prima di riprendermi. Specialmente Dan che sembrava quasi un piccolo Lord con i capelli pettinati alla Malfoy e senza orecchini e giacche di pelle da motociclista.

- Non trovi che così Dan sia molto più figo? – scherzò JJ quasi interpretando i miei pensieri

- Oserei definire “figo” una parola troppo grossa. Diciamo che così è molto più affascinante – ribattei

- Affascinante? – replicò Dan disgustato – Vestito come un bambino agli scout? Dio me ne liberi –

- Che ne dici, Maggie, andiamo a prenderci un frappè? – suggerì Mark e io, che sono una molto accomodante, non opposi resistenza

Quando Therese mi telefonò, il frappè aveva già creato in me quella specie di folle euforia che scatena l’hashish ed ero in piedi sul comodino di Mark che mi sfilavo uno dopo l’altro i vestiti che avevo addosso mentre lui cercava inutilmente di colpirmi con una pistola ad acqua. I nostri giochini erotici sembravano divertire molto la vecchietta del palazzo di fronte che aveva preso la brutta abitudine di piazzare una sedia davanti alla finestra e aspettare che si accendessero le luci in camera di Mark.

- Rispondi – Mark mi lanciò il telefono – è quella rompicoglioni di tua sorella –

- Mio Dio…che vuole? – sibilai

- Non lo so – sbuffò Mark e si lasciò cadere sui cuscini senza proferire un’altra parola – Dovrebbero legarle le mani quando scopiamo. Così non può telefonare a nessuno –

- Therese? – risposi tagliente

- Vedo che sei contenta di sentirmi – osservò lei di rimando

- Fai veloce – le suggerii

- Ok…vieni di corsa ad Hogwarts. È successo un casino. Dovunque tu sia. Con chiunque tu sia. Qualsiasi cosa tu stia facendo. Ti voglio qui tra un attimo – dichiarò e mise giù

- Ha chiuso – sospirai

- Tua sorella ha la Vodafone? – mi domandò Mark

- Cosa c’entra? – dissi a denti stretti – E come se tu mi dicessi “è pronto da mangiare” e io ti chiedessi se il tuo forno è della Philipps. Dici che la cosa ha importanza? –

- Potresti richiamarla – propose lui

- Covniene andare. Sembrava davvero preoccupata – ammisi malvolentieri e cominciai a cercare qualcosa da mettermi addosso

- Non c’è tempo di cercare i tuoi vestiti. Potrebbe essere qualcosa di grave. Magari Malfoy è in overdose, magari Cissie si è strozzata con una biglia…non so…ma prendi il mio cappotto – Mark mi mise il cappotto sulle spalle e io presi la Passaporta

Un attimo dopo eravamo nel corridoio del dormitorio di Hogwarts e mi resi conto troppo tardi che avremmo dato nell’occhio: io ero in reggiseno di pizzo rosso e coulotte nere e Mark in boxer e giacca a vento.

Infatti, un nugolo di ragazzine del terzo anno tra le quali riconobbi Romilda Vane, stavano evidentemente commentando il nostro look.

- Lui è il suo ragazzo… - sussurrò Romilda alla volta delle compagne – Babbano – soggiunse sillabando quella parola

- Dicono che la loro prima volta sia stato qui ad Hogwarts – aggiunse una delle ragazzine, scuotendo la chioma bionda

- Sì…quando lei era al secondo anno – sibilò un’altra

- Nell’aula di Trasfigurazione – continuò una quarta

Sarei volentieri andata a spiegare loro cos’era successo esattamente tra me e Mark, e quando, e magari anche dove, ma Therese aprì la porta e mi trascinò dentro. Prima che potessi urlare, imprecare, bestemmiare o fare qualsiasi altra cosa, mi sentii mancare.

Mark mi sostenne da dietro.

I miei vestiti, ogni più misero straccetto che stava nel mio armadio, erano dispersi per la camera, lacerati, strappati, sminuzzati come se fossero fogli di carta.

- C…C… - cominciai senza riuscire a esprimere nulla

- Prendile un bicchiere d’acqua – suggerì Mark a mia sorella e mi fece sedere sul mio letto, cosparso da piccoli frammenti di vestiti che non avrei mai potuto riconoscere

- Sono tornata dalla biblioteca e ho trovato questo – spiegò Hermione, raggiungendoci – Non si capisce cosa possa essere successo –

- A me quello che è successo sembra chiaro. Lampante – annunciò Lavanda Brown, lasciando che i suoi occhi assetati scorressero sul petto nudo di Mark – Qualcuno ha voluto farti un dispetto –

- Alla faccia del dispetto – ribattè Mark – Qualcuno ha voluto rovinarle l’esistenza –

- Mio Dio – riuscii a sussurrare, prendendo in mano un brandello di stoffa argentata e paillettes, che doveva essere il vestito che indossavo al primo appuntamento con Mark

- Non preoccuparti, Maggie, troveremo il colpevole – mi rassicurò Mark

- E soprattutto troveremo l’antidoto – precisò Therese, porgendomi un bicchiere d’acqua

- Ho tentato con alcuni semplici incantesimi, ma pare non funzioni – sospirò Hermione – Questo danno è stato fatto con un incantesimo potente –

- E per me è anche irreversibile – soggiunse piano Calì

- Una…Maledizione senza Perdono…dici? – chiese Lavanda sgranando gli occhi

- Oddio…no – rantolai, notando per terra una pelle dura e squamosa – Gli stivali di pitone di JJ. Christian Dior. 620£… -

- Non si tratta di una Maledizione senza Perdono – decretò Therese, con aria sicura – L’armadio sarebbe esploso con un incantesimo simile e la camera sarebbe bruciata –

- Appunto. Con un’Avada Kedavra l’armadio sarebbe stato sbattuto contro il muro e sarebbe saltato in aria, ma i vestiti sarebbero bruciati e non si sarebbero strappati in piccoli pezzi – specificò Hermione

- E una Cruciatus li avrebbe presumibilmente arricciati ma non strappati – soggiunse Therese

- Voi state qui a fare supposizioni su come sia stato fatto questo, ma non vi viene il dubbio di chiedervi chi sia stato a farlo – sussurrai

Cinque paia di occhi si girarono verso di me.

Glenda Rosweth aprì la porta della camera e rimase scioccata.

- Mi avevano parlato di un problema, ma non immaginavo di certo questa carneficina – borbottò, raccogliendo da terra una bretellina di una maglia

- Professoressa Rosweth, credo che dovremmo avviare delle indagini – annunciò Hermione

- Siamo tutte in pericolo – continuò Calì

- Forse ad Hogwarts si nasconde un maniaco dei vestiti – suggerì Lavanda

- E Maggie è stata solo la prima della lista – riprese Calì

- Non vorrei deludere le vostre indagini, ma temo che sia una vendetta personale nei confronti di Maggie – ammise Hermione

- Maggie è pur sempre una delle ragazze più popolari della scuola. Ed è normale che dove c’è luce, ci siano anche delle ombre. E nell’ombra non si sa mai cosa può nascere – osservò Therese

- Ma chi…chi può odiarmi così tanto?!? Neanche Draco Malfoy… - cominciai

- Draco Malfoy – ripetereno in coro Hermione e Mark

- Quello stronzo di Malfoy – soggiunse Mark

- Quell’idiota patentato maniaco del sangue puro di Malfoy – precisò Hermione

- Draco non arriverebbe mai a tanto – sbottò Therese – E, tra l’altro, lui non odia Maggie –

Tutti la guardammo divertiti.

- Non fino a questo punto – puntualizzò mia sorella

- Bene, è un nome in più su una lista bianca – decretò Glenda

- NO! Professoressa Rosweth…Malfoy non ha fatto nulla…suo padre lo ucciderebbe se la scuola mandasse una lettera a casa per annunciare una cosa del genere – strillò Therese

- Una persona in meno da sfamare a questo mondo. Ci sono tanti di quei problemi dell’umanità che di sicuro non sentiremmo la sua mancanza – dichiarò Mark

Therese gli lanciò uno sguardo ostile.

- Therese, il tuo continuo tentare di difendere il signor Malfoy mi fa pensare che voi siate complici di questo gesto – si intromise Glenda

- Spero che tu stia scherzando – sibilò Therese

- Therese non farebbe mai una cosa del genere – sbottò Hermione indignata

- Complice di un Serpeverde? È assurdo! – confermò Lavanda

- Professoressa Rosweth, credo che lei sia decisamente fuori strada – borbottò Calì

- Bene, sapete che vi dico? – Glenda lasciò i fogli sulla scrivania di Therese – Vedetevela voi. Pensateci voi alle vostre indagini. A me, sinceramente, dei vestiti di Maggie Spencer non interessa molto –

Naturalmente Glenda si sbagliava, dato che l’orrendo vestito da damigella era finito in pezzi così come tutto il resto.

- E questo toglie anche l’ipotesi Glenda – Cissie sbarrò un nome sulla sua lista

Eravamo a Little Hangleton, sedute nella squallida cucina, e tentavamo di raccapezzarci sul disastro.

- Magari l’ha fatto apposta. E si è dedicata alle indagini apposta. È tutto un alibi – suggerii

- Maggie, non siamo a CSI. Cerchiamo di vedere le cose nel più semplice dei modi. Dobbiamo concentrarci sulle persone che hanno qualcosa contro di te – sbuffò Cissie

- Come se fosse semplice – borbottai

- Non ho detto che è semplice. A volte per scoprire dei delitti, Scotland Yard ci mette anni – precisò lei – E a volte, dei misteri restano incompiuti, degli assassini impuniti e delle indagini incomplete –

- Ma non sarà il nostro caso – decretai

- Forse ho trovato qualcosa – ci interruppe Tom, facendo scorrere il dito sulle pagine ingiallite di un vecchio libro di Magia Nera sul quale stava cercando il controincantesimo, per salvare i vestiti

- Che dice? – domandai

- Parla di come reagire all’incantesimo Sectusempra. Secondo questo volume bisogna fare una pozione e darla da bere al malcapitato – lesse Tom corrugando la fronte – Oppure…c’è un secondo antidoto che spero possa andare bene per i tuoi vestiti, ma devo studiare le controindicazioni, nel malaugurato caso che non si tratti di un Sectusempra –

- Certo certo – annuii senza aver capito neanche una sillaba di quello che Tom aveva appena detto

Cissie riunì le mani sotto il viso in una buffa imitazione di Silente.

- Al di là di quello che pensa tua sorella, non credo di poter cancellare Draco Malfoy dalla lista. Del resto, come lui ti ha detto qualche tempo fa, se volesse vendicarsi avrebbe una scelta immane tra i moventi – ammise Cissie

E, in effetti, al di là di quello che pensava Therese, quella sera stessa decisi che avrei interrogato Malfoy fingendo di non avercela con lui.

- Draco… - lo fermai nella Sala Comune di Serpeverde, sorridendo con fare indifferente

- Hai bisogno di qualche favore? – mi domandò

- Oh…niente affatto! Perché? – ribattei

- Mi compari davanti all’improvviso con un sorriso da cartone animato e la voce melensa…devo preoccuparmi? – fece lui

- No – risposi – Anzi, sì…perché…beh, credo proprio che nemmeno quest’anno vincerete la Coppa del Quidditch –

- Tu credi? – Draco ghignò beffardo – E come pensi di fare? Dopando Weasley? O ubriacando l’intera squadra di Corvonero? –

- La nostra squadra non ha niente da invidiare a quella dei Corvonero – sbottai

- Tranne il portiere – precisò Draco

- Forse è vero, Ron Weasley si muove sul campo con la grazia di un elefante birmano, ma questo non ci impedirà di conquistare il boccino prima che lo facciano loro. Abbiamo pur sempre un ottimo Cercatore – decretai mentendo spudoratamente

- Ginny Weasley? – Draco sgranò gli occhi – Credevo la odiassi –

- Difatti la odio – convenni – Ma ciò non toglie che sia una brava giocatrice di Quidditch e poi…si veste molto bene – sottolineai l’ultima frase

- Non l’ho mai vista con qualcosa di diverso dalla divisa – ammise Draco

- Che peccato – borbottai – E secondo te come sono i miei vestiti? – gli domandai

- Perché ti interessa sapere cosa penso io dei tuoi vestiti? – brontolò lui

- Sono curiosa – risposi – Voglio proprio sapere se preferiresti vedere i miei vestiti distrutti oppure se ti piacciono –

- Maggie Spencer, ti ripongo la domanda. Sei sicura di sentirti bene? – mi chiese sembrando sinceramente preoccupato – Non è che ti sei data alla marija anche tu…voglio dire, hai accettato caramelle dagli sconosciuti in questi giorni? –

- Ma smettila! – sbottai – Piuttosto…se sai qualcosa dillo –

- Dire cosa? Per l’amor del cielo, Spencer…fatti curare – mi diede una spinta e passò oltre

- Malfoy! – lo richiamai stringendo i pugni – Non è che per caso ti sei voluto vendicare di qualcosa che ti ho fatto? –

- Stai parlando della storia dei vestiti? – gli si illuminò il volto – Cazzo, Maggie, per vendicarmi di tutto quello che mi hai fatto dovrei fare a pezzettini te, non i tuoi vestiti –

- Quindi non sei stato tu? – sussurrai

- No – rispose affranto – Ma magari chi ha compiuto il folle gesto voleva suggerirti di non vestirti più…ti pare? –

- Stupido – sibilai e ritornai nel mio dormitorio

Non sapevo se essere sollevata dal fatto che non fosse stato lui o disperata dal dover cercare un altro colpevole.

Il mattino seguente, Hogwarts mi sembrava decisamente più ostile: dietro ogni sorriso di ammirazione che mi lanciavano vedevo uno sguardo cattivo, dietro ogni saluto scorgevo un insulto, dietro ogni apprezzamento mi sembrava di riconoscere una crudele ipocrisia.

Mi sembrava che tutti quelli che incontrai dalla mia camera alla Sala Grande avessero un buon motivo per odiarmi.

Andy Campbell, di Tassorosso. Avevo rifiutato il suo ciondolo per San Valentino e avevo bruciato il biglietto.

Emily Depp, di Serpeverde. Tre anni prima avevo baciato il suo ragazzo per scommessa.

Steven Wood, di Corvonero. Avevo pubblicato la sua foto a letto con Justice Miller di Grifondoro sorvolando sul fatto che lui avesse già una ragazza.

E così in poco tempo avevo osservato quante persone avessero un motivo per odiarmi. Mi sentivo in colpa per tutti i gesti cattivi che avevo compiuto.

- Tu non hai fatto nulla di male – mi ricordò Pansy, mentre cercavamo per le strade di Londra un’ispirazione per la festa che si sarebbe tenuta Sabato sera in onore della squadra vincitrice della Coppa del Quidditch

- E invece sì. Ho fatto del male a un sacco di gente – replicai

- È normale. È il prezzo della popolarità – mi rassicurò lei, scrutando i prezzi di una serie di minigonne nere – Siamo tenute a fare cose cattive se vogliamo che la gente parli di noi –

- Certo ma…Emily Depp ha tutta le ragioni del mondo! Se qualcuno baciasse Mark per scommessa, penso che diventerei una belva – borbottai pensierosa

- Chi? Emily chi?!? – Pansy mi fissò sconcertata

- Avanti…è del quarto anno, di Serpeverde… - sussurrai

- Emily Depp la cugina di Marty Glenfield? – chiese Pansy – Vuoi dire la Emily che indossava le parigine blu e gialle sotto un vestito azzurro al Ballo del Ceppo? Quella Emily? –

- Sì, lei – annuii

- Dio santo, dovrebbe ringraziarti in ginocchio! Da quando hai baciato il suo Mezzosangue di Grifondoro con cui stava assieme, ha capito che era meglio lasciarlo perdere e ora sta con Jill Arrows, l’ex di Mina Hudling –

- Jill Arrows…due anni fa gli ho pestato i piedi con le decollette. E Mina Hudling, la ragazza a cui ho sfilato la sedia quella volta ai Tre Manici di Scopa! – sospirai, buttandomi a sedere su una poltroncina di un camerino

- Nessun sano di mente farebbe a pezzi un armadio di vestiti perché gli hai pestato un piede – osservò Pansy – Io e Mina Hudling siamo arrivate alle mani una volta in biblioteca per via di un volume di Incantesimi che le serviva per ripassare per i GUFO e ora andiamo d’amore e d’accordo. La vita va così, un giorno fai una cazzata e il giorno dopo la gente se la dimentica –

- Ma… - iniziai

- Ci sono molte più probabilità che la gente incolpi Emily Depp per non essere stata al gioco piuttosto che Maggie Spencer per aver giocato. Tu sei la vetta della piramide sociale, non hai motivo di essere odiata dagli ultimi in graduatoria. Dovrebbero baciare la strada dove cammini – sbuffò Pansy

- Non ti sembra di esagerare? – le chiesi

- No. Se vuoi davvero trovare il colpevole devi prima trovare qualcuno che possa avere l’approvazione della gente. Devi trovare qualcuno che rovesciando il tuo trono si troverebbe al tuo posto – suggerì Pansy – Che dici, me la provo? – mi mostrò una mini nera

Rovesciando il mio trono chi sarebbe finita al mio posto?

Mony_Riddle: no, povera JJ, non si merita tutto quest’odio. Nient’affatto! E, comunque, ti disilludo: a Therese importava di Dan più o meno quanto a Dan importava di Therese quindi puoi immaginarti. La loro storia era basata solo e semplicemente sul puro sesso (oddio, mi sento orribile a dire queste cose ad una di dodici anni. Dimentica tutto!) e quindi no, non sarebbe andata molto avanti anyway.

Cecilia2day: Lupin sta per tornare e, sì, sto per sistemare la cosa una volta per tutte. La sua assenza da tutti questi capitoli rappresenta l’assenza dalla vita di Maggie e, di conseguenza, da quella della zia. A volte dei personaggi vengono messi da parte perché non c’è tempo e spazio di occuparsi di tutti, ma quella di Lupin è una scelta consapevole. È impegnato in qualche missione super-segreta..almeno, così dice.

Schumi95: hai ragione, Mark è davvero una persona stupenda ma ti assicuro che qualsiasi cosa cattiva faccia/abbia fatto o farà Maggie nei suoi confronti non è per cattiveria ma più che altro perché ancora non si è resa conto di quanto effettivamente lui le sia stato vicino in ogni momento difficile e di come sarebbe utile se lei cominciasse a parlare con lui dei suoi problemi. Tutti amiamo Mark.

La_tata: sì, Dan non è uno stronzo, è solo uno che vive senza pensieri, che prende la vita come capita e che il più delle volte non realizza che il suo atteggiamento potrebbe infastidire se non ferire qualcuno. Il pairing JJ/Dan è anche uno dei miei preferiti. Loro due sono molto simili e molto diversi insieme, il tipo di persone fatte per stare insieme. Vedremo…

L’Angolino delle Anticipazioni

- Ma quello non è il Boccino? – le chiesi

- Ma va…è chiaro che è un pipistrello – replicò lei

***

- Dimmi cosa ne pensi di questo - sibilò

Accanto alla porta c’era Luna Lovegood quasi in lacrime. Guardai dentro con un pessimo presentimento.

***

- Ecco…credo che qualcuno ce l’abbia a morte con me – annunciai

***

- Hai ragione. Tua zia non penserebbe mai a depistarci. È troppo stupida. Non si accorge nemmeno che Lupin la tradisce – osservò Cissie

  
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