Ah…saldi!
Adoro questo
periodo…mi piace
vedere la scritta “saldi” sulle vetrine e ancora
più orgamische sono le
intriganti varianti di..
Tezenis
(“tutto al 50%”)
Pinko
(“saldi dal 20 al
H&M
(“saldi fino a 70% e
oltre”)
Ho
già fatto razzia di un po’ di
tutto. Sapete, non si sa mai cosa possa servire dall’altra
parte del mondo.
Vi lascio a questo
capitolo,
baciottolonzi
ATTENTATO AL
POTERE
Q |
uando
frequentavo il quinto anno, Hogwarts era divisa in caste. Come in India
c’erano
i nostri Brahmani,
ovvero quelli che
venivano adorati da tutti e io appartenevo a questa privilegiata casta.
Seguivano gli Khsatriya che non erano altro che i Purosangue come Draco
e
quelli che occupavano posizioni di prestigio, ad esempio i Caposcuola.
Il
Vaishya era lo studente medio: instancabile lavoratore, diviso tra
studio e
sopravvivenza. Hermione per intenderci. Gli Shudra erano quelli che
vivacchiavano cercando di rendere servizio a qualche Khsatriya o
addirittura a
qualche Brahmano, servetti dei più popolari, come Tiger e
Goyle. E infine, come
in India c’erano i Candala, anche da noi c’erano
gli intoccabili, quelli che
non erano abbastanza importanti da appartenere ad una casta.
Allontanati e
denigrati dalla società di Hogwarts. Luna Lovegood era una
di questi.
Quella mattina mi venne
incontro sorridendo
beata, con un paio di vistosissimi cerchi alle orecchie dove aveva
infilato
fiorellini e foglie e camminando come se il resto del mondo non la
interessasse
minimamente.
Doveva essere dura vivere
in quel modo,
pensava Magnolia.
- Maggie! Stavo cercando
proprio te! – urlò
Luna facendo sobbalzare i sonnacchiosi studenti che attraversavano
stancamente
- Buongiorno, Luna
– la salutai cercando di
farle capire che se avesse abbassato leggermente il tono della voce
l’avrei
ascoltata lo stesso
- Cosa sono io?
– mi chiese lei
- Una stupida quindicenne
con i capelli
grigio topo e particolarmente psicolabile? – propose Pansy,
raggiungendoci da
dietro
Sembrerà
stupido, ma ogni tanto invidiavo
Pansy per come riusciva ad essere sofisticata pur essendo
così semplice.
Indossava la divisa e aveva un banale caschetto, ma era una delle
ragazze più
in vista di Hogwarts nonostante non osasse mai un abito sfizioso o
un’acconciatura diversa.
- No! Un genio!
– replicò Luna convinta
- Non
esagerare…quegli orecchini non sono
proprio da sfilata a Parigi – ammise Magnolia
- Non per questi! Per
quello che ho sentito
prima nella Sala Comune di Corvonero – Luna
abbassò finalmente il volume della
voce e mi si avvicinò con fare circospetto –
Maggie sei in pericolo –
Pansy e Magnolia
trasalirono. Io la guardai
perplessa.
- Di morte? –
chiesi sorridendo
- Tramano contro di te
– sussurrò ancora lei
- Hai
ragione…dev’essere colpa
dell’FBI…non
ti era alle calcagna da un po’, Maggie? –
ironizzò Magnolia
- E se fosse vero?
– sibilò Pansy – Sapete,
l’invidia serpeggia come non mai ad Hogwarts –
- E noi siamo un facile
bersaglio delle
invidiose. Tutte vorrebbero essere Maggie –
proclamò Magnolia, orgogliosa come
se io fossi la sua figlioletta
- Che cosa state
complottando? – Daphne
Greengrass, con i suoi finissimi capelli biondi e il fisico scheletrico
comparve alle spalle di Pansy e ci guardò dubbiosa
- Stavamo pensando di
andare a fare colazione
– le rispose tranquillamente Pansy
- Non dev’essere
una cattiva idea – osservò
Daphne ridacchiando
Pansy seguì
Daphne al tavolo dei Serpeverde e
io rimasi un po’ indietro con Luna.
- E, così tanto
per sapere, chi è che
tramerebbe contro di me? – domandai incuriosita
-
Cho
Chang e il suo club di sfigate – rispose Luna con
un’aria di superiorità che
non le avevo mai vista
- Ti sta sul culo Cho?
– le chiesi
- Va in giro a raccontare
che io sono pazza.
Forse io sarò anche pazza, ma lei è una sfigata
totale – decretò Luna
- Hai perfettamente
ragione – sorrisi
Non mi preoccupai di Cho.
Era una vita ormai
che non mi preoccupavo di Cho.
Cho quel po’ di
popolarità che aveva se l’era
fatta con la tragedia di Cedric Diggory e ora mirava a inserire Harry
nel suo
personalino. A quel punto si sarebbe fatta la fama di femme fatale.
Naturalmente, la sottoscritta gliel’aveva impedito
già una volta, e lei da quel
momento aveva deciso che avrebbe cercato di risplendere offuscando la
luce di
Maggie Spencer. Dura la vita per gli illusi cronici.
Lunedì 22
Maggio Hogwarts era avvolta dalla
nebbia. Non sembrava affatto fine Maggio. Se qualcuno avesse scattato
una foto
in quel momento avrebbe benissimo potuto dire di trovarsi nella
brughiera a
Novembre.
E zia Tracie, al telefono,
sembrava avere
anche lei la mente molto annebbiata.
- Abbiamo pranzato
assieme, capisci? –
sussurrò sorseggiando qualcosa che intuii essere qualcosa di
molto alcolico
- Non è una
cosa così strana – le feci notare
– Avete due figli assieme e vivete nella stessa casa,
accidenti, dovreste
pranzare assieme tutti i giorni –
- Dovremmo –
precisò la zia
- Forse
c’è qualcosa che non funziona in
questa storia – provai a suggerirle
- Siamo due spiriti liberi
– rumore di vetri
che si toccano – Siamo entrambi troppo immaturi per una
relazione seria –
La gomma che stavo
masticando mi andò di
traverso.
-
Merda
– imprecai
- Tutto bene? –
fece la zia
- Insomma. Spero solo che
- Erano altri tempi. E poi
eravamo nel Bronx.
Le ragazzine della tua età avevano già figli nel
Bronx – protestò la zia
- Se non eravate pronti a
una cosa seria non
dovevate avere figli – le ricordai
- Non avevamo programmato
di avere i Cuccioli
– ribattè zia Tracie
- Quello che voglio dire
è… - prima che
riuscissi a trovare un modo carino per suggerire alla zia di mandare
Lupin a
pescare le carpe nel Tamigi, qualcuno bussò alla porta
– è che stanno bussando
alla porta –
- Beh, vai ad aprire
– commentò zia Tracie
- La nostra chiacchierata
non finisce qui. Ti
richiamo stasera – misi giù mentre
l’ospite sembrava aver intenzione di
sfondare la porta – Arrivo…arrivo –
Cho Chang con un ciuffo di
capelli davanti
all’occhio destro e una sciarpetta di seta blu attorno al
collo sorrise
esitante.
- Chi stai cercando?
– le domandai ignorando
le regole dell’ospitalità
- Te – rispose
lei
- Me? – ripetei
dubbiosa
- Sì, proprio
te. Non sei forse Maggie
Spencer? – sorrise Cho
- No, sono una sua copia
atterrata or ora con
una navicella spaziale. La vera Maggie è stata rapita dagli
alieni mentre
raccoglieva margherite nel giardino – replicai freddamente
- Oddio –
sussurrò Cho colpita
- Guarda che sto
scherzando – l’avvertii
- Davvero? –
fece lei
- Sì
– annuii energicamente
- Quindi questa
è una battuta? – chiese
- In teoria sì
– ammisi
- Ah! Allora devo ridere!
Hihihi – ridacchiò
Cho
Non potei che provare
compassione per lei. In
fondo, io avevo così tante fortune rispetto a quella povera
sfigata.
- Dunque…entra
– la invitai a sedersi sul mio
letto e io mi appoggiai alla scrivania giocherellando con una pallina
anti-stress gommosa
- Volevo chiederti scusa,
Maggie – annunciò
con tono melenso
- Ah, grazie. Meglio tardi
che mai – sorrisi
incoraggiante
- Insomma, sono stata
cattiva con te –
decretò
- Molto –
convenni
- E poi mi sono resa conto
che tu Potter non
lo caghi neanche di striscio – osservò Cho
- Sai…se
n’erano resi conto un po’ tutti
tranne te. Io ho altre aspirazioni nella vita che sbavare dietro uno
come Harry
– sorrisi beata
- Benissimo. E ci credo, lui non
ha proprio niente da
invidiare a Potter – sussurrò Cho interessata
guardando la foto di Mark sul mio
comodino
- Credi?
Eh…sì…Mark White è proprio
un gran
bel figo. E siamo assieme da due anni. Venticinque mesi, per
l’esattezza – feci
un sorrisetto perfido come a ricordarle che lei, invece, era una single
senza
speranze
- Sono contenta che tu mi
abbia perdonata –
Cho cambiò rapidamente argomento
- Davvero? –
ridacchiai “mi sono persa la parte
in cui ti ho perdonata, cara” pensai ma dissi solo
– Tra ragazze bisogna sempre
aiutarsi –
Bella frase. Molto da
cheer-leader bionda e
slavata. Molto da telefilm melenso di Disney Channel. Molto poco
credibile, se
vogliamo essere sinceri.
- Allora è
tutto chiarito, no? – volle sapere
Cho
- Ma certo! –
esclamai con trasporto – Io ti
perdono, tu mi perdoni, Dio ci perdona…amiche come prima!
–
- Perché, siamo
mai state amiche noi due? –
chiese lei perplessa
Appunto
-
Ehm…no…ma c’è sempre una
prima volta – le
ricordai
Decisamente, se mi fossi
rivista in
televisione avrei pensato di essere davvero un pessimo spettacolo.
Maggie
Spencer che si abbassava a fare la carina con Cho Chang la reginetta
dei
Kleenex. Da suicidio.
- Giusto! Che bello! Ora
che siamo amiche,
cara, potremmo andare a fare shopping ad Hosgmeade –
suggerì Cho
- Certo, cara.
Dev’essere una cosa entusiasmante –
sorrisi
- Beh, allora ciao,
Maggie…vado a studiare
Trasfigurazione – mi salutò Cho
Therese mi
fissò perplessa entrando in
camera.
Appoggiò il
libro di Divinazione sulla
scrivania e rimase con gli occhi puntati su di me come ad indagare.
- Hai tirato su di coca?
– domandò dopo un
po’
- Ehm…no
– risposi dopo un’attimo di
esitazione
-
Ah…perché mi sembrava l’unica soluzione
plausibile – ammise Therese
- So che la cosa potrebbe
sembrarti
scioccante – sorrisi dubbiosa
Therese si
mordicchiò un’unghia gustandosela
a fondo. Poi si piazzò davanti alle mie fotografie e scosse
la testa.
- Cho Chang -
sibilò
- Cho Chang –
ripetei
- Se mai qualcuno mi
avesse detto che tu
saresti diventata sua amica avrei riso per ore –
borbottò lei – E invece… -
- E invece nulla
– tagliai corto
- Come nulla?
Cara…andiamo ad Hogsmeade… - mi
scimmiottò Therese
- Dai, si capisce che
è una presa per il culo
– ridacchiai nervosamente
- Allora vedi di
spiegarglielo perché non mi
pare che Cho abbia proprio capito – ammise lei
- Credo che facesse finta
– brontolai
- Tu credi? –
sorrise Therese – Io non credo
proprio –
- Non si può
essere così coglioni da non
capire – decretai
- Si può, si
può. È di Cho Chang che stiamo
parlando – mi ricordò lei – la stessa
Chang che ha baciato Harry sotto il
vischio –
- E quindi? –
non riuscivo a carpire il
significato intrinseco della sua frase
-
Beh…insomma…una
ragazza che si fa Harry deve avere qualche
problema psicologico, no? – mi fece notare Therese
- In effetti non hai tutti
i torti – mi
appoggiai alla finestra. La pioggia continuava a scrosciare senza
sosta. In
qualche modo mi ritrovai a pensare che il mondo sarebbe stato molto
più
equilibrato se l’Inghilterra avesse diviso le sue piogge con
l’Africa
- Io ho sempre ragione
– precisò Therese
- Adesso non esagerare
– l’ammonii – Ho solo
detto che non hai tutti i torti –
- In realtà il
tuo subconscio voleva dirmi
che credi che io sia molto più ragionevole di te –
replicò lei
- Essere ragionevole e
avere ragione non sono
la stessa cosa – ribattei
- Non siamo qui a cercare
il pelo nell’uovo –
osservò Therese – E, comunque, ti suggerisco di
stare attenta a quella Cho –
- Sarà stupida,
ma non pericolosa –
ridacchiai
- Ti ha odiato troppo e
per troppo tempo per
diventare tua amica all’improvviso un piovoso
Lunedì di Maggio, non trovi? –
sibilò lei
- Non me ne importa
– risposi freddamente –
Non ho intenzione di diventare sua amica –
- Spero tu non abbia
nemmeno intenzione di
credere alle sue scuse – soggiunse Therese
- Perché non
dovrei? – sbottai – Una volta
tanto che qualcuno si scusa con me e non sono io a scusarmi con
qualcuno… -
- Nonostante abbia sempre
pensato che per
essere cattivi bisogna essere almeno un tantino intelligenti, potrebbe
darsi
che quello di Cho sia semplicemente un bluff –
sussurrò mia sorella – Con ciò
non voglio disilluderti, ma solo avvertirti perché io non mi
sarei scusata con
te per averti chiamata troia. E così un sacco di altre
ragazze di Hogwarts non
l’avrebbero fatto. Non vedo perché con Cho
dovrebbe funzionare diversamente –
Quello che non vedevo io,
invece, era il motivo
per cui qualcuno avrebbe dovuto definirmi troia. Sì, certo,
avevo tradito Mark
un paio di volte e d’Estate non disprezzavo certo
l’idea di indossare vestitini
succinti, ma ero lungi dall’essere una troia.
- Le troie non sono quelle
che si comportano
come tali, bensì quelle che dicono di non sopportarle
– annunciò Luna Lovegood
Io, lei, Pansy e Magnolia
eravamo sedute
intorno ad uno dei tavolinetti bassi circondati da poltroncine di pelle
nera
della Sala Comune di Serpeverde e stavo raccontando loro del mio
incontro con
Cho della sera prima.
- Credo di non aver
afferrato bene – ammise
Magnolia
- Prendiamo Maggie e
Ginny. Maggie viene
additata come troia perché è gentile con quelli
delle altre Case e perché va in
giro con la camicetta della divisa sbottonata. Ginny invece
è una brava
ragazza, una banale e semplice Weasley. Però Maggie non la
dà in giro come se
fosse una caramella – spiegò Luna
- Quella Weasley
è una delle ragazze più
disgustose di Hogwarts – sibilò Pansy –
E sono quasi certa che ci provi con
Draco –
Tutte e tre ci voltammo
sconvolte verso di
lei.
- Stai scherzando, spero
– sussurrai
- Si vede lontano un
miglio che si odiano –
precisò Magnolia
- O quantomeno, lui la
odia – convenne Luna
sospettosa
- E poi…usa il
reggiseno gonfiabile – sorrise
Pansy
- E non sa giocare a
Quidditch – soggiunsi
- Certo…ma mi
hanno detto che negli
spogliatoi la fa vedere ai nuovi Battitori –
ridacchiò Magnolia
Lo Spettegolamento era,
per noi di
Gossipschool, un irrinunciabile momento in cui condividevamo notizie e
dicerie
su tutti gli studenti più conosciuti di Hogwarts. Era al
nostro tavolo che i
gossip più succosi venivano analizzati fino
all’osso e quindi messi a tacere o
alimentati.
Quando eravamo io o Pansy
a mettere in giro una
voce, Quella voce era la legge.
- E così Cho
Chang ha deciso che vuol’essere
tua amica – sospirò Pansy rigirandosi in bocca
quelle parole come se fossero un
boccone di pizza che scotta
- Piuttosto diventa amica
di un Thestral –
suggerì Luna
- O di Ginny Weasley
– continuò Magnolia
- Ma mai, nemmeno per
scherzo, devi dare
retta a Cho Chang – decretò Pansy concludendo
- Tranquille, ragazze, non
stavo pensando di
farlo – le rassicurai
Tutte e tre tirarono un
sospiro di sollievo.
- Bene, e ora, sistemati
questi dettagli,
pensiamo un po’ alla copertina del numero di Giugno
– annunciò Pansy
Con queste parole, un
gruppo di ragazzine del
quarto di Serpeverde tirò un sospiro di sollievo. Anche per
questa volta, la
minaccia dello Spettegolamento era passata senza lasciare danni.
- Quelle non hanno ancora
capito che essere
sputtanati nello Spettegolamento è una cosa da pochi. Solo i
più in vista ci
riescono. E solo quelli che ci riescono sono in vista –
sorrise Pansy
soddisfatta
Indubbiamente la
società di Hogwarts ai tempi
girava intorno ad ipocrisie e scale sociali che non avevano nulla da
invidiare
a quelle delle altre scuole. Di scuole come
JJ, infatti, finse di non
vedermi fuori da
scuola il pomeriggio di Giovedì 25 Maggio, ma
continuò tranquillamente a ridere
con un gruppetto di bionde fotomodelle. Solo quando la maggior parte di
loro fu
sparita nelle lussuose macchine con autista che circondavano la zona,
la mia
amica mi raggiunse sorridendo.
- Ciao JJ
– la salutai – Devo ammettere che non ci speravo
più –
- Scusa tantissimo
Maggie…dovevo finire un
discorso molto importante con Helga e… - cominciò
JJ
- Non preoccuparti. Lo so
che i discorsi
della London Academy sono sempre più importanti di me
– sorrisi amaramente
- Non dire stronzate!
– mi rimbeccò JJ – è
solo che non posso abbandonare il Club delle Oche Giulive senza un
motivo –
La cosa non mi
rallegrò affatto. Credevo di
essere un bel motivo per abbandonare il Club delle Oche Giulive, ma a
quanto
pare mi sbagliavo.
- Indovina chi
è? – due mani calde e
profumate mi si misero davanti agli occhi
- Uhm…non so
davvero chi possa essere.
Sei…Andrew? Paul? Jason? – ridacchiai
- Vediamo se
così ti sovviene – sempre
tenendo le mani davanti agli occhi mi diede un bacio, poi un altro e
alla fine
ci ritrovammo stretti in un bacio che non sembrava finire
- Toc toc – fece
la voce di Dan alle mie
spalle – Possiamo interrompervi? –
Aprii gli occhi e lasciai
la presa di Mark.
Lui e Dan con la divisa della London mi lasciavano sempre un attimino
scioccata
prima di riprendermi. Specialmente Dan che sembrava quasi un piccolo
Lord con i
capelli pettinati alla Malfoy e senza orecchini e giacche di pelle da
motociclista.
- Non trovi che
così Dan sia molto più figo?
– scherzò JJ quasi interpretando i miei pensieri
- Oserei definire
“figo” una parola troppo
grossa. Diciamo che così è molto più
affascinante – ribattei
- Affascinante?
– replicò Dan disgustato –
Vestito come un bambino agli scout? Dio me ne liberi –
- Che ne dici, Maggie,
andiamo a prenderci un
frappè? – suggerì Mark e io, che sono
una molto accomodante, non opposi
resistenza
Quando Therese mi
telefonò, il frappè aveva
già creato in me quella specie di folle euforia che scatena
l’hashish ed ero in
piedi sul comodino di Mark che mi sfilavo uno dopo l’altro i
vestiti che avevo
addosso mentre lui cercava inutilmente di colpirmi con una pistola ad
acqua. I
nostri giochini erotici sembravano divertire molto la vecchietta del
palazzo di
fronte che aveva preso la brutta abitudine di piazzare una sedia
davanti alla
finestra e aspettare che si accendessero le luci in camera di Mark.
- Rispondi –
Mark mi lanciò il telefono – è
quella rompicoglioni di tua sorella –
- Mio Dio…che
vuole? – sibilai
- Non lo so –
sbuffò Mark e si lasciò cadere
sui cuscini senza proferire un’altra parola –
Dovrebbero legarle le mani quando
scopiamo. Così non può telefonare a nessuno
–
- Therese? –
risposi tagliente
- Vedo che sei contenta di
sentirmi – osservò
lei di rimando
- Fai veloce –
le suggerii
- Ok…vieni di
corsa ad Hogwarts. È successo
un casino. Dovunque tu sia. Con chiunque tu sia. Qualsiasi cosa tu stia
facendo. Ti voglio qui tra un attimo – dichiarò e
mise giù
- Ha chiuso –
sospirai
- Tua sorella ha
- Cosa c’entra?
– dissi a denti stretti – E
come se tu mi dicessi “è pronto da
mangiare” e io ti chiedessi se il tuo forno
è della Philipps. Dici che la cosa ha importanza?
–
- Potresti richiamarla
– propose lui
- Covniene andare.
Sembrava davvero
preoccupata – ammisi malvolentieri e cominciai a cercare
qualcosa da mettermi
addosso
- Non
c’è tempo di cercare i tuoi vestiti.
Potrebbe essere qualcosa di grave. Magari Malfoy è in
overdose, magari Cissie
si è strozzata con una biglia…non
so…ma prendi il mio cappotto – Mark mi mise
il cappotto sulle spalle e io presi
Un attimo dopo eravamo nel
corridoio del
dormitorio di Hogwarts e mi resi conto troppo tardi che avremmo dato
nell’occhio: io ero in reggiseno di pizzo rosso e coulotte
nere e Mark in boxer
e giacca a vento.
Infatti, un nugolo di
ragazzine del terzo
anno tra le quali riconobbi Romilda Vane, stavano evidentemente
commentando il
nostro look.
- Lui è il
suo ragazzo… - sussurrò Romilda alla volta delle
compagne – Babbano –
soggiunse sillabando quella
parola
- Dicono che
la loro prima volta sia stato qui ad Hogwarts – aggiunse una
delle ragazzine,
scuotendo la chioma bionda
- Sì…quando
lei era al secondo anno – sibilò un’altra
- Nell’aula
di Trasfigurazione – continuò una quarta
Sarei
volentieri andata a spiegare loro cos’era successo
esattamente tra me e Mark, e
quando, e magari anche dove, ma Therese aprì la porta e mi
trascinò dentro.
Prima che potessi urlare, imprecare, bestemmiare o fare qualsiasi altra
cosa,
mi sentii mancare.
Mark mi
sostenne da dietro.
I miei
vestiti, ogni più misero straccetto che stava nel mio
armadio, erano dispersi
per la camera, lacerati, strappati, sminuzzati come se fossero fogli di
carta.
- C…C… -
cominciai senza riuscire a esprimere nulla
- Prendile
un bicchiere d’acqua – suggerì Mark a
mia sorella e mi fece sedere sul mio
letto, cosparso da piccoli frammenti di vestiti che non avrei mai
potuto
riconoscere
- Sono
tornata dalla biblioteca e ho trovato questo –
spiegò Hermione, raggiungendoci
– Non si capisce cosa possa essere successo –
- A me
quello che è successo sembra chiaro. Lampante –
annunciò Lavanda Brown,
lasciando che i suoi occhi assetati scorressero sul petto nudo di Mark
–
Qualcuno ha voluto farti un dispetto –
- Alla
faccia del dispetto – ribattè Mark –
Qualcuno ha voluto rovinarle l’esistenza –
- Mio Dio –
riuscii a sussurrare, prendendo in mano un brandello di stoffa
argentata e
paillettes, che doveva essere il vestito che indossavo al primo
appuntamento
con Mark
- Non
preoccuparti, Maggie, troveremo il colpevole – mi
rassicurò Mark
- E
soprattutto troveremo l’antidoto –
precisò Therese, porgendomi un bicchiere
d’acqua
- Ho tentato
con alcuni semplici incantesimi, ma pare non funzioni –
sospirò Hermione –
Questo danno è stato fatto con un incantesimo potente
–
- E per me è
anche irreversibile – soggiunse piano Calì
-
Una…Maledizione senza Perdono…dici? –
chiese Lavanda sgranando gli occhi
- Oddio…no –
rantolai, notando per terra una pelle dura e squamosa – Gli
stivali di pitone
di JJ. Christian Dior. 620£… -
- Non si
tratta di una Maledizione senza Perdono – decretò
Therese, con aria sicura –
L’armadio sarebbe esploso con un incantesimo simile e la
camera sarebbe
bruciata –
- Appunto.
Con un’Avada Kedavra l’armadio sarebbe stato
sbattuto contro il muro e sarebbe
saltato in aria, ma i vestiti sarebbero bruciati e non si sarebbero
strappati
in piccoli pezzi – specificò Hermione
- E una
Cruciatus li avrebbe presumibilmente arricciati ma non strappati
– soggiunse
Therese
- Voi state
qui a fare supposizioni su come sia stato fatto questo, ma non vi viene
il
dubbio di chiedervi chi sia stato
a farlo
– sussurrai
Cinque paia
di occhi si girarono verso di me.
Glenda
Rosweth aprì la porta della camera e rimase scioccata.
- Mi avevano
parlato di un problema, ma non immaginavo di certo questa carneficina
–
borbottò, raccogliendo da terra una bretellina di una maglia
- Professoressa Rosweth,
credo che dovremmo avviare delle indagini –
annunciò Hermione
- Siamo
tutte in pericolo – continuò Calì
- Forse ad
Hogwarts si nasconde un maniaco dei vestiti –
suggerì Lavanda
- E Maggie è
stata solo la prima della lista – riprese Calì
- Non vorrei
deludere le vostre indagini, ma temo che sia una vendetta personale nei
confronti di Maggie – ammise Hermione
- Maggie è
pur sempre una delle ragazze più popolari della scuola. Ed
è normale che dove
c’è luce, ci siano anche delle ombre. E
nell’ombra non si sa mai cosa può
nascere – osservò Therese
- Ma chi…chi
può odiarmi così tanto?!? Neanche Draco
Malfoy… - cominciai
- Draco
Malfoy – ripetereno in coro Hermione e Mark
- Quello
stronzo di Malfoy – soggiunse Mark
-
Quell’idiota patentato maniaco del sangue puro di Malfoy
– precisò Hermione
- Draco non
arriverebbe mai a tanto – sbottò Therese
– E, tra l’altro, lui non odia Maggie
–
Tutti la
guardammo divertiti.
- Non fino a questo punto
– puntualizzò mia sorella
- Bene, è un
nome in più su una lista bianca –
decretò Glenda
- NO!
Professoressa Rosweth…Malfoy non ha fatto
nulla…suo padre lo ucciderebbe se la
scuola mandasse una lettera a casa per annunciare una cosa del genere
– strillò
Therese
- Una
persona in meno da sfamare a questo mondo. Ci sono tanti di quei
problemi
dell’umanità che di sicuro non sentiremmo la sua
mancanza – dichiarò Mark
Therese gli
lanciò uno sguardo ostile.
- Therese,
il tuo continuo tentare di difendere il signor Malfoy mi fa pensare che
voi
siate complici di questo gesto – si intromise Glenda
- Spero che
tu stia scherzando – sibilò Therese
- Therese
non farebbe mai una cosa del genere – sbottò
Hermione indignata
- Complice
di un Serpeverde? È assurdo! – confermò
Lavanda
- Professoressa
Rosweth, credo che lei sia decisamente fuori strada –
borbottò Calì
- Bene,
sapete che vi dico? – Glenda lasciò i fogli sulla
scrivania di Therese –
Vedetevela voi. Pensateci voi alle vostre indagini. A me, sinceramente,
dei
vestiti di Maggie Spencer non interessa molto –
Naturalmente
Glenda si sbagliava, dato che l’orrendo vestito da damigella
era finito in
pezzi così come tutto il resto.
- E questo
toglie anche l’ipotesi Glenda – Cissie
sbarrò un nome sulla sua lista
Eravamo a
Little Hangleton, sedute nella squallida cucina, e tentavamo di
raccapezzarci
sul disastro.
- Magari l’ha fatto
apposta. E si è dedicata alle indagini apposta. È
tutto un alibi – suggerii
- Maggie,
non siamo a CSI. Cerchiamo di vedere le cose nel più
semplice dei modi.
Dobbiamo concentrarci sulle persone che hanno qualcosa contro di te
– sbuffò
Cissie
- Come se
fosse semplice – borbottai
- Non ho
detto che è semplice. A volte per scoprire dei delitti,
Scotland Yard ci mette
anni – precisò lei – E a volte, dei
misteri restano incompiuti, degli assassini
impuniti e delle indagini incomplete –
- Ma non
sarà il nostro caso – decretai
- Forse ho
trovato qualcosa – ci interruppe Tom, facendo scorrere il
dito sulle pagine
ingiallite di un vecchio libro di Magia Nera sul quale stava cercando
il
controincantesimo, per salvare i vestiti
- Che dice?
– domandai
- Parla di
come reagire all’incantesimo Sectusempra. Secondo questo
volume bisogna fare
una pozione e darla da bere al malcapitato – lesse Tom
corrugando la fronte –
Oppure…c’è un secondo antidoto che
spero possa andare bene per i tuoi vestiti,
ma devo studiare le controindicazioni, nel malaugurato caso che non si
tratti
di un Sectusempra –
- Certo
certo – annuii senza aver capito neanche una sillaba di
quello che Tom aveva
appena detto
Cissie riunì
le mani sotto il viso in una buffa imitazione di Silente.
- Al di là
di quello che pensa tua sorella, non credo di poter cancellare Draco
Malfoy
dalla lista. Del resto, come lui ti ha detto qualche tempo fa, se
volesse
vendicarsi avrebbe una scelta immane tra i moventi – ammise
Cissie
E, in
effetti, al di là di quello che pensava Therese, quella sera
stessa decisi che
avrei interrogato Malfoy fingendo di non avercela con lui.
- Draco… -
lo fermai nella Sala Comune di Serpeverde, sorridendo con fare
indifferente
- Hai
bisogno di qualche favore? – mi domandò
- Oh…niente
affatto! Perché? – ribattei
- Mi compari
davanti all’improvviso con un sorriso da cartone animato e la
voce melensa…devo
preoccuparmi? – fece lui
- No –
risposi – Anzi,
sì…perché…beh, credo
proprio che nemmeno quest’anno vincerete
- Tu credi?
– Draco ghignò beffardo – E come pensi
di fare? Dopando Weasley? O ubriacando
l’intera squadra di Corvonero? –
- La nostra
squadra non ha niente da invidiare a quella dei Corvonero –
sbottai
- Tranne il
portiere – precisò Draco
- Forse è
vero, Ron Weasley si muove sul campo con la grazia di un elefante
birmano, ma
questo non ci impedirà di conquistare il boccino prima che
lo facciano loro.
Abbiamo pur sempre un ottimo Cercatore – decretai mentendo
spudoratamente
- Ginny
Weasley? – Draco sgranò gli occhi –
Credevo la odiassi –
- Difatti la
odio – convenni – Ma ciò non toglie che
sia una brava giocatrice di Quidditch e
poi…si veste molto bene – sottolineai
l’ultima frase
- Non l’ho
mai vista con qualcosa di diverso dalla divisa – ammise Draco
- Che
peccato – borbottai – E secondo te come sono i miei
vestiti? – gli domandai
- Perché ti
interessa sapere cosa penso io dei tuoi vestiti? –
brontolò lui
- Sono
curiosa – risposi – Voglio proprio sapere se
preferiresti vedere i miei vestiti
distrutti oppure se ti piacciono –
- Maggie
Spencer, ti ripongo la domanda. Sei sicura di sentirti bene?
– mi chiese
sembrando sinceramente preoccupato – Non è che ti
sei data alla marija anche
tu…voglio dire, hai accettato caramelle dagli sconosciuti in
questi giorni? –
- Ma
smettila! – sbottai – Piuttosto…se sai
qualcosa dillo –
- Dire cosa?
Per l’amor del cielo, Spencer…fatti curare
– mi diede una spinta e passò oltre
- Malfoy! –
lo richiamai stringendo i pugni – Non è che per
caso ti sei voluto vendicare di
qualcosa che ti ho fatto? –
- Stai
parlando della storia dei vestiti? – gli si
illuminò il volto – Cazzo, Maggie,
per vendicarmi di tutto quello che mi hai fatto dovrei fare a
pezzettini te,
non i tuoi vestiti –
- Quindi non
sei stato tu? – sussurrai
- No –
rispose affranto – Ma magari chi ha compiuto il folle gesto
voleva suggerirti
di non vestirti più…ti pare? –
- Stupido –
sibilai e ritornai nel mio dormitorio
Non sapevo
se essere sollevata dal fatto che non fosse stato lui o disperata dal
dover
cercare un altro colpevole.
Il mattino
seguente, Hogwarts mi sembrava decisamente più ostile:
dietro ogni sorriso di
ammirazione che mi lanciavano vedevo uno sguardo cattivo, dietro ogni
saluto
scorgevo un insulto, dietro ogni apprezzamento mi sembrava di
riconoscere una
crudele ipocrisia.
Mi sembrava
che tutti quelli che incontrai dalla mia camera alla Sala Grande
avessero un
buon motivo per odiarmi.
Andy
Campbell, di Tassorosso. Avevo rifiutato il suo ciondolo per San
Valentino e
avevo bruciato il biglietto.
Emily Depp,
di Serpeverde. Tre anni prima avevo baciato il suo ragazzo per
scommessa.
Steven Wood,
di Corvonero. Avevo pubblicato la sua foto a letto con Justice Miller
di
Grifondoro sorvolando sul fatto che lui avesse già una
ragazza.
E così in
poco tempo avevo osservato quante persone avessero un motivo per
odiarmi. Mi
sentivo in colpa per tutti i gesti cattivi che avevo compiuto.
- Tu non hai
fatto nulla di male – mi ricordò Pansy, mentre
cercavamo per le strade di
Londra un’ispirazione per la festa che si sarebbe tenuta
Sabato sera in onore
della squadra vincitrice della Coppa del Quidditch
- E invece
sì. Ho fatto del male a un sacco di gente –
replicai
- È normale.
È il prezzo della popolarità – mi
rassicurò lei, scrutando i prezzi di una
serie di minigonne nere – Siamo tenute a fare cose cattive se
vogliamo che la
gente parli di noi –
- Certo
ma…Emily Depp ha tutta le ragioni del mondo! Se qualcuno
baciasse Mark per
scommessa, penso che diventerei una belva – borbottai
pensierosa
- Chi? Emily
chi?!? – Pansy mi fissò sconcertata
- Avanti…è
del quarto anno, di Serpeverde… - sussurrai
- Emily Depp
la cugina di Marty Glenfield? – chiese Pansy – Vuoi
dire
- Sì, lei –
annuii
- Dio santo,
dovrebbe ringraziarti in ginocchio! Da quando hai baciato il suo
Mezzosangue di
Grifondoro con cui stava assieme, ha capito che era meglio lasciarlo
perdere e
ora sta con Jill Arrows, l’ex di Mina Hudling –
- Jill
Arrows…due anni fa gli ho pestato i piedi con le decollette.
E Mina Hudling, la
ragazza a cui ho sfilato la sedia quella volta ai Tre Manici di Scopa!
–
sospirai, buttandomi a sedere su una poltroncina di un camerino
- Nessun
sano di mente farebbe a pezzi un armadio di vestiti perché
gli hai pestato un
piede – osservò Pansy – Io e Mina
Hudling siamo arrivate alle mani una volta in
biblioteca per via di un volume di Incantesimi che le serviva per
ripassare per
i GUFO e ora andiamo d’amore e d’accordo. La vita
va così, un giorno fai una
cazzata e il giorno dopo la gente se la dimentica –
- Ma… -
iniziai
- Ci sono
molte più probabilità che la gente incolpi Emily
Depp per non essere stata al
gioco piuttosto che Maggie Spencer per aver giocato. Tu sei la vetta
della
piramide sociale, non hai motivo di essere odiata dagli ultimi in
graduatoria.
Dovrebbero baciare la strada dove cammini – sbuffò
Pansy
- Non ti
sembra di esagerare? – le chiesi
- No. Se
vuoi davvero trovare il colpevole devi prima trovare qualcuno che possa
avere
l’approvazione della gente. Devi trovare qualcuno che
rovesciando il tuo trono
si troverebbe al tuo posto – suggerì Pansy
– Che dici, me la provo? – mi mostrò
una mini nera
Rovesciando
il mio trono chi sarebbe finita al mio posto?
Mony_Riddle:
no, povera JJ, non si merita tutto quest’odio.
Nient’affatto! E, comunque, ti
disilludo: a Therese importava di Dan più o meno quanto a
Dan importava di
Therese quindi puoi immaginarti. La loro storia era basata solo e
semplicemente
sul puro sesso (oddio, mi sento orribile a dire queste cose ad una di
dodici
anni. Dimentica tutto!) e quindi no, non sarebbe andata molto avanti
anyway.
Cecilia2day:
Lupin sta per tornare e, sì, sto per sistemare la cosa una
volta per tutte. La
sua assenza da tutti questi capitoli rappresenta l’assenza
dalla vita di Maggie
e, di conseguenza, da quella della zia. A volte dei personaggi vengono
messi da
parte perché non c’è tempo e spazio di
occuparsi di tutti, ma quella di Lupin è
una scelta consapevole. È impegnato in qualche missione
super-segreta..almeno,
così dice.
Schumi95:
hai ragione, Mark è davvero una persona stupenda ma ti
assicuro che qualsiasi
cosa cattiva faccia/abbia fatto o farà Maggie nei suoi
confronti non è per
cattiveria ma più che altro perché ancora non si
è resa conto di quanto effettivamente
lui le sia stato vicino in ogni momento difficile e di come sarebbe
utile se
lei cominciasse a parlare con lui dei suoi problemi. Tutti amiamo Mark.
La_tata: sì,
Dan non è uno stronzo, è solo uno che vive senza
pensieri, che prende la vita come
capita e che il più delle volte non realizza che il suo
atteggiamento potrebbe
infastidire se non ferire qualcuno. Il pairing JJ/Dan è
anche uno dei miei
preferiti. Loro due sono molto simili e molto diversi insieme, il tipo
di
persone fatte per stare insieme. Vedremo…
L’Angolino
delle Anticipazioni
- Ma quello
non è il Boccino? – le chiesi
- Ma va…è
chiaro che è un pipistrello – replicò
lei
***
- Dimmi cosa
ne pensi di questo
- sibilò
Accanto alla
porta c’era Luna Lovegood quasi in lacrime. Guardai dentro
con un pessimo
presentimento.
***
- Ecco…credo
che qualcuno ce l’abbia a morte con me – annunciai
***
- Hai
ragione. Tua zia non penserebbe mai a depistarci. È troppo
stupida. Non si
accorge nemmeno che Lupin la tradisce – osservò
Cissie