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Autore: Kill_your_darlings    29/03/2014    1 recensioni
Quando le persone che ami e che ti dovrebbero proteggere ti feriscono,non ti permetti più di di voler bene a nessuno e la felicità diventa solo una cosa di cui hai sentito parlare,una cosa che non ti appartiene. E a quel punto non sei più come gli altri,a differenza loro,che passano la vita a cercare la felicità,tu non lo fai perchè sai già la verità:la felicità non esiste. E ti arrendi ad essa.
Ginevra è una di queste persone,perchè da quando è nata non ha conosciuto altro che sofferenza. Ma le cose che conosciamo non sono le sole cose che esistono. E Ginevra questo,ancora,non lo sapeva.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Scese la collina di corsa. Aveva ormai il fiatone,  le voci erano sempre più vicine.
I polmoni le facevano male dovette perciò rallentare il passo, era vicina.
Fece altri pochi passi e si ritrovò di fronte una casa ormai distrsemprla porta dell'ingresso era completamente rovinata dal tempo. Il colore un tempo bianco si era annerito. Anni prima in quella casa viveva una famiglia felice, adesso invece la casa era abbandonata...o quasi.
Delle luci erano accese nel piano inferiore e delle urla provenivano dall'interno. Avvicinandosi di più Ginevra poté scorgere due ombre, una alta e l'altra più bassa.
-...Tu fai quello che diciamo noi signorina! -la prima voce era chiaramente quella di una donna
-Qui fa tutto schifo voglio tornarmene a casa-anche questa voce era femminile ma più giovane e acuta della pecedente.
Ginevra si accuccio per terra e gattonando si avvicino alla finestra dalle quale procenivano gli strilli. Il cuore le batteva forte aveva una tremenda paura che la potessero beccare...ma la curiosita era il suo tallone d'Achille.
-Che diavolo stai facendo qui?-la ragazza sussultò ed emise un gidolino di spavento. L'avano beccata! Cazzo! Possibile che non stesse mai attenta? E adesso che scusa si sarebbe inventata? Certo poteva sempre scappare, lei era sempre stata piuttosto veloce, ma le sue gambe tremavano e non riusciva a muoverle.
Si giro lentamente verso il padrone della voce e si ritrovo davanti un ragazzo alto con gli occhi marroni come la corteccia degli alberi, i capelli ricci e castani li ricadevano sul viso che la guardava sorpreso...Ginevra non riusi neanche ad aprire la bocca troppo incantata dalla bellezza del tipo.
-Mi hai sentita? Che stai facendo?-chiese irritato.
Ginevra rimase ferma a bocca aperta...non sapeva che dire...la verità l'avrebbe fatta passare per una stolker.
-ehm...io...cioè. ..veramente. ..io stavo passeggiando-
Il ragazzo la guardò perplesso e poi ridendo chiese
-gattonando?-
Si bhe ecco quello era un piccolo dettaglio....che distruggeva completamente la sua storia.
-si ecco....io stavo camminando....poi però ho perso un orecchino e lo stavo cercando-
Ginevra era in imbarazzo era brava a mentire certo...ma era stata presa alla sprovvista e non sapeva che fare.
Il ragazzo si chino vicino a lei. Ma che cazz..?
-scusa eh...ma che stai facendo?- la ragazza era sorpresa...quel tipo sbucato dal nulla rea piuttosto insolito. 
-Ti aiuto a cercarlo- rispose con fare ovvio. Si ovvio. Ma OVVIO un cazzo....e adesso?
Dopo aver compreso la notizia la ragazza si alzò agitata e grattandosi il braccio come face sempre in quei momenti disse: - oh no...no tranquillo...era solo uno stupido orecchino!-
-no mi fa piacere aiutarti-e sorrise. Un sorrivo bellissimo, vero, sincero.
-no veramente...comunque grazie lo stesso...-
-Jarred- disse allungando una mano.
-Ginevra-gli strinse la mano.
-scusa se te lo chiedo Ginevra...ma non è pericoloso andare in giro per i boschi da sola? Potresti perderti...-ma da dove era saltato fuori quel tipo? Si conoscevano da tipo dieci minuti e già era preoccupato!
- conosco il bosco come le mie tasche.- rispose secca. Odiava che il fattoche fosse donna la facesse apparire debole e indifesa pperché lei era tutto meno che quello. Ma vedendo il viso sbalordito del ragazzo si affretto ad aggiungere. 
-vivo in quella casa...- disse indicando una piccola e malmessa casupola sul vertice di una piccola collina-..anzi è meglio che ci ritorni...si è fatto tardi...- si scusò.
-oh si...è veramente tardi...comunque magari ci si vede...sai com'è io adesso vivo qui.-
Ginevra sorrise...un sorriso freddo e amaro ma sorrise...poi si incamminò facendo un saluto con la mano e preparandosi mentalmente ade entrare nelle porte dell'inferno...come diceva Dante? 
An sì:" lasciate ogni speranza, oh, voi che entate".
 E lei speranza non ne aveva più ormai da tempo
  
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