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Autore: tempestadentroquietefuori    02/04/2014    0 recensioni
Siamo nel secolo in cui i sogni dei giovani vengono bruciati in modo spietato e poi ci chiamano " gioventù bruciata ".
Siamo nel secolo dei jeans strappati, dei cappelli multicolor.
Siamo nel secolo in cui gli adolescenti invece di combattere per un voto migliore a scuola, combattono contro loro stessi, perché le rivoluzioni le hanno in testa.
Siamo nel secolo in cui non ci si crede più ai politici, alla Chiesa, ai genitori, ma ci si crede alla musica.
Siamo nel secolo in cui i corpi sono dei veri e propri campi di battaglia.
Siamo nel XXI secolo e ancora la gente muore per i tumori.
Siamo nel secolo in cui i " like" sono sinonimo di bellezza, popolarità, un modello da seguire.
Siamo nel secolo in cui la nostra vita gira intorno ai social network : vuoi parlare con qualcuno? Magari qualcuno che non vedi da tanto, che è lontano da te? C'è Facebook.
Vuoi criticare, offendere qualcuno? Semplice, c'è Ask.
Vuoi sfogarti per tutto quello che ti capita? Per la tua vita incasinata, magari perché non é come vuoi tu ? C'è Tumblr. E il cielo guarda. Guarda questo secolo che si consuma e brucia come una sigaretta!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Siamo alla serra, un casino di gente, il rombo dei motori, musica ad alto volume fino a spaccare i timpani, tipe vestite con dei top e minigonne più mini che gonne! 

- guardale e ti ammazzo! - esclamo io riferendomi a quelle tipe.

- chi io? Ho davanti la ragazza più bella del mondo, potrei mai guardare altro? - mi domanda con una serietà stupefacente. 

- non mi prendere in giro! - dico io ridendo e dandogli un pugno scherzoso sulla spalla. 

- non lo faccio e mai lo farò ! - risponde lui attirandomi a se e schioccandomi un bacio a fior di labbra. 

- ehy piccioncini basta smancerie, inizia la gara. Mettetevi ai posti di partenza. - s'intromette quello che avrebbe dato inizio alla gara. 

E così fu. 

Non so nemmeno io con quale coraggio sono salita  su quella moto. Non so nemmeno con quale enorme sforzo non ho urlato di paura per la velocità a cui andavamo. Non lo so perché, però quella sensazione di velocità, brivido, trasgressione, mi piaceva. 

La gara fu vinta da noi, gli sforzi di  Kekko sono stati ricompensati. 


Quella sera decidemmo di festeggiare, provare nuove sensazioni, solo nel mio caso, visto che per  lui non era tutto nuovo, così andammo nel locale della serra e in suo onore brindammo. 

Uno, due, tre, quattro drink... Vedendo tutto sfocato, ma una cosa la vidi bene e chiara : Francesco che veniva trascinato da una di quelle troie che gli sorrideva maliziosamente. 

Mi avvicinai ad uno dei suoi amici che appena mi vide, mi sorrise.

- sai dov'è Kekko?  - domando io  facendo finta di niente. 

- no, però stava parecchio ubriaco, mi sa che ha esagerato un po stasera - mi risponde. 

- va bene, allora vado a cercarlo - rispondo io. 

Ubriaco o no, come ha fatto qualcosa con quella lo uccido. 

- ti accompagno - risponde lui alzandosi. Annuisco e mi avvio verso la direzione in cui lo avevo visto. 

Giampiero, il suo amico, é andato lui avanti guidandomi e scansandomi da quelli che mi si buttavano addosso, poi lo vidi fermarsi appena ha dato un'occhiata ad un corridoio. 

- qui non c'è - disse lui poco convinto. Mi vuole convincere di qualcosa? 

- non ti credo, scansati - rispondo io spostandolo e andando nel corridoio. 


Piccole lacrime solcavano il mio viso, silenziose e lente, ma intense. 
Non potevo credere a cosa mi mostravano i miei occhi: perché? Perché mi ha fatto questo? 
Sembra non accorgersi di me, sono invisibile per lui, proprio come immaginavo. Io sono invisibile a tutti e se vengo notata è perché ho scritto in faccia " illudimi ". 
Con le lacrime, seguono i singhiozzi che, a differenza delle prime, non sono silenziose, sono udibili e molto anche. 
Lo vedo voltarsi e sgranare gli occhi. Già, colto con le mani nel sacco vero? Speravi che non  lo venissi a sapere vero? Volevi rendermi più insicura di quanto sono, vero? Bene, complimenti, ci sei riuscito. 

Stacca le sue mani dal corpo lurido di quella cosa, nemmeno donna o ragazza, ma cosa, perché non ha diritto di essere chiamata donna, altrimenti mi offenderei da sola, non vi pare? 

Si avvicina a me tendendo le sue mani verso il mio viso che prontamente allontano e volto. 

- non toccarmi - dico io sprezzante. 

- io ti posso spiegare - mi risponde con voce tremante come un bimbo che ha commesso uno sbaglio ed è sul punto di essere sgridato dai genitori. 


- cosa? Questo ? - domando io beffardamente con un sorriso snervante. 

-  non  è come pensi! - risponde lui giustificandosi e avvicinandosi a me, che di riflesso mi allontano. 

- ah no? Tu non capisci! Tu non vuoi capire! Ti avrei dato tutto, TUTTO, ma hai preferito  lasciarti andare con questa qui, che ti ha aperto le gambe per quanto? Una serata? Dieci minuti? Poco m'interessa. 
Io ti avrei aperto il cuore per tutta la vita e sai perché? Perché ti amo! - grido io straziante mentre le lacrime scorrono più velocemente. 

- senti bella, " questa qui "  ci chiami qualcun altro. - risponde quella tipa. 

- senti troia, dicendo " questa qui " mi sono proprio sprecata, ti ho fatto un complimento, come si dice qui a Napoli " t'aggia trattat! ". Quindi stai zitta se non vuoi trovarti con il tuo bel visino schiacciato al muro. - rispondo io minacciosa. 

Non parla, abbassa solo la testa. 

- in quanto a te, sei libero. Libero di fare quel che vuoi, libero di scoparti chi vuoi, libero. Oramai sei fuori dalla mia vita. - dico io sprezzante. 

- mi dispiace.. - dice lui con un filo di voce. 

- eh? Ti dispiace? Ma di cosa ti devo dispiacere? Ti dispiace per cosa? Per avere aggiunto un altro punto alla mia lista di prese per il culo? Non ti dispiacere, non serve a nulla! Ce l'ho tatuata in testa la scritta " USAMI " quindi non farti problemi tu, non ti dispiacere. Non mi dispiace più nemmeno a me, figurati! - esclamo io allontanandomi da lui. Da lui e il suo squallore. 

***
Dopo mesi . . . 

Vi direte sicuramente cosa sarà successo fra noi dopo quella sera, giusto? 
Quella sera, tornata a casa, mi buttai sul letto piangendo. Piangendo per un amore andato a male, ma non un amore qualsiasi, quell'amore! 
Piangendo per la mia stupidità, per la mia innocenza, per il mio essere buona con tutti e farmi usare. 
Piangendo e basta, forse perché ne avevo bisogno; non piangevo da tanto. Come si dice: la felicità dura un attimo, no?  Beh, il mio attimo è passato. Forse era destino, gli amori non durano per sempre, anche quelli che se lo sono giurato a vicenda, la morte spazza via tutto, in primis l'amore; non è il mio caso, però è una conferma che l'amore non dura per sempre. 
Finisce il mare, figuriamoci l'amore!

Da quella sera le nostre vite hanno preso a scorrere secondo la propria quotidianità: io per fatti miei, continuando la vita di prima, ma con un'esperienza in più: quella che mi ha fatto cambiare, quella che mi ha fatto capire che io non sono una cosa, ma una persona e non devo essere usata, non VOGLIO essere usata. Mentre lui continuò per la sua strada, circondato dalla sua popolarità, da amici e ragazze. E quando ci incontravamo?  Quando i nostri sguardi per caso si incontravano? Beh, niente. Nei suoi occhi leggevo solo dispiacere, nostalgia, forse ci teneva ancora a me, ma perché allora aveva fatto quello che aveva fatto? É come se i suoi occhi mi gridassero " cazzo, ti voglio e non voglio vederti così! ". Così come? Come una ragazza troppo cresciuta? Con un comportamento da menefreghista? Con un sorriso  dipinto sulle labbra perfettamente incoerente con quello che dicono i miei occhi? Beh, caro mio, è la vita. 
Dopo tante illusioni tu cambi, però in realtà non é il tempo che ci cambia, lui rivela soltanto ciò che siamo! 





  
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